Nuove frontiere
Mi suonano alla porta, penso sia mio cugino, invece è un tipo alto, faccia stramba, egiziano o qualcosa, bello pacioccone anche se smilzo. Sorride ed è rigogliosamente riccio. Mi porge un foglio in cui mi spiega con dovizia di particolari strazianti che sua figlia sta morendo. Sempre sorridendo. Mi chiede se posso fare come i miei vicini e dargli un aiuto economico.
Gli dico no grazie.
Insiste.
No. Grazie.
Insiste.
No. Non interessa. Grazie.
E mi fa quello sguardo.
Quello sguardo di un negro che ti dà del razzista, quello sguardo triste e ricco di biasimo. Quello sguardo che serve per spillarti dei soldi.
Sono lì lì per spiegargli che ho lavorato gomito a gomito con il Gambaro e che quindi non posso essere razzista, quando la parte più mite e logica di me prende il sopravvento. Stavo per cascarci.
"No, grazie."
"Ma di cosa mi ringrazia?" mi dice.
"Ti ringrazio perchè ora prenderai questo foglietto e questa foto che mi hai gettato in mano, te ne andrai salutando e mi solleverai dall'imbarazzo di chiuderti la porta in faccia."
Se ne è andato ringraziando.
Mi domando di cosa mi abbia ringraziato...
4 commenti:
Ti ha ringraziato per la lezione che gli hai dato.
Meno male che ha bussato alla tua porta.
Ci sono porte che non andrebbero mai bussate.
Vero, pensa se bussava alla porta di Calderoli!
Calderoli ha bisogno di fare un nuovo giro dal dentista, è passato troppo tempo dall'ultimo.
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