lunedì, giugno 11, 2007

Paralleli, un anno fa

Mi si è rotto il braccialetto.
Me lo aveva regalato mia madre, un anno fa, al ritorno dalla Colombia.

La mente mi scivola lungo questi mesi, lungo questo anno.
Un anno fa.
Ero teso, nervoso, depresso.
Impazzivo per la separazione da una ragazza che pochi mesi prima mi dovevo sforzare di stimare anche solo per qualche aspetto, ragazza che, preso dalla mia smania di paternità universale, volevo costringere a capire la natura dei propri sbagli, che volevo far maturare in qualche modo.
Il mio lavoro mi sembrava una scatola chiusa e soffocante.
La mia vita una pallina impazzita, mi facevo spupazzare da vicine di casa, dalle reticenze di bulimiche frustrate, dalla mia necessità di controllo, di affetto, di stima e amicizia.

E ora sono qui.
Questa ragazza l'ho incontrata alcuni giorni fa e lo squallido vuoto del mio passato mi ha lasciato perplesso. Nemmeno il minimo di attrazione, nemmeno l'istinto dell'affetto, o un briciolo di imbarazzo o dolore, per una persona che in teoria ha condiviso due anni della mia vita. L'ho persino trovata, spiace dirlo, un poco repellente.
Ora ho una ragazza dolce, matta, bella e pigra che ha un cervello onesto e brillante. Mi ha ricordato ciò che da almeno tre, quattro anni avevo dimenticato, o almeno mi ha fatto capire che esiste davvero quella cosa che non ti fa pensare di stare accontentandoti, che "tanto va bene così", che si fa buon viso a cattivo gioco. E non è quella cosa da primo mese, non è quella cosa che ti dici, quella cosa che LE dici. Non lo è, perchè a parte ora, non lo dico affatto. Neppure a lei. Ma credo lo sappia.
Il mio lavoro? A gonfie vele. Mi spacco il culo, certo. Ma per quanto fosse ottimo e particolare il mio capo prima, è una sensazione ben diversa non avere nessuno sopra di te nell'ufficio, tranquillità, imbellimento, controllo.
La casa è mia. E' di sicuro ancora un mezzo casino, ma è mia e la plasmo lentamente, come più mi aggarda (cit.).
I miei amici li porto con me ovunque siano, e lo sanno.

Sento di avere un placido controllo sulla mia vita.
Felice non lo sono, quelli come me non sono propriamente fatti per esserlo mai.
I miei casini, le mie preoccupazioni ci sono sempre, e ci saranno sempre.

Ma la soddisfazione, e quel sorriso stronzo che mi stampa in faccia quando mi fermo un attimo, quelli, per ora, non me li leva nessuno. So chi sono.

Il braccialetto, anche se rotto, lo tengo.

13 commenti:

Ergonomico ha detto...

Mi sarebbero bastate due parole e una preposizione articolata per toglierti sorriso e soddisfazione, ma ti sono amico e non diro': "righine sul televisore".

byfluss ha detto...

E aggiungerò: "Non sniffabili".

il mak ha detto...

Un anno fa postava khan, oggi abbiamo Ignazio. Non so esattamente stabilire se questo sia un bene o un male.

Per le righine sullo schermo... basta evitare le schermate troppo "bianche". :)

Ci-Pi ha detto...

@ Apa: Non vorrei dirti che te l' avevo detto, ma...
"TE L'AVEVO DETTO!!!"
Sono felice per te!

Ignazio ha detto...

Bel post, davvero.. però mi chiedo come mai hai un sorriso stampato sul volto... voglio dire, sei più vecchio di un anno (quindi inizi a fetere, lol), il braccialet' si é roooot', e il tuo televisore si sta svalutando inesorabilmente.

@ Mak

Un anno fa vagavo nel blog come ectoplasma. Ora ho un account e due bei baffoni folti che al mattino acconcio con la brillantina Linetti.

Tupperware!

ragion perduta ha detto...

mi riconosco nella tua descrizione.

io un anno fa ero nel mezzo del nulla. una laurea un pò inutile in tasca (in italia dove vai con le relazioni pubbliche?), un lavoro ben retribuito ma non soddisfacente, troppi progetti, nessun punto fermo all'orizzonte. forte instabilità emotiva.

ora faccio parte di un programma che mi fa girare il mondo, imparo un sacco di cose interessanti e conosco un sacco di gente brillante.

nemmeno io ho la presunzione di definirmi "felice", però so che mi sveglio ogni mattina col sorriso (e, ogni tanto, con un "bom dia" solare di rio de janeiro)

Ergonomico ha detto...

la felicita' pare che sia "out" oggigiorno.

Unknown ha detto...

Un anno fa avevo cambiato lavoro.
Un annno fa ho avuto un discreto riconoscimento.
7 mesi fa me ne sono andato.
Ora va meglio.

Thesp ha detto...

"preso dalla mia smania di paternità universale, volevo costringere a capire la natura dei propri sbagli"

tipo:

"Eugy, vai a prendere delle birre in frigo, se vuoi puoi prenderne una anche per te"

Apa ha detto...

No, era "e prenditi pure quello che più ti piace per te".

Razzi ha detto...

Era esattamente: "Porta un succo di pera a me, un paio di birre al razzi, due liuk e... e tu prenditi pure quello che vuoi, ciccina". Io ero presente e ho riso tipo mezzora.

Ergonomico ha detto...

Embe'? Mai sentito l'espressione "Padre, padrone"? Ma tu guarda questi!

Unknown ha detto...

Ovviamente rende meglio con il pizzicotto.