San Cristobal de La Habana
Liscio, morbido. Carbura bene, non scoppietta, il fumo denso scivola nella bocca. Le dita si scaldano al suo passaggio. Pizzica un poco sulla punta della lingua, il sapore è dolce. Ascolto musica nella luce fioca e nel silenzio di casa mia. Penso ad Ergo lontano, al Razzi e ai suoi saltelli, a Galumè che fatica a smettere di fumare, alle ragazze del blog che si sono fatte i piercing, a mio cugino che a trent'anni si è fatto un tatuaggio assieme alla moglie, a Pan che studia come una matta. A qualcuna che matta lo è sul serio. A nuovi amici tristi, a vecchi amici allegri. Alla gente che va in Spagna e alla gente che c'è già, a quelli a Londra. Il fumo si fa più caldo man mano che la fiamma si avvicina alla punta. Entra una brezza che mi ricorda le mie estati da bambino. In giardino a giocare, pregando che non arrivasse mai il tempo di andare a dormire, che non si affacciassero le madri degli altri a richiamarli a casa. Penso che un giorno, forse lontano, qualcosa mi ricorderà di queste nuove serate estive.
Spengo il sigaro che si sfalda tra le mie dita, un poco umido, un poco caldo, un po' come si sono sfaldati, caldi e umidi, prima i minuti e poi le ore di questa notte d'estate, in cui l'aroma di San Cristobal, giunto dall'altro lato del mondo, mi ha fatto compagnia.
7 commenti:
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Apa non fumare.
no, apa. fuma, e continua a scriverle queste boccate
Quel che volevo scrivere l'ha gia' detto Hazey, meglio e piu' brevemente di quanto avrei saputo fare.
Rendimi i miei Corto Maltese!
E tu rendimi la mia giovinezza.
Ecco perchè jeri sera mi fischiava il piercing...
I miei Zagor!
Ridammeli!
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