Indomabili limiti
Metropolitana, gente ammassata, gente che si infila per entrare per prima e fermarsi vicino alle porte o per avere una minima speranza di sedersi. L'egoismo umano, l'egoismo di vecchie pimpanti coi capelli rovinati dalle loro mille tinte, l'egoismo di distinti incravattati signori, l'egoismo di ragazzi in posa, capelli rigidi e mani in tasca. L'egoismo rende fondamentale trovare un posto a sedere per questi cinque minuti, rende primordiale e necessaria questa sfida, questa corsa, questo spingere e tuffarsi. Bellum omnium in omnia. Questo odio sopito che riemerge, esasperato dal caldo, dalla massa, dal puzzo.
Il tanfo di umanità, l'odore vago di sudore che supera le sbaragliate difese di disparati deodoranti. Nulla da fare. La guerra che l'uomo ha intrapreso contro il proprio corpo riserva ancora qualche piccola sorpresa. Il corpo da domare, il corpo da plasmare, la fissazione del non pensiero, del controllo fine a se stesso. Nessuno sorride più in fotografia. Si inclina il volto di quindici gradi, si sgranano gli occhi e si succhiano le pareti delle guance. Si cerca l'effetto, non si cerca il ricordo. Ma il puzzo. Il puzzo sorge indomabile e ci ricorda chi siamo. Si diffonde tra gli addominali scolpiti, tra le pettinature gagliarde, tra le pose plastiche, tra gli occhiali giganti, le barbette affilate e rapaci. Si diffonde tra i membri di questa generazione che ha scelto di passare un'ora in palestra o sotto una lampada per non pensare, per tentare di controllare qualcosa di incontrollabile. Perchè il corpo è un cavallo infido, che finge di farsi addomesticare. Perchè il corpo è esso stesso un limite e solo i sensi e la mente possono spezzare questa catena.
4 commenti:
Una visuale.
"Il corpo mi afferra a ogni respiro e ogni volta mi rimette dentro di lui.
Ma io resto in apnea.
Non mi riesce mai di spirargli via del tutto.
Resto in apnea e canticchio, con la gola. Lui tace, fa finta di poter attendere per l'eternità, e resta immobile cercando di simulare disinvoltura. Una disinvoltura piena di cortesia, paziente.
Ma io lo sento che freme. E ridacchio."
Anche nell'ultima carrozza?
@hazey: e cambia corpo.
Pur prendendola quasi tutti i giorni, io mi siedo raramente in metropolitana, a meno che sia mezza vuota. La scomodità dei sedili è elevata, specie se hai di fianco altri due esseri umani.
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