Piccolo grande uomo
Ieri ho visto un breve e gagliardo documentario su skype, durante il quale, per circa cinque secondi, hanno mostrato una delle scene clou di Piccolo Grande Uomo, con Dustin Hoffmann.
Una sensazione incredibile mi ha preso allo stomaco, mi è venuto in mente, o meglio in pancia, il momento in cui ho visto questa scena... avevo forse 4, 5... al massimo sei anni. La scena è intensa, cruda: la morte di sua moglie pellerossa e del suo pargoletto appena nato.
La scena è questa, la trovate all'incirca al minuto otto.
Il fatto è che ieri sera, un po' febbricitante, un po' stanco, ho capito quanto questa scena mi abbia condizionato da sempre. Ritrovo in quella scena, in quel film, il mio amore per le fisionomie asiatiche, ma soprattutto il mio bisogno di essere protettivo, premuroso, quel senso intrinseco di dolcezza e debolezza, quel senso di paura un poco selvaggia e animalesca che associo alle donne di cui mi innamoro.
Un'epifania che mi ha lasciato spiazzato. Dolorosa e dolce, non so. Difficile spiegare.
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8 commenti:
Ci stai dicendo che 8 minuti di cinema hanno determinato uno dei lati più profondi del tuo carattere. Ora, se l'avessi fatto ieri notte, a caldo, still stoned, potrei capire. Ma alle 09:39 del mattino non va mica bene.
Ti dico che è così, io ho solo l'onestà per ammetterlo. E tu devi finalmente ammettere che la tua psiche è stata formata da Gigi la Trottola.
(più intelligenza e più classe)
Credi che sia facile ammettere che tutta la tua vita e la tua personalità sono definite e determinate da Gigi la Trottola? Questo discorso potevi anche evitare di farlo qui, davanti a tutti i nostri lettori.
Ora capisco quella tua insana passione per le mutandine bianche...
Comprendo i tuoi sentimenti Apa.
Il mio cuore vola alto come un falco.
La mia etica è stata plasmata dai supereroi, quella di Alcor dai cavalieri dello zodiaco. Quindi, apa, tranquillo: sei in pessima compagnia.
Mmh, google mi ha cambiato identità...
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