Tempo da Castoro
Il tizio che sta di fronte a me sull’Eurostar Padova – Roma, invece, ha una faccia tenera da castoro. Gli occhiali, i dentoni sporgenti e un perenne sorrisetto mentre scambia messaggi con la sua “bella”, che alla partenza lo salutava innamorata dalla banchina. Sembravano una bella coppia, semplice e felice. E lui mi sta simpatico. Ne ha circa 40, indossa il classico maglione dell’uomo comune, ascolta musica con gli auricolari e armeggia con due cellulari Nokia e credo 3 o 4 sim-card (l’unico aspetto inquietante del personaggio).
Ciò che mi ha colpito, però, è la sua lattina di Coca Cola. L’ha aperta pochi minuti dopo la partenza e ha dato l’ultimo sorso 15 minuti prima dell’arrivo alla Stazione Termini. Ovvero 5 ore dopo. Questo mi fa capire immediatamente (o meglio, dopo qualche ora) che apparteniamo a mondi diversi. Io non riuscirei mai a far durare una lattina di Coca Cola così a lungo. Non arrivo neanche a mezzora.
Io non ho la capacità di centellinare, il passo lento e tranquillo di quest’uomo. E infatti non ho nemmeno il suo sorriso da castoro, né una donna come la sua. Provo l’incontenibile impulso di parlargli, di confidarmi con lui. Vorrei dirgli in un solo respiro che per me un amore è appena finito, durato neanche 3 mesi, e che io un pacchetto di Mentos alla fragola lo faccio fuori in 5 minuti secchi. Ma temo che la coppia serba al nostro fianco capisca tutto, e sto zitto.
6 commenti:
Quello è un altro tipo, Razzi. Quello che la coca cola la beve anche calda e sgasata.
E allora è tutta colpa della Coca Cola, non sua, lui è innocente. E anche tua, che devi sempre rompere i coglioni e insultare i miei amici.
Il problema e' che tu vedi tutto poetico Razzi.
E che Apa vede tutto triste.
Attendo di sapere io come la vedo.
Ah no, io non la vedo e basta.
Io, ad esempio, non la vedo più.
Sì, Apa è cattivo.
La birra è buona se è fredda.
(cit)
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