Quando Ciro
Ieri non c’era uno straccio di posto disponibile sugli Eurostar Udine – Roma, ho trovato soltanto un biglietto di seconda classe per l’Intercity Notte. Così mi sono preparato ad un lungo viaggio, non del tutto privo di rischi, attraverso la notte italiana e, come Gesù, sono “sceso” in mezzo ai miei fratelli più cari, gli ultimi, gli emarginati, per portare loro il conforto della mia parola. Ma poi mi sono mezzo addormentato e ho aperto bocca soltanto a pochi metri dall’arrivo, per informare un clandestino nigeriano che il treno fermava alla stazione Tiburtina, non a Termini. Comunque gli ho salvato l’anima, perché altrimenti sarebbe finito a Napoli. E Napoli è una città promiscua. Sul tavolino pieghevole davanti a me c’era scritto: “Vengo quando Ciro mi gode in bocca – Angela ’68, Napoli”.
Splendido l'interminabile negoziato tra la giovane e bionda controllora e i miei due compagni di viaggio nigeriani, che alla fine hanno pagato 5 euro anziché 40. Quando se n’è andata non facevano che ripetere, commossi: “she’s a very good woman”, “ah yes, very kind”, “she’s been very nice to us”, “oh yes, very good woman, very very good…” Mancava solo Angela, e sarebbe stata piena letizia.
6 commenti:
bellissimo. anche io mi pitterò di nero e una notte verrò da te, a goderti in bocca.
Sarai il ben-venuto.
Ma si è poi scoperto Angela dov'era?
Magari si fosse scoperto, invece niente. A quella piace fare la misteriosa.
Angela era il tavolino pieghevole. Mistero risolto.
se non ci fosse lei, tenente colombo...
Posta un commento