Limiti
Sono sul treno.
Con me c'è una tizia che mi guarda e continua a muoversi. Sembra agitata. È bruttina ma non ripugnante. E non sta ferma.
Arrivo a Milano, scendo e mi dirigo verso la metropolitana, non ho la borsa, come mio solito, mi sento leggero. Libero. Leggero. Un po' troppo.
Cazzo.
Ho dimenticato una busta contenente del salmone sul treno.
Torno indietro a passo spedito, il treno giace immobile, spento e vuoto. Fa un po' di paura. Risalgo a metà, alla ricerca dello scompartimento giusto, scompartimenti uguali si inseguono, uno dopo l'altro.
Quando quasi sto per dimenticarmi perchè sono lì, trovo quello giusto, afferro la busta e scendo.
La stazione è deserta ma c'è un tizio, straniero, con la faccia di cuoio e dei baffi setolosi.
Mi dice "Il treno per Modena!"
"Prego?"
"Il treno per Modena!"
"Questo?"
"Il treno per Modena."
"Non è questo, questo non va da nessuna parte."
"Dov'è allora?"
"Guardi il display..."
"Aiutami."
Lo accompagno al display e gli mostro il treno per Parma al binario 7.
Mi dice "Sì, Parma sì!"
Lo saluto.
Sale sul treno fermo dal quale sono sceso.
Secondo voi è una cosa vera o un sogno?
10 commenti:
è un errore di matrix.
avrai sbagliato a prendere le pillole
è ormai certo che i treni ti causano scompiglio
Secondo me la "bruttina ma non ripugnante" te la sei fatta nei cessi del treno.
Ho smesso con certe cose.
Col farti cessi nei cessi?
O col farti?
O cool fart?
Col fard.
Secondo me è tutto vero.
Io una volta tornando dall'università ho chiesto ad una tipa: "Scusa questo è il treno per como?"
Lei ha risposto: "No, è quello per Lecco. Se devi andare al massimo a Monza puoi prenderlo, se no devi prendere l'altro."
Io le dico: "No, no, io vado a Desio, grazie lo stesso."
Detto questo sono salito sul treno che avevamo appena convenuto non mi portasse a casa.
Ricordo ancora il modo in cui si guardava in giro cercando le telecamere di "Candid Camera".
Mi sono reso davvero conto di aver perso il treno appena passata Monza, sono sceso ad Arcore ed ho chiamato mio padre.
"Papà, ho sbagliato treno, mi vieni a prendere?"
"Dove sei?"
"Ad Arcore"
"Io ad Arcore non ci metterò mai piede."
E ha chiuso il telefono.
Potrete capire che mio padre non vive propiamente nella casa delle libertà.
Tuo padre mi sta simpatico.
Quando ho letto: "sono sceso ad Arcore ed ho chiamato mio padre" per un attimo ho temuto il peggio...
Posta un commento