martedì, febbraio 20, 2007

La domanda delle 13.43

Ma cos'è che rende "triste" una musica? Si tratta solo di una questione di memoria, ricordi di associazioni mentali... o è qualcosa di intrinseco nel ritmo, nelle note, nella sua intriseca struttura musicale?

24 commenti:

Razzi ha detto...

Che canzone è?

Apa ha detto...

Nessuna. Un'idea in generale. La musica lenta, triste.
Perché è così? Perché ci suscita tristezza?

byfluss ha detto...

Forse perchè non hai uno straccio di figa che ti caghi?

Malerba ha detto...

Quanta delicatezza, Byflo! Tutto effetto della neo-paternità?

Apa ha detto...

E poi che cazzo dici?

Malerba ha detto...
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Malerba ha detto...

Ma infatti.
Da quando ha preso a frequentare il bar dei nudisti e il mio pornoangolo non è più lo stesso.

Unknown ha detto...

la prima che hai detto Apa, la risposta è sempre già in te

Apa ha detto...

Grazie, torgo.
Finalmente qualcuno che prende la domanda sul serio. Quindi per te è solo un fatto culturale. Nurture against nature, quindi. Non c'è nulla di naturalmente triste in una struggente aria o nella Marche Funebre di Chopin.






Comunque benvenuto.

Come sempre, se vuoi partecipare nel blog, contattami a cazzabubbola@gmail.com.

viola ha detto...

Io non sono esattamente d'accordo, credo anzi che ci sia proprio una componente animale nella percezione del suono che non ha a che fare con la cultura.
Il cane che si spaventa al richiamo minaccioso del padrone o che si tranquillizza con un tono mite mi pare non possa essere spiegato come un fatto culturale.
Forse è un istinto per la sopravvivenza che aiuta a distinguere la minaccia - un imprinting animale di base, insomma. Certo la tristezza è una fase più in là.
Ad ogni modo NOI siamo in disaccordo, questo CI provoca molti problemi.

Unknown ha detto...

E' semplicemente questione di un semitono. Gli accordi maggiori (ossia allegri) hanno la terza nota normale, quelli minori (tristi), un semitono più basso.

Per non parlare degli accordi di settima diminuita e delle scale armoniche.
Fatto sta che per ogni accordo o scala maggiore ne esistono due minori.

Apa ha detto...

@ Viola, penso di essere d'accordo con te. Comunque è normale che manchi l'armonia, io sono un personaggio controverso.

@kevin, c'hai provato a distruggere la magia, ma hai solo farfugliato cose senza spiegare un cazzo. Vergogna.

il mak ha detto...
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il mak ha detto...

Come da topic, una canzone diventa triste quando la canto io, oppure Alcor. Per motivi diversi.

Alcor ha detto...

Io penso che la tristezza e la malinconia siano già dentro di noi e la magia della musica non faccia altro che tirarle fuori, pizzicando nell'animo delle corde altrimenti difficili da raggiungere...



Oddio, ma che cazzo dico?

byfluss ha detto...

Io parlo come cazzo mi pare, va bene?
Brutti stronzi!

Ci-Pi ha detto...

Secondo me è questione di stato d'animo... Ci sono canzoni che quando sei depresso ti aiutano nella ricerca di una lametta, ma le stesse, legate ad un bel momento, ti possono far sorridere.

E comunque nessuno ha parlato del testo. Direi che è fondamentale.

byfluss ha detto...

Comunque ha ragione il sardo.
E' questione di modo.
Maggiore o minore.
Nel minore, è più probabile che il pezzo risulti triste, anche se ho il sentore che questi moti d'animo dipendano anche da altri fattori.
Ad esempio, se io ascolto Twist And Shout che è tutta in modo maggiore e quindi dovrebbe mettermi allegria però questa mi ricorda quando la mia ex (Yoko Ono) decise di farsi trombare da tale Lemmon o Lennon, ecco che mi intristisco a prescindere.

Apa ha detto...

Non parlo di canzoni, ma semplicemente musica.

Quindi sostenete che non ci siano musiche in modo maggiore che suscitino tristezza? E comunque, perchè, come lo spiegate, capite che non state spiegando un cazzo, vero? Che è come dire che la pasta piace perchè sa di pomodoro...

byfluss ha detto...

Ma che minchia vuoi?
Tienti i tuoi fottuti problemi e non ci rompere le palle.

Apa ha detto...

Sei un ignorante.

Unknown ha detto...
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Razzi ha detto...

Apa, la tua domanda è fin troppo specifica. Perchè non alzare il tiro e chiedersi marzullescamente: cosa determina la felicità? cosa determina la tristezza?

Apa ha detto...

Quella era la domanda di un'altra ora.