Carrozza numero 8
Stavolta si tratta del treno notturno Milano – Roma, su cui ho prenotato una cuccetta nella carrozza numero 8.
I miei compagni di viaggio sono un giovane moldavo completamente vestito di nero e due uomini d’affari di mezza età in giacca e cravatta, mezzi calvi e a mezza strada tra l’incazzato e l’annoiato.
Uno dei due businessmen parla. Si lamenta del ritardo o qualcosa del genere. Il contrasto tra l’atteggiamento supponente e l’alito disgustoso mi colpisce come un oscuro presagio. Decido che non è saggio rivolgergli la parola.
Però il moldavo mi riconosce, mentre sistemo la valigia.
Mi giro, ancora stordito, e lui è lì, che mi guarda con gli occhi spalancati. Mi dice qualcosa nella sua lingua. Immediatamente si accorge che non capisco. In italiano mi chiede da dove vengo. “Dall’Italia” rispondo. Sembra deluso, fa “ah…”, e finisce lì. Ogni tanto, però, mi getta uno sguardo inquisitorio, come se non mi credesse.
Riesco comunque ad addormentarmi, ma verso le 3 del mattino c’è agitazione nel corridoio. Un pazzo coatto sembra terrorizzato, dice che siamo fermi da mezzora e che c’è la polizia con i “lampioni”.
Esco a vedere cosa sta succedendo. Ha ragione. Il treno è fermo in mezzo al nulla. Fuori ci sono almeno 5 macchine della polizia e un sacco di poliziotti che vanno avanti e indietro con le torce, perlustrando il convoglio.
Rimaniamo fermi in mezzo al nulla per un’ora. Il coatto ha paura. I poliziotti continuano ad andare avanti e indietro, cercando non si capisce cosa. Poi, all’improvviso, quando la tensione sembra al massimo, il treno riparte. Faccio fatica a riaddormentarmi.
Il giorno dopo c’è il sole. Il ragazzo delle FS, con i capelli sparati, passa a distribuire acqua e giornali. Il business man dall’alito pesante gli chiede cos’è successo durante la notte, perché c’era tutta quella polizia. Lui si gira e con un mezzo sorriso risponde: “niente, quale polizia, non è successo niente” e se ne va.
Io lo so che erano lì per me. Anche il moldavo lo sa e per questo non mi ha fatto nulla. Ma tutti gli altri passeggeri, compreso il business man dall’alito puzzolente, non ne hanno la minima idea e non l'avranno mai.
2 commenti:
Trasporti fagiolini magici?
Razzi, mi spiace deluderti ma erano lì per me: viaggiavo abusivamente sul tetto di una delle carrozze.
E i "lampioni" eravamo io e il mio trans di quella sera. Però sono stati tutti gentili: per soli diecimila euro, la mattina dopo tutti avrebbero detto "niente, quale polizia, non è successo niente".
E appena mi hanno fatto questa proposta, io mi sono sentito subito tra amici.
Posta un commento