L'importanza del gesto
Pranzo. Fuori diluvia. Sono a Cadorna. Dovrei uscire ma ci sono rivoli d'acqua che scendono le scale, lo scenario fuori è da apocalisse. Me la prendo con calma, studio il percorso migliore, rimanendo al coperto.
Si avvicina un cinese. Un po' titubante. Ha un post it in mano.
C'è scritto Cardona. Non Cadorna. Cardona.
Mi prende la manica e mi porge il fogliettino giallo, rovinato, spiegazzato.
Non dice una parola. Mi guarda supplichevole e fermo.
Guardo il foglietto.
"Cadorna?"
Stesso sguardo. Più intenso in entrambi gli aspetti.
"Siamo a Cadorna. We are in Cadorna." E faccio ampi gesti.
Lo sguardo rimane identico, apre un poco di più gli occhi, a colpi.
Indico per terra. Indico la scritta sul muro. Con un gesto abbraccio tutta la zona della stazione.
Una punta di disperazione si affaccia nell'occhio scuro e mandorlato.
Mi sta ancora porgendo il post-it, lo afferro e lo guardo meglio.
Me lo strappa di mano, stizzito.
Poi torna nella stessa posa. E mi guarda. Non dice una parola.
Al che gli indico una scala e gli dico "Da quella parte".
Mi sorride e se ne va.
4 commenti:
che lusso se il cinese avesse mostrato ad una vecchia un post it con scritto "tardona".
Forse anche lei dopo avrebbe fatto ampi gesti...
Oppure che lusso se il cinese si fosse trasformato in un ornitorinco e si fosse immerso nel cemento come se questo fosse acqua; oppure se, dopo il sorriso, l'asiatico si fosse dissolto in una numbe di fumo e fosse entrato in una piccola scatola cinese e Apa l'avesse raccolta e messa quasi distrattamente in borsa, fra l'incredulita' e l'imbarazzo per aver, in qualche modo , compartecipato a quella bizzarra scena, cosi inappropiata nel bel mezzo di una grigia stazione della metropolitana; oppure ancora... ancora... e se.... e se....
Ma per piacere!
ora anch'io sto facendo ampi gesti
Scusa "Igny" non ho saputo resistere.
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