When in London
Aerei in ritardo. Brutte fighe isteriche. A parte questo Londra ti accoglie sempre con quel mezzo, amaro, freddo, britannico abbraccio.
Non si capisce cosa devi fare per andare dove devi andare e dove devi andare ha almeno due nomi distinti. E' talmente tardi che i treni stanno per finire, figuriamoci la metropolitana.
Ma ne prendi uno... e vai. E lungo il tragitto guardi dal finestrino e parli con Thesp. Gli racconti di come ti senti una persona migliore. Gli racconti di due, tre, cinque anni fa. E lo racconti anche a te, e raccontandolo ricordi.
E ricordando, piano piano, ti rendi conto che Londra ancora ti possiede, in qualche modo, che qui ci hai vissuto, che gli angoli bui sono pochi e che non fanno paura, come le facce e gli schiamazzi della gente.
E ti ritrovi dentro a un taxi e davanti a un pub, come fosse naturale.
E abbracci vecchi amici allo stesso modo e sono passati anni.
Ma l'abbraccio stavolta non è per nulla britannico. Partenopeo.
E un po' ti aiuta a tracciare linee nella tua vita. Sei sempre tu. Sei un poco diverso, ma sei sempre tu.
Te l'avevano fatto dimenticare.
9 commenti:
cribbio, mi sembri proprio...tu.
Sei sempre tu: il cognato.
E' morto Apa. Viva Sicumera.
fai un giro a manchester che ci si beve una birra... beh no mi sa di stronzata... la birra la porto in ufficio... è piu' comodo.
Insomma a Londra, sì, ma con Napule sempre nel cuore. Sei come Lupin III: incorreggibile.
I'll stand by you!
(Now with improved artwork.)
Lo sai che ti preferisco "behind".
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