L'ottimismo
Stavo per rispondere a Ergo, ma poi ho pensato fosse meglio fare un post a sé, visto che voglio anche riallacciarmi al post del Razzi.
Pochi giorni fa sul treno ho viaggiato con un trittico di yuppies sfigati, veneti ma che parlavano marcando l'accento milanese. Erano i rampanti miserevoli, i servili arrivisti, i vorrei ma non posso. Erano il nemico.
E parlavano di politica, la parola d'ordine era "votare Berluskaiser è ormai controproducente, è la cosa sbagliata se si vuole stare nel giro".
Ed è qui che ho trovato il mio ottimismo, non nella spocchia di Moretti o nei barlumi di curiosità di alcuni settantenni, ma nei discorsi di politica di questa pula, poderoso termometro della nostra società, non perchè credo che sappessero di cosa stavano parlando, ma semplicemente perchè mentre di intelligenze ritengo ce ne siano molte, di stupidità, bottom line, ce n'è soltanto una.
7 commenti:
Una riflessione che vuole portare molta speranza, non è dato di sapere quanta di questa sia ragionevole.
L'ottimismo, che io sappia, vola.
Quella stessa stupidità, tra l'altro, è sempre incinta.
Io quando viaggio ascolto la musica, così se c'è qualcosa di stupido da sentire almeno me lo sono scelto io.
Ma io, ma io, ma io.
Ma io quando viaggio ascolto la musica, così se c'è qualcosa di stupido da sentire almeno me lo sono scelto ma io, ma io, ma io.
Ma mi, ma mi, ma mi, quaranta dì, quaranta nòtt,
a San Vitùr a ciapà i bòtt...
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