Hopes may rise on Portuense
Cena dalle donne del piano di sopra, mamma e due figlie. È un piccolo attico, con un balcone sensazionale in cui respirare l’estate romana con la pelle e con gli occhi. La madre è sui 50, le figlie ne hanno 30 e 25. Sono delle esagitate, litigano continuamente, senza ritegno, per delle cazzate. Ridono e litigano, vorticosamente.
All’inizio mi sento a disagio, assisto ai combattimenti con un filo di imbarazzo. Ma poco per volta capisco che quello, semplicemente, è il loro modo di esistere e comunicare. Una guerra necessaria, senza principio né fine, che vivono con un senso di liberazione. E comincio a divertirmi.
Sono anime semplici e pretenziose.
La madre fa la parrucchiera ai Parioli da 35 anni. Si sente pariolina, non appartiene a questo quartiere di semi-periferia. Parioli è dove vivono i signori. Parla soprattutto di un appartamento di 280 metri quadrati che un conoscente si è comprato in quella zona. Sogna, ancora.
La primogenita è stata programmata per partecipare al grande fratello, anche se forse, ormai, è troppo tardi perché la scritturino. Vive a Londra. Parla soprattutto di “mistero”, di un “brivido felino” che la coglie mentre guarda il mare. E improvvisa una poesia sulla Luna. “La luna piange lacrime che come pioggia sui vetri cospargono…” ma poi si interrompe perché le scappa da ridere. E decifrando le difficoltà esistenziali di un amico dice “probabilmente dipende dalla sua vita, dalla situazione familiare, dai genitori, dagli antenati”.
“Dagli antenati…” sottolineo. Non risponde, giustamente.
La secondogenita è la più carina. Se non altro perché al momento della foto mi si stringe addosso. E io, invece di abbracciarla e sorridere a piene labbra come nelle migliori foto di gruppo tra sconosciuti, sorrido a tre-quarti di labbra intrappolato in una posizione non-fisiologica. Una di quelle posizioni sghembe che se ci dormi ti svegli male. Tanto che lei mi chiede perfino scusa. Ed è in quella posizione che il flash mi congela. Per sempre.
6 commenti:
Mi solletica l'immagine del Razzi congelato dal flash in una posizione innaturale.
Adoro il realismo, il realismo razziano, la sua bandiera.
Un consiglio: scappa!
E alla svelta!
Sono in pericolo?
Sei ancora lì?
Vorrei tanto sapere come finisce la poesia sulla Luna...
Con un rutto.
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