mercoledì, dicembre 31, 2008

Buona fine






Buona fine a tutti.
E se proprio arriva, se proprio si deve, allora anche buon inizio.

martedì, dicembre 30, 2008

Celeste (A)Ida




Lei è lì, vigile dietro la finestra oppure appollaiata sul balcone. Lo sguardo rapace che scruta verso nord.. ma anche sud/ovest/est. Le narici fremono ansiose, bramose di captare il minimo odore umano. Chanel, sudore, profumo di sugna e ciccioli.. poco importa. Madame è programmata per diversi sistemi idraulici ma soprattutto per rompere le ball'. Insomma, la classica vecchina cacacazzo che noi chiameremo con un nome fittizio - Ida - che poi è anche il suo vero nome. Ida sa tutto di tutti: orari, amori, liti, incontri ravvicinati del terzo tipo.. nulla sfugge alla sua cortese attenzione.

A casa sua il postino non deve suonare due volte poiché viene intercettato a metri e metri di distanza. Del resto fa così anche con gli abitanti del quartiere, in particolare adora estendere la sua ala - ma diciamo pure ascella - protettiva verso i giovani. Ordunque La Ida è solita suddividerli in due gruppi a seconda del sesso: troie e porci. Indovinate da che parte sto :D . Per amor di verità devo sottolineare che la signora verifica sempre i suoi scoop andando ad informarsi direttamente alla fonte. Ha i suoi metodi. Il suo preferito si articola in tre astuti passaggi:

1. avvistare la vittima;
2. armarsi di pattume. Tanto pattume;
3. Uscire dall'appartamento e con la scusa di gettare il pattume - tanto pattume - placcare la preda.

Il placcaggio consiste in un abbraccio avvolgente. Stravolgente. Comprensivo di pattume. Senti il sacchetto di munnezza che ti rotea sulla schiena. Tutto intorno a te. E mentre inizi a puzzare di clavicembalo ripieno di ricotta stantia lei ti bacia. Una. Due. Tre volte. E in questi baci c'è tutto. Ci trovi il candore adolescenzial/senile, il trasporto delle eroine di Tinto Brass e pure l'umidità di condensa. A questo punto - dopo averti stordito per benino - nonna Ida innesca il terzo grado: cosa fai, chi frequenti, ecc ecc. Tu confessi ogni cosa anzi spiattelli ciò che vuole sentirsi dire (al diavolo la realtà) pur di levarti lei e il suo pattume di torno.

Quando ti sarai liberata/o di lei e mestamente riprenderai il tuo sentiero - ma chiamiamolo anche binario - triste e solitario, può essere che incrocerai un viandante sul tuo cammino. La strada allora non sarà più solitaria pur restando triste e lui lo evincerà dall'inconfondibile olezzo di clavicembalo ripieno di ricotta stantia che ti circonda. Capirà la tua desolazione. Avrà pietà di te. Ti sarà riconoscente perché saprà quale via non dovrà intraprendere.


Nonna Ida lui non lo avrai MAI!.
Tié stronza.

lunedì, dicembre 29, 2008

Sottosopra





Ieri ho sentito in TV, su SKY TG 24, Berlusconi intervistato.
Ha detto:

"E' tutta una montatura. Io non ho mai attaccato giudici e magistrati. Anzi, è tutto il contrario."

Sul momento mi sono indignato.

Poi ho capito che diceva la verità

"Non è assolutamente una montatura, lui ha sempre attaccato giudici e magistrati."

Esattamente il contrario di quanto ha detto, come da lui specificato.
Devo imparare a stare più attento.

giovedì, dicembre 25, 2008

You shouldn't let poets lie to you



Feel it





Feel the Christ.
Feed the mas.
Enjoy the Christmas.

Have it nice.

mercoledì, dicembre 24, 2008

Sondaggio!




Eccomi, miei adorati. Con questo post ho modo di:
- Mantenere un paio di vecchie promesse (rimediando, forse, addirittura una trombata)
- Soddisfare la nuova, simpaticissima coscienza critica del blog, ovvero Thespian

Innanzitutto un breve riepilogo e commento sui risultati del precedente sondaggio. Tanto per mettere a tacere chi insinua che Aparazzi non è un blog democratico.

La finiamo con questa stronzata dell'Aparazzi Contest?
Sì. (1 voto, 4%)
Sì, cazzo! (1 voto, 4%)
Porca troia, sì. (2 voti, 9%)
Ciao, sono Thesp, no, è una figata pazzesca. (18 voti, 81%)

Il responso si presta a qualche interpretazione ma direi che, tutto sommato, non ci sono grossi dubbi: possiamo dichiarare definitivamente conclusa la banfa dell'Aparazzi Contest, lotta fratricida che il popolo non vuole. Prendiamo atto che piace solo a Thesp.

Detto questo, siamo tutti ben consapevoli che si avvicina la fine dell'anno. Quanti calendari inutili avete ricevuto e riceverete in regalo? Quanti ne avete sfogliati su Internet, annoiandovi con tette e chiappe disparate e disperate?

Beh, abbiamo pensato a qualcosa di diverso. Qualcosa che il pubblico femminile di Aparazzi, sponsorizzato da Ignazio, ma forse anche quello maschile, potrebbe apprezzare molto. O forse no. Boh. Lo scopriremo alla chiusura del prossimo, divertente sondaggio.

Buon Voto e buon Natale a tutti!




martedì, dicembre 23, 2008

Stonature






Mi sto lasciando cogliere di sorpresa da questo Natale. Lo vedo, lo sento, sta per soffocarmi, e lo lascio fare. Come se fosse inevitabile, non mi pongo neppure la domanda se davvero lo sia.
Provo cose strane.
Mi sento insonorizzato, apatico. Provo una mancanza di entusiasmo quasi patologica.
Mi mancano persone che è quasi ingiusto che mi manchino, sbagliato.
Mi sembra di provare sempre, costantemente, i sentimenti errati. Come se fossi montato a caso, non seguendo le istruzioni. Come se i collegamenti interni non fossero corretti.

Eppure nella mia testa funziona tutto liscio.
Un po' come quando canto o, meglio, ci provo.
Nel mio cervello è tutto armonico, preciso, perfetto.
Ma la mia voce non tiene il passo. Corrosa dall'inevitabile entropia tra pensiero e azione, dal passaggio da iperuranico a reale.
Ed è frustrante, come vivere in una prigione di vetro, urlare, rendersi conto che i suoni che raggiungono l'esterno sono smorzati, deformati.

La fastidiosa, ineluttabile, ma soprattutto consapevole impotenza.

Oggi fuori c'è il sole.

Vuol dire che stanotte ci sarà la nebbia.

sabato, dicembre 20, 2008

Nuova ondata di porno in arrivo






Nuova ondata di porno sulla rete.
Hanno rapinato la casa di Paris Hilton.

Ovviamente il ladro avrà avuto l'accortezza di rubare memory stick, videocamere, cellulari contenenti, come ogni volta, una quintalata in giga di materiali hardcore.

Non che ci sia rimasto molto da vedere, a dirla tutta.

venerdì, dicembre 19, 2008

Aparazzi Contest

Quel box in basso a destra è un tronco di sopraelevata in mezzo a un campo, uno di quegli appalti italiani mollati a metà.
Dato che i miei cloni hanno decretato la giustezza del contest, invito gli antidemocratici titolari del blog a procedere con la prossima sfida.
Magari mettete Papero contro Chiambretti, basta che andiamo avanti.

La settimana enigmistica mi fa una pippa




Frase anagrammata

[Mi hanno rovinato la giornata... ]

Carezzo depliant (7,3,5)

mercoledì, dicembre 17, 2008

Welcome back!



Apa è appena tornato dal Giappone e ha già iniziato a dare prova di sé. Ieri per esempio mi ha chiamato mentre ero occupato in attività segrete. Non ho risposto, perciò mi ha subito inviato un messaggio pieno di oscure minacce. Allora ho pensato che si potesse trattare di una cosa importante, ho abbandonato le attività segrete in cui ero impegnato e l'ho chiamato. Mi risponde, lo saluto, mi saluta e fa “Senti, ora non ho tempo per chiacchierare con te, ci sentiamo dopo”. Neanche Byfluss è così maleducato.

Va beh. Comunque questo era solo un pretesto per darti il ben tornato, Apa!

Questa poesia è per te:

Sotto un cespo di rose scarlatte, offre il rospo tè caldo col latte
Sotto un cespo di rose paonazze, tocca al rospo sciacquare le tazze

lunedì, dicembre 15, 2008

Berlusconi vattene!

Dal Milan, dall'Italia, dalla vita.
Hai fatto già abbastanza, grazie.
Ma adesso vattene.

domenica, dicembre 14, 2008

Ultima sera



Appena potrò vi posterò le foto della mia ultima cena a Tokyo.
Kaiseki a Shibuya.

Ed è assurdo che mi senta come mi sento.

Questo posto mi mancherà.

In questo momento ho poche parole per definire quanto mi mancherà questo oceano di solitudine e buonumore.

Mi sento più o meno così.





Prima o poi riuscirò a scrivere le parole che ho già trovato.

venerdì, dicembre 12, 2008

La tola





In bresciano esiste questa parola. "Tola".
Esprime un senso di vergogna, di timidezza.

Credo sia una delle tante evoluzioni ignoranti del bresciano da tolla, che credo voglia dire "latta".
Faccia di tolla, faccia di latta (o bronzo), faccia da tola.
Poi pian piano la gente non riconosce il significato di tola, prende un da (bresciano) come un da (italiano), e tola diventa vergogna, faccia da vergogna.

Frase tipica bresciana è quindi "che tola", quando uno si vergogna o fa qualcosa che lo mette sotto l'attenzione di tutti.

E la cosa strana è che nella mia testa ha questo significato dal sapore leggermente diverso, intraducibile.
Per dire, il termine tola mi viene sempre in mente quando guardo una trasmissione televisiva, un filmato... è c'è qualcuno che si rende particolarmente ridicolo. Un comico che non fa ridere. Uno che viene mortificato. Che fa una figura di merda E questa cosa mi risulta insopportabile. A prescindere che io provi simpatia o meno per il personaggio in questione.

Non riesco a digerire la situazione. Devo spegnere, cambiare canale. Mi sento fisicamente male.
Provo tola.

Mi domando se succeda anche ad altri.

Mi interrogo sul legame tra lingua, senso, significato, e cultura locale. I giappoonesi provano cose diverse? O hanno solo parole diverse per le stesse cose?
Esprimere concetti è semplicemente un percorso di approssimazione da qualcosa di astratto, puro, assoluto, a qualcosa di finito e imperfetto quali le parole?
O al contrario le parole non sono solo strumenti di espressione ma anche di lettura, il filtro tra la mia mente e il mondo, parte attiva nel processo appercettivo (questa l'ho messa per Ergo).

In che modo le mie categorie mentali sbilanciano quelle che alla fine sono le mie sensazioni, i miei pensieri?

Mi domando se fossi nato, cresciuto in qualche altro posto... cosa proverei?

giovedì, dicembre 11, 2008

Je accuse !

Con queste mie parole vorrei accusare byfluss di razzismo.

Guidano male.

I negri e le donne.
E non accusatemi di razzismo:
avrei potuto dire gli sporchi negri e le puttane.

mercoledì, dicembre 10, 2008

A night in Shibuya







Meglio i video su FB che su youtube, assurdo.
Comunque grande sbronza quella notte.
Manco mi ricordo come si chiama uno dei tizi del video e il locale in cui siamo in quel momento.
Magari Fio-kun si ricorda, anche se il giorno dopo stava messo peggio di me.

Delusioni





Dover venire a sapere dell'esistenza delle gemelle De Vivo da Repubblica e non da Byfluss. Grande, grande delusione.


Ora, leggendo l'articolo la mia mente ha svolto un esercizio automatico, spontaneo.

Ha sostituito la parola "cavaliere" con "duce".

Berlusconi si chiava due gemelle ventiseienni napoletane, i giornali parlano di portafortuna e di amicizia, la gente sorride, la chiesa evita di condannare i paesi per cui esiste la pena di morte, fioriscono blog di gente che commenta sui personaggi della TV, su uomini e donne, sul grande fratello. C'è la crisi, non c'è la crisi. C'è un golpe in corso, c'è l'illegalità che dilaga, c'è una situazione di immoralità, schifo e scandalo. Non succede nulla. Mi viene in mente una vignetta che lessi sul MALE quando ero bambino, non capendola.
"Che Paese l' Italia: mi sono distratto un attimo e non è successo niente".

Ditemi che è solo perchè lo vedo da qui.

martedì, dicembre 09, 2008

Ecco perchè il mio sa di fragola







Interessante articolo de il corriere.

Rosalind Arden ha scoperto che "i maschi intelligenti hanno uno sperma di qualità superiore".

Ora, come reagire a una notizia del genere.
Domandarsi esattamente come Rosalind abbia portato la propria esperienza nel settore.

Domandarsi perchè specificare "i maschi", vogliono forse dirmi che le donne intelligenti non hanno uno sperma di qualità superiore?

Chiedersi se non sia tutta una messinscena, orchestrata dalla brava Rosalind, per convincerci che la sua serie di disastrosi amanti e fidanzati, tutti scienziati e ricercatori, sia da rivalutara in chiave qualità spermatica, le sue non erano le disperate ultime risorse di una donna poco avvenente, ma una consapevole scelta.

Fare simpatiche battute tipo "Ecco perchè quello di Ergo sa di fragola" o "Boh, io c'ho l'oligospermia".

A volte troppe scelte uccidono lo spirito sia di un post che di chi lo scrive.

Guerra tra procure, la questione morale



lunedì, dicembre 08, 2008

Staplerfahrer Klaus - Appendice

La buena educacion


Educare troppo bene i figli ti si può ritorcere contro.


In questo week-end della madonna ho avuto come ospiti il mio amico Claudio e suo figlio Enrico di anni 10. Che passa troppo tempo incollato al DS ed è per questo, sostiene suo padre, che poi si stanca subito camminando per Roma. Troppi schermi e poco movimento. Proprio come Apa.


Si finisce a parlare del mestiere del portiere d'albergo. Mi chiede cosa fa e gli spiego che passa otto ore al banco della reception a registrare i clienti al computer, parlare con loro, assegnare le stanze, consegnare le chiavi, far portare su le valigie dal facchino, incassare i soldi quando i clienti se ne vanno...


“Che noia!” è il commento di Enrico.


“Beh, però il bello è che conosci un sacco di gente di tutti i tipi” rispondo io.


“A me piacerebbe solo per il computer” insiste.


“Ecco” sbotta il padre “A te interessano solo quelle cazzate. Il computer sì, la gente no. Non capisci che le persone sono la cosa più importante. Sono le persone che contano, le persone sono qualcosa di meraviglioso.”


Enrico ci pensa seriamente e chiede “Anche Berlusconi?”


Chiuso il discorso.

Ultimo lunedì






Oggi è il mio ultimo lunedì qui in Giappone. Il prossimo sarò in viaggio.
Da oggi ufficialmente ho smesso di sentirmi a casa e torno a sentirmi un ospite.
Quella forza estraniante, quel retrogusto che mi diceva che comunque io qui sarò sempre uno straniero, una creatura abusiva o di passaggio, ora è diventato il sapore principale, che neppure questo strepitoso pane alle noci e uvetta riesce a levare.

Da stamattina ha cominciato anche a fare freddo.
Sembra quasi che il Giappone voglia irridermi, fingendo che anche lui proverà qualcosa dalla nostra separazione, ma non è così.

Sarò l'unico a soffrirne.
A provare nostalgia per quei gesti di normale, elegante gentilezza quotidiana.
A dover dire addio a quel senso di placido benessere e a quella confusione luccicante. A quel senso di sicurezza.
Agli enigmi della vita quotidiana.
Allo sforzo costante di penetrare il velo che ricopre le persone, quel cercare il bandolo, un reverse engineering sociale.
A quelle cosce bianche, minute, snelle. Sempre in mostra.
Come mi abituerò all'assenza di gambe storte, teste biondo alieno, unghie ingioiellate, minigonne fatte d'aria e poca prudenza?
Stivali di pelo, sorrisi, venti improvvisi, confusioni e momenti di falsa comunicazione.

Come?

Il Giappone, fondamentalmente, se sei persona capace di sentire certe cose, ti aliena e ti riconcilia con aspetti diversi della natura umana.

But there's gonna be a party when the wolf comes home.

domenica, dicembre 07, 2008

Stapelfahrer Klaus





Guardatelo. Tutto.

sabato, dicembre 06, 2008

Il problema


Il problema è che la maggior parte delle persone sa esattamente quello che NON vuole.
Il problema è che la maggior parte delle persone non ha la più pallida idea di quello che vuole veramente.
Ilproblema è che quello che uno crede di volere dipende anche, anzi soprattutto, da quello che non vogliono gli altri.
E ora io non sopiù un cazzo.
Ecco qual'è il problema.

Apalogia





Amo i miei difetti.
Adoro la mia pigrizia.
Sono il fulcro su cui baso la leggera erosione che opero sui miei sensi di colpa.

E mi fa impazzire la mia solitudine.
Incipit e conclusione di ogni mia singola, intima apologia.

venerdì, dicembre 05, 2008

Understanding Apa - Christmas Special



Cominciamo senza troppi preamboli che Apa scrive, scrive e io son rimasto indietro col lavoro. Ecco quindi spiegati un paio di termini usati in precedenza dal nostro, uno un po' datato, l'altro, una freschissima primizia.

Aufhebung: "Superamento". Nella filosofia hegeliana, la sintesi che oltrepassa il contrasto fra tesi e antitesi.

Parossismo: condizione di forte tensione psicologica e nervosismo, esasperata eccitazione emotiva; con rif. a un fenomeno sociale o politico, grado massimo di intensità.

Ed ora un termine anglofono che non appartiene al vocabolario di Apa ma che, in qualche modo, credo calzi perfettamente in una rubrica intitolata "Understanding Apa".

Womanizer: a man who likes many women and has short sexual relationships with them.

Sì, d'accordo, ma per quale motivo questa puntata si fregia della specifica "Christmas Special"? Beh, perchè fra qualche settimana Apa rientrerà in italia per le vacanze natalizie e quindi mi sembra il caso di mostrare qui i tre motivi per i quali non vede l'ora di imbarcarsi alla volta del Bel Paese.

Parossismo occupazionale







Ieri ho visto il Re dei lavori inutili.
Come vi ho già detto in altro post, qui in Giappone si combatte la disoccupazione a suon di lavori assolutamente ridondanti e vacui.
Se si ripara un tombino, ci sono due persone che avvisano che si sta riparando un tombino chiunque passi.
A ogni porta di un hotel c'è quello che saluta, sia se entri, che se esci.
Ci sono quelli che per strada ti consigliano dei locali, tutti pettinati da Super Sayan.
Quelli che Fiodor chiama gli urlatori, che dai negozi continuano a gridare benvenuti e arrivederci.

E poi c'è lui.
Il re di questo parossismo occupazionale.

Non sono riuscito a fare delle foto, ero di fretta, ma vi posso dire che lo trovate all'angolo nord del piazzale degli autobus della stazione di Shibuya.

L'uomo che regge un segnale stradale.
Tubo in ferro e tutto il resto. Un cartello normale, di quelli che troveresti per strada, conficcati nel terreno, solo che questo è libero, e retto da questo uomo di sessant'anni.
"Strada Pedonale, svoltare a destra".

Il suo sguardo fa capire che ne ha viste tante. Il dramma di un uomo che ha un'esperienza decennale nel settore dei segnali stradali.

Per citare Montag.
Che lavoro fa tuo padre?
"Il divieto di sosta."

giovedì, dicembre 04, 2008

Trasloco



E così, dopo solo un anno, mi ritrovo di nuovo a impacchettare la mia casa e la mia vita per trasferirle fra altre mura e altri paesaggi.
Mi guardo in giro e piovono ricordi.
Sorrisi, chiacchierate, parole crociate fino a tarda notte, l'ashisha, mostri con maschere di fango, i miei mille pigiami, vecchine che salutano dalle finestre (fra l’altro la vecchina che ora ha un nome, Signoralina, ha passato l’estate a monitorare ogni mia mossa dalla finestra ed è riuscita a dire a mia madre “La controllo io!”, ovviamente ha perso tutta la mia stima), profuma-ambienti che ora hanno solo l'odore dei ricordi, foto di amici nuovi, amici di sempre, ex amici, foto della vacanza che mi ha cambiato la vita, dvx che non ho mai guardato perche mi sono dimenticata di scrivere cosa ci avevo messo dentro, fiori ormai appassiti che non ho mai buttato via, biglietti di concerti, indirizzi scritti solo su foglietti e mai su buste… E’ come se tutto si alzasse in aria e vorticasse attorno a me. Alcune cose mi accarezzano, altre mi feriscono, tutte mi fanno scendere una lacrima.
E’ la decima volta che trasloco (mi piace cambiare…) e credevo che almeno questa non sarebbe stata così difficile come tutte le altre.
Questa volta non lascio nessuno, mi sposto solo per alcuni mesi.
Questa volta non sto scappando, mi sacrifico per realizzare un sogno.
Allora perché fa così male?

Spedizioni giornaliere







Il pranzo.
Esco con i colleghi, uno dei pochi momenti sociali che condivido con loro.
E ogni giorno è una cosa impegnativa.
Ora, il Giappone ha una concentrazione di ristoranti pro capite che è al limite del ridicolo. La sensazione è davvero che ci siano più ristoranti che gente.
Eppure, ogni giorno, c'è il problema di dove andare a mangiare.
Sono tutti preoccupati, concentrati. Seri.
Dobbiamo andare. Ma dove?

Qualcuno propone qualcosa. Qualcuno mormora altro.
E si va.
Ci si incammina.
Dieci minuti di camminata, ristoranti su ristoranti che passiamo, ignoriamo.
Per giungere a un ristorantino di soba nascosto. A un ristorante coreano che a sapere che esiste fai fatica lo stesso a trovarlo. In QUEL ristorante che fa carne, ma non si capisce che differenza ci sia da quello a due passi dall'ufficio.
E pur chiedendo, non riesco a capire cosa li muova.
Cosa li spinga.
Si lamentano di non sapere dove andare, che non ci sono posti.
Mi guardo attorno e ci sono mille ristoranti, a volerne provare uno al giorno non sarebbero ancora riusciti a provarli tutti.

Dopo 5 viaggi in Giappone. Tre mesi di permanenza e vita gomito a gomito. Libri. Amicizie.
Ancora non li capisco.

Credo che questo posto mantenga giovane il cervello.

Al di là del muro







Tre mesi. Sono stato qui tre mesi.

E solo ieri ho visto una giapponesina volare per le scale (d'altronde camminano in modo assurdo) e solo oggi dei tizi che giravano un film porno per le strade di Shinjuku.

Ovviamente niente sconciaggini in pubblico, purtroppo. Solo scene di vita della gentile protagonista, interviste, due chiacchiere con la starlette di turno. In Giappone funziona così.

D'altronde da noi, nel cinema, a teatro, è importante sì l'attore, ma soprattutto il personaggio, la "trama" (che in per un film porno va messa rigorosamente tra virgolette).
Insomma non vai a teatro a vedere Aristide Caglioffi, vai a vedere l'Amleto.
E se ci vai per Caglioffi è perchè è una super star, non perchè sei in grado di apprezzare l'idea di meta recitazione. Il punto di vista è diverso.


Non c'è mai il superamento del quarto muro, non vi è la prevaricazione della struttura narrata, se c'è è solo perchè sei un cretino.
Qui invece, ed è tradizione che nasce e cresce nel teatro Kabuki e in altre forme di teatro tradizionale, l'attore e la performance sono molto più importanti di vicende, storia, personaggi. E il pubblico lo rimarca, e presta attenzione a quello.

Lo stesso, per tornare al punto di partenza, vale per il porno.

Questo sabato mi sa che vado di nuovo al teatro Kabuki di Ginza.

mercoledì, dicembre 03, 2008

Contagio, delirio, soluzione.






Il Giappone ti contagia, ti entra sotto la pelle. Pian piano diventi surreale, come loro. Soprattutto se ci sei già portato di tuo.

Ignazio parla di scatole vuote.
Razzi parla di paraorecchie e ombrelli.

La mia mente comincia a funzionare in maniera associativa, come funzionerebbe nel leggere due kanji, uno di fianco all'altro, che generano una parola dal significato nuovo, unico, differente.

Hana, fiore, 花.
Hi, fuoco, 火 o 火災.
Hana-hi, hana-bi, hanabi, fuoco d'artificio, 花火.


Con un simile processo ho trovato la soluzione per i regalini.

Uno scatolone pieno di minchiate giapponesi. Chi arriva si prende quello che gli piace e se ne torna a casa felice.

Visto che Razzi sarà uno degli ultimi che si farà vedere, spero proprio che nessuno scelga il paraorecchie o l'ombrello, darling.

Ignazio invece è fortunata, avendo schifo di farsi vedere avrà proprio quel che propone: il vuoto della scatola.

martedì, dicembre 02, 2008

P-Apa Razzi-ngher: un uomo con le palle


Ecco QUI la notiziona.

Un motivo in più per tenermi lontana (leggi: odiare a morte) dalla Chiesa Cattolica.

Da notare che non si parla di accettazione o meno dei matrimoni tra gay (che pure non mi sembrano da condannare, anzi) ma di esprimere un parere contro le leggi che condannano a pene gravissime gli omosessuali in moltissimi paesi del mondo.

Nostos



Oi Nostoi, i ritorni.
La serie di saghe epiche dei ritorni in patria degli eroi greci finite le fatiche della guerra di troia.
Il più famoso è sicuramente l'Odissea.

Presto ce ne sarà anche un altro, il mio.

Accettate un consiglio.
Non andate mai, MAI, in Giappone e fissate il rientro poco prima di Natale.
Perchè non ci sarà quasi anima viva che non vi chiederà un regalino.
Oltre a quelli di rito.
Oltre alle idee regalo per le zie, i parenti, gli amici.
Lo spazio in valigia.
Cosa prendere e a chi.
Lo yen che sale.
Le foto da mandare.
Taglie.
Gusti.

Ma sai che faccio?
Bacchette e ventagli per tutti.

Mediaset Uber Alles



venerdì, novembre 28, 2008

Quel che non vedi



C'è qualcosa che pervade il Giappone e non vedi.
Percepisci come un'eco, si sedimenta nel cervello.
Strato.
Dopo Strato.
Ma non la vedi.

Ieri mattina sono alla fermata e passa l'autobus.
Passa nel senso che si dimentica la fermata e tira dritto.
Piove.
Siamo in sette.
Lo vediamo, ne rimaniamo un po' sconvolti.

Si ferma poco più avanti, ma non lo vediamo, se non quando è troppo tardi e sta ripartendo.

Ci guardiamo.
Ridono.
Sorridono.
Scrollano le spalle.

Aspettiamo sotto la pioggia.

Ma va bene.

La sera, situazione speculare, attendo l'autobus per il ritorno.

Vedo due tassisti che fanno gesti strani, tra di loro.
Uno apre la portiera, l'altro abbassa il finsestrino e si sporge.
Parlano.
Ridono.
Sghignazzano.

E all'improvviso capisco due cose.
Qui sono quasi tutti allegri, tranquilli, mancano di aggressività, raramente li vedi sbuffare e arrabbiarsi. Non vedi quasi mai gente scontrosa, nervosa.

E l'altra cosa che capisco è che "pelati" è l'anagramma di "petali".

Rifletteteci.

giovedì, novembre 27, 2008

A present For Apa

Visto che sono leccaculo...

E tanto per essere puntigliosa e rompere le palle rovinando la magia di questa canzone d'autore vi svelerò che la canzone parla di parchi divertimenti, una specie di Gardaland tecnologico. (http://sega.jp/joypolis/tokyo/recommend/)

mercoledì, novembre 26, 2008

Autunno giapponese




In certi momenti il Giappone non ti dà scampo.
Ti lascia lontano, straniero, un po' basito.

Stamane c'era il traffico bloccato.
Il motivo? Incomprensibile. Pare che fosse perché ieri sono cadute le ultime foglie dagli alberi e per questo c'è gente, per strada, che le ramazza.
Ora.
In Giappone se qualcosa può essere fatta in due la fanno in sei, la loro soluzione alla disoccupazione.
Per cui c'erano otto persone in mezzo alla strada, con le loro tutine blu da ninja, le ciabatte in paglia infradito, le calzine sempre blu, le mascherine, con scope in mano a spazzare foglie che poi venivano di nuovo buttate in strada dal vento, e un paio di questi che bloccavano in modo alternato il traffico.

Un lavoro inutile e anche follemente frustrante, eppure svolto con diligenza.

E io in queste dinamiche mentali proprio fatico ad entrare, posso anche arrivare a vagamente intuirle, ma fatico ad anticiparle e a farle in qualche modo mie, capirle sul serio.

Ed è qui che il Giappone traccia una linea, di aliena, ti allontana, ti ricorda di come tu sia fondamentalmente un ospite, che lo sforzo per capire l'altro, chi ti ospita, è tutto tuo, un tuo fardello.

E l'autobus non arriva, ovviamente, bloccato in quella follia normale.
E allora cammini.
E le foglie spostate dal vento di fanno solletico alle gambe, il vento, fresco e non inopportuno ti gonfia la giacca.
La gente ti sorride, dai ristoranti escono profumi assurdi. Il caos di una bellezza fatta di sinestesie squisitamente nipponiche.

E il Giappone, bastardo, ruffiano, ti ritorna a scorrere strafottente. sotto la pelle

martedì, novembre 25, 2008

Voci nella notte





Ho un russo in casa.
Vado a dormire. Tardi.
Gli dico "devo assolutamente dormire, domani ricomincio a lavorare".
Mi metto mascherina.
Tappi per le orecchie.

E provo a dormire.
Passa tipo mezz'ora.
A un certo punto una voce...
"Mi senti?"
E io "Sì"...
e lui "vedevo se mi sentivi anche con i tappi"
e io "sì, ti sento."
"Ah ok, vabbè, volevo telefonare a Ljuba."
E io dico "come?"
"niente".
Al che penso vabbè, alla fine è un bravo ragazzo.
E' pazzo ma coscienzioso.
Si sincera per il benessere degli altri, mette i propri desideri in secondo piano.

Un minuto dopo è lì che telefona a Ljuba.

Dopo mezz'ora di telefonata mi alzo e lo guardo.
Mi sorride.
Evidentemente il mio sguardo non è abbastanza eloquente. O lo sa.
Lo sa.

Riappoggio la testa.

Dopo altri quindici minuti, visto che la conversazione non finisce, comincio ad accendere e spegnere la luce.
ClicCliClicClicClicClicClicClicClic

Dopo un po' la conversazione notturna scema. Onestamente sarei un cretino se credessi di avere in qualche modo influenzato la cosa.

In realtà la mia idea era quella di alzarmi e accendere una sigaretta in camera da letto e domandargli "Ah, ti dà fastidio?" continuando a fumarla.

Purtroppo le mie migliori idee rimangono inespresse.

Passaparola



Come dicevo, vorrei renderlo un appuntamento fisso.

Ogni lunedì alle due in diretta sul web, il martedì lo posto qui su Aparazzi.




Mezz'oretta.

Po Poooooooooooo



Credo che non sia giusto che solo io e il russo si goda di certa arte, di un testo struggente, di una performance così.

Shibuya, l'una e mezza di notte, alla ricerca di un pub maledetto, che abbiamo raggiunto quei 40 minuti prima della chiusura.

Ma a Tokyo l'arte è sempre dietro l'angolo, e allora capita che camminando per strada, tra un'offerta di massaggio della studentessa o donnina di turno incappi in un momento tipicamente aparazzino.


lunedì, novembre 24, 2008

sabato, novembre 22, 2008

si, di merda.

venerdì, novembre 21, 2008

Kubla Khan



Con un certo tipo di timore mi appresto a scrivere due righe sull'Italia.
Mi si taccia, infatti, di essere quello che sputa sul paese che l'ha cresciuto, dall'estero.

Vorrei far presente come tra tre settimane tornerò in Italia.
In un paese di merda.

Un paese in cui succedono cose come il caso Villari e il caso La Torre. Un paese in cui, a seguito di questi, non succede nulla. Il niente.
Le chiacchiere.
Le polemiche.
E chiedo a voi, ma la gente, che dice?
Non voi. La gente.
Le proteste? Le reazioni? "Indignazione" ormai è diventata una parola che si legge solo sui giornali o sbaglio?
E Floris, quello di ballarò, che dice che non è poi un dramma se succedono cose sottobanco (parlando di La Torre), che poi l'importante sono le azioni politiche.
Quella E' un'azione politica.
Questo è un golpe. Neppure in Sud America si permetterebbero di fare cose del genere e non punire nessuno.
Io non ce la faccio più, è una vergogna.
SIAMO un paese di merda. Non gli altri, lo siamo tutti.
E al peggio aggiungiamo il peggio, sostenendo Berlusconi, che oltre alla casta protegge sé stesso, quindi la Mafia. Ma va bene così. Tanto gli altri sono uguali, ed è forse quasi vero. Forse. Quasi.
Ma un forse e un quasi che nonostante sembrano valere poco, sono immensi.

Paese di merda.
Noi, il nostro campalinismo, la nostra pasta, la nostra pizza, la nostra mozzarella. Il nostro si vive bene qui. Il nostro cortile. Il nostro vino, il nostro orgoglio. Il nostro cartolaio che ci vuole bene, la nostra vituncola che va bene così. E i nostri sabati con Inter-Juve, le nostre giornate di sole, i nostri comici del cazzo, la nostra libertà fittizia e le canzoncine d'amore. Il nostro discutere su noi stessi prendendoci per il culo, sanremo, i tg, i finti giornalisti, l'odio per persone come travaglio "un po' saccenti", il nostro dimenticare Falcone e Borsellino, il nostro ricordare Falcone e Borsellino.
Aida. Come sei bella.

Vergognatevi.
Vergognamoci.

martedì, novembre 18, 2008

Aparazzifest - raccolta alle armi



In occasione del mio rientro e delle feste natalizie mi sembra sia giunto il momento di organizzare un buon festino orgiastico.

Il WE che propongo è quello del 20/21 dicembre.

Diciamo che si parla di andare a mangiare alla Madia, quindi posto di formaggi, polenta, arrosti, lumache, cose leggere. Probabilmente per il pranzo domenicale.

Non me ne frega un cazzo che il razzi non mangi formaggi, sto da tre mesi in Giappone che non rompa i coglioni. Mi informa or ora che non c'è. Meglio. Mi sta sul cazzo.

Possibilità di ospitare nella nuova, rinnovata, ristrutturata (mentre ero via ho fatto sistemare la casa) APAMANSION.

Fatemi sapere chi c'è, persone che hanno garantito la loro presenza sono già

-Ergo
-La Dott.sa Inglima
-Byflo
-Ali
-Bakunio
-Rebo
-L'uomo che fuma di X-files
-Geppo, il diavolo buono

Piccole differenze







Ieri, uscito dall'ospedale, passeggiavo per le strade tra Aoyama e Yoyogi.

Sono passato davanti ad un bar che aveva una buona varietà di brioche e visto che mi avevano appena detto che avrei dovuto prendere degli antibiotici dopo colazione, mi sono deciso a comprare una danish per il giorno seguente.

Scelgo quella all'arancia, parlotto un po con la mia amica che mi ha accompagnato, mi volto, pago i miei 180 yen e prendo il sacchettino con il mio dolce.


Stamane mi viene in mente, lo cerco nella borsa.

Sacchetto blu, perfettamente piegato, c'è scritto "Life is good, food is good".
Lo apro.
Confezione mono uso di salviettina umidificata.
Sacchettino di plastica perspirante.
Bustina di sali per mantenere l'umidità e la freschezza.
Tovagliolino.
E la mia Danish.
Fresca quasi come fosse di oggi.

Arance e uvetta.

Una delizia.

Penso all'Italia e a quanto siamo stronzi.

domenica, novembre 16, 2008

Si stava meglio quando si stava peggio




Mai frase fu più vera.




C'era una volta in cui persino un personaggio della caratura di Mosca si sentiva insultato se veniva chiamato leghista.
Cosa è successo a quel sentire?

La prima repubblica era un cancro, la cosiddetta seconda repubblica è la metastasi.

Le porcate le facevano prima, le fanno ora. Almeno però prima se ne vergognavano. C'era un senso nazionale di disdegno.

E io auspico questo.
Un ritorno se non proprio alla moralità, almeno ad un sano senso civico nazionale.
Un sentire in cui "Siediti stronzo" è un conto, ma "Leghista a me non lo dice nessuno."


Ricordando simpaticamente che Bossi è uno dei primi indagati, imputati, condannati dei processi di Mani Pulite, un saluto.

venerdì, novembre 14, 2008

Stamattina non ho potuto prendere parte alla manifestazione contro la 133 così mi sfogo qui, oh yes.


Stamattina sono rientrata dal Trentino.
Ho viaggiato in treno, vagone letto.
Il controllore mi sveglia con caffè e quotidiano.
Mi preparo a scendere e negli ultimi minuti sfoglio il giornale.

Ed eccolo lì, l’articolo dove inevitabilmente si parla dell’Università, di com’è ora e di come vogliono cambiarla.
Visto che non ho potuto prender parte alla manifestazione a Roma, voglio commentare “brevemente” ciò che ho letto.

Innanzitutto viene sbandierato, come supporto alla riforma Gelmini, il giudizio dell’Economist che ritiene necessaria una riforma dell’Università che invece viene giudicata recalcitrante al cambiamento.
Due considerazioni: l’Università non è recalcitrante al cambiamento, è contraria a QUESTO cambiamento. Secondo. Ma l’Economist non era un giornalaccio comunista di nessuna importanza, quando reputava Berlusconi inadatto a governare l’Italia?

Proprio al centro della pagina, troneggia una tabellina che riporta gli stipendi degli universitari, che titola “Costo medio annuo pro-capite”.
Apprendiamo così che un professore ordinario guadagna “mediamente” 102,6 mila euro l’anno, un associato ne guadagna “mediamente” 70,1 mila, un ricercatore “mediamente” 48,4 mila ed un tecnico “mediamente” 32,5 mila.
Peccato che i valori siano tutt’altro che medi, sono anzi gli stipendi di fine carriera, e che l’importo riportato sia quello LORDO, cosa che però non trovo precisata da nessuna parte. La cifra al netto delle tasse è decurtata di oltre il 45%.
Si parla degli aumenti, che attualmente avvengono a scatti temporali, e che secondo la riforma dovrebbe avvenire in maniera meritocratica.
Benissimo.
Concedetemi altre due considerazioni:
Uno. Non si capisce in che modo si debba stabilire il merito. Per numero di pubblicazioni? Beh, il numero di pubblicazioni varia moltissimo a seconda dei campi di ricerca. Per impact-factor (cioè il punteggio attribuito alla rivista e che ne stabilisce l’autorevolezza)? L’impact factor si basa anche sulla tiratura della rivista. Una rivista medica ha normalmente 20-30 di i. f., la rivista più autorevole in Ecologia dei Cambiamenti Globali ha 4.6, ma semplicemente perché siamo pochi a leggerla, non perchè la nostra ricerca sia meno importante.
Viene fatto l’esempio dei professori francesi che guadagnano dai 2000 ai 5500 euro al mese.
Attenzione! Qui la cifra è riportata al netto, ed è specificato “dall’inizio alla fine della carriera”.
Così non sembra più uno stipendione, eppure è assolutamente confrontabile con quello dei professori italiani.

Due. Non so a voi, ma a me questo Governo che si riempie la bocca con la parola “meritocrazia” fa sorridere un po’. Un sorriso amaro e tirato, ma pur sempre un sorriso.

Ed ancora non riesco a capire COME questa riforma dovrebbe arginare il fenomeno del Baronaggio?
Come dovrebbe favorire i giovani ricercatori, visto che ne entrerà uno nuovo ogni 5 che vanno in pensione?
E poi, chi sono questi Baroni di cui tanto si parla? Vogliamo parlare dei Parlamentari che sono anche detentori di cattedre universitarie? Perché di questi non si fa mai cenno?
E gli sprechi? Gli sprechi di cui pure si riempiono la bocca. Questi corsi di laurea con 1 solo iscritto. Parliamone. Perché queste situazioni sono scaturite dall’instaurarsi delle famose lauree 3+2, volute dai Governi sia di Destra che di Sinistra, contro cui l’Università protestò all’epoca.
Vogliono farci somigliare sempre più al modello Americano, senza però darcene i vantaggi.
Lo sa Maria Stella quanto guadagna un professore negli USA? Lo sa che in molti casi la stipendio di un professore viene integrato direttamente dai fondi di ricerca che procura? In Italia ciò non è possibile, ma a pensarci bene sarebbe un ottimo incentivo a fare ricerca, ed un ottimo metro di valutazione. Ed infine (finalmente concludo :)) lo sa Maria Stella quanti fondi per la Ricerca istituisce il Governo USA?
A me sa di no.

giovedì, novembre 13, 2008

Norwegian wood, spaghetti, soia




Entro e mi siedo, più sicuro di quanto io sia mai quando mi ritrovo in un locale giapponese a cenare da solo.
In tasca Norwegian Wood, di Murakami, forse mi dà quella tranquillità in più.
"Spaghetti Hashiya".
Ci si siede al banco, un bell'uomo dalla faccia simpatica che ricorda il Razzi, il figlio, una ragazza che credo sia la figlia, se ho ben colto quell'otosan (padre) detto sommessamente.
Quest'ultima mi fa accomodare vicino a lei, dove prepara le ordinazioni, mi porge un menu in inglese da cui scegliere una varietà inverosimile di spaghetti.
Ottimi quelli con le seppie e ricci di mare, eviterò quelli in base di salsa si soia, stasera mi va un ragù alla bolognese alla giapponese.
Un ginger ale, e il mio libro.

Il posto è bello.
Il cibo è buono.
Loro sono bellissimi.
Lei è bellissima.

Un viso vagamente occidentale, dei modi di fare umili e dolci, un trucco leggermente un po' pesante, la piccola Eliza Doolittle.

Si prende cura di me mentre ordino, mentre leggo il mio libro mi sistema la giacca che avevo appeso in malo modo ad un gancio, la pone ordinatamente su una gruccia, e la riappende al muro. Lo fa solo per me.

Mi piace perchè non mi guarda, o mi guarda appena.

Mi sembra di essere caduto in un fumetto giapponese.

Murakami aiuta.
Quando leggo Murakami rinasce in me il piacere e il brivido della lettura e di riflesso della scrittura. Questa volta c'è una sensazione nuova.
Paura.
Provo paura mentre leggo del protagonista e di Naoko, del loro rapporto, del sesso. Dei suoi pensieri.
Per la prima volta sento tutta la distanza dell'anima giapponese. La loro solitudine.
Quel muro invalicabile fatto di sensibilità e silenzi che costruiscono attorno a sè, quella gentilezza cristallina e perversa che mi rende barbaro e violento. Quel distacco incolmabile col quale loro convivono e che io fatico ad accettare.

La lettura mi turba oltremodo e mi salva il piatto fumante, servitomi con un sorriso dalla ragazza, e una strizzata d'occhio del padre, mi riconosce, sa che sono italiano, probabilmente è orgoglioso di vedermi tornare.

Il piatto è saporito, delizioso, riesco persino a non detestare i funghi che ho sempre trovato poco adatti accostati al pomodoro.
La bibita è speziata e piccante.

In pochi minuti ho finito, mi alzo, lei mi segue.
Nel darmi il resto mi tocca la mano e mi guarda negli occhi, qui non succede mai nulla per caso. Troppo è lasciato al non detto, perché succeda qualcosa per caso.

Se questo fosse un manga o anche un romanzo di Murakami le cose sarebbero poi andate diversamente.

E invece sono qui, a parlarne, mentre fumo una sigaretta, seduto nel mio piccolo appartamento.
E rifletto su quella insanabile distanza.
E penso agli occhi della gente che quando passo mi seguono di nascosto.

Babuinette di Novembre - Second Lady




Come si dice, dietro ad un grande uomo c'è sempre una grande donna.

Dietro a McCain c'è Cindy.
Che ha nel tempismo la sua qualità migliore.

In questa settimana difficile per il marito ha infatti deciso di farsi beccare a limonare con un un ispanico. Il sosia di Julio Iglesias, parrebbe.




Settimana dura per McCain. Domani gli diagnosticano un cancro alla prostata, dopodomani gli rigano la macchina.

mercoledì, novembre 12, 2008

Uzumaki




Camminavo per le strade di Aoyama, così, per motivi miei. E per la prima volta, da quando sono qui, da quando io e Tokyo ci frequentiamo in modo altalenante, come in questi ultimi cinque anni, ho avuto una sensazione.

Quella stessa sensazione che mi dà Londra.
Quella di una città che non conosco, ma che so riconoscere.

Una città che, a modo suo, comincia a darmi del tu.

Come con una donna.
Che cominci a capire.
Che cominci a saper solleticare e baciare nei posti giusti.
Che cominci a saper pregare nel modo giusto.

So dove mangiare il sushi, so dove bere il sake. So dove mangiare del buon ramen, so che cibo hanno ad Okinawa, riconosco i sapori del Kyushi.

Proprio come con una donna, ora che mi sento così, ho una voglia spaventosa di polenta e di unto, di intingoli. Di burro cazzo. Di patate al forno e di rosmarino.
Di arrosto.

martedì, novembre 11, 2008

Popolo aparazzino - reprise




Ok, a quanto pare questo widget mostra solo 18 foto, chiunque sia nelle prime posizioni insomma viene nascosto, per quanto rimanga contato. Se ci tenete molto che la vostra foto venga mostrata il consiglio è di de-siscrivervi e re-iscrivervi. Potrebbe essere un simpatico gioco. Lasciatevi prendere.
Nel frattempo ho chiesto a quelli di blogger di sistemare questa minchiata.

Ma la questione importante è un'altra, chi è Soriana? :P

Ricordo che per chi volesse partecipare, più o meno attivamente al blog, basta scrivere a cazzabubbola @ gmail.com (Senza spazi) e richiedere la membership.

lunedì, novembre 10, 2008

Le belle parole di un uomo di destra



«Per reprimere l'Onda ci servirebbe il morto»

Aveva invitato le forze dell'ordine a non «avere pietà» e a «picchiare a sangue» gli studenti che protestano e anche «quei docenti che li fomentano». Ma non contento ieri l'ex presidente Francesco Cossiga ha rincarato la dose. Ha preso carta e penna, e ha scritto una lettera aperta al capo della polizia, Antonio Manganelli, dispensando consigli su come intervenire per sedare le manifestazione di questi giorni contro i tagli all'istruzione voluti dal ministro Gelmini. «Un'efficace politica dell'ordine pubblico - scrive il senatore a vita - deve basarsi su un vasto consenso popolare, e il consenso si forma sulla paura, non verso le forze di polizia, ma verso i manifestanti». Perciò Cossiga definisce «un grande errore strategico» reagire ad aggressioni e danneggiamenti dei manifestanti con «cariche d'alleggerimento, usando anche gli sfollagente e ferendo qualche manifestante». Bisogna essere più duri, per far sì, dice l'ex picconatore, che «di queste manifestazioni fosse vittima un passante, meglio come ho già detto un vecchio, una donna o un bambino, rimanendo ferito da qualche colpo di arma da fuoco sparato dai dimostranti: basterebbe una ferita lieve, ma meglio sarebbe se fosse grave, ma senza pericolo per la vita». Quindi la proposta: «Io aspetterei ancora un po', adottando straordinarie misure di protezione nei confronti delle sedi di organizzazioni di sinistra. E solo dopo che la situazione si aggravasse e colonne di studenti con militanti dei centri sociali, al canto di "Bella ciao", devastassero strade, negozi, infrastrutture pubbliche e aggredissero forze di polizia in tenuta ordinaria e non antisommossa e ferissero qualcuno di loro, anche uccidendendolo, farei intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell'ordine contro i manifestanti, ma senza arrestare nessuno».


Sono parole pesanti. Terribili.

Ed è terrificante che nessuno dica nulla, che non ci siano sommosse, che non venga deposto. Che ci sia il clima politico adatto perché uno si permetta di dire cose del genere in pubblico.

Ma non disperiamo.
Non per questo smettiamo di sperare che si rendano conto delle cazzate che fanno, e che aggiustino le cose. Con un po' di manganellate, magari anche l'olio di ricino, DOC, prodotto italiano, così diamo anche una spinta all'economia.

Signori, abbracciamo questa nuova era della realpolitik. Tra uno stacchetto e l'altro illudiamoci di saper pensare e che vada tutto bene. Alla fine, il mondo è un posto giusto no? Stasera mica fanno quel bel film americano su canale cinque?

Il sesso




Il sesso è una cosa strana.
Si respira, si insinua, è ovunque.
Non parlo del rapporto sessuale, fisico, diretto, carnale. Anche di quello, ovviamente.
Parlo soprattutto del sesso nel senso più ampio possibile. Parlo della relazione tra persone di sessi diversi o meglio di sessi compatibili. Di quel sottile filo che si tesse sempre e comunque.

Di quel fumi che avvolge la testa, scioglie i sensi, che li erode, anche lentamente, anche inconsciamente.

La nebbia.
Il sesso.


E' una cosa strana.
Quello che fai tu è sempre giusto.
Quello che fanno gli altri è sempre tendenzialmente disgustoso.

Poi ci pensi, ne parli, sa di bello, di poetico. Ma ha sempre quel retrogusto. Quel retrogusto che è difficile spiegare.

E poi, si dice, rovina tutto. Rovina le amicizie. Rovina i matrimoni.

Ma poi se ci rifletti, non rovina proprio tutto.
Voglio dire, Top Gun sarebbe un film del cazzo senza quella scena di sesso tra Tom Cruise e Kelly McGillis, lo sappiamo tutti.

Un'altra riprova è quel che è successo tra Ergo e Razzi, amici come e più di prima.

domenica, novembre 09, 2008

DAVIDE MOSCARDELLI


Non mostra sintomi di particolare intelligenza, eppure...

sabato, novembre 08, 2008

Understanding Apa - The Byfluss Special



Commentando il precedente post, Byfluss, ha usato un termine caro a molti e che, rientrando nel vocabolario classico della "discussione" politica, anche di Apa, mi permette di aprire una puntata speciale di "Understanding Apa", dedicata a Byfluss.

QUALUNQUISMO: atteggiamento di indifferenza nei confronti di qualsiasi scelta ideologica e morale anche in ambiti estranei alla politica

Credo che "qualunquismo" sia uno di quei termini spesso usati a sproposito al fine di sminuire le idee altrui. Operazione subdola perchè l'attaccato si sente in dovere di difendersi, mentre chi attacca non spiega mai in base a quale analisi usa tale termine denigratorio. Avere idee diverse, non significa non averne. Già il fatto che ci sia uno scontro di idee su di una questione, indica che entrambe le parti sono tutt'altro che indifferenti. Sfatiamo anche l'idea che apertura mentale sia equivalente a qualunquismo. Vedere le ragioni dell'altro non significa rinunciare alle proprie idee. Significa cercare una visione piu' ampia e meno generalizzata, ricercare tutti i dati per poi elaborare una propria idea. Non significa rifuggire una presa di posizione, significa, piuttosto, rifiutare prese di posizione preconfezionate.

venerdì, novembre 07, 2008

Provo schifo!






Dopo questo, mi vergogno di essere italiana. Per lo meno questa volta non l'ho votato.

Popolo Aparazzino




Nuovo inutile ammenicolo sulla destra.
Iscriversi tutti please, anche chi legge e non posta, almeno vengono le immagini e dovrebbe/potrebbe essere una cosa carina.


Anche tu. Che leggi, lurki, non hai le palle per farti avanti e dire "ci sono anche io".
Anche tu che ti vergogni.

E' il momento.
Obama ha vinto.
Mettici la faccia.

giovedì, novembre 06, 2008

Tradito!



Arrega'!
Ci sarebbe pure questo, da consolare.
Chi si prenota?

Vogliamo parlarne?




Vogliamo parlarne?
Parliamone.
Un nero presidente degli stati uniti.
Un uomo di sinistra.
Un idealista.
Un'icona.
Una maggioranza schiacciante in parlamento.

E non so voi, ma io mi ritrovo a sforzarmi di non crederci, di non lasciarmi andare a quell'entusiasmo che sento nascere. A quella speranza, che al mondo ci sia ancora qualcosa che possa funzionare. Leggo di Berlusconi, di Napolitano, della Gelmini, di Gasparri. Dell'estabilishment italiano. Dell'ignoranza atavica di un popolo per cui corruzione, mafia, furto, violenza ormai non rappresentano più grossi scandali.

Un paese in cui la politica ormai si risolve quasi solo su scontri tra tifosi beoti e rincitrulliti. I "comunisti". "Silvio". In cui i media sono legati e sotto controllo. In cui la democrazia non è nemmeno più un miraggio.
In cui nessuno fa nulla per le cose che contano e di fronte alla merda come lodo alfano, conflitti di interesse, impunità, anticostituzionalità si fa spallucce, si ride, si attacca "gli altri".

E Ergo direbbe "E tu cosa fai?"
Mi verrebbe da dire "E io cosa posso fare?"
Io ne parlo. Io penso. Se posso e se riesco qualcosa qui lo scrivo, non servirà a un cazzo, probabilmente. Non faccio nulla. Mi dico che non sta a me. Ma sinceramente mi domando se davvero sia così.

E allora vedo l'America lontana. Vedo l'immagine di un uomo che per me già, fallacemente senz'altro, rappresenta molto.

E sento l'amarezza della nostra condizione. Della crisi economica che ci attende se non ci salverà nessuno.

Ma poi.
Poi.


Poi Del Piero segna una cazzo di doppietta al Real Madrid, al Bernabeu. E quando esce, così come è successo all'Old Tratford, la gente tutta si alza in piedi. Lo applaude. Caressa "Uno dei più grandi calciatori italiani di sempre, possiamo dirlo?"
Possiamo dirlo.
Anche se in Italia nessuno lo dirà mai. Nessuno dei tifosi avversari, nessuno dei rivali.
Ma lui è lì.
Segna due pere.
Sorride.

E dai, allora è possibile. Anche contro l'odio di tutti, contro l'italietta fascista e totalitarista che non sta nascendo ma che è già qui.

Andate tutti sinceramente a fare in culo. Ma col sorriso, e con la vita che faccio.

mercoledì, novembre 05, 2008

Svuota il tabellone


al Razzi


Ecco fluttuare via etere la memoria che come una farfalla nabokoviana raggiunge il Razzi
e si posa sulla sua testa di luna.
Razzi. Anima della festa.
Dire non può cosa prova quando piscia allo specchio nella lattina.
Sa che la vita è uno scherzo fallito ma lui non risponde, si alza e fa il dito.
Gli rimane una forma di vago negli occhi, allontana lo sguardo e arrotola ricordi di nebbie e luci bianche tra le dita.
Trasparente si gira e sorride al fango. In fondo al tutto c'è l'acqua.
Talete friulano. Sa come andare, non sa come tornare.

martedì, novembre 04, 2008

Ad personam - Byflo, Ignazio




Quale parte di "Tenete il BR tra <> che appare nel form dei post" non avete capito?

Poi Byflo fa anche le battutine, "avrà pensato Brigate Rosse".

Dai ragazzi, ce l'ha fatta anche Ci-pi.



Si capisce che vorrei dormire ma non ci riesco?

Trova l'intruso





I have a dream



Un giorno moooooooooo (respiro) oooooolto (puuuffff) lontano anch'io sarò giovane dentro e anticata fuori. E quel giorno pretenderò di essere la protagonista di un compleanno del genere.
Nipotine che non ti regalano golfini da vecchia, pantofole da vecchia e cateteri da vecchia solo perché sei vecchia. Parenti che per una volta diventano incontinenti come la vecchia a forza di sghignazzare.
Sì, ESIGO una festa come questa.

.. con regalo annesso.

sabato, novembre 01, 2008

Un vero affare.


E potevamo perderci questo capolavoro?

Bravo Galliani, bravo Braida, bravi tutti.
Ora ci manca solo Raz Degan e direi che la rosa è completa.

venerdì, ottobre 31, 2008

Cosa ci faccio nel titolo?


Visto che è venerdì mattina e ho stranamente sonno, ci ho messo tipo mezz'ora per accorgermi che c'ero anche io sulla cima dell'Olimpo aparazzino assieme ad Apa e Razzi.
Primo: non so cosa ho fatto per meritarmelo (nel bene e nel male, ovvio)
Secondo: se ora il mio nome appare lì, quelli che scrivono sul blog si dovrebbero chiamare aparazzicipini?
Terzo: mi sento un po' presa per il culo, ma la cosa mi diverte, quindi va be ìne così.

Scrivere post




Quando scrivete un post appare un BR tra <>. Lasciatelo. Serve per creare uno spazio tra il TAG e il corpo del post.

Understanding Apa - Prima Puntata



Si apre oggi una nuova serie, alla quale tutti sono invitati a partecipare, che si pone l'obiettivo di fornire strumenti di analisi per meglio comprendere un personaggio multisfaccettato e controverso quale Apa. Da troppo tempo, colpevolmente, si è taciuto sul libertino uso del linguaggio e della sintassi che è proprio di Apa, nella paura di apparire non all'altezza. Mi sembra il caso di rompere questo tabù ed aprire un confornto su quel che Apa dice e sul perchè lo dica. Squarciamo quel velo di omertà che è stato presente sin dal primo post il quale, in armonia con il suo carattere criptico, è firmato, ricordiamolo, The Champ.
Prendendo spunto dalle ultime uscite del nostro, presento quindi un piccolo vocabolario per comprendere quel che dice Apa e quindi per valutare se quel che dice abbia effettivamente senso.

IMMANENTE: che fa parte della sostanza di una realtà e non esiste separato da questa in cui trova il proprio principio e il proprio fine | che non trascende i confini della conoscenza e del mondo umano.

ASINTOTICO: che tende ad avvicinarsi sempre più a una determinata grandezza senza mai raggiungerla

ONTOLOGICO: che concerne la natura e la conoscenza dell’essere, della realtà e dell’oggetto in sé

APPERCEZIONE: percezione accompagnata dalla consapevolezza di percepire

(fonte: De Mauro Paravia on-line )
Questa prima puntata vuole essere uno spunto per la discussione, come gia' detto ognuno è libero di proporre in puntate successive nuovi spunti o proprie analisi personali. Che si apra il dibattimento!

Sempre più bellezza




Il Giappone mi dimostra che la bellezza è relativa, senz'altro la sua valenza ontologica è dunque da rivalutare.

Qui vengo ritenuto animalmente bello. Brutale, non carino, attraente ma capace di facce tenere. Sono una specie di cartone animato al contrario. Avete presente no? Quelle facce tenere che diventano all'improvviso dure e brutali. Ecco. Specularmente.
Sono tutti pazzi. Belli. Distanti. E pazzi.


Ad ogni modo, parlando di bellezza, non ho più nemmeno un accenno di maniglie dell'amore e sono un figurino.

giovedì, ottobre 30, 2008

E ancora bellezza

La bellezza sta anche nello sballo.

Ovvero l'oblio, lo scordarsi di ciò che si dissolve, di ciò che è impossibile, dell'inesistenza di Dio. Tanto che rimane solo un godimento idiota e perfetto.

A volte lo sballo è provocato da ondate di straordinaria felicità, legate cioè a eventi di piacevolezza non ordinaria, altre da alcool e droga.

Ma lo sballo per eccellenza risiede nell'innamoramento. Quella tenerezza sconfinata accompagnata da una formidabile erezione.

Quella follia in cui l'uomo dimentica l'imperfezione propria e universale, la natura effimera della bellezza, la cruda verità che fa di ogni nascita il principio e il seguito di una morte.

Lo stato di grazia in cui del divenire si circoscrive la componente genetica, escludendo quella funebre.

La bellezza




La bellezza sta nell'attimo. In questo universo palesemente non creato da Dio, la bellezza risiede nel momento, c'è una drammatica bellezza nell'istante che svanisce, nell'assenza di bellezza là dove prima sussisteva.

E' nella bruttezza immanente e nella fuggevole impossibilità del piacere concomitante di anima, cuore e cervello che risiede la bellezza.

In quello e nella struggente malinconia che segue la sua dipartita, il suo allontanarsi come una luce che sbiadisce dalla sua impressione sulla retina.

Come in un fuoco d'artificio e nella labile memoria che abbiamo di quell'esplosione di luci che fosse stata immobile non ci avrebbe ammaliato.

E allora a noi rimane questo.

In quest'ottica dobbiamo accettare il ritorno di Cipi.

I'm back

E mentre Apa ci delizia con i suoi racconti fuori dall’Italia io ritorno sul blog, sempre che mi vogliate…
Al contrario di lui sono sempre in Italia, ma con una vita nuova che assomiglia fin troppo alla mia vecchia vita.
In poche parole nonostante tutto quello che ho fatto e tutte le “disgrazie” che mi sono successe in quest’anno (c’è chi mi direbbe meritatissime disgrazie), la mia vita mi ricorda un sacco quella che avevo un anno fa, prima che decidessi che volevo cambiarla.
Il destino? Il fato? L’impotenza umana di fronte alla predestinazione? O semplicemente la mia necessità di sicurezza? Chi può dirlo?
Comunque sembra che per il momento io possa un attimo rilassarmi e vivere la mia normalissima vita con un sorriso sulle labbra.
Perché in fondo anche qui in Italia le cose normali sono sempre un po’ speciali.

mercoledì, ottobre 29, 2008

Lo snooze




Non ne avevo mai usufruito particolarmente, prima.
Se perdevo tempo perdevo il treno, non era un gioco fattibile.
Qui se perdo tempo arrivo al massimo con dieci minuti di ritardo e lo snooze è diventata una droga insosituibile.

Con tanta fatica riesco ad addormentarmi, con la stessa fatica mi sveglio.

Ritrovo in questo una caratteristica a me nota, il mio corpo resiste al cambiamento, e' fortemente suscettibile all'inerzia.

Sarà per questo che sono così giovanile e bello?

lunedì, ottobre 27, 2008

La vita fuori dall'Italia




Chiacchiere da ufficio, come va, come è andato il Week End.
"Normale."
Così, come sensazione.
Poi mi soffermo.

Venerdì sono andato a cena al cinquantesimo piano a Shinjuku.

Sabato cena a Shibuya dove hanno girato Kill Bill seguita da nottata a Roppongi, fino all'alba.

Domenica pranzo alle quattro, Shabu Shabu, vicino a casa mia. Poi passeggiata a Shinjuku, uno snack in un giardino pensile, delle crepes e del sidro.
Film in cinema in cima a un grattacielo, sempre Shinjuku.

"Normale."

domenica, ottobre 26, 2008

Repertori




Mi è toccata.
Serata a Roppongi.
Diciamo nottata a Roppongi.

Amico/collega. Amico dell'amico. Fidanzata giapponese dell'amico dell'amico. Amico dell'amico dell'amico.
Primo club, piccolo, fumoso, c'è una tipa molto bella, per il resto è la sagra del bastone.
Ce ne andiamo.
Secondo club, densità di popolazione alta. Entriamo e usciamo strisciando tra la gente. Credo di averne messe incinta un paio nel passare.

Terzo club, ci siamo.
Musica di merda.
Gente di merda.
E' il posto che piace a loro.
"Tanta figa".
Se si la si intende come parte anatomica sì, ce n'è tanta. Per il resto direi che ci sono X ragazze molto belle.
Di queste X, K sono mignotte. H sono accompagnate da uno o due fidanzati. J sono palesemente cerebrolese. Ne rimangono sei o sette a cui lascio il beneficio del dubbio.

Le altre vanno dall'indecente al carino.
La cosa bella è che passano e mi salutano, attaccano bottone, ci provano.
Una parla spagnolo. E' un cesso, ma si comporta come se la concupissi.
Mi dice, non domanda, che io sono ricco. Mi dice, non domanda, che io ho troppe donne.

Poi due si avvicinano, una è carina, si parla.
Per modo di dire.
Ci prova, mi tocca, fraternizza diciamo. Sono tutte qui per imparare l'inglese, a quanto pare. Ma io proprio non ce la faccio, non sono fatto per 'ste cose.

Dialogo tradotto dal nippo/inglese.

"Vieni a ballare con me, dai"
Non mi piace ballare.
"Perchè, perchè?"
Hai presente come balla bruce willis?
"No"
Esatto.

Questa è la mia battuta.
Questo è il mio repertorio.
La uso. Ridono. Piace. A posto.
Normalmente.
Ma non è andata così.

Hai presente come balla bruce willis?
"Sì"
Ah sì? Hai visto Bruce Willis ballare?
"Sì"
Dove?
"Qui, ora, bella canzone"
No, dico, Bruce Willis
"Ahahahah"
Perchè ridi?
"Sì"
"Bel naso"
E mi passa il dito sul naso lentamente.
"Bel naso."
E ci passa il dito dieci volte, dicendo la stessa cosa. Lentamente. Facendo la boccuccia.

"Mi piacciono italiani"
Anche a me le giapponesi, fino ad ora.
"ahahhahaha"
Esatto.


Però tornando a casa, col primo treno del mattino, mi sono reso conto che alla fine mi sono pure divertito. Tokyo, anche nei posti stupidi, la notte ha il suo perchè.
Che magari non lo scopri subito, ma che all'alba, con l'aurora dalle dita rosate che fa capolino dietro i grattacieli, mentre chiacchieri camminando per le strade dove c'è gente che bivacca, non fai fatica a scoprirlo.

giovedì, ottobre 23, 2008

Razionalità




In Giappone la gente vive secondo la razionalità.
Vivendo qui ti rendi conto che ci sono mille e mille buchi, che un "italiano medio" saprebbe sfruttare.

Per dire, vai ad un distributore di lattine, una vending machine, e la lattina di coca costa 120 yen (in media). La lattina da mezzolitro di coca invece costa sempre 120 yen.

Reazione Giapponese "Prendo quella che mi serve".
Reazione italiana "Sono scemi, ahahahha, prendo quella da mezzo litro".

Per poi magari ritrovarsi con una lattina semipiena in mano e nauseato.

Allo stesso modo vai in un ristorante e puoi scegliere O la zuppa O i contorni a refill continuo, ovviamente nessuno controlla che tu prenda solo una delle due.

O vai in un ristorante dove fanno curry e puoi avere come topping (letteralmete qualcosa che guarnisce, ricopre) di tutto.

Per dire tu ordini del maiale in salsa curry con aggiunta di pollo fritto, oppure uova, o carne o formaggio o altro maiale o... qualsiasi altra cosa.

Ed ecco cosa succede se chiedi tutti i topping.

Un piatto degno di Byfluss, o del Mak.

Mak. Che mi piace ricordare quando, per farsi bello dimostrando il suo grande appetito (ognuno mette in mostra le qualità che ha), ogni volta ordinava, con grandi proclami, due pizze.

Per poi a malapena finire la prima.

Per poi cercare poi di pagare come chi ne aveva ordinata una sola.
E pronunciare frasi tipo "La marinara non costa nulla" e "mi fate costare questo pranzo più che la mia istruzione".

Per la serie "i retroscena".


mercoledì, ottobre 22, 2008

Gli angoli di aparazzi




Ho creato un nuovo TAB, "Mitologia Aparazzin". Un po' per tenere presente quei miti che ogni tanto fioriscono su queste pagine. Tipo Spitty Cash, la nonnina, Bobbe Malle, Metal Carter. Gente di questo calibro.


Ho poi cominciato un viaggio a ritroso nel blog, per segnare i post relativi.

Mi sono fermato a leggere qua e là.

Cose.
Parole.

E certi angoli di Aparazzi sono davvero geniali. Brillanti, amari, sagaci, tristi, divertenti. In certi angoli di aparazzi, io ci metterei un tavolino, ci servirei il caffè, in altri mi ci sbronzerei, in altri ci vorrei passare del tempo con una donna.

Secondo me alcuni angoli di Aparazzi valgono davvero.

E li ho scritti quasi tutti io.


E se eliminiamo i post del Mak, secondo me questo blog è un capolavoro.

martedì, ottobre 21, 2008

La magia dei fumetti






I fumetti non sono letteratura. Non sempre.
Non spesso. Alcuni sì, la maggior parte no.
Però, se scritti, disegnati bene, possono avere anche dei dettagli di notevole rilievo. Magari poi sono solo spunti, sono solo concetti, solo bozze di qualcosa di bello, interessante, artistico. O che potrebbe esserlo.

Come in questo dialogo, un po' banale se vogliamo, ma ci sono cose che mi hanno colpito.





Come dicevo, sono cose banali, di tutti i giorni. Ma ci sono quei punti di vista che non ti aspetti. O forse semplicemente è il momento, sei più ricettivo a certe cose, ci stai già pensando per cavoli tuoi, il retro del tuo cervello ne sta elaborando l'immagine, le idee prendono forma ma non sostanza fino quando, per caso, stai leggendo un fumetto.

E allora ci arrivi. Michia che tette che ha la tipa rossa.

lunedì, ottobre 20, 2008

Je t'aime, chère Nicotine

Sono incazzato a bestia.

Perché ho voglia di innamorarmi e so che quando mi sento così finisco per incontrare una qualsiasi e ci perdo la testa istantaneamente, spaventandola a morte e facendola scappare. Poi soffro per un paio di settimane. E dopo un paio di mesi mi ricordo a malapena di come si chiama.

Ma, soprattutto, sono incazzato perché sto cercando di smettere di fumare. E questa cosa mi fa uscire di testa, mi rende irritabile e di malumore. Quindi vi sbatto in faccia un bel video allegro e vi mando pure a fare in culo.

Quando il calcio crea dei mostri

È ormai passato un bel po' dall'ultima volta che ho postato qualcosa sul blog. Trovo quindi assolutamente appropriato rompere questo digiuno nella maniera più mediocre possibile, ovvero con il classico "filmatino del cazzo"TM.
Sono incappato casualmente nelle video-gesta di questo individuo, mentre cercavo le immagini delle quattro pappine che abbiamo rifilato alla Roma. Ascoltando le sue argomentazioni strigenti mi è subito venuto in mente Apa e proprio a lui, quindi, dedico questo post.
Un paio di avvertimenti, il video è un po' lungo (circa 8 minuti e 50) e un po' datato. Tuttavia ha i suoi bei momenti.



La mia parte preferita e' la descrizione di Mancini.
E, naturalmente, la sintesi finale della differenza fra juventini e interisti.

Occazzo




Non sono ancora morto.
Ma potrebbe accadere da un giorno all'altro.
In Giappone, per vari motivi, è vietato fumare per strada.
Uno di questi motivi è che in mezzo a tanta gente potresti spegnere una sigaretta addosso a qualcuno.
Trovi cartelli ovunque.
E la gente tendenzialmente evita di farlo.

Contemporaneamente è vietato andare in bici sui marciapiedi.
Ma questo divieto, sti maledetti, non lo rispettano.

E se uno si fa una passeggiata, ma anche semplicemente dalla fermata dell'autobus all'ingresso dell'ufficio (diciamo hmmm 15 metri) e ha l'iPod nelle orecchie, rischia costantemente la propria incolumità.

Un mese. E non mi hanno ancora beccato.
Sfiorato.
Sorpassato all'ultimo.
Quasi travolto.
Piombati da ogni cazzo di direzione non coperta dall'occhio umano.

Ma beccato ancora no.

Comincio a sospettare sia un simpatico gioco a premi.

sabato, ottobre 18, 2008

Il segreto dei successi della Juve




Un nuovo sistema di allenamento ideato da Mr Ranieri.





Non ci ferma più nessuno.

Sequenza di un bel pornazzo turco

Anni '70.
Meraviglioso.




Grazie Byfluss per avermi fatto scoprire trashopolis!!
Ti adoro :D

A tutta voce!

giovedì, ottobre 16, 2008

Turbamenti - 1


.. prima puntata della soap padana.
Bye bye.

Babuinette di ottobre




E' anche il caso di cominciare a pensare ai regali di Natale.
Soprattutto per il Razzi, che è un tipo sofisticato, di gusti difficili.

Per questo ho avuto la fortuna di scoprire questo magnifico prodotto.

VULVA


Vi prego anche di notare l'eleganza dell'indirizzo, con un simpatico gioco di parole.

E dovete, è obbligatorio, guardarvi il video.

Le facce del tipo sono impagabili.

mercoledì, ottobre 15, 2008

Femminilità

Ora, come se noi donne non fossimo già abbastanza complessate per il nostro aspetto fisico, oltre a viso, capelli, mani, tette, culo, coscie, celluliti e pelame vario da tenere sotto controllo, si aggiunge anche questo.

Io mi ero arresa già molto prima.

martedì, ottobre 14, 2008

Bellissima - Giuseppe Jr

Un nemico per tutte le stagioni




Ok, posto nuovo, gente nuova, uno alla fine ha bisogno di farsi amici.
Fin'ora per lo più mi sono fatto amiche, ma non è questo quello di vorrei parlare.

Nel ricostruirti una trama sociale ti rendi conto che non è solo di amici che hai bisogno.
Ma anche di nemici.

Gli altri Gaijin possono essere una buona valvola di sfogo.
Ma serve anche una faccia.

E l'ho trovata.

Lavora come tester. Ha una faccia sconsolata da coglione. Occhio a mezz'asta dietro agli occhiali. Con quell'aria di chi è talmente sfigato e subissato che è passato a credersi intellettualmente superiore.
Una barbetta un po' così.
Dei capelli un po' così.
Ha sempre la faccia un po' scocciata, infastidita dal mondo.

Ma soprattutto... è da quando lavoro qui che ogni giorno è vestito con merchandising inter.
Da capo a piedi.
Maglietta di zanetti, scarpe dell'inter, berretta, cappellino, giubbotto, pantaloni della tuta.

lunedì, ottobre 13, 2008

Il paradosso della complessità




Mi stanno succedendo tante cose eppure è come se non stesse succedendo nulla.
Cose veramente folli.
Mi ritrovo ad ascoltare musica, appoggiato ad una ringhiera, alle due del mattino.
Guardando la gente passare.
Donne scollate, ragazze rinsecchite.
Mi ritrovo in quella solitudine che anelavo a cercare la bellezza di un posto, il Giappone, che la vende e la nasconde. Che ignora e conosce se stesso allo stesso tempo.
Spiega il Giappone ad un Giapponese e lo stupirai e convincerai. Sarà d'accordo con te.

Perchè il Giappone è tutto, quindi qualsiasi cosa dirai sarà vera.
Perchè dare ragione è educato.
Perchè non ci hanno mai pensato, sono privi di quello che chiamo "pensiero strategico". Ignorano il perchè delle cose ma ne sono affascinati.

Sono venuto in Giappone anche nella speranza di perdermi e ritrovarmi.

Ben fatto Apa.
Sei a metà del lavoro.

sabato, ottobre 11, 2008

Alcune domande per il Nippomenatore


Chi sono questi?
Dove si trovavano?
Chi ha scattato la foto?

venerdì, ottobre 10, 2008

Sapori d'occidente




Hiroko è tornata da New York e mi ha portato dei regali.

Cercavo un portatessere per la SUICA card (per i mezzi), la chiave magnetica dell'ufficio e quella di casa e me ne ha portato uno credo in fili d'uranio. Infatti non passa assolutamente nessun campo magnetico, nonostante normalmente la gente tenga le stesse tessere in portafogli immensi e funzionino perfettamente.

Una volta ho detto che in Thailandia con la birra servivano sempre beef jerky, mi ha portato dei beef jerky.

Poi mi ha finito le vivdent che avevo portato dall'Italia e mi ha comprato delle cicche.

Che hanno due caratteristiche.
La prima è che il sapore dura per quasi un'ora, che è abbastanza incredibile per un chewing gum.

La seconda è che sanno di quei disinfettanti che buttano nei bagni pubblici.
Non che li abbia mai assaggiati, che mi ricordi, ma l'idea è quella.

mercoledì, ottobre 08, 2008

Shibuya Party

Party a Shibuya ieri sera.
Una sorta di festa preparatoria al Tokyo Game Festival che si terrà da domani fino a lunedì, per chi non è del settore, si tratta di un evento molto importante.

Ovviamente non parlo della festa di ieri sera, ma del TGS.

La festa di ieri sera era fatta nell'ottica "localizzazione". O comunque "movimento internazionale in Giappone". In coda all'ingresso davanti a me c'era un tizio in gessato e cravatta e ciuffo sbarazzino. Una specie di frocia inglese che si credeva maschia. Il resto della popolazione andava dal palestrato americano con pantaloncini corti jeans, timberland e calze di spugna bianca tese, al samoano che sembra avere gli occhi persi di un dodicenne, all'average nerd. Tutti convinti di essere nella terra dell'oro, di essere dove possono essere dei grandi, dei giganti. Tutti convinti di essere il più figo del Giappone, quando è ovviamente impossibile, visto che sono io.

In mezzo a tutto ciò. Ragazze belle. Splendide. Volgari. Eleganti. Deliziose. E, all'ingresso, Naomi.
Lo so perchè aveva un adesivo sulla maglia, poggiato su quel suo seno minuto che gridava, con una voce carina e stridula, "io so di fragola!". Non so se gli altri lo sentivano, io l'ho sentito chiaramente. Dolce. Bella come pensi che non possano essercene al mondo. Viso gentile, sorridente, calma, rilassata, prendeva il tuo nome all'ingresso, assieme a 5000 yen.

Mai inizio fu più promettente.
E mai promessa fu più disattesa.

Una splendida serata a parlare di filosofia della localizzazione, di business model, di strutture, processi, progetti.

E Naomi all'ingresso del locale, e nel retro del mio cervello.

L'ho rivista nell'uscire.

Nel tornare a casa mi sono preso un dolcetto alle fragole.

martedì, ottobre 07, 2008

Miglior

Questo blog sta migliorando di giorno in giorno specialmente grazie al contributo dei suoi fondatori.
Da quando si è schiuso il loto della diaspora assisto a un fiorire di contenuti, sempre più frequenti, più colorati e più succosi.
Voglio ringraziarvi perché mi fate felice, mi fate da casa quando non sono a casa ovvero sempre.
Siete il mio caffé gratuito, fatto come dio comanda, in un paese dove costa caro.
Già che ci siamo vorrei lamentarmi di me stesso per il mio scarso apporto.
Spero che questa età dell'oro duri a lungo perché il caffé mi piace lungo.
Avanti tutta e col bacino proteso ragazzi!

per le ragazze: invertire il bacino e arretrare

Boomerang

Tokyo. Shinjuku.
Cammino per l'ufficio, si avvicina un tizio, giappo/canadese.

Mi guarda e mi dice "ASUFUREGIO".
Oddio. Che il mak si sia impossessato di lui è la prima idea che mi faccio.
Poi scopro che ha fatto il tester e che ha avuto il piacere, dice, di fare la conoscenza di Mak.

Vedendo la mia faccia un po' perplessa ammette che comunque era positivo in una situazione di lavoro forzato avere a che fare con una persona così spiritata.

Vedendo la mia faccia un po' perplessa ammette "a volte".

Vedendo la mia faccia un po' perplessa si mette a piangere. Il ricordo lo tocca ancora sul vivo. Lo capisco.


Poi prendo un taxi col il gran capo. Un bell'uomo, un po'goffo come tutti i giapponesi, forse un pochino di più. E' timido e fa sempre dei risolini.

Siamo seduti dietro e ad un certo punto si gira, si china con fare giocherellone e di complicità un po' bambina e mi dice "Porco Dio." E ride.


Sono circondato.