domenica, novembre 16, 2008

Si stava meglio quando si stava peggio




Mai frase fu più vera.




C'era una volta in cui persino un personaggio della caratura di Mosca si sentiva insultato se veniva chiamato leghista.
Cosa è successo a quel sentire?

La prima repubblica era un cancro, la cosiddetta seconda repubblica è la metastasi.

Le porcate le facevano prima, le fanno ora. Almeno però prima se ne vergognavano. C'era un senso nazionale di disdegno.

E io auspico questo.
Un ritorno se non proprio alla moralità, almeno ad un sano senso civico nazionale.
Un sentire in cui "Siediti stronzo" è un conto, ma "Leghista a me non lo dice nessuno."


Ricordando simpaticamente che Bossi è uno dei primi indagati, imputati, condannati dei processi di Mani Pulite, un saluto.

9 commenti:

I a liar ha detto...

La destituzione del senso di vergogna è la ferita più profonda inferta alla nostra nazione, da quel buffone che abbiamo eletto Pesidente del Consiglio.
Durante Mani Pulite, manager accusati di corruzione, si suicidavano per la vergogna, oggi se ne vantano "en plain air".
O al massimo ci raccontano un bufala.
E' come "il vestito nuovo dell imperatore" dove tutti avallano la bugia del sarto, perchè altrimenti dovrebbero ammettere di essere stati turlupinati, e chi si permette di far notare che l'imperatore è nudo, viene accusato di esser pazzo (o comunista che dir si voglia).

byfluss ha detto...

Sono d'accordissimo con la Dottoressa Inglima, solo una cosa: quei "suicidi"...

I a liar ha detto...

Interessante spunto di discussione...
ma con me sfondi una porta aperta, tocca convincere gli ALTRI.

Razzi ha detto...

Giustissima considerazione, non c'è più nemmeno la vergogna. Ed è essenziale capire come e perché si è arrivati fin qui. Individuare il colpevole. E tutti sappiamo, o dovremmo sapere, chi è.

Ignazio ha detto...

Il senso di vergogna in Italia si è snaturato col tempo. Faccio un esempio, una volta avvalersi di una raccomandazione non era di certo motivo di vanto, essa veniva accettata ma silenziosamente per non essere marchiati dalla società. Ora invece è diventata come un abito firmato da sfoggiare, la si confida agli amici, la si palesa senza problemi anzi con quell'aria un po' guascona di chi ha potuto perché conosce. La vergogna eventualmente sta nel non avere gli agganci giusti, nel non essere in grado di entrare nella cerchia degli amici di amici, di quelli che possono darti una svolta professionale e non solo. L'ago della bilancia si è spostato pericolosamente verso una direzione ambigua, dove il furbo è un figo e l'onesto un povero coglione che rosica. Forse noi italiani non siamo mai stati tanto provinciali come adesso, siamo più informati e riusciamo a riempirci la bocca di gran belle parole ma a parte le chiacchiere salottiere dimentichiamo tutto e molto facilmente perché quello che conta ormai è l'apparire. Adoriamo gli agi, gli status symbol, la bella vita e per ottenerli non guardiamo in faccia nessuno, nemmeno i nostri principi. Detto ciò come si fa a provare vergogna (reale, non di facciata tanto per fare) per la nostra classe politica?
...
Avete presente il film "il sorpasso" di Risi? Trintignant il giovane onesto e idealista alla fine muore mentre il futuro è del Gassman furbo e disonesto. Questa è la nostra realtà e per il momento il domani sarà uguale ad oggi.

byfluss ha detto...

Gran bel commento, Ignis.

Però adesso basta surclassarmi ai giochini di Facebook, eh?

Unknown ha detto...

E' piuttosto facile additare un colpevole o un gruppo di colpevoli. Rimane pero' il fatto che senza una capacita' di autocritica non si va da nessuna parte. E in prospettiva storica, questa e' una cosa che e' sempre mancata.

Ignazio ha detto...

* byfluss
A bowling però resti sempre er mejo.

Thesp ha detto...

Volponinnazio ostenti disgusto per il sugoso grappolo dei privilegiati perché sei pigra. Troppo pigra per prendere il treno e venire all'Aparazzifest a conoscere finalmente qualcuno che ti possa raccomandare. La raccomandazione bisogna guadagnarsela, come il rispetto. Pfui