sabato, ottobre 31, 2009

La cina è vicina - part faiv - I ban bao







Durante la conference in Cina uno dei tizi ci parla di COPIGN. Dice che in Cina non si copia solamente, ma è un misto di COPY e DESIGN. COPIGN, appunto.

Abbiamo riso della cosa per giorni. Il concetto in sè ci faceva un po' ridere, ma soprattutto il relatore si chiamava Pon Pon.

Lo smog ci dava alla testa, i ravioli cinesi pieni di zuppa bollente ci urticavano il palato, facevamo a botte con i tassisti, evitavamo sputi e ambulanti. Le nostre giornate trascorrevano così.

L'ultima sera in un centro commerciale sono entrato in un Toys'r us.

E lì ho capito il COPIGN.

Lì ho incontrato i Ban Bao.

I Ban Bao sono i cugini figli di puttana dei lego.
Sono identici, costano un decimo, e sono bastardi. Violenti, maschilisti, militaristi. Se dei lego puoi trovare la casa, la villa, l'ambulanza, la macchina di formula uno, tra i ban bao trovi i carriarmati con cento cannoni, le portaerei, gli elicotteri, i jet, i bombardieri, tutti con un vago sapore di orgogliosamente armata cinese.

Ma i migliori erano i ban bao poliziotti, le illustrazioni sulle scatole, a partire dal logo, violenti, incazzosi, spaccaossa. Vedi quello che scende dalla camionetta, manganello in mano, che ha già un'erezione, lo si capisce dal sorriso, o quelli che trascinano il prigioniero in catene dal motoscafo, una specie di COPIGN del waterboarding, immagino.

Inutile dire che i ban bao sono entrati nella mia personalissima mitologia abbastanza velocemente.

Cosa interessante è che sul sito dei ban bao, ci sono le stesse foto di qui sopra, ma edulcorate.
Nella fattiscpecie, per esempio, il logo è meno incazzoso, e non pare che stiano cercando di affogare il criminale, ma che gli lancino la corda per salvarlo.


giovedì, ottobre 29, 2009

ino ino sento puzza di juventino



Ieri sera, ora italiana, a mezzogiorno, ora californiana e alle 5 di mattina, ora nipponica la vecchia signora ha schiantato la Samp. Apa, come al solito, fa il possibilista riguardo all'eventualità di vedere assieme la partita ma poi, alla prova dei fatti, se la ronfa, in barba a quella fantomatica insonnia con la quale ci ha massacrato i testicoli tante volte. E, come al solito, si perde un partitone spettacolare e divertente. Questa volta si perde anche Camoranesi che, siglato il terzo gol, mima con le mani "La Chela del Calamaro" (per chi sa cos'è), un tributo a me ed alla mia concezione spumeggiante del calcio.
Qui la prova:



Per smorzare un po' quella che deve essere l'esaltazione di Apa per il largo successo della sua squadra, voglio condividere con lui e con voi la nascita di un nuovo mito: il tifoso juventino medio.



Il filmato è un po' lungo ma merita, sopratutto nel finale.

mercoledì, ottobre 28, 2009

Dedicato a hazey e byfluss



Visto che lo splatter non ha presa su di voi, magari siete più contenti con un buon horror psicologico.

This is Halloween!

D'accordo

Con hazey.












(Monty, hai sbroccato!)

Pretesto




Pur di non vedere Jack Chop e tutto quel sangue.

Saluti.

domenica, ottobre 25, 2009

Jack-Chop



"Anche quest'anno il Grande Cocomero sorgerà dal campo dei cocomeri" (J.Van Pelt)

自火!!!





Ok

Quattro e mezza del mattino.
Già non dormivo. Non riuscivo a chiudere occhio.

Sirene e casino. Rumori tipo esplosioni.

Mi affaccio e questa la scena che mi si presenta.

Quattro edifici più in là un palazzo in fiamme.
Diluvia.
Per fortuna.
Credo.


In questo momento ho capito che sono un uomo d'azione.


Ho preparato la borsa on passaporto, portafogli, le cose importanti.
Ho filmato l'accaduto.
Mentre chiamavo LK (si sente nel filmato).

Poi.

Sono andato a fare la cacca.

Mi sono acceso una sigaretta.

E ho monitorato gli avvenimenti, pronto a correre per le scale gridando FIRE e 自火!!!

Ma soprattutto, sono venuto qui a testimoniare.

E soprattutto, e mi è sembrata una cosa molto "animale", ho fatto tanta cacca. Ridendo nervosamente. Sia perchè ho capito il significato dell'espressione "cagarsi sotto", sia perchè mi sembrava un buon posto dove stare.

Voglio dire, seduto sul mio supercesso giapponese, con ciambella riscaldata e superschizzi incorporati, chi mi ammazza a me?

sabato, ottobre 24, 2009

Pc vs Mac


Il bello del Giappone





Il bello del Giappone.
No, non sono io.
Ma grazie per averlo pensato.

Voglio dire, scaricare a 91 Mbps, non è roba alla quale sono abituato.

Tipo... "Vorrei la quinta serie di LOST" taaaaaac.

Quasi non c'è gusto.

Quasi.

venerdì, ottobre 23, 2009

La cina è vicina - part for - Razzi's take on the issue






Razzi ma quanto stai lì in Cina?
Apa Fino a venerdì
Razzi ti immagino mangiare roba fritta, farti strada tra migliaia di persone in mezzo ai fumi dello smog, respingendo le lusinghe di piccole puttane cinesi da marciapiede
Razzi per poi riparare stravolto nella tua sontuosa stanza d'albergo, e scattarti foto da megalomane
Razzi ma in Cina anche skype è controllato???
Apa Perchè?
Razzi se bloccano aparazzi magari controllano skype
Razzi curiosità. per sapere a che punto è la censura
Apa Ah beh, controllano tutto.
Razzi che schifo
Apa Ecco per esempio..
Apa Ora hai detto "che schifo"
Apa e mi è arrivata una telefonata e mi hanno detto
Apa "Di' al tuoi amico di fare poco lo spiritoso."
Razzi Dì a quei figli di puttana che io non stavo scherzando e che tu essendo mio amico ti assumi la responsabilità di tutto ciò che dico!
Apa CHINA E BELLA
Apa BELLA CHINA
Apa IO APA TI DICO A TE RAZZI
Apa CHINA BELLA
Apa VIVA IL GLORIOSO SISTEMA DI CIVILTA'
Apa VIVA IL SUPER ECCELLENTE STILE DI VITA
Razzi LOLOLOL
Razzi CHINA MARTINI BONA!


Nota, avrei potuto eliminare la penosa battuta finale di Razzi, tutelare la sua immagine, ma così impara a darmi del megalomane.
Io sono "onestamente consapevole", è diverso.

giovedì, ottobre 22, 2009

La cina è vicina - part tfri






Il cinese è sì Napoletano, ma è privo della naturale simpatia dei nostri campani. Ha un po' l'esuberanza di un bolzanino autistico, il sorriso di un varesotto depresso, il senso estetico di un abitante di Bari vecchia e l'affabilità di un coatto romano.

Guida contromano, scatarra ogni due minuti, urla, ti tocca il braccio per parlarti, anche per chiederti cosa vorresti ordinare, suona il clacson.

Suona il clacson come se fosse una sorta di potere magico.
Come se il suono del clacson avesse la capacità di modificare la realtà.
Come se le vibrazioni sonore fossero un'onda di energia da fumetto giapponese.
Tipo, camion di traverso blocca il traffico? Hai preso la strada sbagliata? Ci sono lavori in corso e quindi non puoi passare? O anche non succede niente, la strada è vuota e a quanto pare semplicemente la cosa non ti va?
Tieni pigiato il clacson per dieci minuti, con forza, trasmetti la tua energia all'universo, vedrai che qualcosa succede.

Ma nonostante tutte queste caratteristiche, inaspettatamente, il cinese è anche persona che conosce il valore dell'onestà. Certo, pensa che magari tu sei un po' coglione, per questo ti spiega le cose per benone.

Camminando per piazza del popolo ci fermano milioni di persone.
Armani Jeans.
La pennetta che spara raggi laser fino a duecento mesi ed acceca innocenti passanti.
L'accendone, ovvero un accendino identico ad un bic, ma grande come un braccio.

Ma soprattutto due cose.
"Lolex? You want Lolex watch?"
"No thanks."
"One dollar, Lolex watch."
"No thanks, we are fine."
"It is fake, eh?"
"Oh really?"

Per un attimo avevo pensato fosse un LOLEX originale, e che stavo per fare l'affarone.

Oppure il tipo che guardingo si avvicina.
"Massage?"
"No thanks."
Più guardingo, con fare esplicativo.
"LADY, massage."
"No thanks."
Guardingo alla terza, con fare come dire, non avete capito, bisbigliando, mano ai lati della bocca
"SEXY, massage."
"Abbello, l'avevo capito al primo giro, NO THANKS."

Ma soprattutto il cinese, ha inventato i BanBao. Ma ne parlerò un'altra volta.

L'esperire



In Giappone a volte devi fare scelte difficili.
Tipo prendere del cibo che non sai cosa sia.

A volte ti va male, come le prugne folli in salamoia imbevute nell'alcool, che sembrano olivette.
A volte ti va bene.
Come lo yogurt al Lychees o con Tongari Corn.
L'importante è prendere appunti.

Perchè il Mac è meglio di un PC






Lo splendido schermo del Macbook Pro.

Lo splendido schermo del Macbook Pro aiuta a tenere pulita la stanza attirando a sè in modo crudele ed implacabile qualsiasi granello di polvere alla distanza di meno di sei metri.

martedì, ottobre 20, 2009

La Cina è vicina - part ciù






I Cinesi oltre a questo gusto estetico per l'oro, il velluto rosso, il posticcio e le luci a intermittenza colorate, hanno il piacevole vezzo dell'esagerazione.

Giunti al ristorante, infatti, ci accoglie un menu che è ordinato in "Best dishes", "Superexcellent dishes", "Top dishes".
Mi conoscete, I won't settle for anything below superexcellent.
Quindi ordiniamo a caso da quelle pagine.

Ci versano con l'eleganza di un ubriaco con la diarrea il furbo succo di cetriolo che ho ordinato per curiosità, e si avvicinano con un secchio rosso. Di Plastica. Quello che useresti normalmente per pulire un cesso.
Un cesso a cui non vuoi particolarmente bene.

Piccolo rewind, siamo in un centro commerciale di lusso e in un ristorante che vuole essere di lusso.

Nel secchio rosso c'è un granchio. Vivo.
Mi basta annuire e in pochi minuti me lo ritrovo morto, fatto a pezzi, sistemato su un letto di spaghetti di soia, verdurine, cose che non capisco e un pezzo di bacon che ci convinciamo sia finito lì per caso.

Il ritorno in hotel è tranquillo.
Veniamo solo disturbati da cinesi che fanno ci cinesi e che cercano di vendere cinesate lungo le strade.
Da betoniere enormi, puzzolenti e imbufalite che seguono il traffico assolutamente caotico e privo di senso di questa città maleducata.
E da una serie di scooter stealth, ovvero scooter elettrici che viaggiano silenziosi nella notte, senza fari, contromano.

Anche se alcuni hanno imbellito il proprio scooter.
Non indovinerete mai.
Con sbuffi d'oro e mille lucine colorate a intermittenza.

lunedì, ottobre 19, 2009

Allarme cocco



NOTA: Questo post viene pubblicato senza l'avvallo critico di LK.

Ci sono cose che mi mettono i brividi.
Certi scandali, certe storture.
Quando le multinazionali riescono con estrema disumanità, crudeltà a perpetrare crimini terrificanti, sotto gli occhi di tutti, in nome del "business", in nome del controllo della ricchezza del pianeta.

Certe volte i drammi li abbiamo sotto gli occhi ma neppure riusciamo a vederli.

Per esempio, la coltivazione di cocco.
Ecco i dati dell'anno 2008

Top ten coconuts producers — 11 June 2008
CountryProduction (tonnes)Footnote
Philippines17000000*
Indonesia15580000P
India9400000F
Brazil2770554
Thailand1705446
Vietnam962000F
Sri Lanka954000
Papua New Guinea677000F
Malaysia568000F
Myanmar370000F
World54716444A
No symbol = official figure, P = official figure, F = FAO estimate, * = Unofficial/Semi-official/mirror data, C = Calculated figure A = Aggregate(may include official, semi-official or estimates);

Source: Food And Agricultural Organization of United Nations: Economic And Social Department: The Statistical Devision





Sembrano indicare nulla di particolare, se letti velocemente, ma se si guardano con attenzione si notano aspetti inquietanti.

Ogni anno infatti circa 55 MILIONI di tonnellate di cocco vengono prodotte nei paesi del terzo mondo.
55 milioni di tonnellate, ogni anno.
Se si va avanti così, è palese che questi paesi prima o poi cederanno, affonderanno sotto questo peso assurdo.

Non vi sembra una coincidenza un po' troppo inquietante che tra tutti questi paesi non ve ne sia uno del cosìdetto "Primo mondo"?

Eppure, poi, sulle nostre spiagge...




Meditate, gente, meditate.

Save the Earth.
Non lasciate affondare la Tailandia.

We Were Once a Fairytale (Spike Jonze)

sabato, ottobre 17, 2009

La Cina è vicina - part uan






Vi dirò quest'espressione, usata fino al parossismo in Italia, comincia a sembrarmi una concreta minaccia, piuttosto che una simpatica constatazione.

Ho sempre avuto una certa idea della Cina e dei Cinesi. Devo dire che hanno superato le mie aspettative.

Arrivo bello e fresco avendo dormito sia sul Narita Express (svegliato al capolinea da un omino a treno vuoto e spento) che sull'aereo.

Mi accoglie un tassista che mi pare un folle. Guida come un cretino. Mette in pericolo me, sè, il mondo intero.
Scoprirò poi che era uno dei più tranquilli.

L'albergo è ottimo. Elegante, alto, si staglia in un mare di inquinamento.
Ovviamente c'è quel tipico senso estetico cinese.
Quello che una volta finito un edificio, ce li vedo, fa dir loro "Hmmm qui ci vorrebbero un po' di stucchi d'oro a forma di onde, delle luci colorate a intermittenza e qualche oggetto dall'aspetto chiaramente posticcio".

La stanza è spettacolo puro. Letto a TRE piazze e mezza. Vasca da sei. Doccia olimpionica.
Chiaramente la stanza è da orge.

Scendiamo, per vedere la città.
Appena attraversata la strada, ecco che sciabattando si avvicina una guardia.

Appena pochi metri da noi si gratta la pancia ed emette un rutto.
Poderoso.
Intenso.
Riecheggia per Pudong, la zona ovest di Shangai.
Poco più avanti un altro tizio raccatta rumorosamente ogni tipo di mucosa che ha nei bronchi e scatarra, rovinosamente, a terra.

E Shangai ci accoglie così, amorevolmente tra le sue braccia, con quella che sarà poi la colonna sonora di questa nostra settimana cinese.

venerdì, ottobre 16, 2009

Per Montag




Home is who stupid does





È strano.
Strano tornare a casa, in Giappone.
Cioè è strano che io stia tornando in Giappone e lo pensi come un "sto tornando a casa".
Non è proprio casa mia qua, non ancora per lo meno.
Eppure, eppure è bello.
Bello incontrare persone cortesi, dolci, affabili e rispettose.
CHe non spinge, ringrazia, sorride.
Essere fermato per strada da una gentile signora che vuole invitarmi a un concerto nel parco di un'artista locale che fa musica improvvisando.

Invece di avere a che fare con buzzurri scatarranti, urlatori e molesti.
Nel mio solo tragitto in taxi dall'hotel all'aeroporto di Shangai ho rischiato la vita almeno cinque volte, per la guida spericolata del tassista, per un tentativo di linciaggio al mio tassista, per la guida spericolata dei suoi compatrioti.

Ma basta Cina. Ne scriverò presto qualche post. Però per ora basta.

Adesso mi consolo e beo di ritrovarmi in questo non luogo, in questa casa che casa ancora non è.

giovedì, ottobre 15, 2009

Eluard, cornuto e citato





Tre anni fa vivevo a Bonn. Per la disperazione un giorno andai a Colonia dove c’era una mostra. La mostra di un pittore per cui non vado matta, ma tutto era meglio di quel gotico deprimente bonnense.
Durante la mostra vedo un quadro, che in realtà è la foto di una donna, su cui il pittore ha scritto una maschera di parole lasciando liberi occhi e bocca. Il volto della donna ha un che di enigmatico. Ha uno strano sguardo spalancato.
Quella donna era la moglie di Paul Eluard. Poi un giorno d’estate, nel 1929, la donna e Eluard vanno a trovare il pittore. Al momento di ripartire, lei decide di rimanere in quella casa e di rimanerci proprio per sempre.
Lei si chiamava "Helena Ivanovna Diakonova". L'unico nome ufficiale qui va messo tra virgolette. E il perché è semplice. Ecco cosa ha scritto il pittore sulla foto (scattata da Man Ray, mi pare). La trascrizione è mia, la decifrazione della scrittura pure.

"I call my wife: Gala, Galuchka, Gradiva (because she has been my Gradiva), Olive (because of the oval of her face and the colour of her skin), Olivette, the catalonian diminutive of Olive, and its delicious derivatives: Olihuette, Orihuette, Buribette, Burbueteta, Sulihueta, Schibububete, Oliburubuhta, Cihuette; I also call her Lionete (little lion) because she roars like the Metro Goldwin Meyer Lion when she angry; Squirrel, Tapire, little Nebus (because she resembles a lively little forest animal).
Bee (because she discouvers and brings me all the essences of that become converted into the honey of my throught in the busy hive of my brain)
REGARD PERAUR DE MURAILLES (Paul Eluard)
She brought me the new book of magic that was in the process of elaboration, the paranoic image that my subconscious wished for the photography of an unknown painting destined to reveal a new esthetic enigma, the advice that would save one of my too subjective images from romanticism. I also call Gala Noisette (because of her very fine colours that cover the hazelnut of her cheets); and also "Four Bell" (because she reads to me aloud during my long sessions of painting, making a murmur as of a four bell... by institute of which I learn all the things that .... but for her I should never know."

S. Dalì

sabato, ottobre 10, 2009

Un pegno che io ritorno


GDC, mi dice.

Io penso subito si tratti dell’acronimo di “Gala Dei Cazzoni”. Invece no, a quanto pare si tratta della meno intrigante “Game Developer Conference”. Grande delusione, questi cinesi non sanno proprio divertirsi.

E dire che Shangai è un posto così evocativo. Fa venire in mente “Tokyo Decadence”, ma senza Tokyo.

Il problema è che il governo di Pechino non sembra gradire internet. Aparazzi invece gli sta proprio sul cazzo: troppo controverso, troppo babbuino. Lo vorrebbero edulcorato, prono, allineato. Lo vorrebbero calvo. Il popolo cinese non deve sapere e quindi il blog rimane proibito ed inaccessibile. Per un’interminabile settimana sarà dunque carestia di suoi post. Mi ha pregato di avvertire tutti onde evitare allarmismi e isterie. L’assenza di gustosi aneddoti, sfiziose pillole, illuminanti pensieri e ficcanti analisi potrebbe portare certuni a compiere gesti inconsulti. Nello specifico teme che il Razzi si strappi quegli ultimi tre peli che ha in testa.

Sotto il peso di responsabilità che non lo fanno dormire la notte e che lo fanno dimagrire a vista d’occhio, mi prega di postare, in sua vece, un piccolo presente che spera allevierà l’attesa.



Un cadeau impreziosito dall'inestimabile lavoro di editing di LK. Dopo aver visto la fotografia originale ho capito perchè Apa ha deciso di sposarla.

venerdì, ottobre 09, 2009

Case











Notizia ufficiale.
Trovare casa a Tokyo è abbastanza un delirio.

Per fortuna ho elaborato un diagramma di flusso con disequazioni di secondo grado che mi permette di capire quanto possa costarmi una cavolo di casa.

I risultati spesso sorprendono.

Non è facile tenere presente il cosiddetto KEY MONEY, ovvero quei soldi che tu DEVI dare al padrone di casa perchè ti permetta poi di PAGARLO con gli altri affitti.

Dopo Ronaldinho ai bonghi...




...ci tocca anche Roberto Mancini al piano.
Bah!

martedì, ottobre 06, 2009

La donna , come sempre , è na stronz'.


Esportazione di deficienza






Riunione ufficiale in sede di agenzia governativa giapponese.
C'è l'avvocato/notaio/commercialista giapponese, e due adette della suddetta agenzia, che curano la mia azienda e me personalmente.
Una è un cesso. L'altra bellina. Ma ha un nonsochè. Quella tipica entropia genetica giapponese, si nota un certo disfacimento, un certo depauperimento del DNA. Nonostante rimanga una ragazza carina, questo la rende poco attraente. In compenso hanno entrambe ampi sorrisi, e capita persino che ridano, imbarazzate subito dopo.

Ad un certo punto mi consegnano una lettera, che mi servirà all'ufficio immigrazione.
Chiedo dunque, nel silenzio effimero di una stanza piena di mobili asettici e di area ionizzata, una busta. Gentilmente.

Una delle due ragazza, il cesso, si alza e se ne va. Cerimoniosamente. Austeramente

Passano i minuti in silenzio.

Mi accingo dunque a piegare la lettera, cosa per nella quale ho sempre trovato qualche difficoltà. Manco di precisione manuale, di calma, di ordine.

Goffamente, comunque, come dicevo, mi accingo.
Per rendere la cosa meno impacciata, comincio un piccolo spettacolino, spiegando a parole e pure con i fatti di essere incapace, che quindi non sarei portato per l'origami, che è sempre stato un mio limite ma mi voglio lo stesso impegnare.

Sorrisi.
Silenzio.
10 minuti di amrmeggiare.

Il FFFFFFT delle mie dita che tracciano una cazzo di piega perfetta, precisa, millimetrica lungo una linea dritta solcata perfettamente lungo il foglio e contemporaneamente la tizia che entra nella stanza.

Ovviamente con una busta formato A4, enorme.

Ilarità generale, grasse risate, risate vere, sonore, riempiono la stanza.

Tizia basita che chiede compassata se per caso desideravo una busta più piccola.

domenica, ottobre 04, 2009

Ocse aresats




Esistono canzoni destinate ad un pubblico maturo.
Brani che si discostano con veemenza dal licenzioso standard odierno.
Sonorità intense. Testi genuini.
Piccole gemme per veri intenditori.
Piccole gemme per veri Aparazzini.


Il motivo che porto alla vostra attenzione sposa completamente questa filosofia.
Il pezzo racconta la storia di un fanciullo 25enne che si appresta a muovere i primi passi incerti fuori dal focolare domestico.
I primi passi fra le lusinghe della notte. I primi passi verso la pizzeria "Da Mamma Lucio", il cinema e la tentacolare "tana del luppolo".

Le emozioni dei genitori sono prorompenti, del resto ancora adesso che il fanciullo gioca a carte e bevo vino resta sempre il loro bambino piccino.

E mentre la commozione mi assale vedo sulle vostre gote di gente di nicchia una furtiva lagrima.
Perché anche voi avete capito tante cose.



Minchia che pathos.

sabato, ottobre 03, 2009

Death Kills





Per la cronaca, Henry Gibson è morto il mese scorso.

Il posto adatto






Per tutte le esigenze di noi Apa.

venerdì, ottobre 02, 2009

Cena in famiglia






Due passi, nei vicoli, del ramen.

La città la lascio fuori, entro in questo buco, con tavolini vecchi, sedie vecchie, un po' sporco, ma sa di casa.
E dio sa se in questo momento ne ho bisogno.
Entro.
Ordino a caso, con la consapevolezza di chi sa quello che sta facendo, ma in effetti ne ho una vaga idea. Ho controllato i piatti di plastica all'ingresso.

Panico contenuto della coppia che tiene il locale, ottimo.
Mi fanno accomodare.
Ci sono solo io.

Mi servono e un cane corre in cucina, se ne vergognano, la cosa mi diverte e rido.
Lui commenta qualcosa, lei guarda la televisione e ride.

Diventano per un po' la mia famiglia adottiva.

Ad un certo punto capisco che hanno chiamato la figlia. Evidentemente per la traduzione, lui, e per offrirmela in moglie, lei.
Chiacchieriamo, studia traduzione, inglese e tedesco, mi viene in mente Hazey e penso a darle il nome del Razzi, giusto per ridere.
La chiacchierata è gradevole.

Sembra l'inizio di un fumetto giapponese o di un libro di Murakami, quelli in cui sboccia l'amore e tutta una serie di cose. Se non fosse che lei è un cesso.
E che sono già innamorato.

Finisco il pasto, due parole, pago, e me ne vado.

Il ramen era decente ma non eccezionale, troppa pasta, l'uovo era freddo all'interno, la zuppa era leggermente salata.

Però magari ci ritorno.

giovedì, ottobre 01, 2009

A proposito di Ed Sullivan Show




Non ce l'ho fatta...




...ho dovuto mettere anche questo.

Ps: per il totomorte è rimasta solo la biondina.

Una buona genetica




Daltonismo esteso








Essere daltonici implica un certo livello di incertezza sul cibo che si acquista.
Vuol dire scegliere una panna cotta ai frutti di bosco e scoprire che è al cioccolato solo una volta portata alla bocca.

In Giappone si passa al livello successivo di questo fantastico gioco, non solo i colori ma anche i nomi perdono di significato.
I nomi, le confezioni, gli scaffali.

Ieri ho preso dei ghiaccioli marroni, a forma di coca cola, sono propro dentro delle "guaine" di plastica a forma di bottiglia di cocacola, che devi "stappare" con una linguetta, un anello, e poi gustare da quello che sarebbe il collo della bottiglia.
Presi ieri e me li sono tenuti per stasera.

Avevo proprio voglia di gustarmi questo... boh, ghiacciolo gelatoso al cappuccino dentro questa comoda guaina in plastica a forma di coca cola.

Chi...






Chi ha messo la foto di Mike Bongiorno che brucia all'inferno in fondo a destra???