mercoledì, dicembre 31, 2008

Buona fine






Buona fine a tutti.
E se proprio arriva, se proprio si deve, allora anche buon inizio.

martedì, dicembre 30, 2008

Celeste (A)Ida




Lei è lì, vigile dietro la finestra oppure appollaiata sul balcone. Lo sguardo rapace che scruta verso nord.. ma anche sud/ovest/est. Le narici fremono ansiose, bramose di captare il minimo odore umano. Chanel, sudore, profumo di sugna e ciccioli.. poco importa. Madame è programmata per diversi sistemi idraulici ma soprattutto per rompere le ball'. Insomma, la classica vecchina cacacazzo che noi chiameremo con un nome fittizio - Ida - che poi è anche il suo vero nome. Ida sa tutto di tutti: orari, amori, liti, incontri ravvicinati del terzo tipo.. nulla sfugge alla sua cortese attenzione.

A casa sua il postino non deve suonare due volte poiché viene intercettato a metri e metri di distanza. Del resto fa così anche con gli abitanti del quartiere, in particolare adora estendere la sua ala - ma diciamo pure ascella - protettiva verso i giovani. Ordunque La Ida è solita suddividerli in due gruppi a seconda del sesso: troie e porci. Indovinate da che parte sto :D . Per amor di verità devo sottolineare che la signora verifica sempre i suoi scoop andando ad informarsi direttamente alla fonte. Ha i suoi metodi. Il suo preferito si articola in tre astuti passaggi:

1. avvistare la vittima;
2. armarsi di pattume. Tanto pattume;
3. Uscire dall'appartamento e con la scusa di gettare il pattume - tanto pattume - placcare la preda.

Il placcaggio consiste in un abbraccio avvolgente. Stravolgente. Comprensivo di pattume. Senti il sacchetto di munnezza che ti rotea sulla schiena. Tutto intorno a te. E mentre inizi a puzzare di clavicembalo ripieno di ricotta stantia lei ti bacia. Una. Due. Tre volte. E in questi baci c'è tutto. Ci trovi il candore adolescenzial/senile, il trasporto delle eroine di Tinto Brass e pure l'umidità di condensa. A questo punto - dopo averti stordito per benino - nonna Ida innesca il terzo grado: cosa fai, chi frequenti, ecc ecc. Tu confessi ogni cosa anzi spiattelli ciò che vuole sentirsi dire (al diavolo la realtà) pur di levarti lei e il suo pattume di torno.

Quando ti sarai liberata/o di lei e mestamente riprenderai il tuo sentiero - ma chiamiamolo anche binario - triste e solitario, può essere che incrocerai un viandante sul tuo cammino. La strada allora non sarà più solitaria pur restando triste e lui lo evincerà dall'inconfondibile olezzo di clavicembalo ripieno di ricotta stantia che ti circonda. Capirà la tua desolazione. Avrà pietà di te. Ti sarà riconoscente perché saprà quale via non dovrà intraprendere.


Nonna Ida lui non lo avrai MAI!.
Tié stronza.

lunedì, dicembre 29, 2008

Sottosopra





Ieri ho sentito in TV, su SKY TG 24, Berlusconi intervistato.
Ha detto:

"E' tutta una montatura. Io non ho mai attaccato giudici e magistrati. Anzi, è tutto il contrario."

Sul momento mi sono indignato.

Poi ho capito che diceva la verità

"Non è assolutamente una montatura, lui ha sempre attaccato giudici e magistrati."

Esattamente il contrario di quanto ha detto, come da lui specificato.
Devo imparare a stare più attento.

giovedì, dicembre 25, 2008

You shouldn't let poets lie to you



Feel it





Feel the Christ.
Feed the mas.
Enjoy the Christmas.

Have it nice.

mercoledì, dicembre 24, 2008

Sondaggio!




Eccomi, miei adorati. Con questo post ho modo di:
- Mantenere un paio di vecchie promesse (rimediando, forse, addirittura una trombata)
- Soddisfare la nuova, simpaticissima coscienza critica del blog, ovvero Thespian

Innanzitutto un breve riepilogo e commento sui risultati del precedente sondaggio. Tanto per mettere a tacere chi insinua che Aparazzi non è un blog democratico.

La finiamo con questa stronzata dell'Aparazzi Contest?
Sì. (1 voto, 4%)
Sì, cazzo! (1 voto, 4%)
Porca troia, sì. (2 voti, 9%)
Ciao, sono Thesp, no, è una figata pazzesca. (18 voti, 81%)

Il responso si presta a qualche interpretazione ma direi che, tutto sommato, non ci sono grossi dubbi: possiamo dichiarare definitivamente conclusa la banfa dell'Aparazzi Contest, lotta fratricida che il popolo non vuole. Prendiamo atto che piace solo a Thesp.

Detto questo, siamo tutti ben consapevoli che si avvicina la fine dell'anno. Quanti calendari inutili avete ricevuto e riceverete in regalo? Quanti ne avete sfogliati su Internet, annoiandovi con tette e chiappe disparate e disperate?

Beh, abbiamo pensato a qualcosa di diverso. Qualcosa che il pubblico femminile di Aparazzi, sponsorizzato da Ignazio, ma forse anche quello maschile, potrebbe apprezzare molto. O forse no. Boh. Lo scopriremo alla chiusura del prossimo, divertente sondaggio.

Buon Voto e buon Natale a tutti!




martedì, dicembre 23, 2008

Stonature






Mi sto lasciando cogliere di sorpresa da questo Natale. Lo vedo, lo sento, sta per soffocarmi, e lo lascio fare. Come se fosse inevitabile, non mi pongo neppure la domanda se davvero lo sia.
Provo cose strane.
Mi sento insonorizzato, apatico. Provo una mancanza di entusiasmo quasi patologica.
Mi mancano persone che è quasi ingiusto che mi manchino, sbagliato.
Mi sembra di provare sempre, costantemente, i sentimenti errati. Come se fossi montato a caso, non seguendo le istruzioni. Come se i collegamenti interni non fossero corretti.

Eppure nella mia testa funziona tutto liscio.
Un po' come quando canto o, meglio, ci provo.
Nel mio cervello è tutto armonico, preciso, perfetto.
Ma la mia voce non tiene il passo. Corrosa dall'inevitabile entropia tra pensiero e azione, dal passaggio da iperuranico a reale.
Ed è frustrante, come vivere in una prigione di vetro, urlare, rendersi conto che i suoni che raggiungono l'esterno sono smorzati, deformati.

La fastidiosa, ineluttabile, ma soprattutto consapevole impotenza.

Oggi fuori c'è il sole.

Vuol dire che stanotte ci sarà la nebbia.

sabato, dicembre 20, 2008

Nuova ondata di porno in arrivo






Nuova ondata di porno sulla rete.
Hanno rapinato la casa di Paris Hilton.

Ovviamente il ladro avrà avuto l'accortezza di rubare memory stick, videocamere, cellulari contenenti, come ogni volta, una quintalata in giga di materiali hardcore.

Non che ci sia rimasto molto da vedere, a dirla tutta.

venerdì, dicembre 19, 2008

Aparazzi Contest

Quel box in basso a destra è un tronco di sopraelevata in mezzo a un campo, uno di quegli appalti italiani mollati a metà.
Dato che i miei cloni hanno decretato la giustezza del contest, invito gli antidemocratici titolari del blog a procedere con la prossima sfida.
Magari mettete Papero contro Chiambretti, basta che andiamo avanti.

La settimana enigmistica mi fa una pippa




Frase anagrammata

[Mi hanno rovinato la giornata... ]

Carezzo depliant (7,3,5)

mercoledì, dicembre 17, 2008

Welcome back!



Apa è appena tornato dal Giappone e ha già iniziato a dare prova di sé. Ieri per esempio mi ha chiamato mentre ero occupato in attività segrete. Non ho risposto, perciò mi ha subito inviato un messaggio pieno di oscure minacce. Allora ho pensato che si potesse trattare di una cosa importante, ho abbandonato le attività segrete in cui ero impegnato e l'ho chiamato. Mi risponde, lo saluto, mi saluta e fa “Senti, ora non ho tempo per chiacchierare con te, ci sentiamo dopo”. Neanche Byfluss è così maleducato.

Va beh. Comunque questo era solo un pretesto per darti il ben tornato, Apa!

Questa poesia è per te:

Sotto un cespo di rose scarlatte, offre il rospo tè caldo col latte
Sotto un cespo di rose paonazze, tocca al rospo sciacquare le tazze

lunedì, dicembre 15, 2008

Berlusconi vattene!

Dal Milan, dall'Italia, dalla vita.
Hai fatto già abbastanza, grazie.
Ma adesso vattene.

domenica, dicembre 14, 2008

Ultima sera



Appena potrò vi posterò le foto della mia ultima cena a Tokyo.
Kaiseki a Shibuya.

Ed è assurdo che mi senta come mi sento.

Questo posto mi mancherà.

In questo momento ho poche parole per definire quanto mi mancherà questo oceano di solitudine e buonumore.

Mi sento più o meno così.





Prima o poi riuscirò a scrivere le parole che ho già trovato.

venerdì, dicembre 12, 2008

La tola





In bresciano esiste questa parola. "Tola".
Esprime un senso di vergogna, di timidezza.

Credo sia una delle tante evoluzioni ignoranti del bresciano da tolla, che credo voglia dire "latta".
Faccia di tolla, faccia di latta (o bronzo), faccia da tola.
Poi pian piano la gente non riconosce il significato di tola, prende un da (bresciano) come un da (italiano), e tola diventa vergogna, faccia da vergogna.

Frase tipica bresciana è quindi "che tola", quando uno si vergogna o fa qualcosa che lo mette sotto l'attenzione di tutti.

E la cosa strana è che nella mia testa ha questo significato dal sapore leggermente diverso, intraducibile.
Per dire, il termine tola mi viene sempre in mente quando guardo una trasmissione televisiva, un filmato... è c'è qualcuno che si rende particolarmente ridicolo. Un comico che non fa ridere. Uno che viene mortificato. Che fa una figura di merda E questa cosa mi risulta insopportabile. A prescindere che io provi simpatia o meno per il personaggio in questione.

Non riesco a digerire la situazione. Devo spegnere, cambiare canale. Mi sento fisicamente male.
Provo tola.

Mi domando se succeda anche ad altri.

Mi interrogo sul legame tra lingua, senso, significato, e cultura locale. I giappoonesi provano cose diverse? O hanno solo parole diverse per le stesse cose?
Esprimere concetti è semplicemente un percorso di approssimazione da qualcosa di astratto, puro, assoluto, a qualcosa di finito e imperfetto quali le parole?
O al contrario le parole non sono solo strumenti di espressione ma anche di lettura, il filtro tra la mia mente e il mondo, parte attiva nel processo appercettivo (questa l'ho messa per Ergo).

In che modo le mie categorie mentali sbilanciano quelle che alla fine sono le mie sensazioni, i miei pensieri?

Mi domando se fossi nato, cresciuto in qualche altro posto... cosa proverei?

giovedì, dicembre 11, 2008

Je accuse !

Con queste mie parole vorrei accusare byfluss di razzismo.

Guidano male.

I negri e le donne.
E non accusatemi di razzismo:
avrei potuto dire gli sporchi negri e le puttane.

mercoledì, dicembre 10, 2008

A night in Shibuya







Meglio i video su FB che su youtube, assurdo.
Comunque grande sbronza quella notte.
Manco mi ricordo come si chiama uno dei tizi del video e il locale in cui siamo in quel momento.
Magari Fio-kun si ricorda, anche se il giorno dopo stava messo peggio di me.

Delusioni





Dover venire a sapere dell'esistenza delle gemelle De Vivo da Repubblica e non da Byfluss. Grande, grande delusione.


Ora, leggendo l'articolo la mia mente ha svolto un esercizio automatico, spontaneo.

Ha sostituito la parola "cavaliere" con "duce".

Berlusconi si chiava due gemelle ventiseienni napoletane, i giornali parlano di portafortuna e di amicizia, la gente sorride, la chiesa evita di condannare i paesi per cui esiste la pena di morte, fioriscono blog di gente che commenta sui personaggi della TV, su uomini e donne, sul grande fratello. C'è la crisi, non c'è la crisi. C'è un golpe in corso, c'è l'illegalità che dilaga, c'è una situazione di immoralità, schifo e scandalo. Non succede nulla. Mi viene in mente una vignetta che lessi sul MALE quando ero bambino, non capendola.
"Che Paese l' Italia: mi sono distratto un attimo e non è successo niente".

Ditemi che è solo perchè lo vedo da qui.

martedì, dicembre 09, 2008

Ecco perchè il mio sa di fragola







Interessante articolo de il corriere.

Rosalind Arden ha scoperto che "i maschi intelligenti hanno uno sperma di qualità superiore".

Ora, come reagire a una notizia del genere.
Domandarsi esattamente come Rosalind abbia portato la propria esperienza nel settore.

Domandarsi perchè specificare "i maschi", vogliono forse dirmi che le donne intelligenti non hanno uno sperma di qualità superiore?

Chiedersi se non sia tutta una messinscena, orchestrata dalla brava Rosalind, per convincerci che la sua serie di disastrosi amanti e fidanzati, tutti scienziati e ricercatori, sia da rivalutara in chiave qualità spermatica, le sue non erano le disperate ultime risorse di una donna poco avvenente, ma una consapevole scelta.

Fare simpatiche battute tipo "Ecco perchè quello di Ergo sa di fragola" o "Boh, io c'ho l'oligospermia".

A volte troppe scelte uccidono lo spirito sia di un post che di chi lo scrive.

Guerra tra procure, la questione morale



lunedì, dicembre 08, 2008

Staplerfahrer Klaus - Appendice

La buena educacion


Educare troppo bene i figli ti si può ritorcere contro.


In questo week-end della madonna ho avuto come ospiti il mio amico Claudio e suo figlio Enrico di anni 10. Che passa troppo tempo incollato al DS ed è per questo, sostiene suo padre, che poi si stanca subito camminando per Roma. Troppi schermi e poco movimento. Proprio come Apa.


Si finisce a parlare del mestiere del portiere d'albergo. Mi chiede cosa fa e gli spiego che passa otto ore al banco della reception a registrare i clienti al computer, parlare con loro, assegnare le stanze, consegnare le chiavi, far portare su le valigie dal facchino, incassare i soldi quando i clienti se ne vanno...


“Che noia!” è il commento di Enrico.


“Beh, però il bello è che conosci un sacco di gente di tutti i tipi” rispondo io.


“A me piacerebbe solo per il computer” insiste.


“Ecco” sbotta il padre “A te interessano solo quelle cazzate. Il computer sì, la gente no. Non capisci che le persone sono la cosa più importante. Sono le persone che contano, le persone sono qualcosa di meraviglioso.”


Enrico ci pensa seriamente e chiede “Anche Berlusconi?”


Chiuso il discorso.

Ultimo lunedì






Oggi è il mio ultimo lunedì qui in Giappone. Il prossimo sarò in viaggio.
Da oggi ufficialmente ho smesso di sentirmi a casa e torno a sentirmi un ospite.
Quella forza estraniante, quel retrogusto che mi diceva che comunque io qui sarò sempre uno straniero, una creatura abusiva o di passaggio, ora è diventato il sapore principale, che neppure questo strepitoso pane alle noci e uvetta riesce a levare.

Da stamattina ha cominciato anche a fare freddo.
Sembra quasi che il Giappone voglia irridermi, fingendo che anche lui proverà qualcosa dalla nostra separazione, ma non è così.

Sarò l'unico a soffrirne.
A provare nostalgia per quei gesti di normale, elegante gentilezza quotidiana.
A dover dire addio a quel senso di placido benessere e a quella confusione luccicante. A quel senso di sicurezza.
Agli enigmi della vita quotidiana.
Allo sforzo costante di penetrare il velo che ricopre le persone, quel cercare il bandolo, un reverse engineering sociale.
A quelle cosce bianche, minute, snelle. Sempre in mostra.
Come mi abituerò all'assenza di gambe storte, teste biondo alieno, unghie ingioiellate, minigonne fatte d'aria e poca prudenza?
Stivali di pelo, sorrisi, venti improvvisi, confusioni e momenti di falsa comunicazione.

Come?

Il Giappone, fondamentalmente, se sei persona capace di sentire certe cose, ti aliena e ti riconcilia con aspetti diversi della natura umana.

But there's gonna be a party when the wolf comes home.

domenica, dicembre 07, 2008

Stapelfahrer Klaus





Guardatelo. Tutto.

sabato, dicembre 06, 2008

Il problema


Il problema è che la maggior parte delle persone sa esattamente quello che NON vuole.
Il problema è che la maggior parte delle persone non ha la più pallida idea di quello che vuole veramente.
Ilproblema è che quello che uno crede di volere dipende anche, anzi soprattutto, da quello che non vogliono gli altri.
E ora io non sopiù un cazzo.
Ecco qual'è il problema.

Apalogia





Amo i miei difetti.
Adoro la mia pigrizia.
Sono il fulcro su cui baso la leggera erosione che opero sui miei sensi di colpa.

E mi fa impazzire la mia solitudine.
Incipit e conclusione di ogni mia singola, intima apologia.

venerdì, dicembre 05, 2008

Understanding Apa - Christmas Special



Cominciamo senza troppi preamboli che Apa scrive, scrive e io son rimasto indietro col lavoro. Ecco quindi spiegati un paio di termini usati in precedenza dal nostro, uno un po' datato, l'altro, una freschissima primizia.

Aufhebung: "Superamento". Nella filosofia hegeliana, la sintesi che oltrepassa il contrasto fra tesi e antitesi.

Parossismo: condizione di forte tensione psicologica e nervosismo, esasperata eccitazione emotiva; con rif. a un fenomeno sociale o politico, grado massimo di intensità.

Ed ora un termine anglofono che non appartiene al vocabolario di Apa ma che, in qualche modo, credo calzi perfettamente in una rubrica intitolata "Understanding Apa".

Womanizer: a man who likes many women and has short sexual relationships with them.

Sì, d'accordo, ma per quale motivo questa puntata si fregia della specifica "Christmas Special"? Beh, perchè fra qualche settimana Apa rientrerà in italia per le vacanze natalizie e quindi mi sembra il caso di mostrare qui i tre motivi per i quali non vede l'ora di imbarcarsi alla volta del Bel Paese.

Parossismo occupazionale







Ieri ho visto il Re dei lavori inutili.
Come vi ho già detto in altro post, qui in Giappone si combatte la disoccupazione a suon di lavori assolutamente ridondanti e vacui.
Se si ripara un tombino, ci sono due persone che avvisano che si sta riparando un tombino chiunque passi.
A ogni porta di un hotel c'è quello che saluta, sia se entri, che se esci.
Ci sono quelli che per strada ti consigliano dei locali, tutti pettinati da Super Sayan.
Quelli che Fiodor chiama gli urlatori, che dai negozi continuano a gridare benvenuti e arrivederci.

E poi c'è lui.
Il re di questo parossismo occupazionale.

Non sono riuscito a fare delle foto, ero di fretta, ma vi posso dire che lo trovate all'angolo nord del piazzale degli autobus della stazione di Shibuya.

L'uomo che regge un segnale stradale.
Tubo in ferro e tutto il resto. Un cartello normale, di quelli che troveresti per strada, conficcati nel terreno, solo che questo è libero, e retto da questo uomo di sessant'anni.
"Strada Pedonale, svoltare a destra".

Il suo sguardo fa capire che ne ha viste tante. Il dramma di un uomo che ha un'esperienza decennale nel settore dei segnali stradali.

Per citare Montag.
Che lavoro fa tuo padre?
"Il divieto di sosta."

giovedì, dicembre 04, 2008

Trasloco



E così, dopo solo un anno, mi ritrovo di nuovo a impacchettare la mia casa e la mia vita per trasferirle fra altre mura e altri paesaggi.
Mi guardo in giro e piovono ricordi.
Sorrisi, chiacchierate, parole crociate fino a tarda notte, l'ashisha, mostri con maschere di fango, i miei mille pigiami, vecchine che salutano dalle finestre (fra l’altro la vecchina che ora ha un nome, Signoralina, ha passato l’estate a monitorare ogni mia mossa dalla finestra ed è riuscita a dire a mia madre “La controllo io!”, ovviamente ha perso tutta la mia stima), profuma-ambienti che ora hanno solo l'odore dei ricordi, foto di amici nuovi, amici di sempre, ex amici, foto della vacanza che mi ha cambiato la vita, dvx che non ho mai guardato perche mi sono dimenticata di scrivere cosa ci avevo messo dentro, fiori ormai appassiti che non ho mai buttato via, biglietti di concerti, indirizzi scritti solo su foglietti e mai su buste… E’ come se tutto si alzasse in aria e vorticasse attorno a me. Alcune cose mi accarezzano, altre mi feriscono, tutte mi fanno scendere una lacrima.
E’ la decima volta che trasloco (mi piace cambiare…) e credevo che almeno questa non sarebbe stata così difficile come tutte le altre.
Questa volta non lascio nessuno, mi sposto solo per alcuni mesi.
Questa volta non sto scappando, mi sacrifico per realizzare un sogno.
Allora perché fa così male?

Spedizioni giornaliere







Il pranzo.
Esco con i colleghi, uno dei pochi momenti sociali che condivido con loro.
E ogni giorno è una cosa impegnativa.
Ora, il Giappone ha una concentrazione di ristoranti pro capite che è al limite del ridicolo. La sensazione è davvero che ci siano più ristoranti che gente.
Eppure, ogni giorno, c'è il problema di dove andare a mangiare.
Sono tutti preoccupati, concentrati. Seri.
Dobbiamo andare. Ma dove?

Qualcuno propone qualcosa. Qualcuno mormora altro.
E si va.
Ci si incammina.
Dieci minuti di camminata, ristoranti su ristoranti che passiamo, ignoriamo.
Per giungere a un ristorantino di soba nascosto. A un ristorante coreano che a sapere che esiste fai fatica lo stesso a trovarlo. In QUEL ristorante che fa carne, ma non si capisce che differenza ci sia da quello a due passi dall'ufficio.
E pur chiedendo, non riesco a capire cosa li muova.
Cosa li spinga.
Si lamentano di non sapere dove andare, che non ci sono posti.
Mi guardo attorno e ci sono mille ristoranti, a volerne provare uno al giorno non sarebbero ancora riusciti a provarli tutti.

Dopo 5 viaggi in Giappone. Tre mesi di permanenza e vita gomito a gomito. Libri. Amicizie.
Ancora non li capisco.

Credo che questo posto mantenga giovane il cervello.

Al di là del muro







Tre mesi. Sono stato qui tre mesi.

E solo ieri ho visto una giapponesina volare per le scale (d'altronde camminano in modo assurdo) e solo oggi dei tizi che giravano un film porno per le strade di Shinjuku.

Ovviamente niente sconciaggini in pubblico, purtroppo. Solo scene di vita della gentile protagonista, interviste, due chiacchiere con la starlette di turno. In Giappone funziona così.

D'altronde da noi, nel cinema, a teatro, è importante sì l'attore, ma soprattutto il personaggio, la "trama" (che in per un film porno va messa rigorosamente tra virgolette).
Insomma non vai a teatro a vedere Aristide Caglioffi, vai a vedere l'Amleto.
E se ci vai per Caglioffi è perchè è una super star, non perchè sei in grado di apprezzare l'idea di meta recitazione. Il punto di vista è diverso.


Non c'è mai il superamento del quarto muro, non vi è la prevaricazione della struttura narrata, se c'è è solo perchè sei un cretino.
Qui invece, ed è tradizione che nasce e cresce nel teatro Kabuki e in altre forme di teatro tradizionale, l'attore e la performance sono molto più importanti di vicende, storia, personaggi. E il pubblico lo rimarca, e presta attenzione a quello.

Lo stesso, per tornare al punto di partenza, vale per il porno.

Questo sabato mi sa che vado di nuovo al teatro Kabuki di Ginza.

mercoledì, dicembre 03, 2008

Contagio, delirio, soluzione.






Il Giappone ti contagia, ti entra sotto la pelle. Pian piano diventi surreale, come loro. Soprattutto se ci sei già portato di tuo.

Ignazio parla di scatole vuote.
Razzi parla di paraorecchie e ombrelli.

La mia mente comincia a funzionare in maniera associativa, come funzionerebbe nel leggere due kanji, uno di fianco all'altro, che generano una parola dal significato nuovo, unico, differente.

Hana, fiore, 花.
Hi, fuoco, 火 o 火災.
Hana-hi, hana-bi, hanabi, fuoco d'artificio, 花火.


Con un simile processo ho trovato la soluzione per i regalini.

Uno scatolone pieno di minchiate giapponesi. Chi arriva si prende quello che gli piace e se ne torna a casa felice.

Visto che Razzi sarà uno degli ultimi che si farà vedere, spero proprio che nessuno scelga il paraorecchie o l'ombrello, darling.

Ignazio invece è fortunata, avendo schifo di farsi vedere avrà proprio quel che propone: il vuoto della scatola.

martedì, dicembre 02, 2008

P-Apa Razzi-ngher: un uomo con le palle


Ecco QUI la notiziona.

Un motivo in più per tenermi lontana (leggi: odiare a morte) dalla Chiesa Cattolica.

Da notare che non si parla di accettazione o meno dei matrimoni tra gay (che pure non mi sembrano da condannare, anzi) ma di esprimere un parere contro le leggi che condannano a pene gravissime gli omosessuali in moltissimi paesi del mondo.

Nostos



Oi Nostoi, i ritorni.
La serie di saghe epiche dei ritorni in patria degli eroi greci finite le fatiche della guerra di troia.
Il più famoso è sicuramente l'Odissea.

Presto ce ne sarà anche un altro, il mio.

Accettate un consiglio.
Non andate mai, MAI, in Giappone e fissate il rientro poco prima di Natale.
Perchè non ci sarà quasi anima viva che non vi chiederà un regalino.
Oltre a quelli di rito.
Oltre alle idee regalo per le zie, i parenti, gli amici.
Lo spazio in valigia.
Cosa prendere e a chi.
Lo yen che sale.
Le foto da mandare.
Taglie.
Gusti.

Ma sai che faccio?
Bacchette e ventagli per tutti.

Mediaset Uber Alles