mercoledì, maggio 28, 2008

The chemicals between us

Tutti l'abbiamo avuta.
Quella bimba, bionda, sveglia, con gli occhi azzurri.
Vostra amica alle elementari, con la quale facevate mezze vacanze, mezzi sogni.
Un po' maschiaccio, un po' donna.
Tre volte più matura di voi. Di cui eravate innamorati come solo un bambino potrebbe essere, senza capire bene cosa volevate, odiandola anche un poco perchè cresceva troppo più in fretta di voi.
Sono sicuro che ve la ricordate anche voi.
Allegra, di nome e di fatto, mezza danese. Ci siete andati in Inghilterra assieme. Ci andavate a Gardaland e in campeggio assieme. Giocavate sul letto con lei senza la minima malizia, ci andavate a lezione di inglese quando avevate otto anni.
Forza che ve la ricordate.
Vi siete persi di vista a metà delle medie, entrambi troppo impegnati a crescere in una direzione vostra.
Beh, ve la ricordate?
Se sì, cercatela su Facebook, perchè io lì l'ho ritrovata.
E non potete capire cosa vuol dire parlare su skype con lei e vedere gli stessi occhi e lo stesso sorriso, anche se a 3000km di distanza. Io, quantomeno, non sono in grado di farvelo capire.
Potete solo provarlo direttamente, o cercare di leggere tra le righe.

martedì, maggio 27, 2008

Nice idea




Ringraziamenti al Lettore(tm), che ci ha passato il video.

I believe I can see the future

C'ho preso gusto.
Questo fatto del post nel futuro. Lo fai, ma non esiste. Non esiste fino a quando non scatta l'ora. Quindi è solo un passo in più, dalla potenzialità, alla realtà.
E' un post immanente.

Ed è giusto che sia un post così a raccontare quel che ho da raccontare...

Mi sono seduto ad un tavolo, stamani, in treno. Che poi era ieri. Ma adesso è stamani e domani sarà ieri.

C'erano tre persone.
Sui 50 anni.
Sembravano conoscersi ma anche avere un certo distacco.

C'era uno dai capelli bianchi. Vestito un po' da ggggiovane, con la cintura bianca, i jeans, le scarpe bianche. Leggeva un libro di Veltroni, Le Repubblica, si atteggiava. Sembrava un po' un ricchione. Ma probabilmente non lo era.

Di fronte a lui un tizio timido, occhi intelligenti, capelli di quel biondo immortale. Un poco goffo. Un poco convinto di qualcosa che forse ha dimenticato. Un poco a sé stante, un poco perso, un poco conformato.

Di fianco a lui un tizio un po' grezzo. Un po calvo, ma non troppo. E' piccolino, capelli scuri. Il collo più largo della testa. Ha dei braccialetti al polso. Sembra un tizio che ad un certo punto ha deciso di diventare muscoloso e l'ha fatto. Ha gli occhi furbi, svegli, in cui rifulge la saggezza di un uomo che ha fatto della consapevolezza della propria immagine il suo ancestrale e profondo cruccio... ed amari.

Mi sentivo stranamente a casa e spaesato. Fino a quando non ho capito.
Ero al tavolo con il futuro me, il futuro Ergo e il futuro Razzi.

Il futuro Thesp non c'era. Probabilmente muore giovane.

domenica, maggio 25, 2008

Goodbye, goodnight

Tempo di pulizie, di primavera, di maggio, di giugno.


Ho eliminato un po' di utenti, è stato un tuffo al cuore.
Qualcuno si domanderà come ho fatto, con quale freddezza sono stato capace di eliminare dal blog persone del calibro di Parrucca zuccherata...
O di Mammolave(rde).

Quante risate ci siamo fatti in compagnia di Julio, e quanti pianti con Tot

Mandrake, tu e le tue magie ci mancherete tantissimo.

Cervantes. Tu lo sai. Io lo so. E va bene così.
Pink Action, keep it real. Foerever.

KTS. So che sono i tuoi impegni di studio ad averti tenuto lontano. Noi ti penseremo. E quando vuoi tornare, sappi che un posto per te qui ci sarà sempre.

CAMO. La variante. Grazie.

You guys, are the stuff the legends are made of.

Ora abbiamo bisogno di nuovi iscritti però. Qualcuno che magari una volta qualche cosa la scriva.

(Post a tempo, postato di domenica mattina quando io sarò chissà dove)

sabato, maggio 24, 2008

Sex and the Ci-Pi - 4. Metodi di conquista, questi sconosciuti.

Quali erano i metodi di conquista degli uomini una volta? Beh, facile! Regalavano fiori, portavano fuori a cena, scrivevano poesie. Semplicemente erano discreti e Romantici (e la R maiuscola non è casuale).
Ora però, noi donne del ventunesimo secolo, abbiamo voluto l'emancipazione femminile? Abbiamo voluto metterci i pantaloni e andare in giro senza reggiseno? abbiamo voluto far capire chi è veramente il sesso forte? Brave! Adesso ci tocca tenerci questi uomini impauriti e con crisi di identità che non hanno la più pallida idea di come ci si comporta con una donna.

Ma veniamo al concreto, alla mia personalissima e imbarazzante esperienza.
Sono single da 5 mesi. Sono uscita con dei ragazzi ed ecco come hanno provato a conquistarmi, premetto che qualcuno non verrà citato per questioni che non sto a spiegarvi:

- C'è stato quello che dopo una settimana mi ha detto "Ti amo" (battendo tutti i record), poi ha detto di volermi seguire in capo al mondo e ha concluso, dopo essere stato scaricato, che me ne pentirò! Ho un po' paura adesso...

- C'è stato poi quello che aveva un vocabolario ristretto a "Sì sì", "No no" e "Birra". Vi lascio immginare quanta presa abbia avuto su di me tale esemplare! Per lo meno ora ho la certezza che l'uomo derivi dalla scimmia!

- Uno dei più preoccupanti è stato quello che, dopo avermi offerto un caffè, ha pensato che stessimo assieme e mi ha regalato un orribile panda di cristallo (che ho già rotto spolverando), un peluches e un'altra cosa che non ho mai visto perchè sono scappata a gambe levate visto che mi tempestava di messaggini, telefonate, mi seguiva e mi spiava...

- Ma l'ultimo è il migliore in assoluto! La sua frase top è stata: "Perchè, pur di stare con te io darei... darei... sì, darei ache questo mignolo! Lo vedi? Darei proprio questo mignolo! Che tanto non mi serve! Anzi! Anzi, li darei tutti e due! Che tanto mi rimangono otto dita!"

Ora... sono io che sono sfortunata e incontro solamente sociopatici, paranoici e maniaci? Oppure gli uomini di una volta sono definitivamente spariti dalla faccia della terra?

Nel dubbio resto da sola.

Please tell me why. [Domanda delle 9.02]

Perchè a qualsiasi ora io vada a dormire poi mi sveglio sempre o alle cinque, o alle sei o al massimo proprio se è la giornata di grazia e un prete e un santone indiano hanno incrociato i flussi delle loro benedizioni, alle sette?

Perchè?

Perchè?

Chi me lo sa spiegare, chi avesse qualche soluzione, mi contatti qui o su mail privata.

Saprò essere riconoscente.

Perchè?

giovedì, maggio 22, 2008

"il principio o la fine: uguale sorte, ormai"

È un anno che ho dichiarato il mio amore per Byfluss, e apparentemente nulla è cambiato.
Lui è irremovibile come un ippocastano e io continuo a lanciargli i miei segnali amorosi, come la luce intermittente rossa nelle macchine parcheggiate di sotto.
A volte, nel canto della mia stanza, mi metto a sfogliare le numerose pagine in cui Byfluss con dolcezza mi chiamava, a scelta, troia, satrapa o sottospecie di bagascioide (il mio preferito).
Non dimentico le occasioni in cui mi invitava con tatto a cambiare avatar, addirittura un sogno con lui presente, di sparire dal blog e di smetterla con la droga.
Non posso scordare tutto ciò, ma come posso sperare ancora, nonostante l’evidenza?
Da un approfondito discorso con il perdente dell’attuale sondaggio, emerse ciò che segue: Byfluss non mi ha mai davvero capita, e mai presa sul serio.
Come dargli torto, del resto, nel regno indiscusso della “banfa”?
Ma a volte bisogna saper guardare la verità nelle palle degli occhi. E dire: va bene, va bene.

Eppure nonostante i cambiamenti della vita, non riesco a scollarmi dalla mente l’immagine di Byfluss nudo sul tetto, o le sue perle lanciate così, nel muzzo del porcile che è il mondo.
Io non posso restare seduta in disparte.
Né arte, né parte.
Non sono capace di stare a guardare.
E quindi non fa niente se ero partita con l’idea di ammettere che va bene, non è cosa. Byfluss non mi amerà mai.
Ho cambiato idea.

martedì, maggio 20, 2008

Porn, Porn, Poooorn!

Burning down the house

Io lo dicevo.

Io lo dicevo che si faceva troppo casino in questa casa.
Musica. Odori e fumi sospetti. Lingue strane. Uomini. Donne. Fino a tardi. A volte che non escono di casa per giorni.
E poi quel ragazzo lì non mi ha mai convinto. Fa un lavor strano. Ha trent'anni e non si è mai sposato, a messa non lo vedo mai e a quanto ho sentito non ha manco fatto la cresima.
Pensa che tempo fa è stato anche con un'extracomunitaria.

Finalmente però hanno deciso di fare qualcosa. Di prendere la situazione in mano.

Mi sono trovato questo avviso, affisso alla porta.




E così domani devo tornare a casa prima.

Per me

Dopo aver avuto il privilegio di vedere l'ultima decisiva partita grazie ad Apa; dopo averlo sentito sbraitare ed abbaiare contro i soliti presunti favori arbitrali nei confronti dell'Inter; dopo aver letto delle varie rosicate dei vari romanisti; dopo aver subito l'ennesimo tentativo di Apa di farmi cambiare squadra e sopratutto dopo che Byfluss e' finito in coppa Uefa; mi sembra il caso di concludere questo splendido campionato con l'unico e vero inno dell'unica e vera squadra di Milano. Non il pur lodevole "Pazza Inter Amala" ma il seguente capolavoro scritto, non a caso, da Elio e le storie tese ed interpretato da Graziano Romani.



Mi levo il cappello.

lunedì, maggio 19, 2008

Thanks for the memories

Davanti a me, sulla scala mobile, un uomo distinto, elegante.
Trenchcoat nero, borsa in pelle. A metà scala comincia a farla oscillare.
Quasi roteare...
Quasi mi cava un occhio.

Giusto il tempo di domandarmi che cazzo fa che lo vedo infilare violentemente la mano tra le guance del suo sedere e vigorosamente cominciare a grattare, strattonare, ravanare. Attraverso i pantaloni, nello spacco del trench.

Dieci secondi in cui non riesco a dare un colore e una forma al mio basimento, quando poi smette.

E si porta la mano alla bocca, e annusa. Aspira. Gusta.

E in men che non si dica torna ad essere un uomo distinto, elegante. Uno a cui stringeresti la mano.

domenica, maggio 18, 2008

Appunti di viaggio

Sono partita dall'aeroporto di Delhi lasciando, seppur per qualche giorno, un secchio con cui mi faccio la doccia e in cui lavo a mano tutti i miei vestiti. Ho lasciato le zanzare e la polvere, i bambini affamati e i branchi di cani, il caldo che sfianca e il cibo che rende il tuo intestino una fabbrica di cacca molla. Ho lasciato il ragazzo indiano che si nasconde dietro ai cespugli fronteggianti il mio studentato rigorosamente femminile per masturbarsi (la guardia l'ha beccato 3 volte, ma è sempre riuscito a scappare).
Gli Emirati Arabi Uniti puzzano di petrolio, e non solo da una prospettiva economica, ma pure realistica. Vicino a dove sto ora stanno costruendo l'ennesima isola artificiale, sulla quale hotel e campi da golf avranno la precedenza. Qui c'è un lusso sfacciato, senza personalità. Un lusso che appare ma non è. Non vedo stile in Dubai. Non c'è un posto che ti sorprenda per altro che il lusso, un'immagine che colpisca la mente più che gli occhi. E, tra qualche anno, Dubai sarà un'altra Sharm El Sheikh, ovvero un posto in cui all'inizio dovevi avere un 'buon tenore' (Paglia 2007) per andarci, ora basta il rimborso dell'INPS. Di nuovo avverrà una democratizzazione del lusso, un'accessibilità che porterà più clienti ma toglierà il senso di esclusività. La scarsità verrà trasformata in abbondanza, e si dovrà cercare un altro bene scarso per poter far felice chi della scarsità se ne fa uno stile di vita bramoso di ammirazione e tentativi di imitazione.

Ieri, nel taxi, mentre parlavo di blanda economia con l'autista Pakistano, ho avuto un'idea geniale per un post, ma l'ho dimenticata nella notte. Sarà l'età, saranno gli acronimi che aleggiano nei miei neuroni, sarà che quando ero piccola mio padre mi ha costretta a mangiare dei funghi che sembravano piccoli cervelli tenendomi una mano stretta sul collo fino a quando non inghiottivo. Devo bere più caffeina e mangiare pesce crudo.

venerdì, maggio 16, 2008

Ragion Perduta

Oggi si festeggia il compleanno di Ragion Perduta.

Non ho un'idea precisa di quanti anni compi né del continente in cui ti trovi, ma spero che la tua lunga, invidiabile, entusiasmante scopata con il pianeta Terra prosegua.

E mandaci altre foto come questa.

Calciomercato?

Potrei fare tanti commenti, anche sul sondaggio attuale, ma alla fine risulterebbero di cattivo gusto.

giovedì, maggio 15, 2008

Banksy, who's your daddy?!

Anche se penso che ormai stia raggiungendo una diffusione pari a quella del clip di "Menomale che Silvio c'è" (non è vero), condivido lo stesso questa meraviglia:



Sul sito di Blu

mercoledì, maggio 14, 2008

Sex and the Ci-Pi -3. Questione di culo

E' trascorso ormai più di un mese dal mio ultimo post. Passa il tempo, passano i giorni e le stagioni, fa caldo, caldissimo. Le persone iniziano a spogliarsi dei pesanti indumenti invernali e dalle t-shirt spuntano rosse e imbarazzate le prime ustioni causate dai raggi di un sole bastardo e improvviso.
E allora colgo al volo l'occasione e spoglio anche io! Svuoto gli armadi e li riempio di canottiere e pantaloncini, costumi da bagno e teli mare; i miei famigerati pigiami invernali lasciano il loro posto a magliettine e shorts.
Svuoto il mio cuore appesantito dai troppi dispiaceri invernali, metto tutto in un cassetto della memoria che chiudo bene con una chiave che perderò in qualche tasca.
Mi sento viva, pronta a ricominciare. Estremamente sola e finalmente contenta di esserlo. Abbandono amicizie futili e inutili, abbandono falsità e parole sprecate, speranze deluse e promesse mai mantenute.
Non rido più come una volta e smetto di dire “un sacco”.
Ritrovo me stessa. Eccomi qui, nuova eppure sempre io. Sono quella bambina che correva nel prato davanti casa e sono la donna che spero di diventare un giorno. E’ una sensazione nuova, frizzantina e un po’ destabilizzante. Ma mi piace!!!
Sull'onda del cambiamento avrei voglia di abbandonare anche il mio nickname, di rinnovarmi, di essere una persona diversa... ma non posso, il mio cipi mi ha portata fin qui e comunque vada, nella vita, è sempre e comunque questione di culo.

Some girls are bigger than others

Si pensa sempre che non si possa più crescere, cambiare. O almeno spesso l'ho pensato io.
Ho venti, venticinque, ventotto anni, mi dicevo.
E invece succede. cresci, cambi.
A volte all'improvviso, a volte lentamente, a volte è un processo che richiede un po' di entrambe le cose.

Cosa ho imparato a sto turno?
Da cose successe ad altri.
Che se prendi decisioni col culo, la pancia, o qualsiasi altra parte del corpo che non sia il cervello, molto probabilmente dovrai pagarne le conseguenze, e molto probabilmente non hai idea di quanto grandi siano.
Che le cose preziose costano, e spesso vanno pagate.
Che non ci si approfitta della disponibilità degli altri adombrandoli con il proprio egoismo.
Che chiunque o quasi si racconta cose su di sè che sono completamente fuori da ogni criterio. Anche tu Thesp.
Che ci sono persone che ti capiscono al volo, in pochi secondi.
Che ci sono persone che non ti capiranno mai, se non vagamente, senza afferrare appieno.


In modo diretto.
Che anche se c'è qualcuno che ti fa male e sembra quasi farlo apposta, potrebbe essere persino colpa tua.
Che l'orgoglio e la paura sono le cose che in assoluto mandano a puttane la mia lucidità, la mia capacità di analisi e la mia consapevolezza, quest'ultima rimane la mia personalissima divinità.
Che sono capace di prendermi colpa e responsabilità per i miei errori.
Che imparerò sempre qualcosa, cambierò sempre idea. Spero non questa, visto che è un potente antidoto ai miei moti autodistruttivi.
Che forse ma forse potrei essere capace di "amare" pure io.
Che forse ma forse, invece, sono una causa persa a questo proposito, anche se poi, spesso a posteriori, mi so spiegare esattamente cosa sia andato male, pure in me.
Che la frase più patetica e triste del mondo, a volte, è vera: si può stare benissimo da soli, ma solo se poi soli non lo si è.
Che lascio un segno nella vita delle persone ed è una cosa che mi inibisce e spaventa.
Che le suore hanno un buon gancio sinistro, ma che con una gomitata al volto le mandi giù come niente.
Che, alla fine, sono un gran figlio di puttana e vi cago in testa.

Quest'ultima l'ho messa solo per alimentare il dialogo, che ultimamente langue sul blog.

martedì, maggio 13, 2008

Nun nun knocking on the train's door

Ho sempre provato profonda disistima per quelle persone che, all'apertura delle porte di un treno, della metropolitana, vengono possedute da una smania egoista e violenta. Spesso donne, di qualsiasi età, devono assolutamente sedersi. E' un diritto che hanno acquisito, la loro è una giusta lotta contro l'inammissibile sfacciataggine di chi prova a portare loro via il sacro scranno, o di chi semplicemente le rallenta nel loro incedere ansioso.

Stamane ho incontrato persino il peggio. Due suore. Sorridenti sotto quei baffi che sono chiaro segno del demonio. Si muovono frementi, con quel sorriso tra il compiacente e il crudele ma forse semplicemente ottuso. Sgomitano, vogliono una porta, il treno si sta ancora muovendo, ma loro lo rincorrono. Sanno quale porta vogliono. L'hanno scelta. Iddio stesso l'ha indicata loro. E' quella su cui campeggia la scritta "PORTA INUTILIZZABILE".

La conquistano, la fanno loro. Ostacolate solo da chi è fermo sul binario in attesa che il treno si fermi.
Stranamente Gesù, la Madonna e neppure San Giuseppe non fanno il miracolo e la porta rimane chiusa. Ovviamente incazzate come solo due suore possono essere fanno di tutto, persino una piccola danza della pioggia e qualche sommessa bestemmia.

Cambio di strategia. La porta a fianco, dove il sottoscritto si trova ordinatamente in fila. Notare prego che a questo punto è chiaro che il treno sia praticamente vuoto. Ma loro sono in missione per conto del signore. Mi, letteralmente, spingono via. Col gomito, con la valigia. Si fanno largo. Allungano con movimenti fastidiosi le braccia. Non aspettano che la gente scenda. E sorridono. Quel sorriso dell'ignoranza fervente e ottusa. Sotto quei baffi. Come se aver lasciato inacidire e seccare le pareti vaginali abbia dato loro un qualche diritto giusto alla prepotenza.

Ho deciso, adesso mi alzo, vado nell'altro scompartimento e le prendo a calci.

Se leggerete questo post, vorrà dire che l'ho fatta franca.

lunedì, maggio 12, 2008

Incubatore

Apa deve avermi attaccato qualche strana malattia del sonno.

Ieri sono riuscito ad addormentarmi solo alle cinque, dopo una notte passata a gridare disperazione contro una figura luminescente e odiosa che appariva nella stanza di fronte. Quando ho riavuto vita nel corpo sono riuscito ad alzarmi, andare a vedere se il mio amico era tornato a casa, se non fosse rimasto chiuso fuori con quell'altra ragazza. Nell'appartamento non c'era nessuno, forse erano restati a dormire fuori.
Quindi un elicottero precipita davanti alla spiaggia e trapanando l'acqua con l'elica si spezza ed esplode. Subito arriva una motovedetta per finire i superstiti.
I proiettili traccianti raggiungono uno a uno i naufraghi. Sgomento, ma non cedo alla paura e riprendo la scena, poi scappo sulle colline sabbiose seguito da qualcuno che crede di salvarsi.

Solo a mezzogiorno, al risveglio, ammetto che non c'era alcun amico in programma, né ospiti e quella figura di luce probabilmente era uno stupido lampione.


Oggi tornano i pericolosi velivoli.

Mi sveglio quando un annuncio in inglese gracchia di allacciare le cinture.
Mi ero addormentato e stiamo atterrando, Apa è di fianco a me.
Qualcosa non va. Gli oblò da entrambi i lati sventolano palazzi a una distanza preoccupante. Non mi risultava che dovessimo atterrare a Londra City e nemmeno Apa sembra molto tranquillo. Comincio a cagarmi sotto, le ali in punta sfiorano gli edifici, portano via vasi e biancheria. Ad ogni blocco folate di vento fanno oscillare l'aereo che rallenta sempre di più. E' inclinato all'indietro, i motori non danno potenza, c'è un guasto. Stiamo scendendo a venti metri, dieci, l'aereo è fermo e non tocca terra. E' uno schianto agognato, ma negato. Questo maledetto sta calando come un elicottero, se tocca terra si spezza.
Qualcuno dietro mi dice di scendere prima che atterri. Mi tolgo le cinture e solo ora mi rendo conto che non c'è alcuna capotta, quindi salto fuori. Via prima che tutto sia in fiamme.

Ci allontaniamo rapidamente, nessuno in giro finché non arriviamo a una strada di montagna.

"Dove ci troviamo?"
"A Ginevra", risponde una turista.

Ginevra. La compagnia aerea mi dovrà rimborsare il ritorno, questo scherzo mi costerà almeno duecento euro. Sono molto contrariato, andiamo a prendere un autobus per Ginevra. Saliamo, l'autobus è pieno e parte, sistemo le valigie. Due, tre fermate, periferia, violenza verbale, criminalità.
Due controllori in testa si alzano, io e Filippo sappiamo di avere sbagliato.
In piedi frugo nelle valigie, lui resta ad aspettare senza scuse.
La gente è davvero tanta, la donna in uniforme mi passa davanti, non chiede niente.
Mancano due fermate a Ginevra, fermi a un semaforo.
Dalla strada un borghese forza la porta d'emergenza alla sinistra del guidatore, entra, apre il separé e insieme a cinque agenti di polizia inglese trascinano fuori l'autista.
Lo prendono a pugni in bocca. "Ti sei costituito, bastardo!?". Costituito?
Viene lanciato fuori dal bus, sconvolto e colpevole non riesce a parlare. Un agente motorizzato lo prende al collo, lo benda stretto, gli tappa la testa con un casco, lo sbatte sulla moto, blocca l'acceleratore e lo spara a missile attraverso la piazza, sulla rotonda statale. E' un attimo: la moto cade, un furgone, un'auto, un'altra moto, un carosello di ruote gli passa sopra. Sparisce.

Mi sono distratto e ora la donna mi chiede il biglietto, spiega che quell'uomo truffava le assicurazioni simulando gravi incidenti. Un contrappasso, ma quanta severità questa polizia. Cosa succede a chi non ha il biglietto?
Sinceramente mi spiego e la controllore non la prende male, mi chiede ottanta euro, ne prende cinquanta e me ne dà quaranta di resto. Rimango interdetto, cerco di spiegare l'errore, lei mi fa zitto e capisco che è un favore.

Non ricordo niente poi, solo baci morbosi.

Once again, farewelli

E ritorna, puntuale, quel momento in cui Ergo ritorna, puntuale, a Pasadena, California.
Volto scuro, voce seria. Devi lasciarlo partire con il sorriso.
E mi ritrovo a spendere pensieri e a cercare parole per descrivere, magari con un tocco di poesia, la nostalgia che già pone i suoi liquidi cristalli, come rugiada, sulle pareti più contorte del mio cervello.

Ma non serve. Certe cose non servono.
E allora pugno chiuso. Dorso contro dorso.

Per quando torni Ergo, ti faccio "Gimme Shelter" con la batteria, a livello hard.
Bendato.

E' una promessa.

sabato, maggio 10, 2008

Aparazzi contest - Sondaggio

Sono mesi.
Letteralmente MESI.
Che Razzi avrebbe dovuto commentare il risultato di questa tornata.
Ma non poteva.
Ogni volta una scusa.
"Ma proprio io?".

E lo sappiamo tutti la vera motivazione qual è.
"Motivi personali" sto gran cazzo.

Il fatto che avesse paura dell'incombente sfida.


Comunque:

Byfluss
27 (60%)
Ci-Pi
18 (40%)



Vince Byfluss, che richiama un'affluenza importante. Tentativi di broglio da una parte e dall'altra, ma come sempre vince chi è giusto che vinca, perchè Dio Onnipotente Nostro Signore (DONS d'ora in poi nel testo) non permetterebbe altrimenti.

Stretta di mano a Byfluss, pacca sulla spalla a Ci-Pi. La vita continua, sotto con la prossima sfida.

Dio apocopaico

Ma è mai possibile andare a dormire alle 4 e svegliarsi alle 7?

Per Byfluss, sono tre ore.

giovedì, maggio 08, 2008

Less is more

Ministero della Semplificazione, prove tecniche di trasmissione:

Ehi voi, sotto il Po = terroni
Ehi tu, con quella voce = frocio
Ehi tu, abbronzato = negro

Babuinette di Maggio - il sacro e il profano



Da gustare tutto fino al balletto finale.

Sarà un reazionario, ma ogni tanto mi viene un po' quella nostalgia per quando la chiesa aveva la parola eresia sempre sulla punta della lingua e sapeva farsi rispettare.

mercoledì, maggio 07, 2008

Perché mi fa ridere tanto?

Primavera

Strana primavera questa. Periodo divertente. Ti affacci alla finestra e vedi di tutto. Chi indossa un piumino, chi una T-shirt. Il sole, le nuvole, allergie che fanno timidamente capolino solo ora.
E si sente che nella gente intorno, come in me, scorrono lenti e ingombranti nelle vene, nelle arterie, la passione, il sesso, l'amore, e una stupida allegria. Cose stupide alle quali la mia serietà pare porre solo una resistenza pro forma. Sublimano e pizzicano lungo i capillari, solleticano i pori della pelle salendo in superficie.

Ed è facile osservare, respirare, lasciar correre i propri pensieri.

Mi tornano stranamente in mente le parole di una ragazza che non voleva che mi "accontentassi di lei" e che purtroppo per lei è stata accontentata.

E come spesso succede, si passa dal passato al presente, ed emergono i ritardi, le redenzioni, miei, altrui. Vecchie parole, che suonano ancora belle. Viene da pensare che sia bello dimenticare solo per poi ricordare ancora.

E vedo un vecchio sui settantanni che limona selvaggiamente con una trentenne sul portone di casa.

Qualcuno direbbe "rido un sacco". Ma la risata, non credo mi si confaccia particolarmente, la trovo un po' troppo sciocca, sguaiata, cercata, femminile.

Ma sorrido.
Con le palle.

martedì, maggio 06, 2008

Fame

Tempo fa, da sotto Effetto, ho pensato che la fame fosse una cosa positiva. Una situazione gradevole.
Una sensazione di eccitazione per il cibo, non dissimile da quella sessuale, che appunto viene vista come una cosa, in fin dei conti, bella.

Poi, da sano, mi hanno fatto notare come di fame tu possa morire, di eccitazione è ben più difficile.
Insomma mi hanno fatto notare come fosse una gran puttanata.

Non credo di averlo mai pienamente capito, non fino ad ora.
Ora che sto aspettando che mi vengano a prendere per poter mangiare.

Auf Achse



Now I'm nailed above you
Gushing from my side
It's with your sins that you have killed me
Thinking of your sins I die
Thinking how you'd let them touch you
How you'd never realise
That I'm ripped and hang forsaken
Knowing never will I rise
Again



Decisioni strategiche sul passante Brescia-Milano

I treni utili, la mattina, sono due.
Il lussuoso, rigoglioso, ricolmo e rinnovato intercity plus delle 8 e 57, e il sincero intercity delle 9 e 05.
Da tempo ormai ho rinunciato persino al tentativo di acciuffare il primo e lottare per un, meritato, posto a sedere in una qualsiasi carrozza di seconda classe. Non sono un giocatore d'azzardo, non amo il rischio, soprattutto quando ho già appoggiato le candide guance del mio sedere su di un comodo sedile. Perchè, vedete, su un intercity PLUS vale la regola del "mi dispiace, quello è il mio posto, mi dispiace". Tutti i posti, insomma, dovrebbero essere prenotati . Ma chi è in possesso di abbonamento, di fatto, non può esercitare nessun diritto di prelazione sui sedili anche se si narra che esistano dei posti non preposti a nessun tipo di diritto pregresso. Come dicevo, uscito dall'adolescenza, ho perso quel fascino che provavo per il rischio e per le favole e quindi, con maggiore calma, punto ormai sicuro al treno successivo.
Dove vige la più consona legge della giungla, la struttura a scompartimenti permette di cercare la solitudine o di scegliere strategicamente di sedersi di fronte a una ragazza carina. E dalla solitudine di uno scompartimento sto scrivendo ora, mentre ripenso a quando poco fa sono stato battuto sul tempo da un ciccio metallo puzzone, entrato nello scompartimento di una splendida, commuoventemente splendida, ragazza di colore. La regina di questa giungla. Almeno per stamattina.
Si faccia lei il viaggio con il ciccio puzzone.

lunedì, maggio 05, 2008

Je suis de retour

E mi sono preso una settimana di ferie anche dal blog, più o meno.
Sono stato a Londra, lo sapete. Sono stato al mare, non lo sapevate. Sono stato bene, se vi interessasse.

Ora sono di un vago color aragosta che fa ancor più risaltare i miei splendidi occhi blu.

Si avvicinano momenti importanti nella mia vita, momenti di cui vi parlerò più avanti, quando le cose saranno più chiare.

Per il momento passo il mio tempo riallacciando vecchie amicizie, riscoprendo vecchi rapporti, riassaporando vecchie sensazioni, misurando quanto sono cambiato... in meglio spero.
E nel frattempo ne sondo e ne esploro di nuovi, di amicizie, di rapporti, di chissà.

Life's bittersweet, you just have to learn to enjoy its taste, I guess.

P.S. - È bello vedere come il Razzi sappia far valere il suo nome nella testata del blog, quando non ci sono.

venerdì, maggio 02, 2008

Ragazzi è uscito Grand Theft OTO

OTO. Perché sì. Parliamo di una versione limited di Grand Theft Auto 4, così limited che ce l'hanno solo quelli del tg1. Anzi. Limited Miracle, visto che il tizio pigia tasti a caso davanti al trailer.. non è mica da tutti, eh. Occhio però, si tratta di "un passatempo che imbastardisce e spinge alla violenza".
Poi non lamentiamoci, il buon Giulio ci aveva avvisati...

L'Animateur



di Nick Hilligoss