lunedì, febbraio 28, 2011

Autoritratti




In Giappone sei schiavo delle regole e della lingua.

Regole ferree, educazione rigida, lingua e leggi al limite del comprensibile.

In Giappone, se sei straniero, vivi bene, ma vivi anche cosi'.
Costantemente e leggermente cosciente di una forma di costrizione.

Io e il mio avvocato parliamo, mi sono appena scusato e inchinato per il ritardo, scambio di inchini perche' ovviamente lui si scusa del fatto che io mi scusi.
E poi si entra in ambasciata, Italiana, ed ecco che improvvisamente mi pare di aver attraversato uno specchio. Ci vuole un secondo. Un secondo netto.

Improvvisamente sono io quello che capisce come gira il vapore e la gente che ho davanti, la conosco bene.
Gente che smussa gli angoli, che aggira gli ostacoli, che se puo' parla in Italiano.
Ed e' davvero una sensazione incredibile, vedere il mio avvocato improvvisamente boccheggiare, pesce fuor d'acqua e io sentirmi liberato, ritrovarmi nell'oppressione che conosco, quella di casa mia, quella della rilassatezza e dell'egoismo umano, che fa a pugni con la moralita' locale.

Quella del poliziotto che mi dice yamme yamme. Degli ufficiali che mi chiamano per nome e parlano bypassando il mio legale, perche' e' piu' comodo cosi'. Ed e' giusto.
E quasi mi verrebbe da slacciarmi la cravatta e la cinta e rilassarmi.
Sotto la finestra da cui il poliziotto di cui sopra squadra una ragazza in pantaloncini troppo corti, squadra con un viso che non dovresti mai fare in pubblico. Non se non vuoi essere arrestato. Ma la legge qui e' la sua. E quindi rimane con la sua faccia da allupato a sbavare mentre la tizia in questione compila moduli.

E poi si esce.
La mia cervicale gia' si irrigidisce un poco.
Un paio di inchini e ognuno dalla propria parte.

domenica, febbraio 27, 2011

Epifanie


Essere in studio di registrazione e scoprire che la parola spalla, in inglese (SHOULDER) in giapponese si pronuncia esattamente SCIORDA.

sabato, febbraio 26, 2011

L'inter su Carrasco



Giocatore cileno under 20.
Ha conquistato con il proprio stile Moratti.
In effetti e' in linea con le linee guida dell'inter.

venerdì, febbraio 25, 2011

giovedì, febbraio 24, 2011

Isogashii


So che la mia latenza ha il sapore del menefreghismo [cit.] ma voglio dirvi che non e' cosi'.

Vi voglio sempre bene ma sono fin troppo impegnato.

Vi voglio talmente bene che ogni volta che, finalmente, vado a dormire, sogno di scrivere post bellissimi, e la juve che vince tre partite di fila.

E Berlusconi che fugge dall'Italia per evitare la galera.


Cose belle insomma.

A presto.

mercoledì, febbraio 16, 2011

Buondì

martedì, febbraio 15, 2011

lunedì, febbraio 14, 2011

Come on, come on, put your hands into the fire



Da quando ho visto questo video, qualche giorno fa, son tornato a guardarlo più volte sempre più confuso da idee e sentimenti contrastanti che mi impediscono di giungere ad una sintesi nitida dei miei pensieri. Questo video, ciò che rappresenta e ciò che succede in questi giorni in Egitto sono per me diventati un rompicapo emotivo ed intelletuale dai contorni sfocati.

Ammetto che la prima volta, di fronte a quelle immagini, a quella musica, ho sentito gli occhi che diventavano lucidi. C'è qualcosa di profondamente toccante, commovente ed anche esaltante nell'idea di persone diverse che si ritrovano a lottare insieme per un futuro migliore. In parte credo sia espressione di quel potenziale latente che tutti sentiamo esserci nell'umanità, ma che il più delle volte è soffocato dal nostro egoismo. L'umanità è a volte capace di moti che travalicano la propria limitatezza e le permettono di mettersi in gioco, in pericolo anche, per un ideale. Mi rendo conto che concetti come "futuro migliore", "egoismo", "ideale" suonano retorici e vuoti, ma è proprio quando cessano di sembrarlo e si riappropriano di tutto il loro illuminante significato, di tutta la loro capitale importanza, che possiamo ergerci, a ragione, al di sopra delle bestie, dimostrando autodeterminazione ed aspirazione ad un costante miglioramento personale e sociale che tenda ad una perfezione irraggiungibile ma pur sempre avvicinabile.

D'altra parte mi rendo conto che il video è costruito per essere un'esaltazione di questa visione che, per forza di cose, è solo un aspetto della situazione. La complessità di quel che succede oggi in Egitto non può e non deve essere riconducibile ad una così facile catalogazione. Perchè se è vero che la chiave di lettura proposta tocca i più alti valori umani, è anche inevitabile pensare ai rischi e alle distorsioni ai quali questo tipo di avvenimento è storicamente propenso. La sollevazione popolare nasce dalla parte più grandiosa della natura umana ma finisce molto spesso come strumento della su più bassa grettezza. E così non si può scacciare dalla mente tutte le cose che possono andare storte. La violenza potrebbe diventare un vortice che risucchia tutto, anche chi aveva le migliori intenzioni, e portare ad abominevoli degenerazioni. La protesta della gente potrebbe venire strumentalizzata e manipolata a favore dell'instaurazione di un regime totalitario, teocratico, dittatoriale, militare. Ma la degenerazione più terribile, è quella del sopirsi delle coscienze, quando, dopo aver ottenuto dei primi grandi risultati, proprio quella gente che aveva lottato con scolpiti in mente valori supremi, li mette da parte, li declassa a parole ormai vacue. Quando la società si addormenta, dimentica i propri ideali, ecco che è preda del lassismo, della corruzione, dell'egoismo. Sembra essere la maledizione dell'umanità, incapace di puntare a quel perfetto ideale con costanza, sempre condannata a distrarsi, a perder di vista quel che è importante a favore di quel che è più comodo, più facile, più personale. Condannata a ricominciare sempre tutto da capo, come Sisifo.

È il suo carattere effimero, delicato e fraglie a rendere così difficile una categorizzazione definita della rivoluzione egiziana di questi giorni. Gli ideali da cui è mossa mi toccano nel profondo, le degenerazioni alle quali si presta, tante e terribili, mi spaventano. Posso solo augurarmi che la sua gente sappia resistere alle manipolazioni e all'abuso della violenza. Posso sperare rimangano aggrappati a quegli ideali che adesso li animano, che creino una società equilibrata, giusta, attenta, vigile. Posso sperare in un mondo migliore.

Radical Chic

giovedì, febbraio 10, 2011

mercoledì, febbraio 09, 2011

Sempre piu' eroticissimo


Continuano le avventure del nostro Byfluss, il supereroe eroticcissimo.

martedì, febbraio 08, 2011

Punto fermo: .

Sentite, io in questi giorni non vi seguo molto, anche perché non ho ancora capito chi è cosa, se Apa è interista o juventino, chi è morto, se Moccia ha scritto davvero la storia del puzzone, se Ergo è biondo, se io vorrei non vorrei ma se vuoi, chi fischia se non deve fischiare?, se Montag vuole ammazzarmi col minipimer, se byfluss va sul tetto o no, se il Razzi. E poi Ignazio, Indifendibile Igny.
Però questo continuo cambio di titoli mi sta veramente uccidendo, ho bisogno di punti fermi, ogni giorno un nome diverso, insomma che cazzo qua c'è gente che lavora e non sa che pesci pigliare e voi cambiate il titolo proponendo diverse specie di uccelli. Un casino.

Finalmente


Finalmente mi e' arrivato super dc super universe super online.
Ovviamente non mi funzionera' e stasera, al mio ritorno a casa, piangero' lacrime amare.

Ma visto che mi piace vender la pelle dell'orso prima di averlo ucciso, per ora sogno ad occhi aperti le nuove, fantastiche avventure dei WONDERBIRDS.

lunedì, febbraio 07, 2011

Questi alla juve non li fischiano

Tu chiamale se vuoi,soluzioni


La soluzione all'indovinello che ha stregato l'Italia non e' stata indovinata.
O meglio, qualcuno ha indovinato la canzone e qualcuno si e' avvicinato al motivo.

Come sempre, Aparazzi e' partecipazione,

Ad ogni modo, la canzone era "Dieci Ragazze per me".
Il motivo risiede nel primo verso della canzone "Ho visto un uomo che moriva..."

sabato, febbraio 05, 2011

Il bel libro del fine settimana



Lo sapete che il 9 febbraio uscirà nelle librerie l'ultima fatica di F. Moccia?
Non sarà il solito volume rivolto ad un pubblico di adolescenti, bensì tratterà la romantica storia di due - ma anche tre - adulti belli e impossibili.

Vi riporto quanto scritto nel retro della copertina, so per certo di fare cosa gradita a voi intenditori dell'amore.

Pandorzo è l'uomo degli incubi, possiede un orto di segale a Pianezza, un umido monolocale in affitto nella zona della Falchera di Torino, una tessera mensile della GTT (gruppo torinese trasporti) ed è di una bruttezza nauseabonda. Tutte le donne prima o poi lo mandano a fanculo. Ma lui non sa dimenticare una ferita del passato che l'ha cambiato per sempre. Ora Pandorzo odia la felicità e non vuole più ammmare.

Cianpornia è una sciatta suonatrice di ukulele dotata di zero talento ma un voto d'amore l'ha costretta a troncare la sua brillante carriera di shampista tenendola sempre più incollata all'ukulele. La sua vita ora è accanto a Barbezio, rimasto gravemente offeso da una pulce in un mercato delle pulci, ed è segnata da un dolore profondo che lei tenta di annegare nella rassicurante routine quotidiana.

Un giorno come tanti le loro anime s'incontrano. Pandorzo entra in una chiesa e sente un coro di vecchie begonie che cantano "La Bergera". Rimane lì, in silenzio, come rapito, emozionato da quella musica, quando improvvisamente la vede. Cianpornia ha un occhio aperto e l'altro chiuso, la bocca si muove a ritmo di tip tap e segue sognante le note. Muove le dita dei piedi a tempo, conosce a menadito ogni passaggio di quella musica. A l'ombrëta d'un busson bela bergera a l'è 'ndurmia. Pandorzo è stregato da quell'immagine e quando lei chiude anche l'altro occhio e lo manda a cagare è come se per la prima volta capisse cos'è l'amore. Da quel momento la sua vita non sarà più la stessa, perché una passione bruciante per il poker online lo costringerà a tentare ogni mezzo per conquistare Cianpornia... chi è veramente questa donna? E soprattutto, dove nasconde il suo ukulele?

Cianpornia è combattuta e per la prima volta comincia a mettere in discussione il suo amore per Barbezio ma sceglie di resistere suonando una melodia funky con il suo ukulele. Non conosce però Pandorzo: lui non si ferma davanti a nulla.
Riuscirà a rubarle l'ukulele, venderlo a Tanu Puzzetta, prendere i soldi e giocarli a poker concludendo con una scala di colore?

Interismi



Nel calcio abbiamo l'inter, nel wrestling abbiamo questi tizi qui.
Secondo me non e' affatto giusto usare questi trucchetti per vincere, troppo facile cosi'.
Solo che, come fai a fermarli?
Con la loro tecnica sono imbattibili.

Sono sicuro che Moratti li sta gia' cercando per assicurarsi i loro servigi.

venerdì, febbraio 04, 2011

I videogiochi fanno male

Lista della spesa

- Mangiare il gelato a dicembre sotto la neve. Fatto.
- Dire all'insegnante di italiano/storia delle superiori che il libro dato da leggere la settimana prima è come la corazzata Potëmkin: una cagata pazzesca (più applausi connessi.) Fatto.
- Comprare le scimmie di mare. Fatto
- Beccarsi risposte acide da un Apa immotivatamente acido. Fatto.
- Alla domanda "sapreste indovinare quale, tra queste canzoni? Evitare di rispondere "non è Francesca", giusto per non scazzare ulteriormente Apa. Fatto
- Tradurre una mail in inglese relativa ad un acquisto di anelli e cornici in bronzo prodotti da una fonderia cinese. Fatto
...

Seriamente.
Ho avuto pessime insegnanti d'inglese.
La prima in tre anni ha soltanto pronunciato le frasi "be quiet" e "sit down" alla classe.
La seconda parlava del suo cane e il sabato ci faceva appoggiare la testa sul banco, per riposarci.
Alla fine quello che so l'ho appreso per conto mio, navigando su internet.
E nonostante tutto qualcuno si fida di me quel tanto che basta da richiedermi una traduzione.
Pagando, anche.

Non so se prenderla come una bella banfa o esserne lusingata.
Certo è che la probabilità di ricevere cacciaviti e brugole al posto di anelli e cornici, ahimè, è alta.
Nel caso me la caverò con quattro Ave Maria.

Una cosa strana


L'altro giorno, quello del tizio per strada, per tutto il giorno ho avuto in testa una canzone, di Battisti.

Mi rimbalzava di continuo in testa, fino a quando non ho capito il motivo, non poi cosi' assurdo, per il quale mi si era attaccata al cervello.

Sapreste indovinare quale, tra queste canzoni?

-Emozioni
-Io vorrei, non vorrei, ma se vuoi...
-Dieci ragazze per me
-Il mio canto libero
-Una donna per amico
-Pensieri e parole
-La canzone del sole
-Anna

giovedì, febbraio 03, 2011

Freedom



Ricordo ancora che, quando stavo con Kay, la mia ex thailandese, essendo lei longilinea, magrissima e dotata di un minuscolo seno, quando mi pungeva vaghezza di un po' di sano porno, la mia scelta ricadeva spesso quasi esclusivamente su donne procaci, pettorute.

Al contrario, nel mio periodo con Pan, formosa, abbondante di seno, quando quel familiare prurito, quella voglia di erotismo preconfezionato si faceva avanti, la scelta ricadeva su esili seni, leggiadre donzelle.

Un altro motivo per cui devo ringraziare LK. Grazie a lei e al suo seno pienotto, gaudente e mezzano, mi tengo spalancate entrambe le porte. Maggiorate e filiformi.

E non ho limiti quando sguazzo nel mondo del porno.

mercoledì, febbraio 02, 2011

Beddamatri


Con questa espressione ridicola e questo post esaurisco completamente la carica di entusiasmo che l'arrivo di Matri alla Juve mi ha dato.

Ci tengo solo a precisare che Matri vanta un record non da poco ovvero di essere stato il primo e fino ad ora l'unico giocatore di serie A che si sappia essere riuscito a segnare una Doppietta.
Ovvero ad essersi trombato entrambe le veline.

Juventini.
Vincenti dove conta.

Compleanni a catena e gente che diventa vecchia


Quando ho conosciuto Montag, era un fatto kaibano e online.
Non eravamo amici, non sapevamo quasi nulla l'uno dell'altro, abbiamo cominciato a parlare l'uno con l'altro per non so quale motivo. Un innato senso di simpatia, almeno per me.

Non avendolo mai visto, ero libero di immaginarmelo come preferivo, di lasciar correre la fantasia e, devo ammetterlo, mai mi sbagliai tanto nell'immaginare l'aspetto fisico di una persona.

Me lo immaginavo alto, duro, nasuto e allampanato.
Una specie di Sherlock Holmes, eremita e nascosto dietro una tastiera, tra le valli di Sondrio e Tellio.

Mi parlava di andare a fare il vero eremita, in montagna, a crescere le capre.

Quando lo incontrai per la prima volta, sul serio, era in giacca e pantaloni, lo stavo per assumere, una delle tante mosse brillanti della mia carriera.

Quattro anni, bene o male, l'ho frequentato ogni giorno.

L'ho vissuto nella fase "lasciami fare quello che voglio".
L'ho vissuto nella fase "life sucks and then you die".
L'ho vissuto nella fase "LOL".
Nella fase "Fuori a fumarsi una sigaretta con Hazey".

La cosa bella, e brutta, di Montag e' che mi pare quasi che queste fasi, ognuno di questi momenti, non lo lascino mai del tutto, ma gli rimangano appiccicati addosso e se li porta appresso.

Schivo, riservato, non te lo direbbe mai. Montag ama anche farsi discretamente i cazzi degli altri, ma i cazzi suoi se li tiene fondamentalmente per se'.
Montag va capito.

Forse lo si direbbe, le persone semplici, facili, non mi piacciono molto.
Ecco, io adoro Montag.

Quel fottuto genietto nevrotico, isterico, ilare, depresso, masochista e generoso di quello che, per fortuna mia, e' diventato il mio amico Montag.

Auguri a lui dunque, per il suo sesto quarto di secolo.

martedì, febbraio 01, 2011

Capire in trentasette secondi di non valere un cazzo


Mattino presto, cammino per strada, devo andare ad aprire la casa nuova ai traslocatori.

Cammino in discesa, non c'e' quasi nessuno lungo la via, e' presto.

Qualche ristorante si sta preparando alla giornata.

Un vecchio sale verso di me, qualcosa di lui mi cattura lo sguardo.

Si avvicina, sembra dinoccolare, sembra vacillare, sembra cadere.

Si contorce, si accascia, e' a un metro da me.

Mi guarda negli occhi.

Rovina al suolo.

Muore.

E non riesco a togliermi dalla testa il rumore sordo e cupo della sua testa che sbatte sul marciapiede mentre il suo corpo si avvita su se stesso all'improvviso.

Il suo volto invece e' una maschera che non ricordo se non per tratti spaventosi.
I suoi occhi pure.

Avrei potuto afferrarlo.
Invece mille pensieri mi bloccano quando sono qui, non mi muovo e basta, penso a come possa essere letto il mio gesto, penso di poter sbagliare, di venire frainteso.

Avrei potuto alzargli le gambe.
Avrei potuto sistemargli la testa.
E invece non ho saputo far di meglio che far rumore, chiamare gente, battere sui vetri dei ristoranti per indicar loro una marionetta spezzata che ad occhi aperti giaceva arrotolata sul marciapiede.
Avrei potuto tastargli il polso, controllare il battito, chiamare veri soccorsi.
Sistemargli la lingua in bocca, tentare la respirazione artificiale come una ragazza accorsa.
E invece non facevo altro che sentire il mio disagio, il mio impaccio.
E una sorta di paura e di disgusto per quel corpo puramente corpo. Quegli occhi aperti e ciechi.

E me ne sono andato con le mie borse, la mia impotenza e la mia inettitudine. Sperando che qualcuno capisse.

Nella mia testa, fin da bambino, in certe situazioni, di fantasia, di incubo o di sogno, sono quello che tira fuori le palle.
Qui invece ho fatto una specie di gesto, e la mia faccia stupita e goffa e' probabilmente l'ultima cosa che ha visto.

La roba


Riprendo un po' il post di Thesp, sull'affrancarsi.
Ma anche una routine di George Carlin che parla della roba, la roba di tutti noi. La roba che ci portiamo dietro, la roba che possediamo, che lasciamo a casa.
Di come la casa sia il posto di dove ci sia la nostra roba, dove la custodiamo.
Che il nostro livello di benessere e di rilassatezza dipende da quanto siamo circondati da roba nostra.

Una cosa che mi e' sempre piaciuta dello studiare la storia, la storiografia, e' l'analisi della forma mentis dell'uomo nelle diverse epoche. E' cosi' difficile riuscire a pensare come un uomo di un'altra epoca, non ci viene spontaneo.
Non tanto i concetti, quelli capiamo che sono diversi, ma i meccanismi, i processi mentali, fondamentalmente ci immaginiamo un uomo moderno, con strambe idee sulla religione e sullo stato del mondo e della scienza: ecco l'uomo romano. Niente di piu' sbagliato.

In realta', il rapporto con la "roba", col possesso, e' probabilmente una cosa che era percepita molto diversamente anche solo fino a un paio di secoli fa.
Quando un uomo fondamentalmente considerava proprio possesso quel che portava con se'e quello che lo faceva sopravvivere. Quindi un concetto diverso di tempo.
In cui fondamentalmente l'idea di vita era quella di una gara di resistenza.

Ora le cose sono diverse, ora e' quel che possiedi che ti definisce, o quel che non possiedi.
Anche i radical chic alla Thesp, o gli eremiti alla Razzi.
O i geni alla Apa.

Mi domando perche' e mi rendo conto che se mi stacco dal concetto di possesso, di consumo, mi rendo conto di come mi stiano fregando.
Di come mi stiano nascondendo che io debba morire, e di come mi stiano rubando il tempo per averne di piu'. O meglio, di come mi stiano assotigliando il tempo, annacquandolo. Puoi avere tre volte il tuo tempo, ma lo devi passare alienato dalla tua sopravvivenza, da cio' di cui hai bisogno, sei passato al livello successivo. Ora dai tempo per il tempo, abbiamo creato un sistema talmente complesso che ci ha fottuto.

Non abbiamo abolito la schiavitu', l'abbiamo solo resa universale. Non esistono padroni, non esiste liberta'. Credo ci possa essere qualcosa di meglio di questo.