martedì, febbraio 01, 2011

La roba


Riprendo un po' il post di Thesp, sull'affrancarsi.
Ma anche una routine di George Carlin che parla della roba, la roba di tutti noi. La roba che ci portiamo dietro, la roba che possediamo, che lasciamo a casa.
Di come la casa sia il posto di dove ci sia la nostra roba, dove la custodiamo.
Che il nostro livello di benessere e di rilassatezza dipende da quanto siamo circondati da roba nostra.

Una cosa che mi e' sempre piaciuta dello studiare la storia, la storiografia, e' l'analisi della forma mentis dell'uomo nelle diverse epoche. E' cosi' difficile riuscire a pensare come un uomo di un'altra epoca, non ci viene spontaneo.
Non tanto i concetti, quelli capiamo che sono diversi, ma i meccanismi, i processi mentali, fondamentalmente ci immaginiamo un uomo moderno, con strambe idee sulla religione e sullo stato del mondo e della scienza: ecco l'uomo romano. Niente di piu' sbagliato.

In realta', il rapporto con la "roba", col possesso, e' probabilmente una cosa che era percepita molto diversamente anche solo fino a un paio di secoli fa.
Quando un uomo fondamentalmente considerava proprio possesso quel che portava con se'e quello che lo faceva sopravvivere. Quindi un concetto diverso di tempo.
In cui fondamentalmente l'idea di vita era quella di una gara di resistenza.

Ora le cose sono diverse, ora e' quel che possiedi che ti definisce, o quel che non possiedi.
Anche i radical chic alla Thesp, o gli eremiti alla Razzi.
O i geni alla Apa.

Mi domando perche' e mi rendo conto che se mi stacco dal concetto di possesso, di consumo, mi rendo conto di come mi stiano fregando.
Di come mi stiano nascondendo che io debba morire, e di come mi stiano rubando il tempo per averne di piu'. O meglio, di come mi stiano assotigliando il tempo, annacquandolo. Puoi avere tre volte il tuo tempo, ma lo devi passare alienato dalla tua sopravvivenza, da cio' di cui hai bisogno, sei passato al livello successivo. Ora dai tempo per il tempo, abbiamo creato un sistema talmente complesso che ci ha fottuto.

Non abbiamo abolito la schiavitu', l'abbiamo solo resa universale. Non esistono padroni, non esiste liberta'. Credo ci possa essere qualcosa di meglio di questo.

5 commenti:

byfluss ha detto...

Sì, il Bunga Bunga.

Comunque c'era una famosa novella del Verga che si intitolava così, o forse era La Giara, non ricordo, ma parlava della "roba" non molto diversamente da adesso.

Ergonomico ha detto...

Si passa da una schiavitù all'altra. Forse che preferiresti essere in un bosco umido e freddo a cacciar cinghiali, piuttosto che seduto al calduccio a digitare massime filosofiche su di una tastiera?

Ignazio ha detto...

"Ora le cose sono diverse, ora e' quel che possiedi che ti definisce, o quel che non possiedi"

No.
Non esistono aziende, multinazionali o negozietti in grado di dirti chi sei.
Al massimo possono cercare di veicolare le scelte ma questo è un altro discorso.

I beni materiali non hanno potere, sono solo l'espressione di una necessità, di un desiderio, molto spesso del nulla.

Sono un riflesso di noi stessi racchiuso in un periodo ben preciso, pronto a cambiare nel breve termine.
Sono un simbolo d'insicurezza, una ricerca d'identità perduta, probabilmente venduta ad uno slogan.

Perché tanta paura?
Perché continuare a ricercare conferme?
Perché etichettarsi?

Perché non accettarsi per quello che si è senza tanti schemi.
Esseri Umani. Tuasorella, Tuofratello.
Bella Zio.

.. ma soprattutto

C'e vita su Marte?
Esistono le scie chimiche?
A Paul McCartney puzzano i piedi?
A Ringo sì.

Tutto questo e molto di più su Teletubbies Channel, ore 20:30
Se vedemo.

Apa ha detto...

@Ergo, no, ma credi davvero non ci siano vie di mezzo, credi davvero che queste siano le due sole scelte che ha l'umanita'?

@Ignazio. Esistono eccome multinazionali e prodotti e governi e che ti dicono chi sei. Lo fanno per mestiere. Ma forse tu fai parte di quei pochi eletti, quelli che CREDONO che con loro non funzioni.

Ignazio ha detto...

@ apa
Prodotti e multinazionali che dicono chi sei?
.. ma se nemmeno noi stessi possiamo definire chi siamo...
Le aziende cercano di veicolare le scelte (come ho scritto prima), fanno marketing.
La Apple, ad esempio, può tentare di far passare il messaggio che chi usa l'iphone è originale, all'avanguardia, figo e magico.
Se però comprassi sto telefonino e mi sentissi una Harry Potter ma più figa, proiettata nel futuro,che si distingue dalla massa perché possiedo uno strumento che hanno altri milioni di persone beh... sarei una vera polla.

Ho parlato della Apple, potrei citare un'altra azienda a caso.
Gli oggetti si comprano per mille motivi ma se pensi che servano a definirti o a posizionarti in una categoria inesistente (perché "radical chic", "hippy" o "nomeacaso" sono parole prive di contenuto, a meno di voler interpretare un personaggio) sei fuori pista, ti stai sottovalutando.

Sui governi posso quasi (e ripeto quasi) condividere il tuo discorso, resta però il fatto che ognuno ha la propria testa per ragionare.
Per quanto ti possa ritrovare in una situazione a senso unico, un regime a caso, tu hai la facoltà di avere un pensiero tuo.
Magari non è facile, probabilmente ne pagherai le conseguenze... ma è così =P