martedì, agosto 31, 2010

Doppio endechomenon




Beccato.

Sempre sul mercato della Juve...

C'è hi la pensa come me.


lunedì, agosto 30, 2010

Questo campionato




Chi mi conosce dal punto di vista calcistico lo sa, mi piace il calcio, ma non sono uno di quei tifosi votato al risultato.

Mi piace vedere belle partite, belle giocate, schemi, invenzioni, fantasia.

Odio il gioco pragmatico, sterile, fatto da energumeni che schiacciano fisicamente gli avversari, che vincono le partite soprattutto sul piano fisico e atletico, piuttosto che del gioco.

Per questo sono contento della Juve di quest'anno, e quasi quasi mi compro il campionato di serie A con la TV via cavo.

Perchè la Juve di quest'anno, continuasse così, è chiaro come sia stata assolutamente studiata per lo spettacolo. Scientificamente programmata perchè gli avversari sembrino una All Star creata a PES.

Tra Europa League e campionato e coppa Italia ci aspettano almeno una quarantina di partite spumeggianti e giocate spettacolari.

Come quella di ieri.

Pensieri felici



Mi fa male un dente.
Sono in sala di registrazione, ho un freddo mortale perchè alternano il condizionatore in turbo boost mode e spento.
Non dovrei essere qui ma ci sono.
E mi fa male un dente.
Cioè, doloricchia la gengiva. Niente di che. Mai avuto carie, non comincerò certo ora.
Eppure.
Eppure sento che questo costante conflitto tra la mia mente e la chimica e fisica del mio corpo, stia pendendo a favore di quest'ultime.

Da giovane ho vissuto a lungo a Bangkok e in teoria caldo e umidità erano peggio che qui, eppure non lo soffrivo così, il caldo.
Perdere peso, mettere peso, mettere massa muscolare, perderla, è sempre stato facile, ora non più.
Ho messo gli occhiali.
Comincio a perdere la dimestichezza con l'italiano, come se la mia memoria avesse detto ok, vuoi il giapponese e l'inglese? Allora queste cose le do via.
Non dormo peggio che mai.
E regolo i miei umori con delle pastiglie.


E due sono le cose che ne conseguono.
Intrinsecamente legate, strette avvinghiate l'una all'altra.
Ed una è che crolla di continuo la sospensione dell'incredulità in cui viviamo. Quell'idea che la nostra vita sia una fiction, un prodotto della mente per la mente.
Che si sia in un certo qual modo distanti dal reale, entità separate dal proprio corpo, un principio d'eternità, contemporaneamente immerso ed avulso dal tempo e dallo spazio fisico.
Con i nostri segreti, i nostri pensieri, chiusi nel nostro cranio o petto o dove meglio vi pare, che ci consolano.
E pian piano crolla questa idea, si affaccia quella che the joke was on me, e che l'illusione e che ci sia altro oltre a alchemie chimiche di ghiandole più o meno complesse sia proprio quello, un'illusione beffarda. (Vi prego cliccate sulla parola.)

L'altra.
Da bambino mi domandavo spesso come sarei sceso a patti con la morte, non la sentivo incombere su di me, la sentivo una cosa estranea, e mi spaventava l'idea che un giorno l'avrei invece capito fino in fondo che sarebbe toccato pure a me. Vedevo gente adulta, vivere la propria vita normalmente e mi chiedevo, stupito, come potessero, se ancora non avessero realizzato.

A quanto pare è così che il tuo corpo ti prepara all'accettazione del grande evento, a rate, poco a poco, per osmosi.

E che dire.
Non ho un capello grigio.
Non ho perso un capello nella mia vita.
Non ho rughe.

Deve essere particolarmente dura per il Razzi.

domenica, agosto 29, 2010

Quando la realtà supera la Sit-Com



Chi di voi se lo ricorda, Bayside school?
Dai, chi di voi NON se lo ricorda.
A parte il Razzi.
Razzi ha smesso di seguire le sit com nel 89, dopo che gli avevano "chiuso"
Arnold, perchè ormai gli sembrava che avessero detto tutto il possibile, con la serie del simpatico negretto.

Come dimenticare Zack Morris, Kelly, la puttanona di Showgirls, AJ, quella di colore, il preside e soprattutto Screech.
Che in ogni puntata finiva in qualche inghippo studiato da Zack, o se ne inventava una delle sue, qualche roccambolesco e fantasioso piano.

Ora (o meglio io lo scopro solo ora) che la sit com è terminata da anni ecco che Screech, per recuperare un po' della fama perduta, ha deciso di uscirsene con questo:




Un video porno con lui come protagonista in stile Paris Hilton.

Che roccambolesco piano, proprio come ai bei vecchi tempi.

Ora come allora ci fai ridere con le tue facciotte buffe, le tue idee bislacche, i tuoi simpatici fallimenti.
Oh Screech, ti prego, non cambiare mai!

sabato, agosto 28, 2010

Ritiro tutto




Ora so per chi fare il tifo.

Un pazzo.

Un grande.

Montag scatenato


A quanto si legge in questo articolo, il nostro Montag pare un tipo vendicativo, approfittatore e pure un po' stronzo.

Non l'avrei mai detto.

venerdì, agosto 27, 2010

Uno snack



How I love my crunky nude balls!

Pensieri pigri


Il tifo è una cosa strana. L'idolatria pure.
Sentimenti bizzarri, una proiezione di se stessi o di alti concetti su qualcos'altro. Uno stereotipo, un pensiero pigro di complessa articolazione.
E noi italiani ne siamo particolarmente schiavi.
Probabilmente siamo particolarmente pigri. Sicuramente siamo particolarmente stronzi.
Sono formae mentis che abbiamo assimilato del tutto, tanto che lo diamo per scontato.

Luttazzi pare che copi le battute? "Ah, ecco il tuo Luttazzi che copia le battute, adesso che ne pensi?"
Sul momento ci pensi, ci rimani anche male. Accusi il colpo. Poi in effetti che devi dire?
"Ah cacchio, allora aspetta che cancello le risate che mi ha fatto fare quando le ho sentite, quelle battute."
Luttazzi mi fa ridere. Credo sia una persona particolarmente intelligente, non per questo ne devo fare un mio mentore per questioni morali. La sua funzione la svolge bene, mi fa ridere e pensare. Poi può anche mangiarsi i peli pubici, puzzare ed essere un figlio di puttana. Peggio per lui. Non lo devo stimare.

Allo stesso modo la Repubblica pubblica un servizio su come le poche nuove "case" a L'Aquila siano state costruite su zone idrologicamente instabili, e abbiano grossi problemi di infiltrazioni, tanto da essere inabitabili.
Primo commento sulla pagina? "Voi giornalisti di sinistra siete sciacalli", serie di sgrammaticature, e concetti confusi ne seguono.
Ancora una volta, pensiero pigro, tifo, idolatria. Se qualcuno dà contro a chi "tieni" tu, è per forza un nemico. Un comunista, in questo caso. Tanto che ormai essere contro il regime del ducetto impotente di Arcore vuol dire essere comunisti. Tanto che ormai dire che a Berlusconi non tira il cazzo e si fa pisciare in bocca, che la sua legge elettorale è una porcata o che le sue leggi ad personam sono infamie che distruggono la costituzione, è la stessa cosa, sullo stesso piano. Tutte cose vere eh? Ma le puoi mettere sullo stesso piano solo se le consideri un'offesa alla squadra per cui tifi. Offesa generica, a prescindere ti odio, non ascolto, non elaboro, rimbalzo. Il concetto, la questione, non importano.

O ancora come un amico di Ergo, che si incazzava se gli dicevi che Kubrick era mezzo pedofilo.
O chi vuole che il proprio cantante preferito sia anche un genio.
O il proprio attore un santo, uno da ammirare.

Idoli. Tifo.
Sarà perchè abbiamo il papa in casa o è proprio il contrario?

Cosa ci spinge ad essere così propensi a metterci dietro ad una bandiera, e difendere persino gli interessi altrui.

Voglio dire, gli juventini che difendono Moggi, gli interisti che difendono Moratti, i milanisti che difendono Berlusconi.
E ognuno di noi che non capisce cosa possa far sì che qualcuno tenga all'altra squadra. Ma neppure cos'è esattamente che ci fa tifare per dei colori, cambiano proprietà, presidenti, giocatori...

Ma cazzo. Come si fa a tifare Inter, cazzo? (reitarazione voluta)

Ma soprattutto, come si fa a tifare Juve dopo un mercato così?
Dovrò gridare "Forza Pepe"?

I hereby declare

Comunque, al tempo delle tue spaccate sulla mia scrivania, non ridevo del tuo cuore di fanciullo.
Ridevo perché ero troppo contenta per non farlo.

giovedì, agosto 26, 2010

Risate sotto i baffi assenti




Sono andato a comprare roba per l'ufficio, roba elettronica.
Mi accingo a pagare.
I due commessi se la ridono sotto i baffi.

Che cazzo ridono.

Si scambiano sguardi d'intesa. Trattengono sorrisi.

Che cazzo si ridono...

Pago, mi fanno la busta, mi mettono i punti sulla carta.

E poi mi dicono "Kakoi t-shotsu ne?"

"Figa la t-shirt eh!"

Indosso una t-shirt di mazinger, in giapponese. Scusa? Ridete per questo?
E il fatto è che in Giappone l'ironia, non è che non esista, ma è molto poco usata, probabilmente non mi stavano sfottendo... ridevano perchè trovavano divertente che uno straniero indossi una maglia giapponese o qualcosa del genere... O forse erano orgogliosi...

E nello stesso negozio trovo questo cartello:





Sorry for multiplying the inconvenience?

Non assumete dei simpaticoni se davvero non volete moltiplicarmi il fastidio.

martedì, agosto 24, 2010

Endechomenon




Vi ho mai spiegato da dove deriva l'espressione "fare il filo a qualcuno"?

Beh, quando la mucca è in calore, si dice che "fila". Nel senso che...

Ma magari ve lo spiego un'altra volta.

Non capisco


Molti si scandalizzano per l'ultima dichiarazione di Massimo Moratti.

"Meglio multietnici
che comprare le partite"


Molti hanno pensato che si riferisse a qualche altra squadra, il fatto è che sai, le due cose non sembrano c'entrare molto.
Uno gli dice "non è che nell'Inter ci siano troppi stranieri, non rischiate di essere antipatici".

Noi, antipatici mai. E comunque meglio multietnici che comprare le partire.

Ora, Moratti probabilmente sta facendo i conti con il fatto di non essere più simpatico, di essere accusato di tutto e di più. Come del fatto di fare mercato ora, che sarebbe inibito. Come del fatto che sia stato inibito per aver trattato dei giocatori con Preziosi, quando questo era inibito.
Certo, nel frattempo, come si vede, si gode anche il fatto di farla sempre liscia, ma questa è un'altra storia.

Il fatto è che Moratti in quella frase è stato frainteso. Da un clima di antipatia che si sta creando attorno alla squadra più simpatica d'Italia.
Palesemente Massimo voleva dire che stanno meglio ora che sono multietnici, di quando prima compravano le partite.
E' l'unica spiegazione che mi do.

Questo post ha un solo scopo.
Riempire il vuoto che Ergo mi ha lasciato andandosene in montagna.
E fallisce miseramente.

domenica, agosto 22, 2010

giovedì, agosto 19, 2010

Bizex


"Engrish".
Nome in slang dell'inglese svarionato usato in Asia, soprattutto in Giappone.

Qui dell'inglese, in effetti, ne fanno un uso fantasioso.
E l'Engrish, mi circonda, costantemente.

Questo esempio, però, mi ha colpito particolarmente.

Ho pensato a come la parola Bizex potrebbe essere fantastica, sostituita alla comune metonimia "fedex".

"Direttore? C'è qui in reception un bizex per lei." "Potrebbe portarmelo in ufficio?"
"Ho lasciato un bizex sulla sua scrivania."
"Sto aspettando un bizex con una certa urgenza."
"C'è qualche bizex per me?"
"Ho ordinato la presa di un bizex, passano alle 4."

Propongo subito che si cambi fornitore di servizi di spedizioni.

mercoledì, agosto 18, 2010

Indovinello


Ok.
Ho la data del mio matrimonio.
La posso condividere con voi, ma tanto nessuno di voi è invitato, visto che mi sposo qui in Giappone.

A parte Ergo, ma quello è pazzo e vabbè.

Ad ogni modo, la data, se vista da un punto di vista di un codice che ha a che fare con il mio lavoro, è la risposta alla domanda fondamentale su: la vita, l'universo e tutto quanto.

Fin troppo facile.

Kant


Un mio amico fa il DJ, qui in Giappone, e mi ha raccontato questa storiella su di una coppia mista.
Lei mezza giappa, lui fully non giappo ma non so di dove.
Lei beve, lui no.

Ora, il bere qui, in jap, è una cosa strana.
Anche da noi si esce a bere, figurarsi, c'e persino gente che ne fa un'abitudine, vedi il Razzi.
Ma nessuno mai, neppure il succitato Razzi, risponderebbe alla domanda "Che ti piace fare?" con "Bere".
Nessuno mai definirebbe con "bevo" il proprio stile di vita.

Nel paese delle categorie rigorose, degli hobby predefiniti e delle classi rigide, invece è cosi.
C'è a chi piace andare al cinema, a chi piace ballare, a chi piace bere.
E mille ragazze te lo dicono. Il mio stile è "bere alcohol".
Roba che in Italia, nel costante conflitto tra i sessi (il meladai/nontelado) verrebbe preso come un segnale di risoluzione del conflitto con una resa unilaterale.

Qui, dicevo, è normale. Che fai tu di bello? Bevo.

Dunque lei beve, lui e astemio.
Lei gli dice, se vuoi uscire, stare con me, devi bere. Perché? Perche io bevo. E' il mio stile di vita.
Lui dice OK. Ci provo.
Qui in effetti è facile cominciare.
E cosi comincia.
Lui beve, e non lo regge.
Insomma è spesso sverso. Lei pure, lui di più. Nel senso lui perde pure il controllo, non sa dov'è.

Capita una sera che non si sa bene cosa succede ma lei viene vista piangere a dirotto con un'amica.
E lui è collassato su di un divanetto, con una tipa attorcigliata attorno alle gambe.
La tipa, ovviamente, non è la lei della nostra storia.

Epilogo, si mollano. Due anni di relazione, convivenza, e si mollano.
Lui a malapena sa cosa ha fatto.
Lei non lo perdona.

Mi domando, c'è un colpevole in questa storia? Lui che perde il controllo? Lei che lo obbliga a bere?
O forse un colpevole non c'è, non c'e neppure una colpa, ma è semplicemente una cosa.
Una cosa che succede.
Che è successa.
E il trovare un equilibrio "morale" alla realta è una mia personale perversione.

martedì, agosto 17, 2010

Lettera al mio amico Charlie Brown

Caro amico, è bello ritrovarti dopo quindici anni di assoluto silenzio.
E' magnifico sapere che per te non è cambiato nulla e che sei completamente a tuo agio con me.
In nome di un'immutata confidenza mi racconti della tua vita, dei tuoi problemi. Dei tuoi problemi. Dei tuoi problemi. Dei tuoi problemi.
E poi dei tuoi problemi, ovviamente.

Potrei chiederti che fine hai fatto in tutto questo tempo oppure dove eri quando passavo un momento difficile ma non lo farò.
In realtà quindici anni fa ci salutavamo a malapena ma ora hai deciso nottetempo che sono la tua migliore amica, quindi mi sembra giusto ascoltare i tuoi problemi. I tuoi problemi. I tuoi problemi.
E poi i tuoi problemi, ovviamente.

Fa brutto tempo. Lei mi ha lasciato. Lei mi tratta male. Io piango. Ho fatto un brutto sogno ed ho paura. Ho mal di testa. Ho mal di pancia. Mi manca. Voglio cuccare. Gnocca. Gnocca. Gnocca. ASDSAKDJSKFAFDALGJR. I miei amici non mi ascoltano più. Non ho fame. Mio fratello va in vacanza ed io no. Vado in vacanza ma sono solo. Gnocca? Gnocca. Io. Io. Io. Io.
Io sono buono e il mondo è cattivo.
Tutti sono cattivi.

Caro amico, sono mesi che ascolto quotidianamente i tuoi problemi per circa tre o quattro ore.
E la pioggia bagna anche me. Alle volte ho anch'io mal di testa.
Ogni tanto ho persino le mestruazioni.
No, tu no... quelle non le hai.
Fidati.

Ora però ascoltami tu almeno per un secondo.
Io sono un attimo stanca. Sarà il caldo, sarà la congiunzione astrale o sarà che mi zappetti i marroni ogni cinque minuti.. ma sono stanca.
Non ti sopporto più.

Non sopporto le tue lamentele, non sopporto i tuoi piagnistei.
Non sopporto le K e le tue abbreviazioni.
Non sopporto.
Stop.

Charlie in tutta onestà sto valutando la possibilità di venderti su ebay.
Senza rancore, eh.

Le verità nascoste

Eterno ritorno dell'insonne


Quando non dormi, pensi.
Pensi a tante cose.
Ma soprattutto, costante, e il pensiero che non stai dormendo, che prima o poi ti dovrai alzare, un pensiero accompagnato da un crescente senso di sconfitta e, devo ammetterlo, paura.

Cominci quindi a riconoscere i pensieri che acuiscono questa sensazione, il paradigma del pensiero anti sonno.
Il lavoro, le cose che devi fare, le cose che hai fatto.

Questi pensieri, li allontani, ma non sai propriamente con cosa sostituirli.
Ci pensi, qual e il pensiero che ti concilia il sonno. Qual e la sua caratteristica.
Mi domando se il segreto sia tutto li, identificare il fantomatico pensiero soporifero.

Ma ogni volta, rara, rarissima, che lo afferro, che lo trovo... mi addormento.
E al risveglio l'ho dimenticato.

lunedì, agosto 16, 2010

Nippomenata classic



Un bel video di nulla, nel nulla, per nulla.
Ah no, per Byfluss.

Filmato con quella merda di iPhone.

Grondo


Odio sudare.
Sia in termini pratici che metaforici, ma e sui primi che mi vorrei onestamente soffermare, non sul mio culo pesante.
Quando sudo, non puzzo.
Avessi sudato, mi fossi asciugato, mi incontraste, non sapreste onestamente dire .
E di sicuro e una fortuna.

Solo che ho una caratteristica particolare, credo, o almeno bizzarra e parsa a chi ne ho parlato recentemente.

Ed e che se, per esempio, sto camminando, correndo, facendo qualsiasi moto che in teoria dovrebbe provocare la reazione ghiandolare tanto disprezzata, non sudo.
O meglio, sudo, ma giusto un poco.

Il problema e che nel momento in cui mi fermo. Comincio a sudare di brutto.
Una volta era una cosa abbastanza normale.
Ultimamente grondo.
"Grondo".
Che bella parola.
Sembra il nome di un mostro della palude.

Ad ogni modo, io grondo.
Ma grondo quando non dovrei.

Come oggi, corsa per arrivare in tempo in sala di registrazione, caldo e afa ovunque, gente che, normalmente, sudicchia per la strada.
Arrivo.
Saluto.
Mi siedo.

Passano dieci secondi.

E poi grondo.

Il che ovviamente in una sala in cui la temperatura e di meno dieci gradi, sia balza all'occhio, sia non è propriamente sano.

domenica, agosto 15, 2010

Photopost

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Tornato a casa. Missione compiuta. Mr."dormo un paio d'ore" offline da stamane.

Photopost

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Trovato. Mi prendo anche modnation, va'.

Photopost

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Primo posto. Sold out.

Photopost

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C'é uno strano odore di pizza. Di pizzeria.

sabato, agosto 14, 2010

venerdì, agosto 13, 2010

Nippomenata a gratis




Così, perchè è un po' che non ne faccio.

Per Byfluss.

Insonnia


Insonnia.
Non e bello.

Ed e divertente fino a quando hai 25 anni.
Li ti senti figo a dirlo.
Soffro di insonnia.
Mi capita di dormire 4 ore in tutta la settimana.

Ti senti uno vero.
Un ultimo dei boy scout.
Ti fumi le tue Malboro sul balcone.
Guardi l'alba.
Non pensi a un cazzo, ma fai finta di avere pensieri profondi mentre scruti l'orizzonte.

Dai 25 anni in poi, la cosa perde completamente del suo ben poco fascino.

A 32, quasi 33, devo dire che ha gia rotto ampiamente i coglioni.

mercoledì, agosto 11, 2010

Quarto livello di Dominazione: Condizionamento

Io non fumo. Non ho mai messo in bocca una sigaretta, mai uno spinello, mai fatta neanche una boccata. La psicologia di ogni specifico essere umano si basa su quelle che si possono definire "idee fondanti". Queste idee sono una ristretta élite della miriade di opinioni, distinzioni e prese di posizione che affollano la mente di ognuno di noi. Quello che le rende "fondanti" è il fatto di caratterizzarci in maniera totalizzante e di essere così radicate, nel nostro modo di essere, che rinunciarvi vorrebbe dire rinnegare il nostro più intimo essere. Non fumare, neanche uno spinello, non è una delle mie "idee fondanti". La sua genesi, tuttavia, è interessante ed alquanto rivelatrice. Non si tratta, infatti, di una scelta che ho fatto in maniera consapevole, ragionata o dettata da sperimentazioni pratiche. È un'idea inculcatami dai miei genitori, i quali mi hanno sempre "messo in guardia" sul fumo e sulle droghe. Io non ho mai messo in discussione la nozione, l'ho semplicemente accettata. In modo analogo non ho mai avuto un motorino, questo perchè i miei genitori hanno inculcato in me il concetto che fosse impossibile di ottenerlo e, di riflesso, l'inutilità di chiederlo. Ed io l'ho fatta mia senza discussioni, senza raziocinio, senza consapevolezza. C'è chi da tale "programmazione" sa emanciparsi, compiendo le proprie scelte, io non l'ho mai fatto. Questo credo riveli un lato fondamentale del mio carattere: la malleabilità.

Apa lo sa bene e sa anche come sfruttare questa mia debolezza. Da tempo ormai sta operando una costante, chirugica, assidua opera di convincimento volta a farmi acquistare una Playstation 3 per poter così "giocare assieme online". Dati i fusi orari, abbondantemente distanti, la possibilità che questa si riveli una mossa tatticamente sbagliata è consistente. La mia tema è che il tutto si risolva con una partitina "una tantum", seguita dall'oblio.
Ma sapete come Apa sappia pestare i piedi per terra, quando vuole qualcosa. E così, l'altro ieri, dopo mesi di pianificazione, l'italonippone ha dato lo scacco al re. Tuttavia, proprio nel momento della vittoria, ha compiuto un imperdonabile errore che ha compromesso tutto quello prima sapientemente costruito. Incautamente ha fatto una battuta fingendo di temere che l'acquisto mi avrebbe distratto dai miei impegni. Invece di ottenere la risposta ironica che si aspettava, poichè credeva concordassimo entrambi che tanto io non ho un cazzo da fare, è stato frainteso ed io, prendendo sarcasmo per consiglio, ho fatto una rapida ed inaspettata retromarcia.
Tutto sembrava perduto, quando Apa ha calato l'asso. Ha fatto quella che io chiamo "La Mossa". "La Mossa" consiste nel fingersi ferito a morte da qualcosa che io ho detto o scritto, quindi sparire e aspettare che il rimorso faccia il suo corso. Tanto per capirci, l'ultima volta che Apa mi aveva fatto "La Mossa", avevo dovuto fare un viaggio intercontinentale per andarmi a scusare in Thailandia. Così, due giorni fa, Apa mi fa "La Mossa". Un mio commento al suo post su "A Serious Man" capita a fagiolo: asciutto e lapidario mi accusa di esagerare quando commento i suoi post, poi mi saluta, trafelato, dicendo che va a dormire.

La prima reazione che ho, nel disperato tentativo di redimermi, è di cancellare il commento infame rimpiazzandolo con una apologia (nel caso specifico una Apalogia), ma lui, scaltramente, aspetta che la preda cada in trappola. E allora:

- Compra la televisione HD (su sua precisa indicazione che non tollera io usi uno schermo non all'altezza della capacità in alta definizione della console)

- Compra e assembla il tavolinetto per accomodare console e televisore (compresa odissea per procurarsi gli attrezzi necessari.)

- Gira negozi vari per trovare la PS3, il cavo HDMI, la prolunga da 10m.

- Monta tutto e configura.

Dopo giorni che te lo chiedo inutilmente, Apa, e dopo tutta questa menata, vuoi dirmi a quale cazzo di gioco vuoi giocare online?

Come diceva l'indimenticabile Alvaro Vitali al ferramenta di 'Pierino Contro Tutti': "Questa è la tazza del cesso. Il culo te l'ho fatto vedere ieri sera. Adesso me lo vuoi dare questo rotolo di carta igenica?"

martedì, agosto 10, 2010

Necessità

Ho un bisogno irrefrenabile di cantare "Ma la notte no" e Montag me lo impedisce.
Allora la canto qui nella mia mente e mi vengono in mente gli spettacoli che facevamo quando eravamo piccole, tipo a 6-7-8 anni io e le mie amichette.
Parlando con il padre di Gabriella qualche sera fa, è venuto fuori che sono stati loro, i genitori, a spingerci a organizzare questi spettacoli, perché loro si rompevano ad averci tra le balle, quindi ci misero in testa questi sogni di gloria autarchici.
E quindi noi bambine passavamo agosto a organizzare le scenette, le canzoni, i balletti, a creare i costumi e ingaggiare gli adulti ove necessario. Eravamo io con mia sorella (attualmente serio funzionario di Prefettura), appunto Gabriella e sua cugina Valentina, e Paola la cui madre suona la pianola ogni estate (cavallo di battaglia: "I just called to say I love you") e prima faceva la panzerottata d'estate, poi ha smesso.
Una volta partecipò anche mio fratello, ora noto come "Il Baffo", avrà avuto 5 anni, e si mise in fondo in fondo al prato, che era il nostro palco, a cantare "O bella ciao", ma si vergognava tantissimo e quindi c'era questo bambino minuscolo che non sapeva dire la erre e borbottava tra sé e sé questa angosciante canzone.
Ma i miei due ricordi più belli di questi spettacoli sono due.
Uno è la rappresentazione drammatica sulle note e parole de "Il pinguino innamorato", che racconta di un bel pinguino in frac innamorato della sua pinguina, molto carina. Il pinguino la corteggia, le canta la serenata di notte ma il papà della pinguina è geloso o comunque
non approva e quindi lo caccia via con la scopa. Allora il pinguino va via col cuore affranto e sconsolato e decide di spararsi un colpo in testa. Io ero il pinguino, mentre mio nonno faceva il papà della pinguina (ruolo affidato a Gabriella, che era la bambina più carina). Non so perché poi mio nonno si era messo uno scolapasta in testa per dare l'idea di un pinguino adulto e bacchettone.
L'altro ricordo è Ma la notte no. Noi cantavamo tutta la canzone con la musica di sottofondo e poi al punto in cui c'è la soprano che canta ("Giooornoooooo") arrivava il padre di Gabriella con la sua pancia, i baffoni scuri e le gambe pelose, ma con una parrucca riccioluta favolosa e in abito da femme fatale, che faceva la soprano. Fece una grande interpretazione. Solo che il figlio, al tempo aveva 3 anni, si avvicinò disperato al padre perché l'aveva riconosciuto ma allo stesso tempo ne era terrorizzato e iniziò a piangere come un poveretto.

Tutto questo perché non potevo cantare in libertà.

Una babuinette, le angurie




Vi presento ALL NATURAL KO.
Al secolo, Kortney Orson, una donnina delicata, che ha deciso di dedicare la propria vita alla cultura, o culturismo, ma soprattutto alla distruzione di una piaga sociale tra le più terribili.

Le angurie.

Qui alcuni video in cui ci dimostra tutta la sua ossessione.










Fight the watermelons!

lunedì, agosto 09, 2010

Al cinema con Aparazzi - A Serious Man



Giudizio critico: Bello fess


Allora, il film, secondo me, è bello.
In America si sono lamentati del finale. Si lamentano sempre dei finali dei fratelli Coen.
Dicono che non sanno fare i finali.
Ma il fatto è che sono Americani, e per lo più non capiscono un cazzo.
Gente che vuole che spieghi tutto, per filo e per segno, li prendi per mano e dici loro cosa pensare. Poi al massimo si incazzano e ti dicono che loro vogliono pensare il contrario. Ma comunque vogliono essere presi per mano.
Si lamentarono di No Country for old men, che ha un finale splendido, si lamentano pure di questo, che ha un finale spettacolare.
D'altronde, il film è basato sull'idea dell'incertezza, dei punti di vista, della soggettività della realtà.

Su come il gatto di Shrodinger, citato proprio all'inizio del film, sia paradossalmente vivo e morto nella scatola.
Se non è prendere per mano questo...

Il film inizia con un aneddoto di tradizione ebraica. Un uomo torna a casa, felice di aver incontrato un tale che non vedeva da tempo, che l'ha aiutato a sistemare la ruota del carro.
La moglie gli dice che ha visto un Dybbuk, un anima sfuggita all'aldilà, una creatura sovrannaturale e probabilmente maligna.
Infatti sostiene che un'amica, una parente gli ha detto che suddetto tale è morto di tifo mesi fa.

A quel punto il tale bussa alla porta.
E' un vecchio emaciato che si trascina su di una sedia.
Il marito l'ha invitato per una zuppa, la moglie sostiene che sia un Dybbuk, il marito si vergogna della moglie, ha qualche dubbio, ma è sicuro che non sia così.
Allora la moglie pugnala il vecchio. Che sul momento sembra non sanguinare. Poi lo fa copiosamente.
Si alza, ed esce barcollando dalla casa.

Era un Dybbuk? Non lo era? La porta si chiude e non lo scopriremo mai. La moglie ne rimane convinta, il marito rimane convinto del contrario.
Ma non è importante quello. L'importante è vedere come i nostri punti di vista, e soprattutto quello religioso e quello razionale, spesso ci portino a vedere le cose in modo contrastante, e come non sia possibile capire quale delle due cose sia la realtà.
Come il gatto sia contemporaneamente vivo e morto.
Come il nostro modo di pensare sia il vero paradosso, non la realtà.

Poi il film passa agli anni sessanta, e comincia davvero.

Per dirvi, un sacco di gente ha capito che il tizio fosse un vero Dybbuk, e che quel che succede a Larry e alla sua famiglia sia la maledizione dello spirito che si propaga nei secoli.

Ecco, secondo me hanno torto. Ma probabilmente contemporaneamente hanno ragione.

sabato, agosto 07, 2010

venerdì, agosto 06, 2010

Ipse dixit





«Ho questa bizzarra convinzione che se passo la notte con qualcuno, mi ruberà la mia creatività attraverso la mia vagina»

Lady Gaga.


Un modo come un altro per dire "non è colpa mia se faccio musica di merda, secondo me è che ho preso troppi cazzi".

giovedì, agosto 05, 2010

Nuova encomiabile iniziativa



A Napoli finalmete si danno una mossa per combattere la criminalità.

A quanto pare d'ora in poi chi verrà pizzicato in motorino senza casco, non solo verrà fermato e multato (e già qui sarebbe una grande novità), ma per sensibilizzarlo all'argomento sicurezza, gli verrà regalato uno swatch, con la scritta "senza casco, hai le ore contate".
Qui l'articolo.

Pare anche che il Vaticano abbia subito trovato interessante la proposta e stia pensando quindi di punire la pedofilia al proprio interno rendendo le pene più severe ma condite da un simpatico cadeux. D'ora in poi i preti pedofili verranno puniti con dieci minuti di sguardo truce e in regalo la serie in DVD degli ultimi dieci anni de Lo Zecchino D'Oro.


La rivoluzione culturale italiana continua.
Benvenuti al Berlusconesimo e rimortimento.

Hazeyuccia



Dolce, bisbetica, cerebrale, tabagista. Oggi compie gli anni Hazey, spirito romantico confinato nel nostro mondo, freddo, logico, senza mare, senza Benjamin.

E come se non bastasse, compiere gli anni in agosto deve essere una disdetta.
La gente è in vacanza.
La gente pensa alle vacanze.
La gente che non è in vacanza pensa agli altri in vacanza e si domanda perchè essa stessa non sia in vacanza.

Beh. Hazey è in vacanza. (Perchè io no?)
Quindi non so nemmeno se leggerà queste due righe di auguri.
E spero che stia pensando alle vacanze, a stare bene, con la famiglia, gli amici, lontana dalle nebbie e dai wordcount e le schedule e il grigiume. Al mare.

Hazey l'ho conosciuta per caso.
Evidentemente esistono circostanze nella vita in cui uno si può dire, senza tema di smentita, fortunato.

Auguri Hazey.

mercoledì, agosto 04, 2010

Evviva!




Prendetevi 10 minuti.

Fate QUESTO TEST.

Si tratta di mettere in ordine cromatico le tessere, in modo che si passi dal colore di destra a quello di sinistra o viceversa.


Poi ditemi che punteggio avete fatto.

Io c'ho messo mezz'ora, tanta concentrazione, un esame dei pixel e sono molto contento del mio risultato.

Figlia... d'arte e babuinette



A quanto pare la figlia di Laurence Fishburne ha deciso che non vuole usare il nome del padre per fare successo e fare successo nel mondo del cinema.
Ha quindi cambiato nome e ha deciso di fare la gavetta, come tante brave ragazze che arrivano in California con una valigia di sogni, il più splendente dei quali è quello di sfondare a Hollywood, e invece succede proprio il contrario. O meglio, il riflessivo.

Ed è così che Montana Fishburne ha deciso di cambiare nome ed ecco che sotto le pseudonimo di Chippy D sfornerà presto una serie di film porno, dove la fa da padrona.
E felice ne parla, come un buon modo per entrare nel mondo dello spettacolo. Dice che vuole fare come Kim Kardashian.

Sì, lo so, dopo questo post tutti a googlare Chippy D, Kim Kardashian e Montana Fishburne.

Nella foto, sopra, il padre ha appena ricevuto la notizia e letto l'intervista.

martedì, agosto 03, 2010

Photopost

photomap

Il mio acquisto-puttanata del giorno. La perrier al lime.

Il sapore?
Come se qualcuno avesse lavato il bicchiere con lo Svelto e poi non avesse risciacquato bene.

Un nuovo oggetto di culto - Valentine Special



It's fucking real.

Preferite

Ultimi commenti old style o il 2.0, che riesce a mostrare più testo, ma non codifica i caratteri speciali.


E poi siete tutti per la rimozione di Radio Aparazzi, della musica di Thesp?

Quello di FB lo terrei, magari ne riduco le dimensioni, solo per tenere un minimo di legame tra i due "media".

Già che ci siamo, altre preferenze, suggerimenti, richieste?

lunedì, agosto 02, 2010

Mille anni avanti



Jamie Livingston.
Regista, fotografo, circense.

Qui trovate un sunto della storia
Nel 1979 decide di cominciare a fare foto, una polaroid al giorno.
E le colleziona.
E traccia un segno, della propria vita.
Non di quella che vorrebbe fosse. Non quella che vorrebbe che gli altri pensassero che fosse.

Non è facebook.
Non è la manifestazione forzata di noi stessa, non è la sua ansia di esistere e di esistere in un certo modo.
Non sono foto in pose bizzarre per sembrare fighe o fighi, con la bocca corrucciata, l'inquadratura di tre quarti dall'alto. E no non sono foto del cazzo fatte ai gatti, magari con quel tocco di filtro digitale che fa tanto "ho un anima d'artista".
Non è neppure la reiterata copia giorno per giorno di se stesso.
E' un documento.
E' qualcuno che aveva qualcosa da dire, non da gridare.
Qualcuno che ha pensato al messaggio, al contenuto prima che al mezzo, che ha trovato uno strumento che si confacesse al messaggio.
Qualcuno che poi l'ha portato avanti fino alla fine.

Non come chi si compra la reflex figa, e poi fa foto del cazzo o non ha niente da dire.
L'accesso alla produzione artistica poteva creare il paradiso, ma la diseducazione all'intelligenza e ai contenuti ha creato un mostro. La nostra generazione.
E mi fa ribrezzo. Questa generazione di artisti del cazzo, ognuno un artista, ognuno con qualcosa da urlare, di significativo.
Chi si crede un grande autore, chi un fotografo, chi un musicista, un pittore o chi solo un grande animo sensibile.
La sovversione del principio artistico.

Ognuno in cerca di uno spazio, in cerca di qualcosa che ne attesti l'esistenza, come se guardare in faccia le persone non bastasse più.
E devi dirlo a tutti che musica ascolti, e più oscura e peculiare è meglio è.
E devi dirlo a tutti che cosa fai, devi farlo sapere a tutti quanto sei sagace.
Perchè altrimenti godi solo a metà, o forse anche per nulla.


Sì, oggi ho le palle girate.