domenica, giugno 29, 2008

Breaking News

sabato, giugno 28, 2008

The age of Heaven

Un mio alunno (A), su MSN, qualche istante fa.

A: Scusi prof, ma lei quando c'erano i Sex Pistols, cioè negli anni '70-'80, era in UK o in Italia?

Io: A, ho 34 anni, non 50. Negli anni ‘70-‘80 io facevo le Elementari.

A: Ops, mi scusi…

Pagina della notte passata


Mi saluti Albert Schweitzer

E poi Angela Hoenikker Conners, la sorella spilungona di Newt, arrivò con Julian Castle, padre di Philip Castle e fondatore della Casa della Speranza e della Misericordia nella Giungla. Castle indossava un completo di lino bianco piuttosto sformato e un cravattino a stringa. Aveva un paio di baffi ispidi. Era calvo. Era scheletrico. Era un santo, credo.
Si presentò a Newt e a me sulla terrazza a sbalzo. Prevenne qualsiasi riferimento alla sua possibile santità parlando come un gangster da film, da un angolo della bocca.
"Ho sentito dire che lei è un seguace di Albert Schweitzer" gli dissi.
"A una certa distanza..." disse con un sogghigno criminale. "Non ho mai conosciuto quel signore di persona".
"Sono certo che lui conosce il suo lavoro, come lei conosce il suo."
"Può darsi di sì e può darsi di no. Le capita mai di vederlo?"
"No."
"Crede che le capiterà mai?"
"Forse un giorno mi capiterà."
"Bene" disse Julian Castle, "in caso le capiti di imbattersi in Albert Schweitzer in uno dei suoi viaggi, può anche dirgli che non è il mio eroe." E si accese un grosso sigaro.
Quando il sigaro incominciò a tirare e fu bello caldo, ne puntò la rossa estremità su di me. "Può dirgli che non è il mio eroe," disse, "ma può anche dirgli che, grazie a lui, Gesù lo è, il mio eroe intendo."
"Credo che gli farà piacere saperlo."
"Non me ne importa un fico che gli faccia piacere o no. Questa è una faccenda tra me e Gesù."

(Kurt Vonnegut, Ghiaccio-Nove)

venerdì, giugno 27, 2008

'cause I'm leaving, on a jet plane

Di viaggi assurdi ne ho fatti parecchi.
Lunghi, sfiancanti, devastanti.
Ma mai nella mia vita mi sarei aspettato cose del genere da un semplice volo Brescia-Roma.
Sveglia alle 4.46. Doccia, auto, via.
Arrivo all'aeroporto, parcheggio.

Prime avvisaglie del surreale che avanza, la tizia al check in davanti a me, si volta, fa due passi, mi vede all'ultimo e si spaventa.
Terrorizzata trema e grida. Poi quasi mi abbraccia.

In fila per il controllo bagagli c'è una sfigopanzona che cerca di saltare la fila.
Ora, che cazzo di vita puoi avere se spendi e sprechi così tante energie solo per saltare uno o due posti in fila? Che cazzo di persona di merda sei?

Esce un poliziotto che consegna a due napoletani fuori dalla zona passeggeri due snack nutella, quelli con l'estathè. Dice qualcosa sulle normative, i due palesemente non capiscono, ma uno, ovviamente, finge che sia così.
Si gira verso il secondo che ha quella faccia che solo gli italoamericani nei film di mafia fanno. Quella di "Non ho capito".
"Gaetà! Il volume! Superano il volume, te l'avevo detto, o no? Superano il volume della normativa!"
"E che ne saccio io di 'sta normativa".

Finalmente la sfigopanzona riesce a superarmi. E' una di quelle che ha l'ambizione di essere decente, ma fallisce terribilmente e non ha speranze. La odio.

Un poliziotto mi squadra cattivo. Mi chiede di accendere il pc, non si fida.
Lo accendo. E lui è sparito. Lo cerco.
Chiamo un collega.
"Te l'ho chiesto io?"
"Beh, no il suo collega..."
"E allora!"
Aspetto fino a che un poliziotto mi chiede cosa faccio lì.


Riecco la sfigopanzona.
Il mio odio si riconferma quando comincia l'imbarco, con circospezione, ammantata dalle nebbie della sua insignificanza, si intrufola, sagace come una scrofa, tra una fila e l'altra.
Sto diventando emotivo.
Non mi fa bene.

Saliamo sull'aereo.
Ed è qui che comincia il vero delirio.
Accendono i motori, li spengono, spengono l'aria condizionata.
Non c'è l'OK di fiumicino.
Passa mezz'ora.
L'aereo è un forno, un forno pieno di teste di cazzo.
Quanranta minuti.
Fa caldo. Non ci muoviamo. Gli assistenti di volo fanno il possibile per gestire la situazione che all'improvviso sfugge di mano.

Gente che si alza, grida partono dal fondo.
SEQUESTRO DI PERSONA.
Improvvisamente tre o quattro individui decidono che vogliono fare loro la parte di Spartaco.
Scatta la rivolta, si va dal lei non sa chi sono io, al io spacco tutto, al vi denuncio.
Saltano fuori teorie di cospirazioni parallele.
La crisi petrolifera, la carta dei diritti dei passeggeri pare che ormai la conoscano tutti. Si vocifera persino di pompini dovuti dalle hostess al maschio alfa dell'aereo.
Voci incontrollabili si diffondono di fila in fila.
Mi alzo in piedi e grido un porco dio, tanto per fomentare gli animi.
Eh no. Una signora.
Eh no un cazzo. Un omone.
Ha ragione. Un ometto.
Eh no. La signora.
Eh no un cazzo. L'omone.

Parla il capitano.
Ha le proprietà oratorie di un muratore afgano sordomuto.
E' palesemente analfabeta, si perde in consecutio modorum ardite e in subordinazioni della frase vietate dalla convenzione di Ginevra. Non si capisce un cazzo ma dice "aria condizionata" ed è già il mio migliore amico e contemporaneamente vince il sondaggio di Aparazzi.

Grido un forza Juve.
Eh no. L'omone.
Eh no un cazzo. La signora.

Torna al posto uno Spartaco, seda una piccola rivolta interna, una tizia infatti ha finito le carammelle alla mela e il marito prima piange e poi quasi la sbrana.

E poi succede, l'aereo si muove, parte, una lepre ci attraversa la strada, decolla.
E in 25 minuti sono a Roma.

Solo un dubbio.
Avrò spento i fari dell'auto?

mercoledì, giugno 25, 2008

Il Signore mi ha chiamata



Da circa un anno sull'autobus che mi porta al lavoro salgono due signore anziane. Vestono di grigio, hanno capelli grigi e anche la loro pelle tende al grigio. Generalmente si accomodano negli ultimi sedili, estraggono il rosario dalla borsetta e pregano. A tutto volume. La cosa all'inizio mi lasciava perplessa ma con il tempo non ci ho più fatto caso. Oggi, però, è andata diversamente. Innanzitutto è apparsa soltanto una delle due donne ed i soliti posti erano già stati occupati, di conseguenza sì è avvicinata e ha chiesto di sedersi accanto a me. Certo, nessun problema. Ho pensato, ora pregherà. A tutto volume. E invece no. Ha cominciato a fissarmi e dopo circa due minuti mi ha detto "il Signore ti ha chiamata". Ho fatto finta di non sentire, del resto io e lei non abbiamo mica conoscenze in comune. "IL SIGNORE TI HA CHIAMATA" ha ripetuto alzando il tono della voce. Non potevo continuare ad ignorarla così ho risposto "scusi?". E lì ha incominciato a parlare, parlare e parlare. Era un fiume in piena, non finiva più. Mi ha raccontato della sua vita, dei suoi problemi e dell'illuminazione. Una sera era particolarmente depressa e di colpo ha visto una luce. E nella luce ha percepito Dio che la chiamava. Da allora la sua esistenza è cambiata completamente, non era più sola, Dio era al suo fianco. Nel tentativo di tagliare corto le ho spiegato che non credo in queste cose. Lei mi ha confidato che era proprio per questo che ero stata chiamata. Fortuna vuole eravamo arrivate alla mia fermata e quindi ho potuto congedarmi con una buona scusa.
Ripensandoci è assurdo, un vip pensa bene di chiamarmi e sbaglia anche numero. E' andata così, ha risposto la vecchia per me, giusto? Inoltre in questi giorni non ho ricevuto telefonate importanti a casa.. ha chiamato nonna, zia, una tipa che voleva vendermi dell'olio e un tizio di Fastweb.
...
Il tizio di Fastweb!
...
..
.
Cazzo, sono Joan of Arcadia.

L'uomo dell'olmo.

L'uomo dell'olmo è di bell'aspetto, ma ha un'espressione sciocca. La bocca con la mascella cadente, frenata dalle guance. Una posizione plastica. Ha una sigaretta accesa nella mano sinistra che pende molle al suo fianco, alla fine di un braccio che pare morto e ondeggiare al vento. Ma non è così.
La mano destra inveve regge un telefono cellulare, il dito pollice si muove lento componendo misteriosi messaggi nell'aria prima che sui tasti.

Sguardo stupito, riccioli folti, aspetta sotto un olmo, probabilmente che venga un tempo che, come per molti di noi, mai verrà.
Il suo.
Ma l'uomo dell'olmo non si lascia spaventare dall'impossibile, da ciò che non concepisce e da ciò che non sa prevedere.
E quindi aspetta e mi segue con lo sguardo ogni mattina.

martedì, giugno 24, 2008

Pompa - Crescere

Crescere significa assumere il comando della propria vita, sapere ciò che si vuole e come ottenerlo. Significa eliminare sogni e aspettative irrealizzabili e sostituirli con obiettivi raggiungibili. Significa firmare la constatazione amichevole con i propri limiti e con la forza di gravità, acquisire forza, pragmatismo, efficacia, astuzia.

Per esempio. Recentemente ho avuto la brillante idea di invaghirmi, teneramente, di una ragazzina, più alta di me di circa 15 cm, che ho visto per soli due giorni e che fra poco si trasferirà dall'altra parte del mondo. Smart, ain’t it?

Ci pensavo poco fa, mentre bevevo una birra al tavolino di un bar del cazzo sulla Portuense. Fumando una sigaretta a meno di un metro da una pompa di benzina.

Babuinette di Giugno - Crescere

Settimane fa ho cercato dei miei compagni di classe delle elementari, medie, superiori, su Facebook.

Ho trovato la sorellina di una di esse.
Me la ricordo bimbina, piccolina, simpatica, sveglia. La sorellina.
La mia compagna era sempre abbastanza sveglia, simpatica, un po' stramba, persa nel suo mondo, tendenzialmente molto bella.

Decido di contattare la sorellina.

Mi risponde. "Ma come fai a conoscere V?"

Sono emozionato. Glielo spiego.
"Ero compagno di classe, bla bla bla, la vita, bla bla bla, io lavoro a milano, bla bla bla, voi che fate ora?"


Risposta.
"Lei sta dormendo, io sto bevendo un'aranciata, cazzeggio."

Non ho continuato la conversazione.

Funziona così.

Ci sono momenti, nella vita, in cui hai mille pensieri. Tutto ti cambia attorno e tu devi correre per non perdere le occasioni, per non perdere di vista i traguardi, per non perdere te stesso.
Corri, la tua mente corre, tutto attorno a te sembra non arrestarsi mai.
Ma quando ti fermi un secondo e distogli lo sguardo dalla tua vista incasinata ti accorgi improvvisamente che manca qualcosa, o meglio qualcuno.
E’ proprio in quei momenti che ti rendi conto di chi sono veramente i tuoi amici. Quelli che hanno saputo aspettarti perché ti conoscono, ti vogliono bene, ti appoggiano e sanno che se non ci sei stato per un po’ era solo perché in quel momento eri tu ad avere la priorità. Quelli che ti chiamano, o ti mandano un messaggio, solo per sapere come stai e non perché hanno bisogno.
Purtroppo però ti rendi conto anche di quante sono le persone che, prese solamente dal loro enorme ego, non sentendoti, non avendo più effettivamente bisogno di te, terrorizzate da una tua possibile e improvvisa richiesta di aiuto, ti hanno lasciata sola. Ti hanno chiuso fuori dalla loro vita.
Le cerchi.
Il silenzio.
Chiedi loro una spiegazione.
Si offendono.
Ci stai male per un po’ fino a quando finalmente non ti rendi conto che non c’è nulla da fare. Anche se non riesci a cancellarle dalla tua vita, ti metti il cuore in pace e semplicemente sorridi pensando ai bei momenti passati assieme e a tutto quello che avete condiviso. Nessun rancore. Solo un po’ di amaro in bocca. Comunque siano andate le cose, però, sono persone che ti hanno dato qualcosa e che sia stato importante o meno non ha nessuna importanza, tutti loro, chi più chi meno, hanno lasciato un segno.
Ringrazi e saluti.
Forse in un’altra vita la vostra amicizia avrà un valore diverso.

C’è poi chi, oltretutto, ti pugnala alle spalle. Ma questa è un’altra storia.

domenica, giugno 22, 2008

Sunrise, sunrise

E' l'alba.
Sono sul balcone.
Col PC.
Ovviamente.
Mi fumo una sigaretta.

E vorrei parlare con qualcuno di cinema, di film vecchi. Di film nuovi.

E mi brucia il cervello.
Perchè vedete, ci sono cose che non contano un cazzo.

E altre invece che un peso ce l'hanno eccome.
E a volte le cose si mischiano, si confondono.


C'è il sole.

C'è il vento.

E vorrei guardare qualcuno dormire, e provare un'antica tenerezza.

Forse sono solo un poco debole e un poco stronzo.

giovedì, giugno 19, 2008

Interlude

mercoledì, giugno 18, 2008

C'è sempre una risposta a tutto


Delle mie brame

Prima è stata la volta di J., mia ospite. Torna dallo shopping e tira fuori un vestitino nero striminzito dalla borsa, elegante e sexy. Scherzando le dico “Vorrei vedertelo addosso”. E lei mi sorprende, risponde “Ok” e va di là a cambiarsi. Mi stendo sul letto e aspetto di godermi lo spettacolo.

Qualche giorno dopo tocca a M., ospite di Kenzo. Bussa alla porta mentre guardo una partita, “Si può?”. Entra indossando una minigonna vertiginosa più tacchi a spillo e mi chiede “Stefano, come mi sta questa?”. Poco dopo la storia si ripete: “Stefano, come mi vedi così?”. Jeans incollati al culo e top nero a ventre scoperto.

Ho l'acquolina in bocca ma sono anche basito. Sono in piedi al centro della mia stanza, davanti allo specchio, come quella volta in cui pisciavo nella lattina, ma stavolta rifletto. Com'è che tutte le fighe che passano di qua vengono a fare le sfilate nella mia stanza e chiedono sorridenti il mio parere? Cosa spinge una ragazza ad entrare nella camera da letto di un maschio single, fasciate nei loro abiti più sexy, volteggiando felici sotto occhi che faccio del mio meglio per non sbarrare?
Cerco di capire. Capire il perché e capire il come e il se dovrei approfittarne. E dandomi un'occhiata allo specchio di traverso, capisco.

Lo specchio porcaputtana! Lo specchio! Uno specchio gigantesco che copre l'intero armadio e quasi l'intera parete. Non sono io, è quello specchio lì che le donne trovano irresistibile. Perfetto per guardarsi di fronte di lato e di dietro, ammirarsi compiaciute, girarsi e chinarsi e camminare per verificare le linee, tendere i tessuti.

Ma dopo un attimo di delusione e un pizzico di vergogna per la mia ingenuità, ricomincio a riflettere. Cercando di escogitare il modo per sfruttare al massimo quest'arma traslucida, scintillante, enorme (...) che mi ritrovo a possedere.

Clima europeo

L'Europeo mi prende, ma con moderazione.
Non mi entusiasma, non mi intriga, non come i mondiali.
Certo guardo le partite, ma seguo quasi esclusivamente la nazionale.

E incontro vecchi amici.

Tipo Mark.
Il tedesco.
Quello che sosteneva che l'Italia avesse vinto illecitamente perchè "aveva fatto espellere Frings".


E' rispuntato fuori dopo mesi, proprio dopo il tre a zero dell'Olanda sull'Italia.
Era felice.
E ha di nuovo tirato fuori il discorso della disonestà italiana per Frings.

Poi uno si domanda come si arriva al nazismo.

Questi portano rancore per ANNI perchè subiscono l'ingiustizia, secondo loro, dell'espulsione di Frings.

Figurati dopo aver perso la prima guerra mondiale quanto hanno rosicato!

domenica, giugno 15, 2008

Money out the window

Ho venduto giochi usati per comprarmene di nuovi.
Non c'era nulla che mi ispirava, ma volevo sbarazzarmi di alcuni titoli e ho messo assieme dei giochi di vago interesse. Il golf. La pistola. La puttanata. Il gioco vecchio.

Solo che mi è scoppiata l'emicrania.

E non è mai cosa buona. Ha la bastarda abitudine di incasinarmi i processi mentali.

Io lo so che se ho l'emicrania devo evitare ogni forma di transazione.
Solo che lo so da sano.
Se ho l'emicrania, me lo dimentico.

Te li valuto tot, questi sono tot, quelli sono tot, il tutto è tot.

In pratica non c'ho capito un cazzo e sono finito a pagare 130 euro.
Per dei giochi che non volevo.

Ma porca troia.

sabato, giugno 14, 2008

I libri di Montag

Ho cominciato a leggere un libro che mi ha regalato Montag.
Al solito si tratta di narrativa spigliata, interessante, avvincente, di un certo livello.
Montag non sbaglia mai. Mi fa sempre scoprire qualche autore nuovo, qualche angolo letterario sfizioso.

I libri di Montag hanno un solo difetto.
Li smarrisco.
Nel senso che o li perdo e li ritrovo dopo mesi. O me li dimentico del tutto
O succede qualcosa che mi fa interrompere la lettura, e non riesco a finirli.
Perchè alla fine i libri sono un'onda, non puoi scendere e ricominciare.


I libri di Montag sono così.

Blessed and cursed.

giovedì, giugno 12, 2008

mercoledì, giugno 11, 2008

weiRd

Non sto qui a raccontare i dettagli, ma ho passato una mezz'oretta a cercare un film porno con 'camion, camionisti o qualsiasi cosa che si riferisca al mondo dei camion' (così spigavo all'addetto del sexy shop). Mentre lo aiutavo a cercare nei numerosi scaffali trabordanti di ragazze nude, membri neri, nonnine in calore, bellissime donne con il pene, petti glabri, cacca, pioggie dorate, torture, maschere di pelle, sono riuscita perfino a provare un senso di innocente pudore di fronte ai dvd in cui cani e cavalli la facevano da protagonisti.

Ma di fronte ad una cosa sono rimasta affascinata. Un dvd la cui copertina interamente nera (sia fronte che retro) portava una sola scritta 'too weird to be advertised'.
Ora, non fosse costato € 25, giuro l'avrei comprato.
Mi sarei potuta trovare con un film porno di cattivo gusto sponsorizzato da un buon marketing manager; un film in cui l'originalità degli oggetti, posizioni, situazioni, scenografie avrebbe potuto illuminare la mia sessualità semi-perversa; un film che avrebbe potuto lasciarmi sotto shock per 3 mesi.
Il dubbio mi sta logorando.

Ingiustizie

Devo rimettermi un poco in forma.
Torno a casa, mi sistemo e decido.
60 addominali. 40 flessioni. Mezz'ora di cyclette, sì, come una tipa. E la mia cyclette è rosa.
Ora.
E' stancante. Noioso. Mi stufa.
Dovrei farlo anche domani, e il giorno dopo. O a giorni alterni. Ma la voglia è poca.
Quindi comincio a pensare.

Ci vorrebbe qualcosa che mi piaccia, che mi spinga a tornare a farlo, che mi coinvolga su più fronti, che sia quasi un'ossessione.

E capisco.
E' una profonda ingiustizia che con le seghe non si perda peso!

martedì, giugno 10, 2008

Nessun scudicamento

Usate facebook? E vi è mai capitato di ricevere richieste di amicizia da parte di persone bizzarre? A me capita. E per fortuna, anche se rifiuti, non tutti se la prendono. Non tutti hanno lo scudicamento.


Stefano - scusa ma non mi piace il tuo profilo, non amo chi usa foto di altri e non dice nulla di se stesso. ciao

Sabrina - ...guarda che io non ho bisognio di usare o prendermi ciocho di alre persone e foto...la mia personalita la faccio vedere in foto ma solo con le mie foto....se te non mi riconosci sono fatti tuoi...cmq...buona serata..e prima di giudicare esamina....ciao stami bene ;)

Sabrina - ...ps: le altre foto sono soltanto donne di qui sono fan...quindi...non ce nessun scudicamento da fare...per questo ci sono attrici....si capisco...cosi si vede chi si mette in mostra......buona serata

Stefano - va bene, nessun scudicamento, ti saluto senza rancore. ciao

Sabrina - ...siiiiiiiiiiiii buona serata caro...;)

The modern age

Quando guardi certe foto dei tuoi genitori li vedi. Quei vestiti talmente in sintonia con l'epoca, talmente alla moda che ormai, come troppo evoluti dinosauri estinti da cambi climatici repentini, sono spariti e ne rimangono solo dei fossili, sedimentati in qualche armadio.
Mi domando se un giorno anche noi nel guardare nostre foto di oggi proveremo un simile misto di imbarazzo e di nostalgia.

Di fronte a me è seduto un tizio. Ha i capelli di un super sayan, una catena al collo. Non una catenina, una catena.
Una manetta tagliata al polso, occhiali che gli coprono quasi tutta la faccia, scarpe a punta, pantaloni che mi fanno pensare a Mc Hammer.
Le scarpe sono D&G. I pantaloni, D&G. Sulla maglia campeggiano le iniziali D&G. Gli occhiali, con tutta probabilità, credo siano D&G.

Credo che un tale livello di attenzione al dettaglio non abbia bisogno di un arco di tempo di dieci anni per fare il proprio corso evolutivo, ma forse dovrebbero bastare dieci minuti per stancare e sembrare ridicolo.

Ma oggi giorno è così.
E ormai siamo tutti duri, ormai siamo tutti con le mani in tasca, in posa, non si sorride più, neppure nelle foto. Come se fossimo sempre sotto osservazione, come se la nostra vita fosse un film.

Il casual è diventata una moda, il grunge pure. Nel frattempo Berlusconi si lamenta per le intercettazioni e dice basta.E ancora Berlusconi dice che i PM sono ingovernabili. Citando un mio amico, non è cattivo, solo che gliel'hanno spiegata la separazione dei poteri in uno stato democratico, ma lui non la riesce a capire. Per questo si intestardisce, lo fareste anche voi, ammettetelo, se foste il presidente.

E adesso mi metto qui, una mano in tasca, lo sguardo un po' cupo, un po' curvo, tanto tanto misterioso, una smorfia sulla bocca, sopracciglia inarcate.
E aspetto la gialla.
E va tutto bene.

O forse ho i capelli fuori posto?

lunedì, giugno 09, 2008

Dasvidania tovarich

John Ludd giace nella tomba là nel pian
dopo una lunga lotta contro l'oppressor

venerdì, giugno 06, 2008

giovedì, giugno 05, 2008

L'importanza del gesto

Pranzo. Fuori diluvia. Sono a Cadorna. Dovrei uscire ma ci sono rivoli d'acqua che scendono le scale, lo scenario fuori è da apocalisse. Me la prendo con calma, studio il percorso migliore, rimanendo al coperto.

Si avvicina un cinese. Un po' titubante. Ha un post it in mano.
C'è scritto Cardona. Non Cadorna. Cardona.
Mi prende la manica e mi porge il fogliettino giallo, rovinato, spiegazzato.
Non dice una parola. Mi guarda supplichevole e fermo.
Guardo il foglietto.
"Cadorna?"
Stesso sguardo. Più intenso in entrambi gli aspetti.
"Siamo a Cadorna. We are in Cadorna." E faccio ampi gesti.
Lo sguardo rimane identico, apre un poco di più gli occhi, a colpi.
Indico per terra. Indico la scritta sul muro. Con un gesto abbraccio tutta la zona della stazione.
Una punta di disperazione si affaccia nell'occhio scuro e mandorlato.
Mi sta ancora porgendo il post-it, lo afferro e lo guardo meglio.
Me lo strappa di mano, stizzito.
Poi torna nella stessa posa. E mi guarda. Non dice una parola.

Al che gli indico una scala e gli dico "Da quella parte".
Mi sorride e se ne va.

Dio po

Mi sono tornate le follie omicide.
In fin dei conti, me lo merito: è stata volontaria la mia scelta di guardare Studio Aperto.
Ho pensato 'sto in Italia 3 settimane, devo vedere se la decadenza dell'informazione è ancora in corso'.

Io non capisco. Veramente non riesco a farmene una ragione. Non posso accettare, nemmeno rispettare, come un popolo non vada in strada a dimostrare quanto la nostra informazione ci renda ignoranti. Ora, non voglio ignorare il fatto che molte persone guardino altri telegiornali, magari sulla Rai (che poi non sono tanto meglio, ma almeno meno peggio) o su Sky (sperando non in Fox News o Cnn, che anche mi fanno rivoltare la bile), ma non si può sottovalutare il costante e incessante degrado che i mezzi di comunicazione ci stanno iniettando. Ok, c'è internet. Ma la moltitudine riesce a realizzare le opportunità della rete? O meglio, riesce ad emergere dalla pigrizia di sedersi davanti a Italia 1 e inghiottire pillole di Valium informatico per sedersi davanti ad un pc e iniziare a trovare le sfumature, i paragoni, i punti di vista?
Le scuole dovrebbero introdurre un corso di coscienza informativa, in cui insegnare non solo a preferire la lettura alla visione, ma soprattutto creare una capacità critica che non fa vedere l'11 Settembre come la tragedia ultima della storia, quella stronza di Anna Falchi come eroe da adorare, ogni bambino morto come angelo del paradiso a cui affibbiare un diminutivo, Vanna Marchi come il diavolo in persona, gli animali come esseri innocenti da salvare con le lacrime agli occhi e farne un servizio di 7 minuti in un telegiornale di 25.

Io a quelli di Studio Aperto, tutti tutti, dal direttore al cameraman, gli farei passare 6 mesi a Guantanamo sotto le torture psicofisiche della CIA. Poi magari fanno un servizio su Rete 4 in cui si informa come un documento della CIA di 12 pagine (tenuto sotto estrema sicurezza al Pentagono) dimostri che sia stato Giorgio Mulè, in alleanza con quel figlio di puttana di Lucignolo, ad organizzare l'attacco alle Torri, in cui un sacco di poveri innocenti figli della libertà sono stati trucidati da pazzi fondamentalisti religiosi il cui fine ultimo è solo quello di trovare 7 vergini in paradiso.

Fuck that shit.

Dio elettrico

Tutto può andare a puttane in una casa, tranne una cosa...

Il frigo.

Il frigo no.

E invece.

Il frigo sì.

E mi faceva saltare la corrente, e mi impallava l'impianto elettrico. E va individuato il problema, e va svuotato, va salvato il salvabile, buttato il buttabile. Va sradicato dall'incassatura, se possibile. Va spento.

Almeno ho pulito il frigo. C'era verdura che era lì da mesi.

Il concetto molto italiano di "Nella sfiga, almeno mi è andata bene."

mercoledì, giugno 04, 2008

Interismi

C'è poco da dire, l'inter ha un brand che tira.

Vincono lo scudetto e per settimane Moratti non fa altro che parlare di Juventus.

Vincono lo scudetto a Parma, i tifosi dell'inter devastano completamente un asilo, lo radono praticamente al suolo per festeggiare, intervistano Moratti che dice che sono tutte menzogne, perchè in realtà i tifosi pensavano che fosse un edificio dello stadio. Come se questo giustificasse qualcosa. E comunque è ovvio che i tifosi dell'inter proprio dei geni non lo siano e non si facciano domande quando sradicano delle tazze del cesso alte trenta cm.

Poi, la settimana dopo, Mancini si lascia sfuggire qualche indiscrezione, durante il balletto in cui Moratti cerca di cacciare Mancini senza pagarli tutti i fantastiliardi di euro che il contratto prevede, in cui si intuisce che ci sono stati ricatti nei suoi confronti, intercettazioni, forse come e peggio di quelle sul trafficante Brescia?

A quanto pare sembra essere questa la pasta di quello che nonostante tutto, tutti sembrano sempre chiamare il gentiluomo.

Ma adesso comunque è arrivato Mourinho.
E ha detto che lui non è mica un pirla.
E tutti lo applaudono.

Io al company meeting ho sparato un "Perchè non siamo mica degli stronzi."

Ma non ha ricevuto lo stesso tipo di consensi.

Genius

martedì, giugno 03, 2008

Prosciutto cotto

Era tanto, tantissimo, i più caustici diranno "troppo", tempo che non mangiavo del prosciutto cotto.

lunedì, giugno 02, 2008

Gimme shelter

La gente, nei rapporti, ha una paura fottuta.
Negli approcci, nel conoscere nuove persone, nel relazionarsi.
La gente è terrorizzata.

E io davvero non sono sicuro di capire il perchè.
Capisco il gioco di orgoglio di veder capitolare l'altro, di vederlo piegarsi, spezzarsi, di vederlo cedere e amare, un pizzico di più, un appagamento in più. Questo lo capisco benissimo.

Ma la paura. La paura quella non la capisco.
E' che in giro ci sono delle persone davvero stronze e assurdamente crudeli, o inconsciamente devastanti... o che innamorarsi e soffrire fa davvero così male, è davvero così tremendo?


Cos'è?

Non c'è nulla che mi ha mai fatto provare un'altra persona che mi spinga ad avere paura.

Forse sono io.
La persona stronza e assurdamente crudele o inconsciamente devastante, intendo.

Under Barak Obama - Feat. H. Clinton

domenica, giugno 01, 2008

All apologies

Troppo.
Troppo di troppo.
Troppe donne, troppa musica, troppe poesie, troppi film, troppi libri, troppo cibo, troppi fumetti, troppe storie.
Troppo accesso.
Eccesso di accesso.
Troppo alcool, troppa TV, troppa droga, troppo sonno, troppo poco sonno.
Troppo poco tempo, ma in realtà, troppo, troppo tempo.
Talmente tanto tempo da potersi permettere il lusso di esagerare in ogni singola cosa, costantemente nuove scelte e sempre la stessa, l'incostanza.
L'incapacità di finire, di continuare, di fare veramente qualcosa.
Perchè alla fine c'è troppo. Troppe opzioni. Tutte da assaporare, nessuna da gustare, in un delirio frenetico di onniscenza.
Ci spaventa la mancanza, la privazione ci assilla... ma la presenza non ci emoziona, il possesso non ci affascina come dovrebbe, come si sente che, nonostante tutto, potrebbe.
E allora si perde il bandolo della matassa, consci solo di se stessi, e spesso poco anche di quello. Alla ricerca di qualcosa, per qualcuno, o di qualcuno, per talaltro, che ci possa fermare e, per Dio, finalmente, dissetare.
Ma per pochi giorni, mesi, anni. Perche, cazzo, c'è troppo in giro.

Evergreen