mercoledì, giugno 30, 2010

Strali di gufo 4/7

Ridendo e scherzando, siamo già al quarto appuntamento. Sorprendente come il tempo voli, quando ti diverti. Grande, irripetibile giornata, oggi, ed è tutto merito di un paio di personaggi le cui personalità totalizzanti uniscono i tifosi di tutto il mondo. Arroganti, antipatici, vanagloriosi, spocchiosi, egocentrici, questi due ci hanno regalato la più grande gioia: il trionfo della giustizia.

E le nippomenate, e "la dignitosa cortesia di Tokyo", e i photopost, e "un giorno vi racconterò di Kyoto", e "APArtment jAPAnoise", e "la calura cambia in fresco in quel modo che solo in Kansai", e "Shinjuku la conosco come le mie tasche", e "Forza Blue Samurai"... devo continuare? E allora diciamolo, Aparazzini tutti, diciamolo a squarciagola: "Dritto nel retto, Apa, a te e al tuo cazzo di Giappone!"

Quando ci vuole, ci vuole.

Passiamo all'altro fenomeno della giornata, innamorato di sè stesso e del suo super tiro, manco fosse Marc Lenders. Momento commovente quando Cristiano sfoggia il suo ormai leggendario "tiro da 50 metri sul terzo tabellone alla destra del portiere" e tutto lo stadio lo fischia all'unisono zittendo pure le vuvuzela. Grazie, ragazzi, vi voglio bene.

C'è da dire che sa perdere con gran classe.

Avanti, signori e signore, altro giro altra corsa, si perde sempre!

martedì, giugno 29, 2010

Pizza, pasta, mafia: BERLUSCONI!!!




Questa era la punteggiatura del testo.
Sicuramente.
Non so perchè ma anche se nel disclaimer non è citato, questo credo pesi enormemente
nel finale di questa amara storia.
Ed anche il pronunciamento contrario di Frattini, fonte di notizie stampa.
Che schifo.
Sono personalmente convinto che se la riga di testo in calce al post non ci fosse stata,
staremmo ancora godendo di questo piccolo capolavoro goliardico ed ironico.
Che schifo.
Occhio Ergo, che il prossimo sei tu.

Strali di gufo 3/7

Ogni serie ha le sue puntate sotto tono, meno avvincenti, magari, ma indispensabili per gettare le basi dei successivi climax narrativi. Oggi, perciò, ci leviamo dai testicoli le comparse il cui ruolo di "carne da cannone" serve solo ad aumentare tensione ed aspettativa.

È sempre una soddisfazione veder spazzati via coloro che hanno osato eliminiarti, figuriamoci quando hanno fatto passare la cosa come un'impresa. Quel che ci ricorderemo, di questa Slovacchia, è l'emblematica combinazione senza soluzione di continuità: rigore sgnato / triplice fischio. la speranza, sempre ultima a morire, il 2-1 non l'ha neanche visto, era già all'obitorio. Fantastico.

Questo ancor prima del calcio d'inizio.

L'uomo in più di questo sfolgorante Cile è sicuramente Ivan "Bam Bam" Zamorano. All'11 giugno affermava sicuro: "Lippi è un vincente e sa come fare per ripetere il successo di 4 anni fa." Ieri, invece, ha preferito andarci più cauto: "Non sarebbe una sorpresa eliminare il Brasile". Detto, fatto: pim pum pam, tre sberloni e a casa.

La consolazione di una discreta avvenenza.

Salta con noi, cileno Zamorano! Salta con noi, cileno Zamorano!

lunedì, giugno 28, 2010

Strali di gufo 2/7

Continua la fortunata serie che ventila la nostra frustrazione su coloro che, tronfi del passaggio del turno, credevano di vincere la coppa e che, presto o tardi, saranno destinati a tornarsene a "baita" a calci in culo.

E proprio 4 calci in culo si è presa oggi l'Inghilterra. Sono esilaranti, questi inglesi, che ogni volta ci credono, ci credono davvero, con la stolida ingenuità del bimbo che crede in Babbo Natale. La gemma odierna è stata entrare in un supermercato, appena dopo la conclusione della partita, e notare l'addetto agli addobbi che si affrettava a far sparire tutte le promozioni e le bandierine che inneggiassero "Come on, England", probabilmente per correggerle in "Come home, England".

E adesso chi glielo dice che anche Topolino non esiste?

Al Messico, invece, va il premio "cornuti e mazziati". Non solo gli fanno gol in fuorigioco ma, evidetemente per sfotterli, gli ripropongono l'errore in presa diretta, sul megaschermo dello stadio, giusto per levargli ogni dubbio. Ebbri di rabbia, tequila e mezcal, i messicani cercano invano di convincere l'arbitro a non convalidare il gol. Questo però è Rosetti, un nostro connazionale e quindi col cazzo che si lascia sfuggire l'occasione per metterglielo dove non batte il sole (grandissimo). Poi ne prendono altri due, uno per colpa di un tic nervoso sviluppato nell'occasione da un loro difensore.

Sodomizzazione in pubblico, più il dolore o la vergogna?

Quindici uomini, quindici uomini, sulla cassa del morto, e una tequila bum bum.

domenica, giugno 27, 2010

Back on topic, please


Ok, ricominciamo a parlare del mondiale.

Esempio di Bad Parenting del mese

Strali di gufo 1/7

l'Italia è stata eliminata, diciamolo e mettiamocelo alle spalle.
La bile in questi due giorni è fermentata al punto giusto per la fase ad eliminazione diretta, dove troverà, da qui alla finale, ripetuti momenti di sollievo in cui poter godere delle disgrazie altrui. Sì, perchè se è vero che l'Italia (quattro stelle sul petto) la coppa non la può più vincere, da qui in poi sarà un florilegio di sogni infranti, di gente che, prima o tardi si dovrà accasciare sul manto erboso e piangere le calde lacrime dello sconfitto o, come piace chiamarle a me: le lacrime della merdaccia.

Oggi, tanto per scaldarci, ci godiamo la cacciata dei Coreani che se ne tornano per direttissima in Asia con grande giubilo di chi ama il calcio e di chi venera Citalock, il Dio delle cose al posto giusto. Godo, in particolare, perchè i miei vicini di casa, coreani appunto, oggi, sul loro inutile 1-1, ululavano quali cani rabidi. E invece: a casa a stirar hanbok e a produrre film del cazzo che piacciono solo ad Apa.

Nooo, ma allora è vero che siamo delle pippe!

Il calcio statunitense a sentire i soliti esperti, sta crescendo e la nazionale a stelle e strisce aveva le carte in regola per arrivare lontano. Lontano dall'Africa, s'intende, negli Stati Uniti, per la precisione. A loro va il nostro sentitissimo: "Keep on dreaming, maybe in a thousand years."

Le immagini che ci piace vedere.

Domani c'è Germania - Inghilterra, inutile negarlo: mi sto già umettando le labbra.

venerdì, giugno 25, 2010

Capolavoro.




E si potrebbe anche tifare Germania per il resto dei mondiali.
Da notare il gesto del batterista quando cita Berlusconi...

Evvai!




Mi spiace davvero per voi Italiani, ma è stata una goduria qui per noi passare il turno.
Forza, Blue Samurai!

giovedì, giugno 24, 2010

Nuove vette nella bestemmia




Troppo bella raga!

Ogni ginocchio si piegherà.

La cosa bella della religione Cattolica è che è talmente palese come sia uno strumento di schiavitù e di controllo basato sulla paura e sulla perversione del concetto di amore che la cosa passa in secondo piano.
L'essere che sa tutto che ti vede e giudica.
Il genuflettersi.
Tornerà quando meno te l'aspetti.
Ha una serie di indicazioni, una lista, di cose che vuole che tu NON faccia.
Bada, non consigli, non cose che tu dovresti fare.
Solo cose che NON devi fare.
Che poi è il concetto base dell'idea e della psicologia del controllo.
Chiede una sola cosa, l'obbedienza.
Primo comandamento? L'obbedienza.
Però ti ama.

mercoledì, giugno 23, 2010

Come mi dispiace




Tra parentesi, mi ha sempre fatto morire come i francesi abbiano creato un fumetto su di un piccolo villaggio di galli che mette in ginocchio,e in ridicolo, l'impero romano.

Mi è sempre sembrata psicologicamente molto significativa.

Babuinette e revisionismo narrativo



Recentemente, l'avrete sentito anche voi, Gisele ha fatto una serie di dichiarazioni importanti.
Mi piace citare quella che è la summa del suo pensiero "Fate pipì sotto la doccia per salvare la terra".

Un inno al risparmio delle risorse idriche, all'ecologia e un primo passo verso la coprofagia, immagino.

A parte che credo che l'ecologia sia la bufala del nuovo secolo, dove la religione è la bufala dei secoli scorsi.

A parte che mi fa morire la risposta di Luttazzi "Io non solo piscio nella doccia per salvare la terra, io cago pure nella vasca, per salvare l'universo".

A parte che non riesco a spiegarmi perchè tutto sommato l'idea che Gisele pisci nella doccia la trovi in un certo qual modo carina, frizzante, piccante, mentre l'idea di, che ne so, un Byfluss, un Razzi, che mi pisciano nella doccia la trovo assolutamente ripugnante.

A parte tutto questo, vorrei parlare di Rudy.

Rudy è un tizio, americano, ex compagno di casa di Ergo che è morto.
Morto in un incidente stradale dietro augurio di Ergo che gli ha scagliato mille maledizioni per mille e una ragioni ma soprattutto per una. Gli pisciava nella doccia.

Dopo le dichiarazioni di Gisele, quindi, vorrei che la storia di Rudy non venisse più raccontata come "Rudy, il ragazzo che Ergo ha ucciso perchè gli pisciava nella doccia" ma "Rudy, il ragazzo che Ergo ha ucciso perchè tentava di salvare la terra".

Il che fa di Ergo un personaggio da annoverare non tra i villain da strada (Joker, Goblin, Catwoman, Buffoli) bensì tra i grandi super criminali, come il dottor Destino, Lex Luthor o Massimo Moratti.

lunedì, giugno 21, 2010

Se ne rimani a corto...


...bestemmiando, ecco un comodo promemoria da polso.
Il Sacro Wampum dei Santi o presunti tali.
Per inciso, ne sono venuto in possesso ad un Banco di Beneficenza di un quartiere, qui a Piacenza.

Il mio mondiale giapponese



Andiamo da Brusca.
Non il mafioso.
E' un posto dove fanno bruschette.


Mixed feelings sul locale.
Sembra molto carino. Entro e appesa c'è la maglia dell'inter. Non un buon segnale per il calcio.
Mi siedo e vedo che c'è un'offerta speciale sulla birra castello. La birra friulana.
Chiedete al Razzi, come di tutte e sette le cose friulane, è capace di parlarvene per ore.
Tipo i Befed.
Ma non c'entra.
La prendo come un buon segno.
Parlo con LK di quanto tema Cannavaro e le sue minchiate.
Si siede davanti a me una tizia con la maglietta di Cannavaro. Pessimo segno. E la partita me ne darà ragione. Ma è solo giusto, è giusto che non solo gli juventini, ma tutti gli italiani, godano delle gesta del bel Fabio nazionale.


Poi il locale si popola.
Alla mia sinistra si siede un Neo Zelandese smilzo e alto due metri che chiacchiera di continuo.
Proprio mentre mi domando cosa spinga un NZ a venire a seguire una partita di calcio contro l'Italia in un locale italiano...dice che l'allenatore è una specie di eroe nazionale in Nuova Zelanda. Credo che per essere eroe nazionale in NZ basti saper trattenere il fiato sott'acqua per oltre due minuti, o allevare una pecora di dimensioni significative. La NZ mi dà l'idea di un posto così. Semplice.
Con solo mezza pretesa di essere ritenuto una nazione normale. Infatti sulla bandiera ci tengono a mettere anche quella inglese. E hanno come simbolo un kiwi. Un uccello che venerano come quasi mitologico ed altro non è che un pollo bislacco con il nome di un frutto. Ma chiedete al Razzi di parlarvi anche di questa. Anche se non riguarda il Friuli.

Il NZelandese continua, esalta le doti tecniche dei suoi con la semplicità di un bimbo. Non parla di calcio, non ne capisce un cazzo di calcio, parla di qualcos'altro, pare di epica. Quel tizio scurino lì, dice, è il più veloce dell'isola. Oltre a essere suo cugino. Come il resto della squadra, credo.
Al gol della NZ si esalta come un pazzo.

Ma non mi fastidia, sono impegnato a bestemmiare contro Cannavaro.
Che mi fastidia è il gruppo di francesi dietro di me.
Che ridono, esultano, per ogni fallo sugli italiani con quel fare spocchioso che li ha resi un po' simpatici a tutti sbottano "Ah, la comedie de les italiennes". O comunque si dica nella loro lingua di merda.
Parlano di Zidane, e lì rido io.
Gli brucia.
Gli brucia ancora.
E al nostro gol è un piacere ricordar loro che siamo ancora, "le champion du monde".

venerdì, giugno 18, 2010

Ritorno a casa



Da sei mesi mio nonno era ricoverato al reparto cure palliative dell'hospice Il Tulipano e mia nonna lo assisteva in via permanente.
E' un posto per malati terminali, ci sono delle grandi stanze e fuori un giardino in mezzo al parco di Niguarda.
I pazienti sono molto seguiti e tutto il personale è cordiale e premuroso.

Oggi ho telefonato a mia madre e questo è stato il dialogo:

-Come va?
-Eh insomma, sai che dimettono il nonno?
-Ah... deve tornare a casa?
-Sì, dicono che è migliorato e non è più malato terminale.
-Ma la nonna cosa dice?
-La nonna era contenta di tornare a casa e dice a tutti gli infermieri che lo dimettono. Quando chiedono perché, lei risponde: perché non muore! Tutti fanno le corna o si toccano.

Così il nonno torna a casa e siamo costretti a riscrivere la definizione di malato terminale.



Ma lol




Quante cose che si potrebbero dire su questo video.
Sui commenti che si trovano nella pagina di youtube relativa al video stesso.

Ma credo che il silenzio e la risata valgano più di mille bestemmie.
La blasfemia, quest'arte sottile e inconsapevole.

Com'era più bella la chiesa quando per una cosa del genere avrebbero sterminato interi villaggi.

Photopost

photomap

Giornata uggiosa a Tokyo.

giovedì, giugno 17, 2010

Mondiali Apa & Razzi 2010 Sudafrica

I mondiali di calcio sono da poco entrati nel vivo e molti aparazzini preferiscono dedicarsi a radio e TV piuttosto che perdere tempo con un blog desueto e anacronistico.
Ma non temere, Apa, ho qui la panacea che ridarà lustro a queste stanche paginette:

The NEW Apa & Razzi Show Summer 2010 Edition

Torno.

"Normale".

"Che è meglio!"



I più arguti l'avranno capito dalla citazione nel titolo.
A Ignazio sarà servita anche la vignetta.
A Mak lo spiego, ho messo gli occhiali.

Dopo una vita a vantarsi della propria vita perfetta, vado dall'ottico per un paio di occhiali riposa vista e scopro di essere astigmatico, dove credevo di essere solo antipatico.

Non devo portarli sempre, anche se mi danno un tono affascinante.
La mia vita sta cambiando pian piano.
Porto gli occhiali.
Bevo alcool sempre di più.
Prendo psicofarmaci.
Mangiucchio patatine, nutella, cose che disdegnavo fino a qualche tempo fa.
...

Cazzo, non sto solo invecchiando, mi sto trasformando nel Razzi!

Ci penso, rido.
La natura aborre il vuoto, la sua assenza si sta rivelando per me fatale, mi sto inrazzendo.

La prendo sul ridere ancora, poi abbasso lo sguardo.
L'effetto ottico delle lenti degli occhiali mi fa sentire, sembrare, significativamente più basso...

Cazzo ma allora...
Meglio che mi vada a controllare se sto perdendo anche i capelli va'.

mercoledì, giugno 16, 2010

Documento storico


Una originale lettera paninara.

La dimostrazione che sono esistiti davvero.

E non solo nelle fantasie di Ali, che era riconosciutamente una Gina, ma avrebbe voluto essere una sfittinzia.

Letter very O.K., pana di Dio
Elisabetta, no, excuse-me, è tabù: Beta. By the way, i sapiens ti hanno blindato a causa della school, very?
Che fregatura! Quasi lacrimo sul papiro: ma no, non facciamo i lagnoni now, the teacher basta! GINA AL MASSIMO! AL CUBO SPINTO!
Io a S. Martino mi divertirò un casino (uau, che poeta, fa rima) but, ti pensero. IAO IAO.
No, a moment: andiamo very forte con le parole, e?
IAO ARRAPATION DI GALLI TOSTI: non far mancare il pane quotidiano a me, però, accontentati del nuovo manico togato. IAO e doppio IAO.

DA SISTER TAMY.

PS RICORDO CHE TAMARRA È ORMAI OUT: C’È GINO e………. LA MEMORIA MI HA ABBANDONATO: A, YES, TARRA: OK? BUT OF COURSE.

Photopost

photomap

Dal mio ufficio.

martedì, giugno 15, 2010

Qualcosa per Montag



Tim And Eric Lazy Horse Mattress via Noolmusic.com



Te l'avevo già postato, forse?

Sono praticamente sicuro che ti piacerà una cifra.

E poi domani ti posto pure qualcosa di paninaro.

Byfluss




Byfluss tu che oracoli da ogni poro, dimmi.
Chi vince i mondiali?

Nippocoppa


Maledetti giapponesi.

A parte che non hanno trasmesso la partita dell'Italia, ma per fortuna è l'unica che non trasmetteranno, le altre, ultime, due saranno regolarmente in TV.
A parte questo, dicevo, da quando hanno sculato con il Cameroon e vinto la loro prima partita in un mondiale che non fosse quello a casa loro, ogni cazzo di trasmissione, argomento, banfa, qualsiasi cosa... è sul gol di Honda.
E' pazzesco, sembrano dei bambini che hanno scoperto un giocattolo nuovo.
Le vecchie in TV, parlano di calcio, si fanno spiegare il girone, analizzano le squadre avversarie, si vedono già passare il turno con l'Olanda, sono tutti letteralmente impazziti.

E se ho tifato Giappone fino ad ora, ed al gol ho pure esultato, mi sa che il mio supporto, e la mia sopportazione, finiranno qui.

lunedì, giugno 14, 2010

Oracoliamo



Sta cippa!.

Open window, Collioure, 1905

La felicità non ha odore né sapore, è davvero un filo sottile su cui cammini scalzo e a penzoloni sulle incredule parole che ti sei sussurrato tutta la sera. Non si condivide, la felicità, è l'attimo perfetto di solitudine e arrendevolezza a tutto quello che non sei e non avrai. Ma per stanotte sarò felice, si può essere felici anche se si dorme.

sabato, giugno 12, 2010

Un grande classico

Senza età.

venerdì, giugno 11, 2010

Photopost

photomap

A kagurazaka.

Altro che Sandy Collora

O come cazzo si chiamava l'idolo di Scarlet Speedster.

giovedì, giugno 10, 2010

Il mio aiuto in cucina



Apa - LK, mi compreresti del prezzemolo?
LK - Certo...

E mi ritorna con questa cosa.

"Io il prezzemolo l'ho sempre visto tagliato e messo nel piatto, quando cucinava mia madre".

Una simpatica idea regalo



Una simpatica idea regalo per amici che si sposano o per anniversari dietro l'angolo.

O semplicemente per Byfluss, che ormai non sopporta manco più lui stesso i fumi del proprio corpo.

mercoledì, giugno 09, 2010

Ho deciso.




Siccome ogni piccolo incontro di Apa in Giappone assume, nei resoconti dell'autore, quasi sempre un carattere immanentemente trascendentale o trascendentalmente immanente, sia che si tratti
di prostituta, vecchio avvinazzato o dirigente cafone, io, byfluss ho deciso che da oggi parlerò dalle pagine di questo blog solo tramite oracoli.

Ho detto.

Agrumi



I Giapponesi sono strani, non serve che ve lo dica.

Ci sono stranezze palesi e altre che saltano un po' meno agli occhi.

L'altro giorno ero in metro, pomeriggio, treni affollati. Dalla mia posizione privilegiata e seduta mi godevo il passare della gente, il vociare delle liceali vestite alla marinaretta che bisticciavano con ragazzini dal labbro velato di quei baffi un po' tristi.
Quelli che ti svegliavi alla mattina e ti domandavi se non fosse l'ora di raderli, confuso, orgoglioso, schifato.

Ad ogni modo, arriva un vecchiettino minuto.
Minuscolo.
Ha in testa un cappello da baseball, sulle spalle uno zaino enorme.
Mi alzo e lo lascio sedere.

Si entusiasma. Si commuove.
Mi guarda con le lacrime agli occhi, arigatou, senk yu, arigatou.
Mi stringe la mano.

Si siede.

E mi guarda.
Mi guarda e sorride.


Vista la pantomima di prima, non è il solo. Qua e là qualcuno alza gli occhi dai telefoni cellulari.

Mi guarda sorride e annuisce.
E mi dice "chotto matte". Aspetta un attimo.
Nonnino, tra tre fermate scendo non so cosa debba aspettar...

E si mette a ravanare nello zaino.
Ci si infila dentro.
Ne esce con un limone o un mandarino che mi porge.
Rifiuto, cerimonie, accetto.

Poi mi fa il gesto della mazza da baseball e mi dice "Baseball".

Poi indica le liceali, sedute, in piedi.
E fa il gesto della mazza da baseball e continua a bisbigliare in giapponese cose che non capisco.
Anche perchè la combinazione bisbiglio e giapponese su di un treno affollato non è che facciano molto per me.

Scendo, arrivo a casa e poso l'agrume sul tavolo.
Ha la forma e la consistenza di un limone.
Ha il colore di un mandarino.

E mi domando se si tratta di un pazzo che voleva prendere a mazzate tutti e che mi ha regalato un limone, o di un normale giapponese che per ringraziarmi di una gentilezza che nessun altro gli ha fatto mi ha regalato un mandarino.

martedì, giugno 08, 2010

Meet the Yamadas


Sto seguendo un progetto, coperto da una serie di NDA che si accavallano su altri NDA.
Per cui non ve ne posso parlare.

Sarebbe bello finire il post qui, ma in realtà la storia è un'altra.

Il fatto è che in Giappone è peculiare andare a incontrare clienti e fornitori... c'è tutta una ritualità alla quale bisogna essere avvezzi.

Tralasciando questioni come inchini e biglietti da visita, ci sono tanti altri fattori, sottintesi o meno, che vanno valutati.

Per esempio dove ti siedi o dove ti fanno sedere.
La tua importanza è inversamente proporzionale alla tua vicinanza dalla porta.
Per cui quando ti siedi dal lato distante dalla porta, e arriva la receptionist e ti dice "no no, spostati di là", sai già come andranno le cose. O come vogliono farle andare, per dire.

Questa pillola, questo preambolo, per spiegarvi l'incontro di ieri.
Mi capita raramente, diciamo, di sedermi ad un tavolo con gente over sessanta.
Una volta sola.
Questa.
I due tizi che ci accolgono sono appunto due business man giapponesi vecchio stampo.
Hardcore.
Borderline yakuza, diciamo.

Uno sorride e ride ad ogni sospiro.
L'altro sembra una maschera di gomma. Di un gorilla.
Capelli tinti e radi.
Pelle macchiata.
Bocca grossa che contiene a stento una lingua grassa, enorme e secca.
Si siede, ovviamente il più lontano possibile dalla porta.
E' il CEO di una compagnia di VG giappo.
Io ero lì come consulente esterno, accompagnavo questo cliente di una nota multinazionale di vg, un gaijin pure lui.

Il tipo minaccioso ci squadra.
Ci squadra.
Borbotta qualcosa che sembra una pernacchia.
Poi si volta di tre quarti, verso una serie di scaffali su cui sono poggiati a bella vista i titoli di questa società.
Tira fuori un posacenere dalla tasca.
E comincia a fumare.

Per tutta la riunione non ha fatto altro che fumare.
Fare pernacchie con la lingua.
Alzarsi di tanto in tanto per prendere dei giochi dallo scaffale, metterli sul tavolo, e indicarli con decisione, squadrarci.
E ricominciare a fumare.

Un incontro andato bene, direi.

lunedì, giugno 07, 2010

la sindrome di cassandra ed altre malattie veneree

Detesto avere sogni premonitori.
Spoilero la vita agli altri e mi becco pure gli insulti.

Se uno avesse una mentalità imprenditoriale saprebbe come ricavare grandi quantità di pecunia con una skill simile.
Io invece mi limito a dire chi vincerà a soul calibur o ad anticipare il gol di materazzi contro la francia.

Tuttavia, se dovessi fare un bilancio consuntivo prima della fine del primo quarto del FY11, devo ammettere di provare un senso diffuso di fastidio e sfavorevolezza, esattamente come uno dei protagonisti del video.


@alcor, la morale di questo video è tutta in una bestemmia. L'uso smodato di questo video potrebbe portarti al divorzio. E io so già come andrà a finire, ovviamente.

la babuinette dell'anno, di qualsiasi anno



ho sempre ammirato gli abissi in generale, per morbosità mia più che altro.
in effetti cosa c'è alla fine dell'abisso?

un emerito cazzo.
(@ignazio: nel senso figurato eh).

L'angolo dell'old

Ci sono due tipi di persone


Secondo me.

Quelli che leggono le scrittine sulle magliette, e quelli che no.

Io personalmente non so resistere.


Soprattutto qui in Giappone.

venerdì, giugno 04, 2010

Canale 8, sempre con te




Grazie a tutti i miei fan, però si sta un po' esagerando.

Da quando FujiTV mi ha intervistato quale esperto conoscitore delle zone erogene nel corpo femminile, la mia vita sta diventando quasi impossibile.

Orde di fan, gente che mi ferma per strada, autografi, figli da riconoscere.
Stalking.

Ma la cosa più terribile?
Tutti i giornalisti che mi chiedono "ma che fine ha fatto il Razzi?"

giovedì, giugno 03, 2010

15 minuti

Finalmente ho una connessione internet a casa. Non mi sentivo così da quando avevo 16 anni, quando mio padre spacco’ il monitor del mio computer perché chattavo su Mirc invece che andare in chiesa. La connessione in Africa e’ come in Europa nel 1998, con la differenza che non esiste una flat rate e costa il triplo.

L’internet domestico mi sta catapultando in un mondo dove devi aggiornare il tuo status in Facebook ogni 3 ore, anche di notte. Il Facebook Status Generator mi suggerisce ‘Arianna doesn't sweat the petty things and doesn't pet the sweaty things’. Il sito suggerisce che e’ ‘ideal for the imaginatively challenged’.

Se Al Qaeda se ne sta buona, la prossima settimana me ne vado allo stadio. L’11 mi guardo la Francia, il 14 l’Italia. La polizia locale ha ufficialmente dichiarato ai giornali di sperare che gli Stati Uniti non passino il primo round. Non sarebbero in grado di affrontare livelli di sicurezza tali da proteggere Obama dai terroristi.

Ok. Basta vaneggiare. I Mondiali iniziano tra una settimana. A 15 minuti da casa mia. In realtà scrivo solo ed esclusivamente per farvi invidia.

martedì, giugno 01, 2010

A volte, le coincidenze, tu pensa, il destino...




Sono a Kyoto, una delle mie città preferite.
Sette anni fa, mi ritrovai per caso in una viuzza, vicino al Nishiki market, a mangiare del ramen.
Il ramen più buono che ho mai mangiato.

Da allora ogni volta che torno lo ricerco, lo feci anche con il Razzi, fallendo miseramente, portandolo in un altro posto, decente, a Gion.
Ma nella memoria il ricordo cresceva, aumentava, come solo può qualcosa che aneli e non puoi più avere. E ovviamente nulla regge il confronto.

E pure questa domenica non ho potuto mancare di cercarlo, e di fallire. C'ero capitato per caso. Non conoscevo ancora Kyoto sette anni fa.

E allora mangiamo, LK e io. Soba. Seiru soba. Yasai seiru soba. Pranzo perfetto, leggero, nel pomeriggio mi vedo per passeggiare con il capoccia di Capcom, si mangerà di sicuro qualcosa.

Si fanno due passi, si torna indietro, guardo un negozio.
E' lui.

Ma ho appena mangiato.
Ed è lui.
Il posto.
Guardo la strada.
Yanagi no bamba...

Ora, il nome non vi dirà nulla.
Ma due anni fa, il Razzi, lesse quel nome della via YOGINOBAMBA e ne compose uno dei suoi jingle di maggior successo.
E io in questa soleggiata domenica giapponese non ho fatto altro che cantarlo, nella testa, per strada, a ritmo, non sapendo assolutamente che ciò che cercavo, da anni, era proprio lì, all'incrocio tra Nishikidori e Yoginobamba.

Foto.
Memorizzo.
Ci torno a cena, ci porto tutti.

E così faccio.
Siamo in 4.
Io LK, Capcom e consorte.
Ci sono tre posti. Per quattro c'è da aspettare.
E io ho il treno per Tokyo.
E non so se ce la si fa.

E mi prende una paura.
Che la realtà non può essere come il ricordo, che sia una delusione, ma anche soprattutto, che voglia dire fine. Che voglia dire chiudere un capitolo con Kyoto.

E allora scelgo, scelgo di scoprire un altro posto, tra i vicoli e le pareti di bambù, in cui un giapponese scorbutico ci porta lingua salata e salsicce di pollo speziate e deliziose.

Ed è un modo in cui sento che io e Kyoto ci diciamo che c'è tanto ancora. E che torneremo a visitarci.

E mentre la calura cambia in fresco in quel modo che solo in Kansai, al quinto, sesto passo della notte, Kyoto sprigiona quel suo aroma che l'aria fredda cristallizza. Lo respiro. E salgo sullo shinkansen.