martedì, giugno 01, 2010

A volte, le coincidenze, tu pensa, il destino...




Sono a Kyoto, una delle mie città preferite.
Sette anni fa, mi ritrovai per caso in una viuzza, vicino al Nishiki market, a mangiare del ramen.
Il ramen più buono che ho mai mangiato.

Da allora ogni volta che torno lo ricerco, lo feci anche con il Razzi, fallendo miseramente, portandolo in un altro posto, decente, a Gion.
Ma nella memoria il ricordo cresceva, aumentava, come solo può qualcosa che aneli e non puoi più avere. E ovviamente nulla regge il confronto.

E pure questa domenica non ho potuto mancare di cercarlo, e di fallire. C'ero capitato per caso. Non conoscevo ancora Kyoto sette anni fa.

E allora mangiamo, LK e io. Soba. Seiru soba. Yasai seiru soba. Pranzo perfetto, leggero, nel pomeriggio mi vedo per passeggiare con il capoccia di Capcom, si mangerà di sicuro qualcosa.

Si fanno due passi, si torna indietro, guardo un negozio.
E' lui.

Ma ho appena mangiato.
Ed è lui.
Il posto.
Guardo la strada.
Yanagi no bamba...

Ora, il nome non vi dirà nulla.
Ma due anni fa, il Razzi, lesse quel nome della via YOGINOBAMBA e ne compose uno dei suoi jingle di maggior successo.
E io in questa soleggiata domenica giapponese non ho fatto altro che cantarlo, nella testa, per strada, a ritmo, non sapendo assolutamente che ciò che cercavo, da anni, era proprio lì, all'incrocio tra Nishikidori e Yoginobamba.

Foto.
Memorizzo.
Ci torno a cena, ci porto tutti.

E così faccio.
Siamo in 4.
Io LK, Capcom e consorte.
Ci sono tre posti. Per quattro c'è da aspettare.
E io ho il treno per Tokyo.
E non so se ce la si fa.

E mi prende una paura.
Che la realtà non può essere come il ricordo, che sia una delusione, ma anche soprattutto, che voglia dire fine. Che voglia dire chiudere un capitolo con Kyoto.

E allora scelgo, scelgo di scoprire un altro posto, tra i vicoli e le pareti di bambù, in cui un giapponese scorbutico ci porta lingua salata e salsicce di pollo speziate e deliziose.

Ed è un modo in cui sento che io e Kyoto ci diciamo che c'è tanto ancora. E che torneremo a visitarci.

E mentre la calura cambia in fresco in quel modo che solo in Kansai, al quinto, sesto passo della notte, Kyoto sprigiona quel suo aroma che l'aria fredda cristallizza. Lo respiro. E salgo sullo shinkansen.

3 commenti:

il mak ha detto...

Capcom-sama me lo immagino fare mezzaluna-avanti-pugno per aprire le porte.

Per quanto riguarda il ramen-no-tengoku, i videogiochi giapponesi ci insegnano che per accedere in alcune zone devi passare le schermate con una certa logica. per esempio in Zelda per passare la foresta dovevi andare una volta in su, poi destra, poi giù poi sinistra.

sicuramente quando hai ritrovato il ristorante avrai sentito il trillo tipico delle avventure create da Shiggy Miyamoto.

Apa ha detto...

Due commenti decenti del Mak.
Al terzo di fila lo prendo come un segno dell'apocalisse prossima ventura.

Thesp ha detto...

ti sembrano decenti perché nessuno ha commentato, quando hai una fame boia anche i nachos farinosi aperti da settimane appaiono una soluzione dignitosa, ma non lo sono.