domenica, dicembre 30, 2012

Totomorte 2013 - Coraggio, sotto con gli altri 2...





Due giorni in anticipo. Me la date buona?

mercoledì, dicembre 19, 2012

Ritorno al post solo per lui.





Non potevo non farvelo vedere.

lunedì, novembre 12, 2012

venerdì, novembre 09, 2012

Fabrizio Spagiari




ALT!

So cosa state pensando: "Ancora Diprè! Basta, non se ne può più!"

Avete perfettamente ragione.

Ma qui il protagonista è un altro.
Un eroe d'altri tempi riassunto in un lapidario commiato.
È Fabrizio Spagiari.

Ho intravisto il mio futuro


martedì, novembre 06, 2012

lunedì, novembre 05, 2012

Weird fishes



Ho nuotato.
Da solo.
Su una spiaggia completamente deserta.
Alle Hawaii.
North shore di Kauai'i
Mi sono spinto fino all'oceano.
Da solo.
E ho incontrato una tartaruga marina, enorme.
A un metro da me.
Non avevo con me la telecamera subacquea.
Ma l'ho seguita e abbiamo nuotato assieme.
Non ero piu' solo.


Ho nuotato.
Da solo.
Su una spiaggia meno deserta.
Alle Hawaii.
Lanikai.
Mi sono spinto fino all'oceano.
Da solo.
E tra le grotte marine, create da sbuffi di lava ho incontrato uno squalo.
Enorme.
Avevo la telecamera subacquea e stavo filmando.
Ho filmato me che me ne andavo a gambe levate.
E l'ho lasciato da solo.

venerdì, novembre 02, 2012

Papaveri e beneficienza


In questi giorni, a Londra, e' pieno corso una campagna di beneficienza per la legione Royal British Legion.
E per ogni donazione, ti donano una piccola spilla a forma di papavero, per addobbare giacche, giubbotti.
E ne vedi veramente tante in giro.

Gredo che la grandezza della spilla sia proporzionale alla donazione, un mio collega sempre un po' "sopra le righe" tanto da sfociare puntualmente nel ridicolo, oggi e' venuto al lavoro con un papavero enorme sul bavero della giacca. E la giacca non la indossa mai, quindi era doppiamente vistosa come cosa.

La sensibilizzazione e' ovunque, tv, giornali, manifesti. Ed effettivamente fa pensare che piccole quantita' di denaro, monete, che potresti perdere in qualsiasi istante e non te ne fregherebbe nulla, se donate, se messe assieme ad altre possano fare la differenza.

Io per esempio era una settimana che giravo con due sterline in tasca, e ogni giorno, quando vi infilavo le mani, mi ripetevo, prima o poi le perdero'. Cosi' oggi, in pausa pranzo, ho preso il coraggio a due mani e con quelle due sterline mi ci sono preso una bella fetta di torta cocco e lime.
Best idea ever.

mercoledì, ottobre 31, 2012

Porno Giustizia

Inauguro con questo una serie di filmati per chi, come me, come Ergo, ama la giustizia.
Quella divina.

Quella che ti fa dire ah ma allora dio c'e'.

E per dio intendo Chittalock, il dio dei parcheggi e delle posizioni perfette.



martedì, ottobre 30, 2012

Cose che potrebbero capitare a Razzi e a Thesp









Originariamente questo post sarebbe dovuto capitare sotto la ben piu' nota categoria, cose che avrebbero potuto capitare a me o a Ergo.

Ma non me la sento.

Ergo ultimamente non mi mi parla piu'.
Se lo fa ha per me solo parole molto dure.

Tipo, "quanto dura il vostro volo sono solo cazzacci vostri".
O anche, "Fai quel cazzo che ti pare".
O il migliore, "pisciati addosso".

Thesp e Razzi invece sono sempre bros. Qui l'occasione per introdurre questa nuova e fantastica tag.

Bros for life.

Bros for life.



venerdì, ottobre 12, 2012

Addio a Londra


Normalmente quando lascio una citta', provo sempre un po' di rimpianto.
Malinconia.
Di malinconia normalmente ne vivo.

Questa volta e' diverso.

Sara' la scelta, drastica, categorica, radicale, improvvisa, presa in un illumimante settimana in Giappone. Sara' la rapidita' in cui tutto ha preso piede... due settimane. Sara' che vado in un posto tanto migliore...

Ma me ne vado, e sento che non mi manchera' Londra.

Certo, mi manchera' Firezza, le serate con Ergo a scegliere quale film non vedere perche' si e' fatto tardi, su Netflix.

Ma Londra, in se', non troppo.

Non la sento ancora come casa, I suppose.

Parto ora. Ci sentiamo.

mercoledì, ottobre 10, 2012

Pensionamento


Viene in ufficio il tipo per parlarci delle pensioni.

In UK funzioa che si' c'e' la pensione statale ma fa cagare. Meglio se ne fai una privata e l'azienda da' una mano.
Mi faccio spiegare come funziona.

In soldoni, gli dai i soldi e dopo i 55 anni puoi andare da loro e dire BON, vi ho dato TOT, quanto mi date per il resto della vita?

Ti fanno tre domande
Fumi?
Bevi?
Fai sport?

A seconda delle risposte ne ottieni piu' o meno soldi. Ovvero se rispondi positivamente alle prime due e negativamente all'ultima, ti danno piu' soldi. Perche'? Perche' vivrai di meno, dice, e quindi possiamo fare gli sboroni.

Fino a quando te lo dice il medico, la tele, il buon senso, la cosa ha un certo impatto. Quando te lo dice l'industria che su queste cose ci fa i miliardi, ti rendi conto di quanto sia per forza di cose vero e brutale.

Da un certo punto di vista, pero' mi consola sapere che il mio stile di vita verra' finalmente economicamente ricompensato una volta raggiunta l'eta' della pensione.

lunedì, ottobre 08, 2012

Sportivita' friulana


E comunque il Razzi e' un po' che non lo vedo... si e' lasciato un poco andare.

venerdì, ottobre 05, 2012

Cose che avrebbero potuto capitare a me o a Ergo


Miseria e nobilta'


Dove sono nato non e' una grande citta', piuttosto piccola piuttosto, ma sa essere una citta' dura.
A volte anche pericolosa.

E' una citta' industriale, ci trovi la gente ricca e quella che la invidia.

Ma sono cose con le quali non fai i conti fin da subito, cresci spensierato, allegro, persino un po' coglione.
Con gli amici, con le prime esperienze con lo sport.

E cosi' feci pure io, forse non molti sanno o si ricordano, ma da giovane amavo il basket e con alcuni amici, piu' grandi di me, andavo nei parchetti di periferia, o anche nella mia zona, che pur essendo a pochi passi dal centro, era piuttosto malfamata, soprattutto la parte al di la' dello "stradone", cosi' lo chiamavamo.

E per chi se lo domandasse, facevo cagare. Ero veramente pessimo. Ma ero il piu' piccolo, simpatico, la mascotte del gruppo.

E alla fine fu proprio durante una di queste allegre partite, inconsapevole com'ero mai l'avrei saputo prevedere, che la mia vita cambio'.

Una sbruffonata di troppo, mi sentivo invincibile con amici molto piu' grandi di me, e in qualche modo diedi fastidio alla gente sbagliata.
Soprattutto a questo tizio, enorme nella mia memoria, che di fronte alla propria "gang" non poteva fare a meno che farmi pagare cara la lezione.

Non ricordo nemmeno quale fu la grave offesa, non ricordo cosa feci o dissi, forse gli lanciai contro la palla, forse al mio solito non tenni la bocca chiusa. Ricordo solo questo vichingo di uomo alzarsi e dirigersi verso di me.
E poi il delirio.
E in qualche modo, fortunosamente, la fuga.

Scappai. Un poco sotto choc, ma non esattamente terrorizzato. La paura mi venne solo quando vidi gli occhi di mia madre.

Come realizzare improvvisamente che un pericolo e' reale, adulto.

E forse mia madre reagi' esageratamente, il tizio, il criminale, mi conosceva, sapeva dove bazzicavo, e mia madre e' sempre stata un poco "overprotective".

E cosi' mi mando a casa di mio zio, miliardario, che abitava in altra citta'.
Per qualche tempo. Giusto fino a quando la situazione non fosse sbollita.

E pur essendo una situazione folle, esasperata, devo essere sincero, fu uno dei periodi piu' belli della mia vita.

Tante minchiate, mille avventure, sempre in compagnia di quell'adorabile sfigato di mio cugino Carlton.


mercoledì, ottobre 03, 2012

Lo sballo: spremute d'arancia in bicchieri di cristallo


Sono tornato da Tokyo volando in business e non e' stato niente male.
Non credo valga i mille mila euro che si pagano di differenza, ma se paga qualcun altro, perche' farne una questione a riguardo. E cosi' sul mio bel lettino, servito e coccolato da hostess e hostessi, rifletto.

Mentre ero a Tokyo ho scoperto quella strana sensazione di trovarmi spiazzato, in un luogo che era casa mia e che ora non lo e'. O non del tutto.

E ne ho perso il passo.
Il passo di Londra e' diverso, deciso e ordinato secondo un caos differente da quello di Tokyo. E lo sentivo, lo si vedeva. Non anticipavo le mosse altrui. Mi trovavo sempre dal lato sbagliato.

Mi sentivo una spia che sta per essere scoperta, un rinnegato, un infiltrato.

Guardavo la gente e non erano i miei concittadini, ora sono un gaijin come un altro... o quasi. E loro sono gente che non conosco, che non riconosco.

Non resta che accettare questo ruolo.

Capivo quello che la gente diceva, ma fingevo che non fosse cosi'.
Avevo un certo distacco negli occhi, che tuttora permane.
Una nostalgia che non viene appagata ma piuttosto... delusa.

Posseggo e preferivo essere posseduto. E forse e' l'orgoglio.
Tokyo cambia, non si ferma, non sente la mia mancanza.
Faccio lo stesso.


Stronza.

martedì, settembre 25, 2012

INCHIESTA: Ergonomico "Cavaliere senza macchia"? Prima controlliamo le mutande.



Avevo lasciato Aparazzi perche' frequentare Ergo e postare sul blog era effettivamente troppo per me.

Come bere la coca cola e la pepsi assieme. Assurdo. Inutile.


Dovevo fare una scelta, la feci: Ergo.

LOL. "Feci".

Poi arriva l'altra sera, a casa mia, siamo li' che ci godiamo la Juve che fa l'impresa.
Mica Ergo mi deve tirar giu' uno scoreggione sul divano?

"Ops", dice.

Ops...

Well.
Solo gli scemi non cambiano idea.
I am back.
In Japan.

Lontano da Ergo.

giovedì, agosto 23, 2012

Ubi maior, minor cessat.







Che non è necessariamente un giudizio estetico camuffato.
E' solo il mio modo di inaugurare ufficialmente questa New Age di Aparazzi.
Morto un Apa, se ne fa un'altro.

NB: l'apostrofo è voluto, vista l'ambiguità del personaggio.

mercoledì, luglio 18, 2012

Dimenticavo, per Ergo


Un chiarimento



Mi chiede Thesp perche' chiudo il blog.

Non chiudo il blog.

Avevo chiuso il blog con il post "Not with a bang".
Nel senso che nessuno frequentava piu' queste pagine, io non ce la facevo piu' a portare avanti l'impegno, e per chiuso intendo che non volevo piu' postare.
Detto mille volte, io un mio blog non lo voglio e se mai lo vorro' non lo vorro' cosi', questo voleva ed e' stato qualcosa di diverso, qualcosa che stava sbiadendo, le allegre avventure di Apa in Jappoland, mi e' parso giusto smettere con il mio ritorno in Europa e con le page view e le collaborazioni ad un minimo storico mai toccato dal blog. Forse valeva la pena passare ad una versione full facebook, o mollare. Ho mollato.


Forse piu' che "chiuso il blog" e' un "ho chiuso con il blog", incomprensione tra me e Ergo quando mi ha chiesto di organizzare un Aparazzifest e dissi di chiamarlo diversamente, visto che ormai il blog era chiuso.

Poi vedo, ora, che c'e' chi continua a postare e assolutamente per me va benone, non chiudo nulla, non porto via il pallone, non cancello nulla. Fate quello che volete.


So che Thesp di tanto in tanto va a guardarsi le mie foto nudo, non potrei mai privarlo di questo suo piccolo hobby.

Per quanto mi riguarda magari un giorno, e potrebbe essere anche domani, ricomincero' a postare qua, se queste pagine saranno ancora vive. Ma non credo mi ritornera' la voglia di sentirlo come un, seppur piacevole, impegno.

Come tutti voi, ho altro a cui dedicarmi.

Not with a bang, but with a gangbang...

Mi piacerebbe inculare il mak, se si presentasse a settembre.

giovedì, luglio 12, 2012

Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno

Oggi 12 Luglio 2012, sono passati sei anni e mezzo dalla nascita di Aparazzi. Il movente: offrire un punto di contatto ad un variegato gruppo di conoscenti-colleghi-amici che si trovava nelle fasi iniziali di una diaspora. Col tempo ci sono state aquisizioni e defezioni, ma, per chi è rimasto, questo luogo ha sempre adempiuto a quella sua promessa iniziale.

Duemilaottocentosettatasette post più tardi, dopo un paio di tentativi andati a vuoto, Apa mi ha confidato che presto si chiuderanno i battenti. Mi è sembrato stanco, Alessandro, ormai proiettato mentalmente in una nuova fase della sua vita, sempre più carica di impegni, responsabilità, doveri, impossibilitato a dare al blog quel che vorrebbe. Addolorato nel vedere Aparazzi diventare saltuario, in lui il rifiuto di questa nuova, ridotta realtà.

E mi son reso conto che sarebbe egoismo voler prolungare questo suo spossato dolore, costringerlo a trascinare qualcosa che è vissuto, per sei anni e mezzo, prevalentemente sul suo impegno e sulla sua dedizione. Ogni storia degna di essere raccontata deve giungere ad una fine, concludersi infine, quasi a provare di essere esistita. È giusto, rispettoso, maturo farsi da parte e lasciare che The Apa & Razzi Show esca di scena con dignità.

Let it go.



Per un'ultima volta, però, incontriamoci. Che sia AparazziFest per un'ultima grandiosa volta. E che ci sia più gente possibile, che ci siano Razzi e Thesp, Byfluss e Byflussino, Apa, Ergo, Hazey, Scarlet, Montag, Diable, e tutti coloro che vorranno partecipare, magari addirittura Ignazio. Concordiamo la data e il luogo, mangiamo e festeggiamo, non la fine di Aparazzi, ma il fatto che sia esistito.

Che non sia un gemito, ma un'esplosione.

sabato, luglio 07, 2012

Ergonomia prorogata

Per motivi diversi, Apa e JUVE CAMPIONE sono poco presenti sul blog in questi ultimi giorni.

Apa sta lavorando senza respiro, senza tregua, perfino ieri sera, quando siete usciti tutti insieme a divertirvi, a godervi la febbre del venerdì sera londinese. Vaffanculo.

Anche JUVE CAMPIONE è messo male. Sì, perché sta in vacanza, sta prendendo un sole con i controcoglioni in qualche super-spiaggia della Micronesia. Nel Pacifico. Poverino.

Beh, nonostante ciò, ci sono cose che un tempo non si sarebbero dimenticati, cose più importanti del lavoro, dell'abbronzatura, delle vacanze, della fighetta. Cose da celebrare prima di ogni altra.

Cose come il compleanno di Ergo.

Un tempo, appunto, perché ieri se ne sono dimenticati.
Almeno qui.

Auguri in ritardo, Ergo. Anche da parte di JUVE CAMPIONE che ieri non si è potuto connettere.

Forza Inter.

lunedì, luglio 02, 2012

Strali di gufo: dietrologia

E finì col botto. Quattro ceffoni ben assestati, amministrati con sapienza ad intervalli regolari, per lasciare al malcapitato il tempo di assaporare pienamente il dolore e l'umiliazione pubblica di ogni singolo schiaffone.
Con la finale come loro apice inarrivabile, questi campionati europei sono stati un crescendo di illusi che si son ritrovati, uno dopo l'altro, a fare gli inevitabili conti con la loro pochezza.

LE SQUADRE

Polonia: 6.5
Per i padroni di casa era stato apparecchiato un girone all'acqua di rose, eppure i polacchi sono riusciti a farsi eliminare immediatamente da avversari del calibro di Repubblica Ceca e Grecia. Come a dire che uno va per rubare il gelato ad un bambino e finisce senza mutande. Pirla.

Russia: 7
Inizia in goleada nello stesso girone dei polacchi, quello dei "siamo qui per caso", convincendo tutti che sia una squadra portentosa. Poi dimostra che di portentoso ha solo la capacità di salutare. Fuoco di paglia.

Francia: 7
Riescono a passare da secondi il girone che dovevano dominare, poi decidono di non scendere neanche in campo. Nel quarto di finale che disputano, gli spunti migliori li hanno a fine primo e secondo tempo, quando escono dal campo. Desaparecidos.

Inghilerra: 7.5
Vince per caso il proprio girone e questo illude i suoi tifosi, sempre proni ad affermare il primato della realtà percepita al di sopra di quella oggettiva. Nei quarti dimostrano la loro impalpabilità ma ciononostante incolpano della sconfitta i rigori e non la nullità ormai comprovata della loro scuola. Sognatori ad occhi aperti.

Olanda: 8
Non vince manco una partita, credendo che basti essere arrivata in finale due anni fa per garantirle chissà quale lasciapassare. Lo sgomento con il quale prendono sonore mazzate da tutte le parti, increduli e basiti, è stato uno degli spettacoli più divertenti della competizione. Ancora una volta si riconfermano pagliacci.

Germania: 9
Il solito schiacciasassi di supponenza, il solito finale inglorioso col culo per terra. Volevano spaccare mari e monti, vocazione nazionale, e come spesso gli accade finiscono in lacrime, questa volta addirittura al 36mo minuto del primo tempo. Recidivi.

Italjuve: 10
I volti delusi di queste mezze calzette, alla fine della batosta, dimostrano, per quanto sia incredibile, che i vari Bonucci, Balzaretti, Barzagli, Chiellini, si erano comicamente illusi di valere un campionato europeo.  Così, dopo aver subdolamente elargito a maniche larghe, la fortuna si riprende tutto e, nell'ultima decisiva partita, le pippe tornano ad essere pippe, come da ordine naturale delle cose. L'aspetto più comico della vicenda è che se l'Italia avesse deciso di non presentarsi in campo, avrebbe perso a tavolino per 3-0, facendoci così una figura migliore. Illusi.


Sento una certa pressione al fondoschiena...

Thiago Motta.
I PERSONAGGI

Chiellini: 8
Si fa uccellare da Fabregas e, per salvar la faccia, finge l'infortunio. Ricorda un mio compagno delle elementari il quale, portiere, simulava falli inesistenti e dolori lancinanti, con tanto di lacrime abbondanti, ogni volta che prendeva un gol.

Buffon: 9
Ieri, il portierone dalla bocca larga, è uscito dal campo da vincitore: aveva scommesso sulla Spagna.

Monti: 9.5
In una manovra di sfavillante opportunismo, spera di sfruttare un eventuale successo italiano per dare una spolverata alla sua immagine. Per il nostro sollazzo, l'operazione "Luce riflessa" si trasforma buffamente nella debacle "Corvaccio della malora".

Ergo: 10
Segue diligentemente il dictat degli strali di non cantar vittoria troppo presto, resistendo imperioso pure all'epica semifinale tedesca. Quando comincia a progettare il post per la finale, in anticipo sulla partita, contravvenendo ai suoi principi, si ritrova improvvisamente dal lato meno piacevole dello sfottò. The joke is on him.

Byfluss: 10.5
Non gli basta aver asfaltato la Germania in semifinale, come il bimbo goloso che si ingozza fino all'indigestione, rompe l'inviolabile regola della scaramanzia per ordinare una porzione di strali. Lo accontentiamo volentieri.

Da vero italiano, Mario frigna.

Ma io volevo il pallone d'oro...

C'è più gusto ad essere Bresciani.

venerdì, giugno 29, 2012

Waiting for Ergo's arrows...



In the meantime i'll go with Them!

Schadensfreude?



Lo so, sono così gentili, anche quando perdono sono educati e ti fanno quasi passare la voglia di provare soddisfazione, ti dicono Danke e Bitte e sono così perbene. Ma a vederli lì in metro chiacchierare mogi, con in faccia quei segni neri, gialli e rossi di un rosso ormai stinto tendente all'arancione mentre io me ne stavo zitta nel mio silenzio azzurrino e dentro di me cantavo Vivalità Vitalità, proprio non ce l'ho fatta e la mia soddisfazione li ha abbattuti tutti, uno a uno, come birilli su una pista lunga decenni.

giovedì, giugno 28, 2012

Metterci la faccia (in video)



Non come Ignazio che si nasconde dietro quella altrui. Ma anche Montag ha il suo bel perchè.

venerdì, giugno 22, 2012

giovedì, giugno 21, 2012

Lo straniero


In modi e per motivi che non vi devono interessare (cito), mi sono ritrovata a Francoforte, la città di Goethe, dell'Apfelwein e del Walter Benjamin segato all'esame di abilitazione all'insegnamento per avere scritto un libro "incomprensibile" (grazie, Cornelius).
Amo la Germania, adoro sentire parlare tedesco e mi piacciono i tedeschi, a parte il loro scarso senso dell'umorismo. Checché ne dica qualcuno, la città è allegra, curata, vitale. La gente che ci abita la ama e gode di quello di cui si prende cura. In alcuni giorni di precoce estate la gente si è abbandonata al sole sul lungofiume in un fiorire di angolini idilliaci popolati da famigliole con bambini, enormi mamme turche con grill e prole, nonni a spasso con bambini, e ci sono anche un sacco di bambini, non so se l'ho già detto. Principalmente biondi e paffuti. E io che sono zia da meno di un anno mi commuovo ogni volta che vedo un bambino e penso alle guanciotte sane e inconsapevoli della mia nipotina lontana. Bambini per strada che salutano il papà che li guarda dalla finestra, bambine che mi guardano e sorridono sdentate, sembra una cospirazione.
Mi sono resa conto in effetti che l'aria francofortese accentua i miei pensieri lievemente paranoici. Hanno iniziato a manifestarsi appena atterrata: ho imboscato la valigia, sono uscita in tutta fretta e mi sono accesa una sigaretta, ma mi sentivo in colpa. Mi ero legalmente posizionata nella zona fumatori all'esterno dell'aeroporto, la gente sembrava normale, ma mi sentivo come se da un momento all'altro qualcuno sarebbe venuto a dirmi "E lei che cosa ci fa qui?" e mi avrebbe arrestato. Poi succedono cose strane, tipo sento le voci dei tedeschi e penso che stiano disapprovando un mio gesto. Un paio di giorni fa avrei tanto voluto non essere in grado di leggere perché mentre mi occupavo di una operazione lunga e complicata per strada (buttavo il vetro nei vari bidoni della differenziata, quindi uno per il vetro marrone, uno per il vetro bianco, uno per il vetro verde) il mio occhio è caduto con orrore sul cartello che diceva che era vietato buttare il vetro di domenica e nei giorni festivi. Quel giorno era festa, Corpus Domini, il preziosissimo sangue, un horror solenne. Ero lì lì per fermarmi e scappare quando ho sentito un signore che diceva da una finestra lì vicino: "E cosa abbiamo noi qui?". In italiano, anche se parlava tedesco. Ho svuotato in fretta la mia ecologica busta di iuta e sono fuggita via.
Infine. Qualche settimana fa ero in cucina al buio e mi stavo scolando un bicchiere di vino per i fatti miei. A un certo punto, giro la testa verso il palazzo di fronte e vedo una finestra illuminata e dentro un uomo, sembrava seduto a guardare la TV. OK, bevo, vado in camera, faccio un paio di cose e ripasso in cucina. Qualcosa non tornava. Guardo di nuovo di fronte e il tipo era lì, immobile, ma immobile come un morto. Oddio, è morto, mi dicevo, ma non sapevo che fare. Non sono riuscita ad avvicinarmi alla finestra per vedere meglio. Ogni volta che passavo dalla cucina il mio occhio non poteva evitare di cadere lì. Non voleva vedere, ma guardava. E mi dicevo: non è possibile che veda la TV così immobile, sempre nella stessa identica posizione. Lo guardavo qualche secondo e poi dicevo: dai, fai qualcosa, muoviti, cazzo. Per qualche giorno ho vissuto con un fantasma in soffitta, lo salutavo pure prima di andare a letto.
Solo qualche sera dopo ho preso coraggio e mi sono avvicinata alla finestra per vedere meglio.
L'uomo immobile era un poster.
Montag mi ha preso in giro per giorni dicendo che sono pazza.
Già, Montag. Cosa fa Montag? Ve lo dico io cosa fa.
Ci vediamo ogni sera su skype, mi manda l'orsacchiotto, tutto molto bello. Poi però all'improvviso davanti alla telecamerina mi mette una fototessera con la bella faccia di Apa, il quale anni fa aveva distribuito immagini di sé come fa il parroco coi santini alla festa del patrono. E Montag la fa parlare. Fa parlare una fototessera in dialetto bresciano la sera, poco prima che io vada a dormire. Una volta l'ha fatta anche parlare con una cartolina di Camus che fuma una sigaretta. E mi chiedo, in fondo, come altro dovrei stare?

Oldest.


L'abuso dell'uso del buso è il pazzo sollazzo del cazzo.

lunedì, giugno 04, 2012

mercoledì, maggio 23, 2012

Eclissi ed ellissi



Qualche giorno fa, lunedi' mattina, per la precisione, a Tokyo, in Giappone, all'alba c'e' stata un'eclissi di tipo sarcazzo. La luna al centro del sole, fenomeno rarissimo, figata cosmica.

Solo che cazzo, lunedi' si lavora. Niente dai. Me la perdo dai.

Poi domenica notte non dormo. Alle quattro sono sveglio.

Mi alzo.

LK mi raggiunge alle 8 "Ah ti sei alzato per l'eclissi".

Le  bestemmie roteanti. Ovviamente ho passato le ore a leggermi tutti gli X-men di Grant Morrison e a lamentarmi per l'insonnia.

E l'eclissi fuori dalla finestra alla quale appoggiavo la testa che dava spettacolo.

Avete appena assistito ad un episodi di "cose dal potenziale umoristico scarso rese persino peggio da una narrazione sequenziale e pessima".



martedì, maggio 22, 2012

Normali anomalie




Oggi c’è stato il venerabile pranzo del benvenuto glorioso.
Cibo surreale in un ristorante surreale in cima ad un grattacielo.
Ponti, vetri, bambù, architettura d’avanguardia, dipinti antichi, cameriere di porcellana in kimono, ornate di sorrisi lucidi e turgidi e di sguardi belli e stanchi.

Io e dieci altri fortunati spezziamo il sushi con il vice presidente senior.
Eravamo in dodici.

Il tredicesimo, Giuda, era a fare harakiri sotto la pioggia estiva e malinconica di questa Tokyo struggente.

lunedì, maggio 21, 2012

It's Magic




Magic, the gathering, e' un bellissimo gioco di carte.
Gioco che non piace a Ergo, il quale mi spiego' il perche'. Non mi ricordo. Ricordo solo che aveva senso e come tale ho categorizzato il concetto, Ergo ha un motivo valido per non amare Magic.

Ma a parte i gusti personali di Ergo, a mio parere, rimane un gran gioco.

La cosa che mi e' sempre piaciuta di piu' e' quella di creare un proprio mazzo e una propria strategia. E soprattutto il concetto che due "effetti" minuscoli, se combinati, possono avere ripercussioni significative, persino enormi.

"Muori se peschi piu' di una carta" e "Pesca tante carte quante ne ha in gioco l'avversario" o cose del genere.

Questo concetto, poi, si applica anche alla vita, quella vera.

Per esempio "diarrea" e "colpo della strega".

venerdì, maggio 18, 2012

La mia nuova collega





La mia nuova collega e' coreana.
Si siede a pochi metri da me, in una scrivania immensa, praticamente da sola.
Ha sempre la gonna e le scarpe con il tacco. Non so esattamente cosa faccia, so che da subito, da brava asiatica, ha cominciato a lavorare fino a tardi. Anche se sicuramente non e' che abbia un cazzo da fare, credo.

Non ho idea di come si pronunci il suo nome. Non credo di andarci nemmeno vicino.

E sorride.

Un sorriso strano, compiaciuto quasi. Come se non gliene fregasse un cazzo.
Come se sapesse qualcosa.
Smargiasso.


Non e' bella, ma e' una ragazza carina. Forse anche in virtu' del sorriso.

Un sorriso che mi fa incazzare.

Il sorriso con il quale mi ha chiesto di cambiare la colonna di un foglio excel a lei preposta da blu in rosa shocking.

giovedì, maggio 17, 2012

Fregature



Non so perche' me ne sia reso conto solo ora, forse perche' pensavo a come sia folle che in Giappone tengano conto degli anni in base all'imperatore, io, per dire, dovrei essere nato nell'anno SHOWA 53, o qualcosa del genere, non e' importante.

Ma il fatto e' che stiamo costringendo il mondo a tenere traccia del tempo, a categorizzare il tempo in base all'approssimativa data di nascita di un personaggio di fantasia.

Da oggi ho deciso di basare il mio calendario sulla nascita di Tiramolla, per cui io sono nato nell'anno 26 DT.

mercoledì, maggio 16, 2012

Taciti accordi



In un gabinetto pubblico, il suono dello sciacquone e' il segnale di prenotazione dello spazio comune al di fuori dei gabinetti.

Da quel momento e' il tuo turno per uscire dal cesso, lavarti le mani.

Il rumore dell'asciugatore indica invece che hai liberato la stanza, dando quindi la possibilita' ad altri di prenotare lo spazio comune e poi utilizzarlo a piacere, evitando incroci di sguardi che dicano "Ah, ma allora eri tu a fare tutte quelle scoreggiotte".


domenica, maggio 13, 2012

venerdì, maggio 11, 2012

Sexo in Parigi



Scendo per strada, sono quasi le nove del mattino.
Un sole audace, impavido, violento buca il vento trai palazzi colorando la strada a strisce di luce.

Persone, In strada. Intente.

Passa una scosciatina in bicicletta.
Hot pants.
E' la stagione dei polpacci e delle coscette giapponesi. Guizzano, Saettano. Non ancora terrorizzate dal sole le ragazze giapponesi si spogliano, prima di ricoprirsi per l'estate.
Gambette da caprette.
Caviglie provate da scarpe disgraziate ed eccepibili.

Di fronte a me un businessman, un salary man. Camicia bianca, vestito nero, cravatta e borsa in mano. Vestito camouflage per Tokyo. L'ABC della mimesi urbana.

Da un locale sotto casa, il tizio vi e' davanti, parte all'improvviso una canzone a tutto volume.

Il salary man ha un sossulto, ma non di sorpresa o spavento. Un sussulto strano, si volta verso la musica, verso il locale e ha l'espressione di qualcuno che si sta lentamente ricordando qualcosa. O capendo qualcosa. Un processo mentale in corso. Un paio di secondi di meningi spremute.
E poi via. Si gira verso di me e comincia a correre.
A correre come se ne dipendesse la sua vita.
A gambe levate.

Tralaltro corre piu' veloce uno che corre a capofitto o uno che corre a gambe levate?

Ma divago.

Mi fermo.


Di fronte a una scena del genere che interrompe il mio flusso di pensieri, profondi e filosofici sull'eventualita' che la camicina che indosso possa essere una ben debole difesa nei confronti dei colpi d'aria e, per estensione, dello squaraus, di fronte a una scena del genere, dicevo, ho bisogno di un veloce reality check.

Ascolto.
La canzone, rimbomba ad alto volume. Dice qualcosa come sex, sexo. Reitera. Ripete. Non capisco. Una frase ripetuta all'infinito.

Ascolto meglio.

Ora mi pare chiaramente che dica letteralmente SEXO IN PARIGI.


Improvvisamete capisco tutto.
S'e' ricordato dell'appuntamento con Thesp.
Thesp. Il tuo amichetto arriva, tranquillo.

Posso andare al lavoro tranquillo.

Tranquillo...

A meno che questa camicina non sia troppo leggera...

giovedì, maggio 10, 2012

Gocce di giapponesitudine 2


Mi voglio fare un caffe' che e' mezzogiorno e ho mal di testa e un sonno della madonna samuraia.

Mi reco alla macchinetta del mio piano. O meglio alle macchinette, ce l'angolo simpatia meccanica e riciclo, dove con soli 30 yen puoi acquistare la tua bevanda preferita e poi gettare il contenitore in uno dei 12 tipi diversi di cestino per l'immondizia, ognuno preposto a diversi materiali.

-Carta
-Umido
-Aluminio
-PET
-Tappi di plastica
-Plastica
-Vetro
-Batterie
-Medicinali
-Materiali bruciabili
-Materiali non bruciabili
-Sogni nel cassetto e gioia di vivere


Comunque, come dicevo con 30 yen puoi comprarti la tua bevanda preferita. La tua. Ma non quella del Razzi. Infatti di caffe' c'e' solo BOSS, niente GEORGIA, la fissazione del Razzi, convinto di avere stretto amicizia con il testimonial della compagnia che affettuosamente chiamava GEORGIO.

Mentre rifletto su questo fatto ecco che arrivano gli omini che riempiono le macchinette. In camicia e cravatta, ovviamente, fanno di tutto per non disturbarmi. Ninja in cravatta che riempiono macchinette.

Faccio la mia scelta, non pranzo... quindi qualcosa di finto nutriente: un buon BOSS CAFE AU LAIT.

30 yen, seleziono, vengo rifornito di caffe' bollente in lattina.

I due ninja, all'unisono, si girano, si inchinano, ARIGATOU GOUZAIMASHITA. Mi ringraziano con profusione. Ringrazio di ricambio.

Me ne vado perplesso. Dopo tre anni il Giappone riesce a lasciarmi ancora perplesso.

mercoledì, maggio 09, 2012

Strali di gufo: antologia del buonumore

Fra le mie vignette preferite, nella settimana enigmistica, ci sono sempre state quelle "senza parole"

LOL

martedì, maggio 08, 2012

Gocce di giapponesitudine



La nuova compagnia per la quale lavoro, ogni lunedi' mattina ha la grande augusta riunione del lunedi' mattina di giada. Quello e' il momento in cui prolungo la lettura del mio libro oltre il semplice tragitto della metropolitana.
Perche' per dirlo con franca chiarezza, durante la molto venerabile grande augusta riunione del lunedi' mattina di giada, io non capisco un cazzo di quello che dicono e di quello che succede.

Me ne sto li'. Con altri 300, 400 colleghi. Ognuno con un malloppo di carte che dovra' poi distruggere prima di uscire dalla sala. Ad ascoltare dati. A vedere team che si alzano in piedi tra il pubblico, si voltano, si inchinano non si capisce bene se per ringraziare o per scusarsi. Ma in Giappone non lo si capisce mai. In Giappone e' essenzialmente la stessa cosa. Annunci. Tutto, ovviamente, in Giapponese stretto.

E mi rendo conto che sono uno dei pochi eletti. Sono fortunato. Chi altro puo' dire di aver assistito a questo rituale primario? I pochi altri stranieri presenti parlano giapponese e sanno quel che succede... Chi altro se la gode come me? Mi sento come uno di quegli studiosi accolto dal branco di gorilla.

Ma il momento piu' squisitamente giapponese non e' la riunione in se', ma l'ingresso.

Dove ci sono omini che ti chiedono di firmare un foglio.

Arrivo io, dove devo firmare? Employee number? Non me lo ricordo l'employee number. "Ah, OK, allora firma e basta".

Settimana dopo. Mi sto per recare alla riunione. Controllo il mio tesserino, quello che obbligatoriamente devo portare al collo in bella vista. Ha l'employee number! E proprio mentre sono li' che mi dico quanto cazzo e' giapponese il tipo che la settimana scorsa mi disse di lasciar stare, non volendo dirmi che ero un pirla, che il numero ce l'ho sotto gli occhi... controllo il mio badge e mi appresto a firmare e registrarmi quando...

Un sesto senso.
Negli occhi del tizio che ho davanti. C'e' qualcosa che non va. Sto infrangendo qualche regola, sto sbagliando qualcosa. Penso alla velocita' con cui ho visto entrare e direttamente seduto il mio capo... e domando "Ma se ho il cartellino, se sono gia' registrato come employee... devo firmare?"
"No."

Un mese e 4 riunioni e nessuno mi diceva un cazzo.

Ecco. Questa e' una delle tante essenze del Giappone. Una convulsione di gentilezze che sono potenze di se stesse e che finiscono per generare l'inutile.

Come mi manchera'.

lunedì, maggio 07, 2012

Consolati, Byflo...


Ciao, ciao!

Nella classifica Rigori siete abbondantemente in testa!

Milan 10 rigori assegnati (10 gol realizzati)
Catania 10 (9 gol)
Inter 10 (7 gol)
Napoli 9 (4 gol)
Parma 8 (7 gol)
Siena 8 (7 gol)
Fiorentina 8 (6 gol)
Lazio 7 (7 gol)
Novara 7 (6 gol)
Lecce 7 (6 gol)
Cesena 7 (4 gol)
Cagliari 6 (6 gol)
Genoa 6 (5 gol)
Palermo 5 (5 gol)
Udinese 5 (4 gol)
Chievo 5 (3 gol)
Atalanta 4 (3 gol)
Roma 4 (2 gol)
Bologna 3 (2 gol)
Juventus 3 (1 gol)

giovedì, maggio 03, 2012

Strali di gufo: rivincite

Fra i molti difetti che mi contradistinguono ce ne sono due che formano una combinazione esplosiva: il primo è farsi delle aspettative, il secondo, essere rancoroso. 

Quando, ieri, Apa mi chiede se ho intenzione di vedere la partita, gli rispondo che cercherò di fare il mio meglio  per arrivare a casa il prima possibile. La partita in questione è Juventus-Lecce. Qualcuno si potrebbe legittimamente domandare come possa, tale insipida partita, interessare ad un interista. Il punto è che si tratta di un'occasione di sentire, parlare, banfare con un amico che, per il momento, vive dall'altra parte del globo. Pertanto, di rientro dall'aeroporto, rinuncio a far la spesa per precipitarmi a casa.

Dove Apa si nega. Skype gli succhia la banda, ma possiamo sempre chattare. Quattro righe distratte, poi il nulla. A quel punto, venuto a mancare il motivo primo di interesse della partita, mi godo la debacle dell'Inter.

È con una gioia vera, irrefrenabile e fanciullesca che apprenderò più tardi della papera del portiere della Juve: pareggio, avversari ad un punto, errore di una delle bandiere. E nonostante il cinismo in cui viviamo, per una volta ci credo, alla giustizia divina, al principio del bene assoluto che alla fine vince, al concetto che quel che semini, poi raccogli.


Contrizione da cappella atomica

E penso allo scorno, alla delusione, al fastidio, alla paura che quel pezzo di merda di Apa (come mi piace chiamarlo amichevolmente) deve aver provato. E godo, godo forte, di una goduria totale ed inebriante, piena, assoluta.

A volte l'ira sa essere uno dei peccati più appaganti. Delio Rossi ne converebbe con me.



Il piede di Buffon
 
E quando Apa se ne uscirà con qualcosa sulla falsariga di: non ho visto perchè dormivo / stavo male / avevo l'insonnia / mi hanno rapito gli alieni; godrò anche di più.

Endechomenon - Ultima foto sul rullino


mercoledì, maggio 02, 2012

Il mio viaggio VIP



In modi e per motivi che non vi devono interessare, mi sono ritrovato nella sala di attesa VIP dell'aeroporto di Dublino.
Non nella lounge business/prima classe di una compagnia aerea, a quella ci siamo tutti abituati. Nella sala VIP dell'aeroporto. Quella riservata a rockstar e politici. E a gente come me, a quanto pare.

Ci si arriva direttamente in auto. Ti accoglie una stangona, ti accompagna alla tua stanza, al salotto arredato, televisione, giornali, champagne, cibo, birra, bevande.

Perche' sono uno che ha una certa immagine ordino un the.

Mi riposo e rilasso, sorseggio il mio the, arriva una bionda e mi comunica che, quando siamo pronti, quando vogliamo, ci possono accompagnare all'aereo.

Ci alziamo, e ci accompagnano in una saletta in cui tre gentilissimi individui ci fanno il security scan privato.

Poi, si apre una porta e ci fanno accomodare su una mercedes.

La bionda sale al posto di guida, e ci chiede i passaporti. La prima tappa e' la dogana, la donna scende e porta i nostri passaporti al controllo. Attendiamo in auto.

Ritorna, e ci porta, in auto, all'aereo.

Un terrificante biplano della cityjet, solo economica, praticamente un volo ryanair. Ma la mia esperienza VIP, che potrebbe, non finisce qui. Infatti salgono due omaccioni che si siedono ai miei fianchi, praticamente incastrandomi. Quello alla mia sinistra poi passa le due ore del volo a scapperarsi e poi giocare con le sgneppole che recupera.

Insomma. Living large. Living the life.


lunedì, aprile 16, 2012

The Gift



Sabato, giorno del mio compleanno, il regalo più atteso: quello di byflussino. Lo scarto: è un biglietto con un cuore ed un biglietto fatto da lui, con dedica. Grande gioia ed intenerimento totale. ... Guardo meglio. Nella busta c'è anche un cartoncino ritagliato da lui con una forma insolita: rettangolare, ma stondato da un lato e con scritto sopra Masimo Brage. Allora non capendo, chiedo. E lui: "Niente, è la tomba" Grazie. Grazie a tutti degli auguri. Da oggi apparirà una nuova tag per i post.

sabato, aprile 14, 2012

Buon Compleanno Byfluss



Basta con i filmati e filmatini musicali.

In realta' speravo di farti un video dove andavo in giro a picchiare la gente come fossi Terence, in cerca di te, il mio ideale e burbero Bud. Un video umoristico e surreale, dolce e straziante. Un po' Brecht un po' Sandro e Pippo Santanastaso. Ma non ce l'ho fatta. Un po' per impegni. Un po' per fatica. Un po' perche' e' un cazzo di progetto, mica roba da poco.

Ho deciso di compensare con questo filmatino di te da bambino, alle prese con i primi passi nel mondo del rugby.

Buon compleanno, caro amico, un maschile abbraccio e una promessa di un futuro pranzo al Miramontilaltro. O anche vicino a casa tua, stavolta, dai. Ma che si mangi bene.

giovedì, aprile 12, 2012

lunedì, aprile 09, 2012

venerdì, aprile 06, 2012

Batman o Ergo?

Lie Detector

giovedì, aprile 05, 2012

They're real, and they're gonna kick your ass!



Old. Ma sempre d'attualità.

Endechomenon - In the red flag!



"Write 50th in the flag"...

mercoledì, aprile 04, 2012

Thespianiche ricorrenze genetliache




Sì. Avete capito bene. E' il compleanno di Thesp.
L'uomo impermeabile.
Talmente impermeabile che ieri, per caso, ho scoperto che è sempre uguale a se stesso.

Mi ricorda quando mi disse che non importava che io dovessi andare a lavorare, fossi in ritardo e che lui fosse ospite a casa mia, la doccia l'avrebbe fatta lui "per prossimo" perchè altrimenti, qui la voce gli si ruppe un poco, avrei rovinato la giornata a lui e Ergo che volevano fare la lavanderia assieme. Ed Ergo, qui aveva probabilmente ragione, non lo avrebbe aspettato.

Immutabile. Costante. Imperterrito.

Che dette così sembrano anche qualità.
In un certo senso lo sono. Per dire è da dieci anni che pare essere sull'orlo di un'incipiente inizio di calvizie. Sempre lì lì. Un perenne autunno. E chi non ama l'autunno?

E comunque scherzi a parte, ne ha. Di qualità.

Per dire, è un ragazzo molto alto. Ha delle caviglie invidiabili.
Delle chiappe molto pelose che, a chi ha di simili inclinazioni, possono piacere parecchio. E sopperire alla mutanda di lana invernale.

Le altre qualità fanno parte del mistero Thespian. Sai che ci sono, ma non riesci tanto a metterle a fuoco.
E non lo dico perchè è il suo compleanno.
Lo dico perchè non posso non essere suo amico, ma allo stesso tempo riesco a capire tutti quelli a cui Thesp sta generosamente sul cazzo. E pur capendoli, li biasimo un poco, perchè alla fine si perdono tantissimo.

Beh, auguri Thesp, e che il gioco valga sempre la candela.

E ora, dopo il brindisi, un piccolo video omaggio che mostra le qualità più nascoste del nostro amico.



martedì, aprile 03, 2012

Le lamentele




Riprendo delle recenti lamentele di due membri di spicco del gruppo.

-Ergonomico ha detto... Ho cambiato l'intestazione del blog con un titolo più vicino alla realtà. 09:56  


-byfluss ha detto... Ben fatto. E' già un po' che volevo dire qualcosa al riguardo. Tra l'altro di Banfe se ne leggono sempre meno, con un incremento di post stile mestizia&vecchiaia, con un retrogusto malinconico. La Canna, quella invece la porto io la prossima volta che ci vediamo, ecchecazzo!




Come prima cosa vorrei parlare del cazzo.

Il cazzo è una parte del corpo maschile. Ce l'abbiamo tutti, tranne Hazey, che ne noleggia uno, ma soprattutto manca a Ignazio, che manco ha la tessera del BlockBuster vicino a casa sua ed era solita chiederlo al Mak, telematicamente.

Riassumendo. C'è chi ce l'ha e chi non l'ha ma lo vuole.

Cos'è questa paura per questa parte del corpo? Cosa vi disgusta?
Cos'è questo momento che sta passando Ergo, soprattutto, la voce più forte, portatrice di questa omofobia, di questo odio per il cazzo.

Ergo, cos'è che ti turba.
Tu, che fosti autore di svariati post quali:
-Il primo post che sottolineava il bisogno di controparti maschili alla Babuinette.
-O questo...
-O ancora questo...

Colui che introdusse [Non Lett.] Jordan sul blog e che ne cominciò a parlare e inventare nomignoli, come "Jordan", appunto, che ne scrisse post, che inventò sondaggi con J23 come protagonista.

Colui che prima di venire in Giappone insistette perchè si andasse tutti a fare un bel bagno nella onsen. Tutti nudi. E che si fece trovare all'appuntamento in forma smagliante.

Ecco. Cosa è successo, Ergo, per farti dire basta cazzo? Cosa ti ha rovinato così? Non sarà solo gelosia?

Per quanto riguarda le banfe... Mi sembrava quasi il contrario, Byflo, che il blog fosse ormai diventato un fiorire di micro post ed endechomenon a raffica, dove hai notato i post di mestizia e vecchiaia?
Mi sembrava un po' che il pericolo fosse che si diventasse come quegli sfigati che postano i link di 9GAG su FB. 9GAG... A questo punto perchè non prenderli da MEMEBASE... Ma divago.
Aiutaci a rendere Aparazzi un posto migliore. Questo volevo dire.

lunedì, aprile 02, 2012

Batman


Stavo, come spesso mi capita, pensando a Batman.
In fin dei conti, pensavo, Batman è una persona un po' di merda.
A parte che e' sempre incazzato, paranoico, guidato da una cieca rabbia che negli anni ha perso ragion d'essere.

Ma soprattutto, miliardario. Figlio di miliardari. Inserito nella creme della creme cittadina. Decide di sconfiggere il crimine e che fa?
Non se la prende con crimini di alto profilo, di corruzione, evasione fiscale, concussioni, abusi in atto d'ufficio, tutta roba che poteva fare da miliardario qual era. No. Si veste da pipistrello e va a picchiare i criminali di strada. È la sovversione di Robin Hood. Il capitalismo che diventa violenza e punta il dito sul proletariato.

Poi vado al Kanamara Matsuri e lo incontro. Beh. Ho cambiato idea. È un tipo a posto, ha anche lui i suoi problemi. Ce l'ha con Ergo che gli ha fregato la maschera, diceva. E poi, ammettiamolo,  difficile prendersela con Batman. Poi il suo nuovo film uscirà a breve...

Ecco infatti un trailer esclusivo per gli amici Aparazzini. Sandy Collora, mangiati il fegato.



venerdì, marzo 30, 2012

Ormai


Ormai lo sapete.
Ormai lo sanno tutti.
Persino Thesp.
Se lo sa Thesp vuol dire che davvero tutti ma proprio tutti lo sanno perche' lui e' sempre l'ultimo a saperlo.

Quindi, ormai non e' un segreto.

Oggi e' il mio ultimo giorno di lavoro. Da domani nuovi stress busseranno alle mie notti, e nuove speranze.

Tre anni intensi che mi hanno portato lontano da casa, ora vediamo dove mi porteranno questi nuovi giorni. Per ora mi portano a Disneyland Tokyo con LK ed Ergo.

A piccoli passi vediamo, dopo quello, dove si va.

Endechomenon - una lodevole iniziativa sociale


giovedì, marzo 29, 2012

Delfino goloso, una passione che ci unisce su questo blog




Un video tutto dedicato a Ergo e a KTS, timidi, ritrosi esploratori del mondo della delphinophilia o, come amiamo definirli noi del giro, D-Curious.

martedì, marzo 27, 2012

Strali di Gufo - Spy Story Edition



Moratti a Branca:"Dobbiamo scoprire perchè il Milan da trent'anni continua a vincere, eppure sono cambiati tutti: allenatori, giocatori, presidenti, medici..." Branca:"Mi ci faccia pensare un attimo, eminenza...HO TROVATO!!!c'è una sola persona che negli anni non è cambiata: SILVANO RAMACCIONI!!!" Moratti:"Bravo suddito! Allora anche noi, e dobbiamo fare anche di più!" "Ok, esoneriamo Ranieri e...". Il resto è storia recentissima. Sì, credo proprio sia andata così.

Angolo della scienza - Animali predatori



Forse non tutti sanno che il motivo per cui la Tigre, questo superbo animale predatore, si sta estinguendo e' l'infarto.

lunedì, marzo 26, 2012

Quite possibly the best biscuit ever made

Dopo molto dibattere e lungo riflettere, sono giunto alla conclusione che le Macine siano, con buona probabilità, il miglior biscotto mai creato.

Tutti in piedi, entra Sua Maestà.

Mi si consenta qui una digressione. Solo ultimamente mi sono reso conto che il piacere legato al cibo non è limitato allo stretto, seppure importante, campo del gusto. Questa realizzazione, magari per altri evidente, è in me maturata parlando con persone che hanno una particolare avversione per qualche tipo di cibo. Mi sono accorto che, molto spesso, i motivi sono di carattere tattile, piuttosto che gustativo: i funghi e le lumache sono viscidi, il polpo gommoso, il pesce può presentare una consistenza fastidiosa o generare la paura delle lische.

È stato grazie a questo nuovo punto di vista che ho acquisito le categorie valutative per poter analizzare ed infine individuare due dei tre motivi che rendono le Macine probabilmente il miglior biscotto di sempre.

DIMENSIONE
Quando il biscotto è troppo grande ci si vede costretti ad adottare due diversi approcci. Si può decidere di forzare il biscotto in bocca, ma si rischia di strisciarlo contro i lati della bocca rischiando fastidiose abrasioni. Oppure ci si vede costretti a morderlo, nel qual caso, oltre al fastidioso effetto collaterale dello sbriciolamento, subentra una certa insoddisfazione data dall'impossibilità di fare del biscotto un sol boccone. La grandezza delle Macine è invece ottimale: abbastanza grandi da essere un biscotto quantitativamente soddisfacente, ma non troppo da crear i problemi sopra citati.

MASSA
Le Macine non sono un biscotto che sparisce rapidamente. Una volta inserito in bocca, pongono una certa resistenza, richiedono una masticazione intensa ed attiva durante la quale si prova l'appagante e voluttuosa sensazione di aver la bocca piena.

COESIONE
Questo è forse il punto di forza più noto di questi biscotti. È risaputo infatti che quando vengono inzuppati nel latte, nel thè o nella cioccolata calda, le Macine non si sfaldano miseramente crollando nella tazza, ma resistono gagliarde per tutto il tragitto verso la bocca.

Che si facciano avanti dei contendenti, se ne hanno il coraggio.