lunedì, novembre 30, 2009

Il motore del duemila







Grazie Hazey per aver sottolineato il fatto. Circa un mese fa. Quando erano ancora 1900 e rotti.

Ma ora.
Sono duemila.
Ora.
Duemila post.
Duemila episodi di questa sit-com ipotetica, duemila numeri di questo romanzo a puntate dell'idiozia sagace.
Estetico, eidetico, fintamente radicale, radicalmente finto, sostanzialmente vero.
Una piazza virtuale, un punto di incontro, un diario, un insieme incoerentemente coeso di puttanate.

Duemila.
L'anno in cui da piccolo vedevo il futuro.
In cui mi immaginavo ventunenne immerso in una fantascienza oscura e misteriosa.
Duemila, l'anno che significava cambiamento, moderno, il giro di boa del secolo.
L'anno in cui Thesp era ancora vergine e il mondo era ignaro del terrorismo.

E cade a fagiolo, il duemila.
Il blog è seguito, letto, ma abbandonato dai suoi scrittori abituali. Cerca di cambiare forma e rimane uguale a se stesso, si ripropone, fallisce, vive, arranca, si ribella. E giusto mi domando quando, se, e come raggiungerà una fine, se è giusto che venga naturale, se è giusto che un bel giorno invece chiuda tutto a doppia mandata, salvi il blog su di un disco, e butti via le chiavi.
Il traguardo dei duemila arriva propizio.
La vita di tutti noi è, per chi più, per chi meno, a un bivio.
Alla ricerca di un lavoro, di conferme, di nuove esperienze, di crescere finchè si può, di staccarsi dal proprio passato.

Dei Peter Pan al contrario, che si scuciono l'ombra da sotto i piedi e, tra il demenziale possibile e il bellissimo raggiungibile, sfidano a duello le proprie vite.

Ghigni mangiamerda, teste di cazzo, anime disilluse, bambini mai cresciuti, feticisti del pensiero, coacervo di nevrosi, assenti ingiustificati, liberi pensatori e terzini riflessivi.

Questo il motore dei duemila post, il popolo aparazzino.

Grazie a tutti.

domenica, novembre 29, 2009

Nuovi paradigmi






Ci sono immagini che ti riconfigurano il cervello.

Ora ho una nuova immagine mentale evocata dal concetto "figura di merda".

sabato, novembre 28, 2009

Gente di un certo tipo




Ecco.
Non so.
Mi verrebbe da ridere, da fare due o tre battutine.
Magari coinvolgere Hazey, che il tedesco l'ha studiato.
O qualche vecchia conoscenza mia, di Byfluss, di Papero, che sosteneva, in modo piuttosto originale, una certa superiorità del popolo, della cultura, della lingua tedeschi.

O farli passare per amici del Razzi, visto che la musica di sottofondo è tra i suoi generi preferiti.

Ma... la verità?

Ho paura che se lo sfotto poi questo mi venga a cercare.
Voglio dire, fino a che mi trovo il Mak sotto casa posso anche gestirla come cosa in qualche modo, ma qui temo che mi troverei di fronte ad un muro di incomunicabilità.

venerdì, novembre 27, 2009

Non saprei




Non saprei davvero.

giovedì, novembre 26, 2009

In verità vi dico che....






* I nani di Biancaneve: 7 o 8 (a seconda degli impegni di Brunetta)
* 10-3.. 10-2: 7 o 8.
* I giorni della settimana: 7 o 8 (<- ma solo se sei uno scarrafone)
* I re di Roma: 7 o 8 (dipende dalla disponibilità di Totti)

* Jordan: 7 o 8. cm.


Lo dice feisbùk quindi ci credo.

Omologazione






E come capita spesso, ultimamente, lavoro fino a tardi.
Finisco verso le dieci, le undici.
Scendo e mi prendo qualcosa da mangiare.

E bene o male le scene che mi si parano innanzi sono già tipiche della zona.
Il puttano platinato e conciato come un deficiente in ciabatte.
Chi sfreccia in bici sul marciapiede.
Donne mezze nude non si sa bene perchè.
Due vecchini carini.
Due scolarette.

Tutti che si muovono, vibrano, sotto le luci di questa città che non ti fa mai capire che ore sono.

E vai al combinì e li vedi, i commessi gentilissimi di AmPm, quelli un po' truzzi di Seven Eleven, quelli un po' stronzi di Family mart.

E loro.
La massa di gente con l'iPod. Sola. In giacca. Isolata in se stessa. Che sceglie cibo per la serata.
Noodles
Il sushi.
Il tramezzino.
E la bevanda.

E ti fanno ridere e un po' pena.

E mentre scegli il nuovo ginger ale suntory, e una pasta con il pollo, e il tuo iPod comincia a cantare Education dei Modest Mouse...

Oh cazzo.

mercoledì, novembre 25, 2009

Esempio di Bad Parenting della settimana






Nel senso che non si possono comprare due gelati a una figlia e zero all'altra.

NOTA

Vorrei aggiungere che se ci vedete qualcosa d'altro, come mi è stato fatto notare, è solo vostra la malizia.

martedì, novembre 24, 2009

Banfar la pelle dell'orso...





In pole position come APArtment jAPAnoise.

D'altronde l'altra, quella che preferivo, me l'hanno rifiutata.

Maledetti giapponesi.

domenica, novembre 22, 2009

No ai dinosauri






Ho deciso di applicare una radicale rivisitazione alla mia politica sull'odio.

Tutti sanno che non soffro di particolari forme di odio di categoria.

A parte per le persone stupide, per gli interisti e per i berlusconiani. E per il Mak. Ma poi è ridondante visto che appartiene a due delle categorie precedenti.

Ho deciso che è il caso che io abbia un approccio più sistematico e creativo alla cosa e ho deciso che odio i dinosauri.

Voglio dire, con dinosauri, tutte quelle bestie schifose lì. Ittiosauri, plesiosauri, mosasauri e i pliosauri, che non sono dinosauri, ma ci siamo capiti.

Mi spiego, l'uomo esiste sulla faccia della terra da quanto, 150 mila anni? E prendo dentro anche quando eravamo poco più che bestie, un paio di passi evolutivi dietro a Byfluss per intenderci.
Questi schifosi hanno invece scorrazzato per la terra per CENTINAIA di milioni di anni.

Questo ha delle ripercussioni, la prima delle quali è che mi fa girare le palle.
La seconda, parliamoci chiaro, come si fa a parlare di cristianesimo quando palesemente siamo un puntino minuscolo nei 5 miliardi di anni circa di esistenza del nostro pianeta? E sapete quanto ci tengo alla mia religione e alle nostre tradizioni.
La terza, che poi alimenta la prima, come posso continuare a pensare di avere un qualche ruolo di importanza nell'universo?

Bestie schifose.
Per questo ho deciso di dire no ai dinosauri.

giovedì, novembre 19, 2009

Trovato!




Cesso.
Altro piccolo capolavoro di quando Pippo Franco era ancora un comico.
L'LP era Cara Kiri.

Una dedica


Dedicato al mio caro amico Ergonomico.

martedì, novembre 17, 2009

Le sgarsuline






Le ragazze giapponesi sono per lo più sgarsuline.

Non so cosa voglia dire sgarsuline, in bresciano, con esattezza, ma la parola mi piace. E nella mia testa dà assolutamente l'idea precisa di quel che voglio dire.

E sono abbastanza sicuro che veicoli.

It delivers.

Comunque.

Gambette ignude, introverse, magre.
Hot pants, minigonne, stivali.

Capelli lisci lunghi.
Sempre tendenti al tiratissimo zoppiccano goffamente per le strade di Tokyo.

Durante le mie permanenze in loco ho elaborato una serie di postulati, o assiomi se volete, che vi potrebbero essere utili.

Primo postulato, viste da dietro il 67% delle giapponesi sembra figa, ma è fondamentale vederle anche da davanti. Quella che può sembrare l'agile ventenne, può risultare un'infida quarantenne vestita con i pon pon.

Secondo, quelle belline, sono belline solo se stanno ferme, nel momento in cui si muovono cominci a notare le ginocchia iperstorte e l'incapacità di camminare decentemente.
Hanno quasi tutte un particolare stonato. E non di quei particolari che danno personalità o verve.
Proprio qualcosa che non va, e spesso emerge in movimento.

Quel che se ne conclude è che non bisogna farsi ingannare da immobili sgarsuline che vi danno le spalle. Anche se tirano fuori due metri di coscia e da chiappa a chiappa sono larghe una spanna.

Capito Razzi?

Orologiao






Quand'ero bambino i miei genitori non mi lasciavano guardare Drive in.

No, non è un post in cui parlo di come a colpa di ciò le mie pulsioni onanistiche si siano quindi rivolte a fantasie su Orazio e Clarabella e questo mi crei ancora oggi degli scompensi.

Voglio parlare di umorismo.

Ovviamente essendo stato drive in quello che è stato, nonostante non me lo lasciassero guardare, è capitato che lo vedessi. O quando fuori a cena, o quando da solo, o in età più avanzata.
Ricordo che trovavo particolarmente divertente Beruschi. Beruscao.
Aveva una storia o storiella.
Faceva le facce buffe.
Era rassicurante.

E questa è una di quelle cose che nella mia memoria definisce l'evoluzione del mio senso dell'umorismo.
Ricordo, per fare altri esempi, una cosa che mi faceva morire dal ridere.
Ed era Paperino che, entrando in un hotel, lasciava come nominativo "Signor Cippirimerlo". Avrò avuto sei anni, e ogni volta che rileggevo quella vignetta, ridevo.

Mi domando come sarebbe la mia vita se il mio senso dell'umorismo fosse rimasto così. Più per Beruschi che per Cippirimerlo.
Probabilmente ora sarei tipo il Mak.
Magari più simpatico, ma tipo il Mak.

Ad ogni modo, ricordo quando ho cominciato ad avere la percezione che il mio senso dell'umorismo stava per cambiare, affinarsi.

Ed è legato sempre alla televisione.

In prima istanza a blob, che guardavo perchè facevano vedere i cartoni animati, prima. Ricordo ancora un video di qualche gruppo punk d'assalto che aveva come sottotitolo "andiamo tutti all'oratorio".

E in seconda istanza a Luttazzi su Magazine 3.

Probabilmente tra vent'anni riderò per Pippo Franco e guarderò il commissario Rex in DVD.
La cosa positiva è che posso osservare il Razzi, e farmi un'idea di cosa mi aspetta tra quindici anni.

venerdì, novembre 13, 2009

Casoncelli






Quanto mi mancano.

martedì, novembre 10, 2009

Oedo Line






La odio.

Oedo line di merda.

Dieci rampe di scale mobili per entrare, dieci per uscire.

Il dubbio è che si arrivi al centro della terra, si facciano due metri in treno e poi si risalga a destinazione.

E ovunque si vada, si deve tenere a mente che ci vogliono altri 10 minuti per uscire dalla stazione.

Il mio attuale appartamento si trova proprio sopra una fermata della suddetta linea.

Un motivo in più per cambiare casa.

domenica, novembre 08, 2009

Codardo




Formaggio di fossa






"Una bara in casa può sempre servire.
Eppure la gente solitamente la compra soltanto a decesso avvenuto, a morto caldo.
Io ne ho una persino in cantina, ci metto dentro i formaggi.
Non sai come si conservano bene.."

- L'addetto alle onoranze funebri un attimo prima di regalarmi l'ennesima penna biro.

Pulling a Razzi on you






Lo so.
Vi sto tirando una Razzata.
Sono sparito, assente.

Scusate ma in questi giorni la mia vita giapponese mi sta prendendo più del solito.

E poi non succede nulla di che.

Lavoro.
Incontro porno starlette che girano intro ai loro DVD monografici per le strade di Nishishinjuku.
Incontro lottatori falsi wrestling e le solite sgarzoline giapponesi mezze nude, vestite da Yu, Creamy, Api maya, Arale.
Ho discussioni surreali su mie potenziali nuove case che si concludono "Scusa ma sono confuso, non capisco." e la risposta dell'agente immobiliare "Se sei confuso... allora sono confuso anche io ora!".

Ma soprattutto lavoro.

Ma la settimana prossima sarà diverso, vedrete.

martedì, novembre 03, 2009

Cartelli stradali






.. old?

What's love got to do with it







Qualcuno potrebbe pensare che, vista la scelta di vita che ho fatto, io abbia una cieca passione per il Giappone.
Beh, ci sono cose che invece mi fastidiano, mi addolorano, mi colpiscono profondamente.

Come certi movimenti razzisti, certe manifestazioni di disprezzo verso la cultura occidentale, per esempio leggete cosa è successo la notte di halloween in occasione di una festa organizzata sulla yamanote line.

Da rimanerne sconcertati, affranti.

Ma ci sono cose che odio ancora di più di questo paese.

Come la loro maniacale, sistematica ossessione per impacchettare singolarmente i singoli biscotti.
La quantità di cartacce e rifiuti che produci per mangiarti un cazzo di biscotto o merendina è impressionante.

Oltre al fatto di aprire una confezione di Oreo e trovarsi con CINQUE e dico CINQUE biscotti.



lunedì, novembre 02, 2009

Rapimenti giapponesi






Certi giapponesi ti rapiscono.
Chiedi un'informazione, e la loro lentezza, la loro attenzione alle regole, la loro affettata disponibilità ti ruba il resto della giornata. I bancari. Le poste. I tassisti che si perdono REGOLARMENTE e che non sanno usare il navigatore satellitare.
Credo che in Giappone per fare il tassista basti avere dei guantini bianchi.

In banca. Ore a parlare.
Solo per scoprire alla fine che quello che mi interessava di più, non potevano offrirlo.
O che i documenti che ho, forse non sono sufficienti. FORSE.

Ma la volta migliore è stata quando sono finito per sbaglio al municipio di meguro o sarcazzo invece che all'ambasciata italiana.
Ho chiesto quindi, dov'è?

Il tizio mi ha preso per il braccio, tirato, portato nel suo ufficio. Ogni mio tentativo di liberarmi era inutile, se solo dicevo "ma non serve grazie", mi afferrava, per lui ero un gaijin pazzo che non capiva che mi stava aiutando.
Come se fossi un animale spaventato e lui un veterinario, qualcuno che sapeva molto meglio di me cosa fosse giusto per me e io quasi incapace di intendere e di volere.

Mi sorrideva con accondiscendenza, mi teneva saldamente il braccio.
Ha chiamato tutto il suo team a raccolta, evidentemente era un pezzo grosso, hanno aperto una mappa della città, e hanno tracciato un itinerario. Mi hanno poi dato un indirizzo che avevo già.

Il mio avvocato mi aspettava venti minuti prima.

Ci metto due ore a uscire dal tentacolare municipio, esco, vedo un taxi, salvezza.

Salgo sul taxi e gli dico dove devo andare.
Gli mostro l'indirizzo scritto in giapponese sul mio cellulare (l'avevo dall'inizio).
Gli mostro la mappa.

Mi guarda.

Con quello sguardo da tassista giapponese che non ha capito esattamente un cazzo.
Ha degli splendidi guantini bianchi e mi guarda scoppiare a piangere sul sedile posteriore.

Il gobbo




Non so cosa aveva questa donna, qualcosa di inquietante e insieme di buffo, infantile. Una figura di Ciprì e Maresco al femminile, le rimaneva un cappotto che non le andava più. Una sigaretta in bocca, troppo grossa per le sue magie, rossetto sbavato e orecchini di perle smunte su parole che ti lambiccano la testa fino a che non te la gratti per bene. Un cappotto stretto per l'inverno non le serve più.



Dalla solita sponda del mattino
io mi guadagno palmo a palmo il giorno:
il giorno dalle acque così grigie,
dall'espressione assente.
Il giorno io lo guadagno con fatica
tra le due sponde che non si risolvono,
insoluta io stessa per la vita
... e nessuno m'aiuta.
Mi viene a volte un gobbo sfaccendato,
un simbolo presago d'allegrezza
che ha il dono di una stana profezia.
E perché vada incontro alla promessa
lui mi traghetta sulle proprie spalle.



Alda Merini

domenica, novembre 01, 2009

Per fortuna...

...che dalla sodomia di un asino su una zebra non nasce nulla.
Sennò sai che mostro....