sabato, gennaio 31, 2009

Sull'isola




Evviva, questo sabato sera lo dedico al lavoro. Ultimamente sono ridotto ad aspettare con ansia il fine settimana per sbrigare gli arretrati. Non vedo l'ora che sia sabato per poter lavorare in pace...

Per fortuna c'è della musica a farmi compagnia. E mi torna in mente quando ero piccolo... nel senso di giovane, ragazzino... e mi piaceva la musica ma non conoscevo nessuno che me la insegnasse.

Allora quando marinavo la scuola, se proprio non c'era qualcuno con cui giocare a biliardo, andavo in biblioteca e sfogliavo i volumi dell'Enciclopedia del Rock con pedanteria da orologiaio, trascrivendo i titoli dei dischi da ordinare poi per posta. La musica mi piaceva e avevo velleità da grande esperto (soprattutto la seconda insinua a volte Apa, soprattutto la prima mi ostino a credere io).

La fonte di titoli e sapienza musicale che preferivo, però, era Il Mucchio Selvaggio. Ai tempi era mensile, devo averne ancora qualche copia. Uno dei concetti più amati dai comunisti secchioni che scrivevano sull'adorabile Mucchio Selvaggio era quello dei “Dischi che ti porteresti su un'isola deserta”. Tra i musicologi accaniti serpeggia spesso questo morbo dell'esclusione, della delimitazione, della discriminazione per livelli di bellezza.

Io, ci mancherebbe, sono ormai superiore a queste cose. E non resisto alla tentazione di proclamare i dischi che mi porterei sull'isola deserta:

Kind of Blue, Miles Davis.
Doolittle, Pixies.
Astral Weeks, Van Morrison.
.....

E' un piacere ingenuo quello di INCIDERE sopra un foglio di carta, che poi butti via, il nome di qualche disco che ti ha riempito di meraviglia. Ti fa sentire in sintonia con tutti gli sconosciuti che come te lo conoscono e amano in modo speciale.

La verità, naturalmente, è che ognuno ha orecchie diverse, da solo sulla sua isola. Ma c'è un'illusione di fratellanza nella solitudine di chi ascolta la musica. Specialmente se lavora di sabato sera.

Certo che scoprirlo così...





Scoprirlo in questo modo.
Dalla rete.
Da commenti di estranei.

Non deve essere bello.

Meglio così.

venerdì, gennaio 30, 2009

A story worth telling

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

Materassini





Evidentemente qualcuno ha avuto la nostra stessa idea, Thesp.
E secondo me han pure fatto un ottimo lavoro.

giovedì, gennaio 29, 2009

Mal di testa d'aspartame!















Addio alla pasticca di Moment, alla pasticca di Buscofen, ai succhi di frutta, alle bevande gassate, al chewing-gum, allo yogurt e a numerosi prodotti alimentari...

Vediamo un pò chi ha la coda di paglia...

Reazioni ed effetti collaterali:

dolori addominali, attacchi d'ansia, artrite, asma, reazioni asmatiche, rigonfiamento, edema (ritenzione dei liquidi), problemi riguardanti il livello dello zucchero presente nel sangue (Ipoglicemia o Iperglicemia), cancro al cervello, difficoltà respiratorie, bruciore degli occhi e della gola, bruciore nell'urinare, difficoltà del pensiero logico, dolore alla cassa toracica, tosse cronica, affaticamento cronico, stato confusionale, morte, depressione, diarrea, capogiri, eccessiva sete o fame, affaticamento, distorsione della realtà, arrossamento del viso, perdita dei capelli oppure assottigliamento dei capelli, mal di testa/emicrania, perdita della capacità uditiva, palpitazioni, orticaria, ipertensione, impotenza e altri problemi sessuali, scarsa concentrazione, predisposizione alle infezioni, insonnia, irritabilità, pruriti, dolore delle giunture, laringite, annebbiamento del pensiero, accentuato cambio della personalità, perdita della memoria, problemi e cambio del ciclo mestruale, spasmi muscolari, nausea e vomito, formicolio e intorpidimento delle estremità, reazioni allergiche, attacchi di panico, fobie, aumento del battito cardiaco, reazioni cutanee, convulsioni, difficoltà di pronuncia, dolori nel deglutire, tachicardia, tremori, Tinnitus, perdita della vista, aumento di peso!

Grazie Dr. Hayes per averlo approvato!
Vedo già qualcuno a terra...senza capelli!!

Auguri comunque




Razzi, qua nessuno ti fa gli auguri nel tuo vero giorno di compleanno. Comunque visto che ieri già avevi compiuto 36 anni, oggi ne fai 37.

Quindi tanti auguri, tanti auguri attivissimi!

Domanda interessata






Qualcuno potrebbe cortesemente cercare su internet se sentire costantemente odore di Yogurt possa essere sintomo di un cancro al cervello o di imminente infarto cerebrale?

Ho già premuto "uno" e "uno" sul cellulare, aspetto la vostra risposta per premere anche "otto", fatemi sapere.

Grazie.

Prese di coscienza




Ho messo il gel del Razzi. Mi aveva invitato a provarlo, l'ha lasciato qui.
Ne vantava le capacità fissatorie.
Non male.
Ma profuma.
Profuma tanto.
Sembra che sei profumato tu.
Profuma... di Razzi.
Profuma come il Razzi profumava quando io sentivo un profumo in casa e mi dicevo "ma chi cazzo si e' profumato così?".
Era il Razzi.

Mi guardo allo specchio.
Mi ricordo il Razzi.
Eppure non e' solo il profumo che evoca il ricordo.
C'è qualcos'altro.
Mi guardo bene.
Rughe. Segni di stanchezza.

Sto diventando vecchio.

Cazzo. No.
Come il Razzi no!

Ma c'è una cosa, una cosa che più di ogni altra finisce per turbarmi.
Ho la pelle della fronte secchina.

E la mia anima piange. (Tiè, Papero)

Signori, basta

Avete rotto il cazzo.

Basta con gli animi tristi, le introspezioni, le amare fotografie dell'anima. Basta.

Che me ne fotte dell'anima vostra?

Che me ne fotte - soprattutto - di quel meschino, banale, lamentoso grumo di parolacce che dovrebbe darmi una sublimata versione di quel che provate. Il vostro aver qualcosa da dire quando state scomodi, quando volete che qualcuno tolga il braccio dalla poltroncina a fianco, per far spazio al vostro io malsano tronfio grasso.

Qualche esempio.

Ignazio, il tipo si trombava un'altra. Lo sapevi pure. Affanculo (mandacelo)!
(Bello il disegno, però.)

Firewoman: non sei Montale, rinuncia. Al respiro, a qualsiasi movimento involontario.

Sapete che vi dico, depressi verbali violenti?

Questo mondo è bello. È più stronzo di voi. E fa ridere.

mercoledì, gennaio 28, 2009

Fire&Water

Scatta una batteria,così sicura e calda,una fumosa chitarra arriva poco dopo...
ascoltandoci leggiamo nel nostro corpo chi siamo e la musica può dirci ogni cosa.

Potere incendiario nel suonare quello dato agli uomini.

Una canzone è una ringhiera che scuotiamo sempre a nervi aperti e non si sradica mai.

Restiamo soli,ognuno con il proprio istintivo orecchio,alla fine di un pezzo e che esso abbia o meno riempito la solita indefinita mancanza,ci abbiamo fatto l'amore,ci ha fatto afferrare la nostra struggente energia.

Un graffio in più...

Auguri dolci e amari







È difficile. Per nulla facile.
Uno di quei momenti in cui non sai se ridere o se piangere.
Oggi è il compleanno di Razzi.
Ieri è morto Mino Reitano.

Come non notare le somiglianze, le amare somiglianze.
Entrambi cantanti, personalità carismatiche, la passione per la bella musica, per l'Italia. Lo splendido sorriso.

Eppure.
Uno muore. Lo celebriamo.
Uno invecchia. Lo festeggiamo.

Uomini di cuore. Uomini d'amore.

Muore il cantante calabrese.
Ma innalziamo i calici per l'ugola friulana o, come più gli piace essere chiamato, quell'arido figlio di puttana di Razzi.

Auguri!

martedì, gennaio 27, 2009

La scrivania di hazey



Kryptonite





Sì, lo ammetto.
È la seconda volta nello stesso mese che uso una foto presa dagli spot vintage dei sofficini.
Ma è appropriata.
Perchè vedete, credo sia giusto, che sia arrivato il momento, che io ammetta un altro dei miei punti deboli.
Ed è una macchia nera sul mio curriculum da cuoco.
Nel senso, molti di voi sanno quanto me la tiri e caghi il cazzo con la cucina, col fatto che sappia cucinare e inventare piatti fantastici.
Bene.
'Sti cazzo di sofficini proprio non riesco a cuocerli.
Li brucio.
Li lascio congelati all'interno.
Li devasto.

Non so che cazzo sia, ma proprio non ce la faccio.

Sofficini di merda.

Passaparola - Nuovo capitolo sul golpe in atto





Anche per Byfluss, ritorna l'appuntamento con Travaglio.

(pensavo non interessasse)

lunedì, gennaio 26, 2009

Me and You

Ho visto un film ieri.
Me and you and Everyone We Know.
Lo consiglio. Per la sua divertente presa di coscienza di quanto abbiamo bisogno gli uni degli altri. Per la realizzazione intrinseca di una realtà in cui quello che hai non ha senso se non lo puoi condividere con nessuno. Perchè ci sono infiniti modi di esprimere la voglia di non essere soli. C'è chi usa una tastiera, chi una matita, chi una videocamera.
L'essenza stessa di un blog lo dimostra.



Dopo queste ultime 48 ore di serietà esistenziale questa sera mi schiaffo le tettone, le psicopatiche ed i casi umani del grande fratello.
Turn on the TV! Switch off the Brain!

domenica, gennaio 25, 2009

Che paturnie





Esistono diversi modi per rivelare i propri stati d'animo. C'è chi lo sa fare molto bene per iscritto (apa) e chi se la cava meglio a parole (Germano Mosconi). Sfortunatamente non rientro in nessuna delle due categorie, sono una totale analfabeta delle emozioni. E' frustrante avere tante cose da dire ma non riuscire mai ad esprimerle, penso sempre di risultare inopportuna, stucchevole o esagerata così alla fine stemperò con qualche facezia.
Tempo fa ho persino tentato di dare voce al mio pensiero disegnando lo scarabocchio in alto. Si tratta di una radiografia dell'anima, in quel momento mi sentivo così. Ed è una sensazione che ho provato fino a qualche giorno fa, perché anche gli Ignazi hanno i loro tormenti interiori. Vediamo se riesco almeno a descrivere il disegno, in fondo dovrebbe essere più semplice. Allora. Ho cercato di ritrarre la fiducia. Cieca. Forse un po' rassegnata. La fiducia che sopravvive nonostante l'evidenza, in barba alle incrinature sempre più lampanti. Perché anche se sei in bilico tu in quella mano ci vuoi credere.
Tutto molto bello. Quasi epico. Tutto molto pirla. Le crepe sono diventate solchi ed è bastata una minima vibrazione per far crollare tutto. Ora non resta che scivolare e non ci sono spiegazioni che facciano da paracadute.
Un tonfo sordo e poi il nulla.

E pensare che Mosconi saprebbe cosa dire, eh.

sabato, gennaio 24, 2009

Exploding head

Ci sono. Eccomi ci sono arrivata.
Proprio a quel punto, temuto da anni, abbandonato con la speranza che si dissolva nel tempo, un pò coscientemente atteso ed incoscientemente ignorato come un uragano in florida. Devo prendere una decisione importante. La Decisione. Quella vera cazzo. Il Rischio, great and scary at the same time; e Il Buonsenso, comodo e soffice.

Il Rischio
La scelta del Rischio mi porterebbe in Sudafrica, dove ho un lavoro che mi piace tantissimo, che mi motiva, che mi fa viaggiare, paga bene, mi realizza come persona e fa del bene alla società. Allo stesso tempo è un lavoro che parte bene ma non si sa dove, e soprattutto se, arriva. Un paese che adoro per la sua difficoltà e la sua energia, per la bellezza soffocante dell'oceano e delle valli immense, per la motivazione intrinseca nella società che ti porta a 'voler cambiare le cose'. Un paese allo stesso tempo instabile, che non offre sicurezze. Il Rischio comporta alto livello di sbattimento: trovare una casa, comprare una macchina, star dietro a tutta la burocrazia della vita (sanità, visto lavorativo, banche, etc.), pensare che la pensione me la sogno. Last but not least, il Rischio mi porta a riabbracciare colui che, dopo tanti anni, forse sta riuscendo a farmi innamorare (ma anche qui siamo sul 'parte bene ma non si sa dove, e sopratutto se, arriva').

Il Buonsenso
La scelta del Buonsenso mi fa fermare in Trentino, dove ho un lavoro che mi piacerebbe pure nonostante il suo essere totalizzante in ore e responsabilità e paga super bene. Allo stesso tempo è un lavoro che mi chiude in un ufficio e indirizza la mia mente ad una sola cosa: profitto. Il Buonsenso implica una vita che mi offre già una casa mia mia, una macchina mia mia, un sicurezza solida offerta non solo dal fatto di avere una famiglia a due passi (e degli amici di cui mi posso fidare sempre e comunque) ma anche dal fatto di avere 'the holy' Provincia Autonoma di Trento, che mai mi lascerà su di una strada. Il livello di sbattimento qui è zero. E, da non dimenticare, il Trentino è una regione certamente un po' noiosa, ma anche piena di natura, montagne, laghi. Il Buonsenso mi porta all'accettazione del piccolo spazio intorno a me, della mia 'bella vita', e probabilmente mi renderà cieca del resto. O meglio, non cieca, ma disimpegnata. Last but not least, il Buonsenso farebbe di mio padre un uomo felice, che vede in me, l'unica persona di cui si fida veramente, la sola capace di contitnuare il lavoro per cui ha sputato sangue per anni.



Io in realtà ho già deciso, nonostante le mie continue titubanze.
Però vi pongo questo dilemma, questo rompicapo esistenziale, per avere un giudizio 'unbiased', ovvero obiettivo, senza pregiudizi (a differenza dei giudizi dei miei amici o familiari).
Secondo voi, qual'è la scelta più folle?

Ritorsioni





Il mondo fa schifo.
Le immagini di Gaza, dell'Africa, quelle più intime di certi ricordi del sud est asiatico mi girano per la testa.
Bambini allo stremo, senza casa, cresciuti come animali.
E ora il mondo è allo sbando per una crisi "finanziaria", una crisi che non vuole dire un cazzo su un sistema che ci siamo creati noi per sopravvivere e che sta andando a puttane. Una cosa che se fossimo gente seria ci diremmo "vabbe', abbiamo sbagliato, rifacciamo tutto da capo". Ma non siamo gente seria.
Siamo gente crudele e avida.

E continuo a pensare cosa posso fare. Vorrei aiutare la gente, ma non ne ho le capacità e probabilmente non ne ho neppure le palle.
Vorrei ribellarmi allora, fare danni al mondo, al sistema.
Ma come. Dove.
Dove posso colpirli dove fa più male.
In che modo posso causare il maggior danno possibile.


E poi capisco.
E decido.

Mi asterrò dal sesso per tutto il 2009.
Let's see the world cope with that!

venerdì, gennaio 23, 2009

The Agile Aardvark Bathed with Beauties

Probing






Questo post è dedicato a Cecilia.

Mattinata intensa, di visite mediche. Al laboratorio Fleming c'è una selva di vecchi. Devono aver sparso la voce, sembra una specie di raduno mal organizzato.
Si intrufolano dappertutto, spuntano dalle fottute pareti. Fanno domande. "Questo ambulatorio è attivo?" "lo sportello quattro?".
Le fanno a me.

Mi piange il cuore a non avere le risposte che cercano.

La cosa bella di certi anziani è che si trattano l'un l'altro come se fossero dei bambini rincoglioniti. Hanno entrambi 90 anni, sono entrambi confusi e spaesati, ma trattano l'altro come se fosse un povero rimbambito, come se fosse messo molto peggio di loro. Sorridono, annuiscono, gli parlano come se fosse scemo, lo accompagnano con il braccio.

Finalmente le infermiere mi fanno accomodare.
Mi metto seduto nell'ambulatorio.
Attendo.

Assieme ad un'infermiera.
C'è una sensazione strana nell'aria.
Quella sensazione strana che si crea fra due estranei entrambi consapevoli che tra pochi minuti il loro livello di intimità subirà una strana svolta.
Nell'istante esatto in cui uno dei due si abbasserà i pantaloni e non per qualcosa di divertente.

Io vorrei fare conversazione... Ma devo ammettere che il pensiero che tra un po' quella signorina mi infilerà un ferretto su per l'uretere in un certo qual modo mi blocca.

L'infermiera se ne va.

Entra un vecchio. "Ma qui c'e' nessuno?"
"Ci sono io".
Ancora una volta non era la risposta che stava cercando.

Torna l'infermiera.
Attendiamo.
"Lei non urina da almeno due ore, vero?"
"Certo. Non è per assicurarvi di questo che mi state facendo aspettare, vero?"

Ride.

Aspettiamo.
Arriva la dottoressa.
Non voglio nemmeno descriverla.
Parla dei cazzi suoi, mi fa segno di sistemarmi a pantaloni calati sul lettino.
Continua a farsi i cazzi suoi, parlottare di sua cugina.

Sarò sempre io, all'antica. Ma c'è qualcosa di strano nel trovarsi in una stanza con due tizie, seduto su di una poltroncina, vestito, coi pantaloni calati e i gioielli di famiglia fuori. Soprattutto se queste continuano a parlare dei cazzi propri.

"Lei non urina da almeno due ore, vero?"
"Sì, ma non me lo ricordi, per piacere." In fin dei conti ho saltato la sacrosanta minzione mattutina.

E si comincia. Infilano il ferretto, avvitano, girano, raschiano. Una seconda. Una terza volta.
Non è particolarmente bello.
Ma soprattutto non è particolarmente bello che mi informino che tanto questo test non servirà a nulla perchè sono troppo "sotto all'antibiotico" e che il mio medico è pazzo.

Esco sconsolato.

La verità?
Ci sono rimasto male che non hanno fatto neppure un commentino positivo.

giovedì, gennaio 22, 2009

mercoledì, gennaio 21, 2009

TETTE

pensiero del giorno:
voi uomini dovreste avere le tette.
delle belle, grosse tette.

martedì, gennaio 20, 2009

Fabbisogni






Ok, c'è bisogno di me.
Devo tornare solido.
Devo tornare cattivo.
Devo riuscire a tornare indistruttibile, impermeabile, strafottente.

Al solito.
Lo stimolo che mi salva è pure quello che mi ammazza.

lunedì, gennaio 19, 2009

Centomila







Abbiamo superato i centomila contatti. Ok, sono farlocchi, ok il contatore è attivo da meno di due anni, ok, non sono tantissimi.

Però non vedo l'ora che arrivi il bellissimo post celebrativo che il Razzi sta di sicuro preparando!

Epifania

Le nuove idee non sono altro che nuovi collegamenti, nuove giustapposizioni di elementi già esistenti. È sorprendente notare come, a volte, questi collegamenti diventino improvvisamente chiari e lampanti e, nel momento in cui li scopriamo, ci sembri quasi impossibile non averci pensato prima. Erano lì, di fronte ai nostri occhi, e nella loro limpidezza erano assolutamente invisibili. Quasi non riusciamo a credere di non aver visto prima quel che era lì, pronto ad essere colto, così ovvio, così perfetto, così semplice.
Ma va bene così. Ci siamo saturati fino alla nausea con Jordan di qui e Jordan di là. L'ultimo sondaggio ne è lampante dimostrazione. E allora e' il momento del passaggio di consegne, un passaggio avvallato dallo stesso Micheal Jordan, come da prova fotografica.



E dunque sia, non più Jordan, bensì Matrix.



E Matrix fu.

sabato, gennaio 17, 2009

Ultime cene









Così, per non dimenticare.
Alcune pietanze della mia ultima cena in Giappone.

venerdì, gennaio 16, 2009

Una simpatica idea regalo e la babuinette di gennaio

Le mode passano.
Cambiano.
Si rivoluzionano.

Seni piccoli, enormi, vite strette, fianchi molli.
Nel 700 essere pallidi era segno distintivo di nobiltà e avvenenza. Ora si fa a gara per chi è più abbronzato.

E siamo giunti alla sovversione di un'altra grande tradizioni.
Si diceva "alegher, alegher che el bus l'è semper negher".

Evidentemente non è più così.







A quanto ho potuto vedere, molti qui dentro ne avrebbero bisogno.

giovedì, gennaio 15, 2009

Felicitazioni






E oggi compie gli anni una recente new entry su Aparazzi, ma un mio vecchio carissimo amico.

Per molti versi un maestro, per molti altri un coglione, la cosa più vicina ad un cognato che ho, il che dice molto di lui, ma pure di sua sorella.
Devo ammettere che mi ha insegnato molto, fatto scoprire molte cose, anche di me stesso. Una persona che sono contento di aver conosciuto, quasi per caso, per merito di personaggi oscuri, di coincidenze astrali. Diciamolo, grazie al destino.

Beh, auguri Papero.

E cerchiamo di passare indenni questo 2009.

Uno si dice





Uno si dice "Dai, dormi come un sasso tutte le sere da quando sei tornato dal Giappone.".

Uno si dice "Dai, lo sai che i farmaci come il Lexotan provocano dipendenza.".

Uno si dice "Dai, stasera non prenderlo, vedrai che dormi.".




Ecco, uno dovrebbe impararsi a starsi zitto.

martedì, gennaio 13, 2009

Stella Birarda per te





Razzi canta "Stella Birarda perchè".
Step ha tradito Gin con Baby.
La mia bellissima cugina mi sta cucinando un piatto di bastoncini e sofficini col cappello.

Diventa sempre più difficile trovare il bandolo della matassa.

Endocarditis







Mesi fa ho cominciato a sospettare di aver contratto un'infezione. Inizialmente sembrava ai reni. Si pensa calcoli, febbriciattole, pesantezze. Poi pian piano sembrava spostarsi alla vescica, alle vie urinarie, all'uretere. Per un mesetto circa ne ho avuti i sintomi, mentre ero in Giappone, e mi hanno curato con una serie infinita di antibiotici che, oltre a crearmi una serie di scompensi come perdita totale del senso dell'orientamento e stati di confusione, non hanno curato un [lett.] cazzo. Il quale sembrò guarire da solo.

Essendo però io di natura scrupolosa, ho fatto una serie di esami.

Tramite un tampone uretrale, che consiglio vivamente a tutti in quanto esperienza solleticante e piacevole, salta fuori che ho 'sto batterio, piuttosto raro, che puo' portare a una malattia che secondo me e' spettacolare.

Alcuni degli effetti più folkloristici:

- Infarto cerebrale
- Cancrena delle dita
- Emorraggie oculari

ma soprattutto

- STIGMATE


Le voglio.

lunedì, gennaio 12, 2009

Il compleanno





Gennaio e' storicamente un periodo morto per Aparazzi. Paradossalmente è anche il mese in cui è nato. È lecito dunque dedurre che Aparazzi nasce morto. O muore nato. Abortisce in se stesso. Si supera, è antitesi ossimorica di se stesso, si rifiuta, si odia e si ama.
Sono tre anni.
Un bambino di tre anni è abbastanza intelligente per battere Mak a tic tac toe (tris, filetto, come lo volete chiamare).

Sono tre anni di banfe.
Di minchiate.
Di mie depressioni squisitamente illustrate.
Di assenze di Razzi.
Di evoluzioni deliranti di Hazey.
Di cotillions di Ignazio.
Di rudezze di Byfluss.
Di interventi a gamba tesa di Ergo.
Di apparizioni di RP da ogni angolo del globo.
Di sparizioni di personaggi.
Di miti.
Idee.

Di nulla, fondamentalmente.
Avanti così.

venerdì, gennaio 09, 2009

Discese





La testa è pesante.
Le dita pure, deboli, cadono sulla tastiera, lente, attente, tremanti.
La concentrazione cerca di contrastare l'imprecisione che nasce dal brivido che le trasmettono i deboli polsi.
Gli occhi ciechi.
Innondati di lacrime, involontarie, come per la noia di Baudelaire. Il cervello pulsa, rimbomba nel cranio che pare esserne diventato il nemico, una scatola scomoda, un'abitazione pericolosa.
La gola arde per la temperatura, che sembra salire, non sembra fermarsi. Sono le nove. Sta a trentotto e mezzo. Ogni spasmo che parte dalle gambe è mezzo grado in più. Provo a contarli.
Ma la mente era persa in partenza, schiacciata da quella depressione ciclica che ritorna a ondate sempre maggiori. Il peso dei sensi di colpa, dei rimpianti, delle malinconie. Per aver sciupato o lasciato sciupare cose importanti. Le paure, come morsi.
L'odio solo da poco riconosciuto. Il tempo perso, il tempo che non si riesce a fermare.
Solo la tosse, dolorosa, sanguinante, interrompe il flusso di pensieri sudici e suicidi. Prima con un dolore al petto, poi con una fitta che parte dall'intersecarsi dei seni nasali e a parabola scende nella nuca, attraversando la materia grigia.

Il corpo cede.
La mente prima di lui.

E se la situazione non vi pare abbastanza grigia, vi ricordo che in sala c'è Razzi che canticchia, sbevucchia e mangiucchia.

Già




Bastano dieci minuti per fare cambiare aria in una stanza.

Idee per un brillante futuro





Ho la febbre.
Eppure la mia mente continua a sfornare idee geniali.

Ho pensato a come in giappone essere un comico sia piuttosto facile, basta una semplice dose di idiozia, un minimo di faccia di bronzo, qualche tormentone e soprattutto, come dice Thesp, la mossa.

Sto lavorando a un promo video con Razzi e Ergo che presto lancerà la nostra carriera in oriente.

Stay tuned.

martedì, gennaio 06, 2009

Ultimamente





Mi sembra che le cose mi sfuggano piu' del solito.
Non riesco a fissare idee, piani, progetti.


Oggi, ieri notte per la precisione, è pure morto il mio tamagotchi.
Non aveva un nome. Mi stava anche abbastanza sul cazzo.
In compenso ho il Razzi in casa a tempo indeterminato e ancora 5 giorni di ferie.

Sto aspettando qualcosa, o almeno la sensazione è quella.
Come se il momento vero, la realtà non fosse ora, ma sempre tra un po', tra qualche minuto, qualche giorno, qualche ora.

Mi sento in attesa. Ma, come si dice, finchè la si guarda, l'acqua non bolle.

Il problema è che è più forte di me, stare a guardare, attendere spasmodicamente. Concentrarmi sull'attesa.

E la mia acqua non bolle mai.
Che balle.