venerdì, gennaio 23, 2009

Probing






Questo post è dedicato a Cecilia.

Mattinata intensa, di visite mediche. Al laboratorio Fleming c'è una selva di vecchi. Devono aver sparso la voce, sembra una specie di raduno mal organizzato.
Si intrufolano dappertutto, spuntano dalle fottute pareti. Fanno domande. "Questo ambulatorio è attivo?" "lo sportello quattro?".
Le fanno a me.

Mi piange il cuore a non avere le risposte che cercano.

La cosa bella di certi anziani è che si trattano l'un l'altro come se fossero dei bambini rincoglioniti. Hanno entrambi 90 anni, sono entrambi confusi e spaesati, ma trattano l'altro come se fosse un povero rimbambito, come se fosse messo molto peggio di loro. Sorridono, annuiscono, gli parlano come se fosse scemo, lo accompagnano con il braccio.

Finalmente le infermiere mi fanno accomodare.
Mi metto seduto nell'ambulatorio.
Attendo.

Assieme ad un'infermiera.
C'è una sensazione strana nell'aria.
Quella sensazione strana che si crea fra due estranei entrambi consapevoli che tra pochi minuti il loro livello di intimità subirà una strana svolta.
Nell'istante esatto in cui uno dei due si abbasserà i pantaloni e non per qualcosa di divertente.

Io vorrei fare conversazione... Ma devo ammettere che il pensiero che tra un po' quella signorina mi infilerà un ferretto su per l'uretere in un certo qual modo mi blocca.

L'infermiera se ne va.

Entra un vecchio. "Ma qui c'e' nessuno?"
"Ci sono io".
Ancora una volta non era la risposta che stava cercando.

Torna l'infermiera.
Attendiamo.
"Lei non urina da almeno due ore, vero?"
"Certo. Non è per assicurarvi di questo che mi state facendo aspettare, vero?"

Ride.

Aspettiamo.
Arriva la dottoressa.
Non voglio nemmeno descriverla.
Parla dei cazzi suoi, mi fa segno di sistemarmi a pantaloni calati sul lettino.
Continua a farsi i cazzi suoi, parlottare di sua cugina.

Sarò sempre io, all'antica. Ma c'è qualcosa di strano nel trovarsi in una stanza con due tizie, seduto su di una poltroncina, vestito, coi pantaloni calati e i gioielli di famiglia fuori. Soprattutto se queste continuano a parlare dei cazzi propri.

"Lei non urina da almeno due ore, vero?"
"Sì, ma non me lo ricordi, per piacere." In fin dei conti ho saltato la sacrosanta minzione mattutina.

E si comincia. Infilano il ferretto, avvitano, girano, raschiano. Una seconda. Una terza volta.
Non è particolarmente bello.
Ma soprattutto non è particolarmente bello che mi informino che tanto questo test non servirà a nulla perchè sono troppo "sotto all'antibiotico" e che il mio medico è pazzo.

Esco sconsolato.

La verità?
Ci sono rimasto male che non hanno fatto neppure un commentino positivo.

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