martedì, settembre 30, 2008

Spam, scam, love


Nulla succede mai per caso ed oggi ne ho avuto la conferma. Da tempo la mia casella di posta elettronica è inondata da messaggi criptici. Enlarge your penis. A man with a small penis is not a 100% man. Make an elephant out of your ant. Be proud to change your underwear on public. What's your wife's favorite time. Men with big penises go to heaven. Ed io non capivo nemmeno il perché di tanta insistenza. Stamani però fra un penis e l'altro ho trovato la seguente lettera:

Data: 30 Set 2008 - 06:21
Oggetto: Salve!

Salve. Mi e piaciuto il tuo profilo e voglio sapere di piu su di te! un po 'di me: io amo la vita, l'amore per i bambini, vuole conoscere l'amorevole, dedicato, uomo onesto, al fine di creare una famiglia. Vorrei conoscere il suo vero amore e migliore amico, sorella anima e la seconda meta, un uomo che condividono i miei interessi. Voglio dedicare la loro vita per rendere questo un uomo felice, pronto a dare tutto cio che puo dare una donna, moglie, migliore amico. Bisogno di un forte, armonico matrimonio basato su amore, fiducia, rispetto, la comprensione e la vicinanza spirituale ... Io attendere per la Sua lettera .... Il mio indirizzo e-mail: xxxxxxx (Olivia)

...

E' una dichiarazione d'amore in piena regola. C'è solo un piccolo problema, manca un dettaglio. Quel dettaglio. Ed io a certe cose ci tengo. A questo punto non mi resta che fare fronte alle responsabilità e comportarmi come ogni Amorevole che si rispetti:

* volare a Casablanca (di solito lì fanno zac zac, magari vanno anche giù di Bostik.. boh);
* attrezzarmi di tutto punto (bigger is better, facciamo più o meno come uno stendino così uniamo l'utile al dilettevole);
* procedere con un armonico matrimonio.

Da sola purtroppo non credo di potercela fare, ho bisogno anche della vostra vicinanza spirituale. Mandatemi mentalmente (o fisicamente) a quel paese, so che lo volete. E poi è per una buona causa.

Io attendere.

Piove

A Shinjuku piove.
Sembra zucchero a velo bagnato.
Porta i profumi dei locali attorno. Dolci, speziati, mi stupiscono ancora.

La gente si mette ordinata in fila per l'autobus. Ordinata sì, ma manca quella fastidiosa ottusità inglese, sono molto più rilassati.

Dietro di noi una pasticceria che sforna torte e brioches che sembrano deliziose.

Si aprono le porte, e mi colpisce una cosa.
Da quando sono qui non ho mai sentito la ressa di gente che spinge e si accalca e che fa quasi a pugni per salire.
Le vecchine salgono lentamente, le donne non spingono, la gente è rilassata.

Si chiudono le porte, il bus è in ritardo, e l'autista quida calcando il piede sull'acceleratore.

In pochi minuti sono davanti all'ufficio.

Scendo.
I grattacieli si perdono nel cielo, in quel grigio chiaro ma non accecante di queste parti.

Piove.
Sembra zucchero a velo.

In ufficio mi aspetta un almond flavor milk coffee.
Domani magari mi sveglio prima, e mi compro una di quelle brioche.

lunedì, settembre 29, 2008

Your latest trick

Canzone dolce, anni '80, Dire Straits.
La conoscete tutti.
Delicata, garbata.

Probabilmente non avete mai ascoltato il testo, io almeno non l'avevo mai fatto.

E' triste.
Un uomo arreso, senza rabbia. Quasi con allegria. Lo stupore del ritrovarsi persi, derubati.

Mi fa tristezza.

La tristezza di quel gioco splendido tra due persone che non posso chiamare amore se no Thespian si incazza, perchè lui è impermeabile.

E, cazzo, questa canzone mi ricorda cose che non provo più da secoli, mi pare.

E improvvisamente mi faccio tristezza pure io. Un poco.

I Giapponesi

Mi gelano il culo tutta mattina, ogni mattina con il condizionatore.
E sono sicuro che ci sia qualcuno che si diverte perchè sento continuamente il BEEP classico di quando qualcuno cambia la configurazione dell'air con.

Ma deve uno che lavora qui part time.
Perchè il pomeriggio invece spengono l'aria condizionata.

domenica, settembre 28, 2008

Prima regola: non banfare



Stasera avrei potuto:

* guardare il film di Aldo, Giovanni e Giacomo;
* costruire un appartamento per i sims;
* prendere a testate il muro.

Ed invece no, ho seguito la telecronaca del derby trasmessa da una televisione privata. Telecronaca che più o meno è stata così: AHHHH AHHHH EHHHHH AHHHHHHHH! AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!. Riassumendo, l'Inter ha perso. In base alla modulazione delle urla posso asserire che ha anche giocato malino. Dico "malino" perché sono una tifosa, se fossi obiettiva dovrei affermare che ha fatto pettare a nastro. Come se questo non bastasse nei giorni scorsi ho pure banfato. Ho millantato vittorie dell'Inter, vittorie stratosferiche. Perché se si banfa è sempre meglio puntare in alto.
...
Ora mi domando, non è che vi avanza qualche biglietto di sola andata per un posto sperduto, magari esotico? Comunque anche l'Alaska andrebbe benissimo. eh.

Doxology


by Michael Langan

venerdì, settembre 26, 2008

Untitled#0

giovedì, settembre 25, 2008

Un bel gioco dura poco?

Non mi sembra.
Non capisco.
Ma ho come la sensazione che un giorno mi succederà. Di capirlo, intendo.

Credo che ci farò i conti allora.

Rispettabile

Ho 30 anni. Sono un coglione. Lavoro con i giochini. Mi metto la t-shirt dei Led Zeppelin per andare al lavoro. Canto in piedi sulle scrivanie. Guido una macchina raccapricciante, potendo permettermi ben altro. Porto scarpe da ginnastica. Non mento quasi mai.
Eppure passo per una persona, in fin dei conti, rispettabile.
Credo.

Anche se qui (là) a Brescia c’è un termine... detto con un poco di compatimento, che a me è sempre sembrata invidia, “fantasista”.
Ecco, sono rispettabile ma “fantasista”. Esotico. Non inquadrato.
“Eh, il Paglia è fatto così”. “E’ proprio una cosa da Paglia prendere e andarsene in Giappone.”
Cose dette per riportare la mia anormalità sotto controllo.
Perchè è con la definizione che l’uomo ha conquistato il mondo prima ancora che con il ferro e il fuoco.
Cose dette per rendermi e rendere tutto più normale.
Perchè da uno come me ci si aspetterebbe un infelice fallimento o qualche passo falso.

Ma non è così.
E torno ad essere rispettabile.
Tranne per il fatto che non sono sposato.
Tranne per il fatto che non ho ragazza fissa. Che poi, non che sia questo sciuapfemmine, tutt’altro. Solo che in un certo ambiente ti vedono con più di tre ragazze nel giro di sei anni, se lavori, se a sposarti chiaramente non ci pensi neanche... una certa opinione se la fanno. O negativa, o sbagliata.

Mia zia a Natale mi ha regalato “Le donne vengono da venere e gli uomini da marte”. Per aiutarmi a capire l’universo femminile, perchè vede sempre che ho tante ragazze.

Le ho detto, ridendo, che è appunto perchè capisco l’universo femminile che ho tante ragazze.

Non ha capito.

Credo che le regalerò un libro a Natale.
Magari di Luttazzi.

Hmm, ho una macchia di salsa sui pantaloni.

mercoledì, settembre 24, 2008

Molto faticoso

è molto faticoso scrivere un post su Mosca, molto più facile rifugiarmi in una fantasia:


happy happy hippos
sucking at my nipples

steady as the barnacles
till I grab their testicles

Epica proporzionale

Oggi non ho proprio voglia di fare un cazzo.
Vorrei dormire.
Vorrei mangiare un formaggino cremoso, direttamente dalla confezione, sentire la foglia di aluminio sulle mie labbra.
Vorrei sentire le mattonelle di casa mia sotto ai miei piedi nudi.
La porosità di un muro, con la mano.
Le setole ruvide di un tappeto, con il collo.

Vorrei scrivere un poema epico su di un rospo che attraversa un parco, di notte.

Un poema che parli dell'epica proporzionale alla nostra natura, di come per noi, alla fine, sia già un'impresa non cedere all'obnubilamento della nostra mente e al peso delle aspettative.
Nostre o altrui, a seconda di chi ci si aspetti o ci si sforzi di essere.

Ninnananna

I sogni a volte sembrano voler gareggiare con la realtà.
Ieri è stata una splendida giornata, di quelle dolci, che scorrono al ritmo di una musica tradizionale giapponese, nel sole di settembre che ti rincuora più che accaldarti, in mezzo alla gente, ai parchi, al lusso, al silenzio, ai grilli che a mezzanotte lo sottolineano, il silenzio. Una notte di parole, sigarette, carammelle, immagini deformate.

E mi sono tuffato nel letto stanco, felice, e un poco confuso, lo devo ammettere. Adoro l’indefinito, adoro quel senso di stupore un poco incoerente.

Come spesso mi capita sono scivolato nel sogno, in quel modo assurdo, lento e contemporaneamente improvviso. Ed è stato come se i miei sensi gridassero vendetta. Ed era come se il mio corpo reclamasse qualcosa... e nel farlo si aggrappasse con forza a quello che aveva e a se stesso.

Ho sognato una voce. Ed è una sensazione stranissima.
Non era una voce nel buio, era mancanza di tutto tranne che di voce.
Ho sognato una voce che, ricordo, mi stupiva per la sua dolcezza, quasi fosse inattesa. Per essere priva di durezze.

Una voce che era come il solletico da bambini.

E ancora quel senso di stupore.

martedì, settembre 23, 2008

Elusive

Camminare ascoltando Nick Drake mi ha fatto vedere le cose da un'altra prospettiva, da un'altra luna. Penso di sapere cosa sia, ma in realtà non voglio saperlo ancora.
A volte cerco aderenza con me stessa e ci sono come soffi, spiragli scollati che non mi fanno sentire dove sono. A volte ripenso a Bacon che con un sorriso da beone e l'alito di vino sostiene di essere "optimistic about nothing". Secondo me c'è qualcosa in queste parole, bisognerebbe investigare, ma sono già stanca di mattina.
È arrivato Daniele a rompere il silenzio assorto di questa giornata iniziata stranamente.
Ticchetto sui tasti per dare qualcosa in pasto alle mie mani. Ma loro in realtà vorrebbero una cosa sola.
Suonare Tom Sawyer alla batteria.

Essere daltonici in Giappone

A quanto pare qui è una cosa abbastanza rara, nessuno capisce bene, nessuno sembra crederci.

Se poi aggiungi che i distributori di sigarette hanno bisogno di una tessera magnetica che dimostri che hai almeno vent'anni.
Che il mio giapponese soprattutto in alcuni "settori" è scandaloso.
Che i commessi dei seven eleven ovviamente non parlano inglese.

Ed ecco che arrivi a casa e scopri di avere un fiammante pacchetto di Marlboro al mentolo.

E ovviamente lo scopri perchè al primo tiro e nel tuo stato ti domandi se ti stai fumando lo spazzolino da denti.

lunedì, settembre 22, 2008

Peli facciali

Apprezzo quelle persone che riescono a portare i baffi con rispetto.
Ognuno dovrebbe scegliere la propria categoria di baffi.
Se fossi un uomo giocherei con i miei peli facciali. Ne cambierei la forma, il colore, la struttura, i significati.

In questo momento, se fossi un uomo, o una donna baffuta-sempre-piaciuta, avrei uno stile trucker.


domenica, settembre 21, 2008

Scacco al Re

Ho appena avuto la notizia: un tumore al cervello se lo sta portando via.
Dopo aver lottato per anni contro questo infame male, ormai è vinto, non lo rivederemo più.
Non era un amico intimo, di quelli a cui ricorrere quando avevo bisogno di aiuto.
Era un amico da bancone, di quelli con cui bevi e parli di stronzate, ma per me, una delle poche persone con cui poter essere me stessa.
Per alcuni era un eccentrico, uno strano, un buffone, ma lui era un Re: il Re della Corte dei Miracoli.
Per lui tutti erano uguali ed il più delle volte quelli con cui si faceva vedere erano tossici e disadattati, che lui almeno per un po' teneva lontani dalla strada.
No ci sono parole per descriverlo, forse mi verranno più avanti, ma era una persona adorabile e mi si spezza il cuore a dover parlare di lui al passato, ma non esiste speranza ed il tempo è contro di lui e di chi lo ha conosciuto.
Non so più che dire, mi sento svuotata.
Ah, si:

sabato, settembre 20, 2008

Ikebukuro no lights

Prima volta che metto piede a Ikebukuro.
Una specie di incrocio tra Shinjuku e Ginza. Cosa che non vuole dire un cazzo per quasi qualsiasi lettore di questo blog ma che fa molto sofisticato.

Sigarettina nell'area fumatori alla north exit, perchè a Tokyo non puoi fumare per strada. Nei locali sì. Per strada no.

Passa una ragazza in brassiere. Passa una ragazza vestita da cane. Passano americani spaesati, grassi e confusi.

Il tramonto è generoso con Ikebukuro, il sole sembra calare più lentamente del solito.

Arriva Hiroko, carina, elegante, in ritardo ma non fa niente. Mi fa ridere solo a vederla.

Arriva Kevin, si va in una specie di pub belga pieno di birre assurde, arriva Midori, arriva una il cui nome significa Beach o Bitch.

Locali fumosi, izakaya, luci, passeggiate. La notte è calda Ikebukuro, ma soffia il vento ignorante di Tokyo.

Birra, beef jerky, yakitori, liquori impronunciabili bianchi e densi, pollo crudo in salsa wasabi, chiacchiere e parole astruse che mi si cominciano ad appiccicare al cervello e cominciano ad assumere significato.

Con me ci provano rispettivamente una vecchia e una ragazza che asomiglia a Gizmo dei gremlins, la quale si concede qualche libertà di troppo.

Sul finire di serata uno scontro tra gang rivali. Giapponesi. Anche nello scontro.
Si sfidano da un lato all'altro della ferrovia. Due binari e un fosso li dividono, ma sono duri, troppo duri. Medio alzato, grida, mosse imparate da qualche video rap, puttanelle al seguito che fanno versi e gesti. A volte sembra quasi che si salutino, ma poi no, di nuovo qualche gesto inequivocabile.

Mi verrebbe quasi da far loro notare che c'è una scala e un sottopassaggio dove potrebbero comodamente incontrarsi e risolvere le loro questioni irrisolte menandosi di santa ragione, ma poi anche perchè?

Arriva il treno ed è un tribudio di insulti, il gran finale. Poi tutti a casa a giocare con la playstation e a pensare a quante gliene hanno cantate a quei bastardi di Ikebukuro est.

venerdì, settembre 19, 2008

Ultima notizie dal fronte

Vi ricordate il prete scroccone di cui vi parlavo tempo fa?

Beh, oggi sale in autobus e incredibilmente, con rapida mossa, estrae il suo abbonamento da non so quale tasca! Si avvicina fiero all'obliteratrice di ultima generazione di cui hanno fornito gli autobus ultimamente e...

BEEEEEEEEEEEEEEEP!

NON E' VALIDO!!!!!

Fa finta di niente e si siede sfoggiando un sorrisino compiaciuto.

Il prete continua imperterrito a non pagare e io di conseguenza a bestemmiare.

L'alcool

Cosa ti porta a fare.

Ecco un video di Byfluss, visibilmente eccitato per l'acquisto del nuovo SUV.

C'è da dire che aveva anche bevuto un bicchiere di troppo.






(Sì, lo so, da quando sono in Giappone non faccio altro che postare minchiate. Sì Byfluss, anche da prima).

giovedì, settembre 18, 2008

Ottimismo mattutino

Stamattina, sulla via che mi conduce al mia grigia quotidianità, ho incontrato un blocco di manifestanti della CGIL, i soliti lavoratori sfruttati e non pagati dalle imprese più o meno locali.
Già sicura dell'inevitabilità di dover scegliere il percorso più lungo (e faticoso) ho comunque superato agilmente la fila di automobilisti incavolati, fino ad arrivare alla coda della manifestazione.
E lì, con mio grande stupore, ho scoperto che in quanto donna a pedali, godevo della vantaggiosissima simpatia dei manifestanti, che mi hanno fatto strada in un coro di "Facit' passà a signurina, c'adda i affà ll'ammore co' fidanzato!"

Vaglielo a spiegare che stavo andando alle poste a pagar bollette.

La formica marziana

Scoperta una nuova razza di formiche in Amazzonia, viveva sottoterra. Per l'aspetto bizzarro viene chiamata "Martialis Eureka".

Questo il commento degli scienziati.

"Si tratta di una «scoperta sensazionale» poiché è la prima volta da 85 anni a questa parte che si scopre «una specie di formiche completamente nuova. Si tratta della più antica e primitiva formica conosciuta. Averla scoperta è stato un autentico colpo di fortuna. L'animale, infatti, è cieco, non ha occhi e quindi, non fosse stato per noi, lei di sicuro non ci avrebbe trovato. Per fortuna è andata così."

Babuinette di Settembre

Vi sareste di sicuro aspettati una babuinette tutta giapponese, immagino, e invece no, sarà perchè non manca email o sms dall'Italia che mi chieda "come sono le giapponesine", ma più italiana di così si muore.

Belloccia, in carne, un po' ignorante e un po' volgare, vergine e zoccola. Praticamente la femminiltà italiana fatta stereotipo.

Sto parlando di Raffaella, ex concorrente del grande fratello, che sulle pagine di tutti i giornali promette di vendere la propria verginità per un milione di euro.



Infatti Raffaella Fico, qui in verginale posa, sembra voler dare uno schiaffo alla moralità italiana, con questa sua provocazione. In realtà è probabilmente solo un po' bagascia e ha bisogno di un trampolino di lancio. O di un milione di euro.

D'altronde è anche una provocazione abbastanza sicura, voglio dire... Se uno le offrisse davvero un milione di euro, questa è capace pure di sposarsela.

Strano che la Carfagna, ministra a suon di pompini al premier, di cui narrava in famose intercettazioni, e strenua sostenitrice della lotta alla prostituzione, non si sia espressa a riguardo.


Ad ogni modo credo sarebbe carino fare colletta. O lanciare la controproposta, ok un milione di euro per la figa, ma a quanto lo fai il culo?


"Ma lì non sono vergine".

mercoledì, settembre 17, 2008

Terapia d'urto

Mi capita abitualmente di astenermi dal fare una telefonata, mandare un sms o contattare una persona per timore di disturbare. Ho sempre paura di scegliere il momento sbagliato o di essere inopportuna a prescindere, così nel dubbio preferisco lasciar perdere.
Avverto queste sensazioni anche qui sul blog, ho scritto commenti e post che alla fine non ho pubblicato perché troppo personali o non in sintonia con il mood dei vostri interventi precedenti.
E succede anche su Facebook, caspita se succede. Commentare eventuali foto di amici per me non è semplice, soprattutto se nelle immagini sono presenti anche sconosciuti o persone che conosco a malapena. Mi sento come la terza incomoda, l'estranea fuori posto che non ha diritto a scrivere nulla. Autorizzarmi a lasciare un messaggio liberamente serve a poco, io proprio non ci riesco. E le applicazioni? A volte vorrei mandarle ma spesso evito per non essere invadente.
So di avere torto, si può non rispondere a chiamate e sms, se si mettono delle foto online è anche per il piacere di ricevere dei riscontri e - dulcis in fundo - c'è un tastino per rifiutare test e regalini vari. Oggettivamente parlando sono gli altri a decidere quindi non posso assolutamente essere vista come una cacacazzo.
Voglio mettermelo in testa, aiutandomi magari con dei gesti piccoli ma significativi. E' da ieri infatti che invio Gnappi, Caccami e bulgari ai miei contatti. Lo sto facendo a più riprese, giusto perché ho bisogno di un momento di pausa per zittire la vocina che mi ronza nella capoccia (non mandarlo, non mandarlo, non mandarlo) e prendere coraggio. Non è facile. Come secondo passo spedirò una nidiata di sims a ciascuno di voi. E per concludere in bellezza sto valutando l'invio di questa graziosa applicazione:


25 persone l'hanno già installata. Qualcuno l'avrà anche rigirata ai propri amici, suppongo. Perché - dunque - non dovrei farlo io?. Tanto non è che potete venire a dirmi che sono una cacacazzo. Non dopo questo post sofferto. Non oggettivamente parlando.
...
Questa storia dei piccoli gesti significativi inizia a piacermi.

Apes aping apes

La solitudine mi piace. La cerco.
Anche se poi è dura, difficile.

Non è facile spiegare.

E' un po come se ti piace correre.
Come può piacerti correre? Voglio dire, è faticoso, non vai da nessuna parte.
Non ha senso.

Ecco. A me piace la solitudine, in un modo similmente masochistico.

Solo che alla fine le dinamiche sono opposte, antitetiche.

Chi ama la solitudine è un riflessivo, un contorto, uno che pensa.

In genere a chi piace correre è anche un po' stupido. Lo fa per non ragionare, per spegnersi e andare, mascherando l'obnubilamento come esperienza quasi mistica.

Io avevo un cane a cui piaceva correre.
Se correva era felice.
Anche come cane era un po' stupido.

martedì, settembre 16, 2008

Instabilità emotiva


lunedì, settembre 15, 2008

La notte

La notte i pensieri seguono sentieri strani.
Verrebbe da dire sbagliati, ma alla fine hanno una loro coerenza... E visto che la notte rappresenta bene o male il 50% della nostra vita, credo sia una supposizione errata.

Semplicemente la notte si è se stessi, ma è un essere se stessi di pochi centimetri, di pochi gradi di angolo diverso da quello del giorno.

Serotonina, melatonina, alla fine il cervello è una grossa ghiandola.

Nel libro che leggo la gente parla di F.S. Fitzgerald, di incomunicabilità.
I miei amici mi parlano del catalogo Ikea.

Ma è solo che qui è notte, lì è giorno.
Manca una sincronia ghiandolare.

domenica, settembre 14, 2008

David Foster Wallace



Smetto di fare quello che sto facendo non per fare quello che dovrei, ma per un ricordo.

sabato, settembre 13, 2008

Il viaggio

Come spesso mi capita ultimamente salgo sull'aereo e comincio a domandarmi cosa cazzo ci faccio qui.

L'aereo è vuoto, ci sono solo giapponesi e davanti a me un'italiana, rompipalle, per giunta. Ma i sedili sono distanti e io ho tutta la fila per me.

Sono ancora perso nei miei pensieri, avvolto nei dubbi quando decido di ascoltare un po' di musica sorseggiano il bloody mary che ho appena ordinato.

Attacco le cuffie al bracciolo per vedere che fanno, cazzeggio col telecomando tanto per far finta di sapere quello che faccio e per poco non faccio partire una telefonata.

Poi comincia una canzone, sulle prime mi sembra una canzone tradizionale di sorta, ma mi suona familiare.

Voce un poco stridula e dolce... La conosco.





La sigla originale giapponese di Doraemon.

Mi viene in mente una bambina bellissima che in tailandia la cantava per un concorso di giovani cantanti. Vestita da Doraemon.

E capisco di essere nel posto giusto.

Il 43A.

:P

Post - umo





Se leggerete queste righe vorrà dire che sono morto.

No, scherzo. In teoria sarò in viaggio. O forse no, sarò morto davvero, chi lo sa.

Questo post lo scrivo in caso, che ne so, succeda davvero il fattaccio, magari finiamo su un telegiornale di primo livello, che ne so, STUDIO APERTO.

Poi facciamo il picco di lettori. Certo che senza di me sarà difficile portare avanti la baracca, ma con i giusti innesti ce la potrete fare.

Prima cosa, cacciate il Razzi. Se non ci sono io non è giusto che ci sia neppure lui.

Dio, per quanto partecipa possiamo anche lasciarlo qui.

Vediamo, qualche consiglio.

Razzi, cresci. In altezza.

Fiodor, smettila di cercare qualcosa nel passato, cercala nel futuro. Nel tuo futuro c'è l'ernia iatale.

Ergo, sii come la canna, che si piega alla tempesta, e non come la quercia che viene spezzata dalla bufera.

Hazey, sfavilla, sfavilla per tutti noi.

Montag, non fare il pirla, smettila di fare quello che fai e comincia a fare quello che dovresti.

Ignazio, dimentica il Mak, il Mak è il male, tu è noi che vuoi.

Sami, smettila di essere Cipi.

Byfluss, vaffanculo.

Ilaria, se vuoi puoi andare con Byfluss, ma non te lo consiglio.

Ragion Perduta, ma poi cosa ti è successo in quelle 24 ore?

Milo, impara a suonare la chitarra. Quella di rockband. Le altre non contano.

A tutti gli altri, postate di più, che manco mi ricordo chi rimane.


E incrociamo le dita per un bel servizio su STUDIO APERTO, magari con la musichetta strappalacrime.

Ah, magari fate loro leggere un bel mix dei mie post più significativi.

Ciao ragazzi!

venerdì, settembre 12, 2008

Storie di ordinaria ottusaggine

Il mio primo post!
Sono molto emozionata e nervosa.
In pratica è il post con cui comincio a farmi conoscere da tutti voi, a farvi capire che tipo di persona sono (oltre ad essere una cacacazzi come giustamente ha fatto notare Byfluss) e con cui vi farete la prima impressione di me.
La prima impressione, per quanto poi si possa sempre cambiare opinione, è quella più importante, quella più difficile da rimuovere.
Ci tengo quindi a premettere che la storia che mi appresto a raccontarvi NON è una di quelle di cui sono più orgogliosa.
E’ una storia recente, anzi, appena accaduta.

Setting: Bar presso l’Università, consueto caffè post-prandiale.
Mi appresto a bere il mio caffè con spruzzata di cacao quando, dall’altra parte del bancone, noto un tizio dal comportamento alquanto strano.
Sguardo fisso, muoveva le mani a scatto, come per scacciare degli invisibili moscerini attorno al suo viso. Il movimento durava qualche secondo poi s’interrompeva bruscamente per riprendere dopo un’altra manciata di secondi. L’unica cosa che non cambiava mai era quello sguardo fisso, quasi inquietante, che dalla mia posizione sembrava essere diretto verso uno di quei contenitori per tovagliolini che si trovano comunemente sui banconi di un bar.
Un pazzo.
Un folle.
Sono sicura, tanto che mi sposto di lato per dare un colpetto col gomito alla mia collega, per renderla partecipe del curioso spettacolo.
Ed è a quel punto che mi sono sentita una vera stupida.
Mi sono sciolta come burro quando ho visto che al contenitore per fazzolettini era appoggiato un video-telefono.
Stavo assistendo alla telefonata di un sordo-muto.

Continuerò a sentirmi stupida per il resto della giornta.

Byfluss infierisci pure.

Prima giornata di autunno

Qui è arrivato l'autunno, o almeno così sembra. Sensazioni discordanti, finalmente un po' di silenzio dopo i colori assordanti dell'estate. Estate strana, assente e pienamente presente nell'assenza.

Pensieri che vanno e vengono, non scrivo più, non vedo il mare da due mesi. Oggi Ale parte e qui diluvia fresco e partenze. Perdo il tempo. Mi sfugge tra le dita e non tento di trattenerlo. Fuori lampeggia e ascolto una canzone. Chiudo le mani e cerco di non vedere.

Ho un cerotto di Geronimo Stilton sul dito.

Ultima notte bresciana

Ultima notte bresciana.
E non sembra neppure lei.
La notte.
E Brescia.
Piove. Fa caldo.
Esco in motorino verso l'una.
C'è vento. E piccole gocce di pioggia si infrangono sul parabrezza.
Dovrebbe essere una notte come tante altre, eppure la sento diversa e stranamente più mia. All'inizio mi dispiace, avrei voglia di normalità, ma poi capisco che questo viaggio un po' mi sta già cambiando, che non c'è nulla che ci posso fare e che, anzi, l'ho voluto io.

Mi tengo qualcosa da fare per domani, gli ultimi preparativi. Non voglio andare a letto pronto, voglio che ci sia ancora un conto in sospeso con la mia città, con la mia casa.

Voglio avere il controllo per scegliere il caos. Voglio abolire la sistematicità che è sempre stata la mia vita. Voglio vivere le cose come stasera, decidendo in pochi istanti, muovendomi, uscendo. Voglio cambiare.


LOL ok, sto scherzando, andate tutti affanculo.

giovedì, settembre 11, 2008

Riverberi

Siamo davvero sicuri che che le emozioni che si provano siano proprio tutte nostre?

Mi spiego.
Vado in Giappone, per tre mesi.
Se ci penso è una cosa che mi intriga, esalta, che mi piace.
Se ci penso è anche una cosa non poi così enorme, una buona possibilità di carriera, un impegno, un distacco.
Nulla che non riesca a gestire.

Emotivamente invece sono giorni che ne sento il peso.

Tutto è cominciato da un "Oh, wow, you are so brave!" che mi ha fatto riflettere.
Da lì, una serie di "sei emozionato?", "eccitato?", di abbracci e di "ritorna".

E io come un diapason piano piano assorbo tutti questi riverberi di emozioni altrui, e di aspettative di emozioni.

E mi ritrovo così, emozionato, spaesato, entusiasta e triste.

E non riesco a capire se sono la genuina manifestazione di un mio sentire, o se l'eco di ciò che ci si aspetta da me.

E se così fosse, e credo che la cosa almeno in parte non si discosti dalla verità, quanto di questo fenomeno ci condiziona in situazioni più spinose quali i rapporti amorosi.

Quante volte "amiamo" perchè ci si aspetta che lo si faccia, tanto perchè si risponda in modo opportuno alla manifestazione d'amore (o alla sua assenza) di chi ci sta davanti?
E quanto in fretta un amore diventa l'eco di un'eco di un'eco.

Quanto vero c'è di noi?

Quanto senso ha chiederselo?

Quanto tempo mi ci vuole ancora per fare la valigia?

mercoledì, settembre 10, 2008

Pick a boooooo

Così, come intermezzo ignorante e gradevolmente scatologico.


martedì, settembre 09, 2008

Il Razzi ha anche un po' rotto i cazzi

E il plurale è per far capire che non sono solo in questa battaglia, non solo per amor di rima.

Il Razzi ha rotto il cazzo.
Non solo mi beve tutte le birrette e non me ne lascia una. Neanche una.
Non solo perchè fiuta le patatine in casa mia e le rastrella tutte.

Ma soprattutto perchè dobbiamo sorbire una serie di donnine che si lasciano andare a "Ma che bello che è il Razzi", "Ma che figata che c'era il Razzi", "Razzi è l'anima della serata", "Che figata se c'è il Razzi", "Questi occhiali sembrano fatti per te, Razzi", "Ma che bello il tuo balletto, Razzi", "Ma come canta il Razzi".

E noi chi siamo, i figli della serva?
Noi siamo quelli che vestiamo il Razzi, che lo scarrozziamo, che accendiamo le sigarette di queste donnine, che versiamo loro da bere, e lo facciamo solo per un fugace grazie.

Razzi, sta' attento. Fino a quando ci rubi le patatine, scoli la birra o ti mangi la fetta più grande possiamo chiudere un occhio.

Ma questa tua popolarità ha rotto le palle.
Cerca di non pisciare fuori dal vaso:

Firmato:

Un manipolo di violenti

lunedì, settembre 08, 2008

Il fondo della vaschetta


La verità, a volte, si nasconde in posti impensabili. Su una confezione di mangime, ad esempio. Alla fine siamo come quel bimbo della foto, aria da pirla e sguardo proteso verso l'alto, in direzione del futuro. E abbiamo quella faccia un po' così, quell'espressione un po' così di chi fiduciosamente fissa il sedere di una tartaruga gigante. Di chi confida nell'ottimismo e sa che il domani, correnti birichine a parte, sarà bellissimo. Nonostante tutto. Nonostante tutti. Nonostante i segni che la tartaruga lascerà sul nostro viso fanciullo. Perché prima o poi dovrà pur cagare, eh.
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E se avessero ragione i pessimisti? Quanto è profondo il fondo della vaschetta? E come sono messe a mira le tartarughe? Ustia.

Cosa mi può accadere nelle prossime 24 ore:

- Acne, melasma or chloasma, allergic skin reactions, urticaria, hair loss or hirsutism and fever;

- Psychiatric disorders: Mental depression;

- Breast changes, changes in libido;

- Fatigue, drowsiness or insomnia;

- Anaphylaxis or anaphylactoid reactions;

- Alterations in liver function.


Speriamo bene.

Matrimoni e sposalizi

Sono appena tornato da un Week End di festa nelle Langhe piemontesi.
E mi trovo in difficoltà a descrivere i fatti, gli avvenimenti.

Le malelingue diranno che è perchè faccio uso ed abuso di droghe e la mia memoria non è più come una volta, ma non è così. Non solo così, almeno.

Non ce la faccio perchè mi sono divertito.
Perchè è stato quasi commovente, e per me, credetemi, è davvero tanto.
Perchè è stata una bellissima esperienza sotto cento e cento punti di vista, personali, intimi, ma anche "universali".

E la difficoltà nel descrivere queste cose sta appunto in quanto mi sia venuta a noia la retorica di chi non fa altro che descrivere con quel grezzo e sciocco entusiasmo quasi ogni cosa che fa.
Le feste. Le bevute. Le albe. I tramonti. La musica. Le serate. Basta, per dio. Che noia.

Nulla è più "normale". Tutto deve essere esagerato e, soprattutto, comunicato.

E non so se io ho vissuto troppe cose per ritenere che ci siano avvenimenti che valgano questi toni, o sono troppo stronzo nel vedere in chi parla una punta di disperazione biasimabile... Fatto si è che non ce la faccio ad accodarmi a questo trend.

Quindi beccatevi due delle poche foto che ho fatto, per chi c'era bene, per chi non c'era amen.






Auguri ancora agli sposi :)

giovedì, settembre 04, 2008

Diaspora



E così fu che, per caso, destino i quattro grandi vecchi del blog si ritrovano in quattro angoli del globo.
Una vera e propria diaspora, che rende Aparazzi un fenomeno transcontinentale. Ovviamente ci prepariamo a una serie di reportage da questi fantastici luoghi esotici.

Fiodor è partito ieri per Mosca, alla ricerca di se stesso, del suo passato, a cercare qualcosa che ha perso lungo la propria infanzia.



Ergo, stamane, ha preso il volo per Los Angeles. Lì c'è il suo presente. Lo aspetta l'impegno, una vita che si sta costruendo ed evolvendo pian piano, ricca di incertezze, routine, cose nuove.



Io, tra meno di una settimana, mi trasferirò a Shinjuku, Tokyo. Mi aspetta il mio futuro, o forse solo la promessa di un futuro, sto seguendo un richiamo, forse sono solo sirene.




E il Razzi 


A Caporiacco.


Che lavora sul balcone.

lunedì, settembre 01, 2008

È un duro lavoro

Ma qualcuno deve pur farlo.




E chi meglio di noi.

La Guerra del Cazzo

È tutta la vita che sento le donne parlare male di altre donne. Perché sarebbero “più stronze”, “più infide”, “più acide”, “più invidiose”. Mentre i maschi sono dei simpatici, innocui bonaccioni. Tante volte le ho sentite dire “io ho soprattutto amici maschi” oppure “preferisco avere amici maschi”.

Certo, dipende dalle persone e bla bla bla. Ma tendenzialmente c'è rivalità e diffidenza. Tendenzialmente le donne sono mal disposte nei confronti delle loro simili e ben disposte nei confronti dei maschi. “Ovvio”, penserà qualcuno, “amano il cazzo”. A me non pare così ovvio e mi pare che la rivalità tra maschi (che a loro volta amano parecchio la figa) sia molto meno accesa. Anzi, prevale il cameratismo, la complicità.

Ora, la stragrande maggioranza dei crimini, delle violenze, dei massacri nella storia è stata commessa da maschi. La stragrande maggioranza dei criminali e degli assassini sono tuttora maschi. La stragrande maggioranza delle violenze (anche psicologiche) nei confronti delle donne sono commesse da maschi, non da altre donne. E questo dovrebbe per lo meno far scattare la domanda: rivalità e diffidenza tra donne hanno senso?

È che per secoli vi abbiamo rese schiave, instillando e radicando in voi una natura di schiave, una percezione inconscia di voi e delle vostre colleghe che sopravvive ancora, nonostante tutto.
Per secoli, millenni, l'unica modalità di affermazione e miglioramento della propria condizione, per una donna, era ottenere i favori di un maschio dominante, conquistare il padrone. Perciò le altre donne diventavano naturalmente una minaccia, un pericolo da combattere.

Per secoli, millenni, avete condotto una guerra tra schiave per il cazzo. Mentre noi maschi, contitolari del potere, ce lo spartivamo dandoci pacche sulle spalle e gestivamo il pisello con meravigliosa complicità.

Ora la situazione è diversa. Un po' di emancipazione l'avete raggiunta. Non abbastanza, certo, ma sufficiente a mantenervi da sole, a ritagliarvi un posto nella società che vi soddisfi, autonomamente.

Allora svegliatevi, sospendete la guerra del cazzo. Noi maschi siamo in una fase di straordinaria crisi e debolezza. Approfittatene e smettetela di farvi la guerra per il cazzo e di essere patetiche nemiche.

Ovviamente

Ovviamente dopo quattro, cinque giorni in cui dormivo come un bambino m'è tornata l'insonnia bastarda. Quella che manco riesci ad alzarti dal letto ma che comunque non dormi.
Ovviamente dopo che ho sostituito la targa del motorino a Brescia viene un nubifragio, devo quindi prendere la macchina e lottare per un parcheggio.

Ovviamente sono pressochè sicuro di aver dimenticato i fari accesi.