Ninnananna
I sogni a volte sembrano voler gareggiare con la realtà.
Ieri è stata una splendida giornata, di quelle dolci, che scorrono al ritmo di una musica tradizionale giapponese, nel sole di settembre che ti rincuora più che accaldarti, in mezzo alla gente, ai parchi, al lusso, al silenzio, ai grilli che a mezzanotte lo sottolineano, il silenzio. Una notte di parole, sigarette, carammelle, immagini deformate.
E mi sono tuffato nel letto stanco, felice, e un poco confuso, lo devo ammettere. Adoro l’indefinito, adoro quel senso di stupore un poco incoerente.
Come spesso mi capita sono scivolato nel sogno, in quel modo assurdo, lento e contemporaneamente improvviso. Ed è stato come se i miei sensi gridassero vendetta. Ed era come se il mio corpo reclamasse qualcosa... e nel farlo si aggrappasse con forza a quello che aveva e a se stesso.
Ho sognato una voce. Ed è una sensazione stranissima.
Non era una voce nel buio, era mancanza di tutto tranne che di voce.
Ho sognato una voce che, ricordo, mi stupiva per la sua dolcezza, quasi fosse inattesa. Per essere priva di durezze.
Una voce che era come il solletico da bambini.
E ancora quel senso di stupore.
4 commenti:
La ninnananna di Gizmo ha sempre il suo perché.
E il leoncino? raccontaci quella del leoncino!
No, quella del leoncino no.
Dai, dai, dai.
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