domenica, agosto 30, 2009

Lezione di italiano



APOTEOSI: Spettacolo grandioso, mirabile.

UMILIARE: Avvilire, mortificare qualcuno mettendo in evidenza le sue imperfezioni, i suoi errori, la sua inferiorità.

EUFORIA: Sensazione di benessere che si manifesta con vivacità, allegria e tendenza all’ottimismo.


giovedì, agosto 27, 2009

Una storia del cazzo






È una storia semplice, ma è anche l'evento dell'estate.

Domani alle 15.30 Jordan si sottoporrà ad un intervento. Intervento semplice, ambulatoriale, probabilmente dolorosissimo.

Ho letto in rete che ci vogliono dai 20 ai 45 minuti, a seconda delle dimensioni.

Penso di cavarmela in un paio d'ore.

Effetti collaterali sono una lieve perdita della sensibilità e che, per un effetto ottico, sembrerà più grande.

Thesp e Razzi saranno al mio fianco, uno dei due documenterà l'evento. Io sono troppo personalmente coinvolto.

martedì, agosto 25, 2009

Incroci e rotonde






Se si incrocia qualcuno ad una rotonda, siamo sicuri che "incrociare" sia il verbo adatto?

E se incrociando questa persona, voi foste in motorino, e quest'ultima in auto, e uscisse dallo stop a velocità sostenuta e quasi vi ammazzasse?

E se questa persona, fosse il vostro medico.

Ecco, questa situazione... come si chiama? Che parola ha?

lunedì, agosto 24, 2009

Esempio di bad parenting della settimana






Dalla mancanza di occhi laser, si capisce che non è la prima volta, per il bambino.

domenica, agosto 23, 2009

Hi, I am Byfluss...



...and i'm in love with my SIG 552.
It can fire over 2 millions of cazzate per second (cps).
I cannot live without it, but recently some stupids have stolen it.
So i thought to write to you for some help.
Please, my friends, if someone sees this gun, phone me or write down here.
I always stuck with this gun.
Without, i could not be named "Real Man".
Please, help meeeeeee!!!!!

Pensavo esistessero solo nei film di Tarantino









Beh, questi sono gli stessi che rifiutano la sanità statale e gratis per tutti perchè "non vogliamo che il governo si immischi nelle nostre faccende".
Hanno paura dei medici comunisti, che branco di caproni ignoranti.

In Italia... lasciamo perdere, che bene che vada siamo sugli stessi livelli.

venerdì, agosto 21, 2009

Due euro





Uno con due euro può comprarsi una coca cola.
Dissetarsi.
Dissetarsi alla grandissima, ammettiamolo.

Oppure comprarsi due schede da 12 numeri del super enalotto e sognare per i due giorni che rimangono tutto quello che potrà fare con la vincita, ben sapendo che è un sogno, una masturbazione onanistica senza orgasmo.

Con questa somma potrei finalmente costruire la società di cazzate che da tempo ho in mente. Vivere in modo bellissimo e demenziale.
Avere sei figli, ognuno porterà il nome di uno dei numeri della combinazione vincente.
Ventisette Paglia. Tredici Paglia.

Sono scelte.
Sono investimenti.

A volte mi va la coca cola.
A volte mi va di gettare le fondamenta per dei sogni.

giovedì, agosto 20, 2009

Last blues, to be read some day





'T was only a flirt
you sure did know
some one was hurt
long time ago.

All is the same
year has gone by-
some day you came
some day you'll die.

Some one has died
long time ago-
some one who tried
but didn't know.

Cesare Pavese

[11 aprile 1950]

Gusti, arte e quelle cazzate là





Parlavo con Ergo, il nuovo curatore del sondaggio che sta facendo, lasciatemelo dire, un lavoro impeccabile non facendo rimpiangere il Razzi neppure un po'.
*Nota che questa voleva essere una frecciatina, questo post è stato "confezionato" prima degli ultimi ergonomici aggiornamenti

Parlavamo di sensi, gusti e, di riflesso, di arte in senso generale.

È un discorso che spero coinvolgerà anche il già citato Razzi.

La questione fondamentale, il cosiddetto nocciolo, è come la musica, tra tutti i gusti, i piaceri, abbia un aspetto unico e che la contraddistingue.

La gente, la gente si mette le magliettine con i gruppi musicali, si veste per il genere che predilige, sceglie come atteggiarsi e che gente frequentare anche in base alla musica.

Chi ascolta punk si veste come uno skater, così i metallari, con le magliette con i 666 e i capelli lunghi, o comunque le camicie nei pantaloni e le cinture di cuoio. E fra i vari gruppi, fra i vari ambienti, circolano anche certi dissapori, disprezzi, sfottò, per chi non apprezza il proprio genere, oltre alla voglia di imporre il proprio gusto.

La musica, insomma, crea un senso di comunità, di appartenenza.

E mi domando, com'è che non succeda lo stesso per i gusti in fatto, che ne so, di cucina.

Mai vista gente che indossasse una t-shirt con scritto "Foie gras" o "Pizza ai funghi". E neppure uno che amasse alla pazzia la crème brulée avercela a morte con chi predilige quella catalana o, dio ce ne scampi, la panna cotta.

Ma soprattutto non mi spiego come uno che si compra i sushi surgelato al discount disprezzi la musica metal.

mercoledì, agosto 19, 2009

Incompiuto



Potrebbe essere una lettera illuminante e in parte, per la verità, lo è. Una lettera per tutti quelli che fanno di tutta l’erba un fascio, per quelli che non vedono mai le ragioni degli altri e pensano di essere depositari di sapere e verità. Viene da un leghista 24enne ed è indirizzata al Corriere della Sera.

Link all'articolo

Non un latrato rabido, come cert’uni si aspetterebbero o, magari, preferirebbero, ma un'enunciazione delle proprie idee schietta e onesta. Idee ed analisi legittime con le quali sarebbe il caso di fare i conti, anzichè bollarle come vaneggiamenti. Su alcuni punti si può anche non condividere, ma siamo lontani anni luce dal mito del leghista con la bava alla bocca, stupido, ignorante, razzista. Distante dal suo cliché almeno quanto son distanti, dal proprio rispettivo cliché, la maggioranza di tutti gli altri elettori italiani.

Peccato che concluda con un paio di contraddizioni.
Inizia prendendo spunto dalla storia, descrivendo un'Italia divisa da 1500 anni e poi conclude con la “paura che l’Italia di domani, di italiano non abbia più nulla.” A sentir lui l'Italia non ha mai avuto nulla di italiano. Descrive un’Italia fascista alla quale viene imposta una romanità posticcia e poi cita i Romani per fare un parallelilsmo con la nostra Italia attuale e con i rischi che corriamo. Sembra in un dilemma, riconoscendo la grandezza dell’Impero Romano e agognandone la discendenza storica ma, nel contempo nell'ideologica necessità di ripudiarlo.

Peccato perchè aveva cominciato bene. Al traguardo però inciampa e commette qualche passo falso di troppo. Abbastanza da dare l’ennesima scappatoia a chi voglia continuare a pensarla come prima, ovvero che il leghista non sa qual che dice.

Nobody knows what happened to me out here, sea. Only you and I know. (R. Carver)




Sono tornata oggi da un viaggio davvero bello. Ho girato la Sicilia dell’ovest insieme a due amiche, eravamo tre tipe variegate ma stranamente accordate. Un sol maggiore, diciamo.
Mi è rimasto in mente un luogo, una spiaggia senza nome che abbiamo visto dalla strada andando verso Castellammare del Golfo. Una larga insenatura circondata da montagne a loro modo minacciose e insieme armoniose. Mentre ci passavamo in macchina, ho guardato il rosso delle montagne e il blu straniero del mare e non sono riuscita a dire molto. Sono rimasta a pensare a qualcosa, non sapevo a cosa. È rimasto incastrato qualcosa lì, in quello sguardo fuori dal finestrino.
Sono stati giorni di incanto e di occhi spalancati, più mi guardavo intorno più dimenticavo la giornata precedente, è strano come il viaggio possa a volte annullare, azzerare il giorno appena trascorso. È un’esperienza che comincia ogni volta che metti il culo fuori di casa, quella casa temporanea che però in effetti è tua. Tornavo la sera distrutta e sapevo che per qualche minuto Gatsby mi avrebbe tenuto compagnia, lui e quel suo amore.
Eppure ho ripensato spesso a quella sensazione provata di fronte alla spiaggia senza nome. Come se tra tutti i passi e le curve fatte in questi giorni fosse rimasto uno spazio, un vuoto che era il perno di tutto il resto. Anche prima di vederla, sapevo che quel vuoto sarebbe arrivato.
Ieri ci siamo andate, nella spiaggia senza nome. L’acqua viveva di riflessi continui, come uno specchio infinito, e le montagne secche, rosse e brulle sembravano castelli. Mi sembrava di essere in una terra che non esiste, una luna fatta di mare e stelle appuntite. Allora ho capito. Ho capito che non importa quante cose io possa guardare, c’è sempre quel non-luogo che mi riporta lì sotto, sotto le parole e il pensiero. Posso solo scrivere quello che è venuto prima e sentire quello che viene dopo, ma come una luce intermittente ritorna quell’istante di buio, così forte che diventa luminoso, simile alla sweet light di Carver. E non so come fare con la contraddizione in cui mi trovo a volte, quando non so se piango perché sono troppo felice o troppo debole per esserlo. Come quel pomeriggio sulla spiaggia, quando quella donna cantava che loro non ti amano come io amo te.

Sei come la mia moto






Potrei commentare.

Ma veramente, non saprei da dove cominciare, su cosa concentrare l'attenzione del post.


Hazey, tu che sei al momento da quelle parti, non potresti andare a trovarla e portarle l'affetto di Aparazzi?

Gli incisivi nel labbro



Io ci ho provato, ci ho provato davvero. Ed è provandoci che ho compreso il concetto di “muro di gomma”, quello sfinimento, quella frustrazione che ti fanno stringere i pugni così forte da inciderti le mani con le unghie.
Questo post non è banfa, questo post è uno sfogo.

Volevo commentare I risultati del sondaggio in maniera inusuale, riprendendo una vecchia idea con la quale avevo già sperimentato tempo fa. Volevo dare voce al Razzi, redimerlo con un’intervista tipo quella che preparai su Apa tempo fa. Volevo raccogliere alcune idee direttamente dalla fonte, ricostruirle, rimaneggiarle, renderle un canto di redenzione, uno scorcio di luce che rivalutasse Razzi. Doveva essere una sorpresa, non vedrà mai luce. Mi sono scontrato contro il Razzi, un bimbo delle elementari bizzoso, disinteressato, puntiglioso e polemico. Ci ho provato e più ci provavo più avevo la sensazione che quell’atteggiamento scostante, vagamente annoiato, quasi infastidito fosse impietoso, profondo specchio del suo disiteresse e distacco per Aparazzi.

Mi rendo conto che questo post non raggiunge nessuno scopo se non quello darmi un senso di liberazione. Mi sta bene così. Razzi avrà anche le sue ragioni ,le quali, tuttavia, al momento, non mi portano alcun conforto. Come ci si sente quando si realizza che quello che si credeva simbolo di un legame è percepito dall’altro come qualcosa di scarso valore? Qualcosa di quasi fastidioso? Un peso, piuttosto che un piacere?

Ci si sente una merda.

E questo tu sei, Razzi, come Aparazzi urla con la voce rotta in un disperato grido.

Tu sei una merda.

Somma di se stessi







Tornando in auto ascolto Vecchioni.
Mia madre ha ritrovato da qualche parte le sue antiche cassette di Vecchioni, quando si andava in vacanza, da piccolo, in famiglia, le si ascoltava sempre.

Le ascoltavo, le cantavo, non le capivo. Parlava di rapporti con le donne, tradimenti, quella cosa un po' da film francese e da coppie moderne e piene di sentimenti duri.

Ascoltandole ora le capisco. Sono canzoni di merda. Emerge come un lampo tutta la superbia di quell'uomo, interista, trafficone e tracotante, che imparai a conoscere vagamente al liceo. La sua voglia di affermare se stesso e di farsi bello è quasi insopportabile.

Diventa impossibile però non rivangare con la memoria, dettagli dimenticati, aspetti sepolti e soffocati da altre cose, dai miei cambiamenti, dalla mia nuova vita.

Mi rendo improvvisamente conto di come la mia mente non sia in grado di contenere tutta la mia vita, tutto ciò che ho vissuto, di come sia semplicemente una summa, un riassunto, sono il bigino di me stesso. La versione edulcorata. Un aufhebung della mia storia.

E queste cose, quelle che vivo oggi, qui, che vorrei portarmi con me, che vorrei fossero il mio bagaglio principale, nella vita... verranno schiacciate e riassunte in qualche rigo? A quale rischio le sto sottoponendo?

martedì, agosto 18, 2009

Primo arrivederci





E si comincia con gli arrivederci, a quelle persone che non sai bene come rivedrai, nonostante i progetti, la voglia, una certa tranquillità. Perchè c'è un idea disillusa, fatta di coerenza con la nuda realtà, che difficilmente non scende a patti con aspetti fisici quali le distanze spazio temporali.

Queste sono cose che di botto mi danno la misura del passo che sto per fare, improvvisamente tutti quei "che coraggio!" che la gente mi dice sembrano avere più senso, e la mia mente si riconcilia con quell'inquietudine che provo nel guardare con un certo distacco casa mia, le mie cose, le mie persone.

Il mio occhio a mandorla mi dice che andrà tutto bene.
Il mio occhio azzurro non riesce a non avere impressa nella retina una persona che nel salutarmi non fa altro che girarsi per guardarmi un'ultima volta ancora.

lunedì, agosto 17, 2009

In America






In America life is pretty sweet for a down ass ninja.

venerdì, agosto 14, 2009

Esempio di bad parenting della settimana






Il piccolo Derrick imparò fin da giovane che per recuperare energia poteva prima andare con una puttana, e poi menarla per farsi restituire i soldi.

giovedì, agosto 13, 2009

Accontentato






Sono stato accontentato.

Mi sono svegliato nel cuore della notte con un'angoscia profonda.

Come lo pago l'affitto in Giappone?
Ok, in yen, ma tramite cosa?
Carta di credito non funge in Japan. Conto corrente italiano? Crediamoci? Come lo faccio un conto corrente giapponese?

Addio sonno e welcome to the internet.

E qui mi scontro con il primo dei bellissimi paradossi nipponici.

Per avere un appartamento, devi avere un conto corrente giapponese.

Per avere un conto corrente giapponese, oltre a X documenti, devi avere un indirizzo giapponese.


Ma non mi fermeranno, non questa volta.

mercoledì, agosto 12, 2009

Il sonno






L'ho anelato da tempo, da tanto tempo. Cioè, lo sapete, non dormo mai, vorrei dormire, l'insonnia, gli incubi, i sogni, la veglia, il fastidio, quella sensazione come di uno strato di sabbia e fumo tra te e il mondo.

Ultimamente dormo.
Dormo parecchio.
Mi addormento presto, mi sveglio tranquillamente, durante la notte ho solo brevi, brevissimi momenti di veglia che non mi impediscono di riaddormentarmi.
In questi secondi in cui mi sveglio, cambio posizione, mi muovo, mi riaddormento.

E cambio sogno.
Faccio zapping.
Sogno tanto, tantissimo e decisamente troppo.
Mi sento soffocato di sogni, di colori che non capisco, suoni, situazioni, vite parallele, incrociate, movimenti mentali sincopati e che hanno senso solo per la durata della loro esistenza.

Sono sfiancato di immagini e sensazioni che non riesco a ricostruire.

Quasi quasi rivorrei la mia insonnia.

Quasi quasi.

lunedì, agosto 10, 2009

Solitudini




L'italiano ha uno strano rapporto con la solitudine.
Li vedi.
Nelle auto, tutti al cellulare.
Dieci minuti di tragitto netto, il silenzio deve essere insopportabile, lasciare entrare il mondo dentro di sè, improponibile. E allora via a blaterare al telefono, ridendo e scherzando mentre si schivano auto, bestemmia, suona il clacson e ci si guarda nello specchietto.

Stessa cosa sui treni, 50 minuti tra Brescia e Milano, ci trovi di sicuro chi appena sale è già al cellulare e parla di qualsiasi cazzata possa passargli per la testa. Così scopri che Giulio ha la diarrea, e lo scopri alle 8 e 17. E tu Giulio non sai nemmeno chi sia, ma visto che le parole evocano immagini, alle 8 e 18 lo stai immaginando sul cesso, contorto e in preda a spasmi, con quel culotto peloso e un poco sformato che di sicuro Giulio ha.

E ti spieghi il successo di Facebook, con gente che aggiorna tre volte al giorno il proprio "status", nell'ansia di dire al mondo che c'è, che anche quando volti la testa continua ad esistere, che il tempo scorre anche per lei, alla ricerca di una comunicazione qualsiasi, un riscontro, anche fosse solo il simbolico messaggio nella bottiglia, lasciato alle onde, unilaterale, affidato alle nebbie di un destinatario sconosciuto, un'orma lasciata su una vita lontana. L'importante non è il messaggio, l'importante è il segno, il comunicare stesso, l'atto violento di un'imposizione leggera e indiscriminata.

Siamo un popolo sociale e rumoroso, ci siamo abituati, il nostro corpo riverbera del rumore nostro e dell'altrui. Il Giappone per me sarà doloroso.

venerdì, agosto 07, 2009

Exaggerated Claiming of the Day




Che simpatico guascone!

Link: Berlusconi pipeline deal claim "exaggerated": Turkey (Reuters)


Riporto solo un passaggio del breve articolo:

The deals had already been agreed when the Turkish government received an unexpected last-minute request from Berlusconi to attend the signing ceremony in Ankara with Putin and Turkish Prime Minister Tayyip Erdogan, the source said.

He said there was more surprise when it became clear that Berlusconi was claiming the accords as his personal success.

"This is the sort of thing that could be a problem diplomatically. But because it is Berlusconi it just made the two leaders smile," the source said.

Understanding Apa - Aspettative esigenti



Apa è un rompipalle. Chiede? Macchè, reclama. Pretende.
Come un bimbo capriccioso pesta i piedi per terra, fa richieste irrealizzabili, trattiene il fiato fino a diventare paonazzo. Esiste solo lui e quello che desidera deve essere legge, per tutti. Gli altri sono corollario della sua vita e guai che si azzardino a sgarrare. E allora, per carità, presto darsi da fare a soddisfarlo che altrimenti ti rende la vita un inferno. Umìliati, se devi, ma fallo felice visto che l'alternativa equivale ad un lento, doloroso morire.
E allora "sotto", anche se in ritardo, cosa che non mancherà di far notare.

Totomorte '09 of the Day





John Hughes (1950-2009)

giovedì, agosto 06, 2009

Lettere da un desaparecido






Ennesima cartolina dal nostro latitante preferito.
Qui ritratto mentre si prepara alla caccia.

In cerca di sensazioni forti, il nostro amico.
Io personalmente non sono favorevole alla caccia, ma come non perdonare il faccino tenero del Razzi?

Esempio di bad parenting della settimana


mercoledì, agosto 05, 2009

L'angolo della scienza - Piccole curiosità da pochi conosciute






La prima volta che vedi delle tette ti vengono gli occhi laser.

Sono le sei. No, le nove... AUGURI!


Non avrei mai pensato di scrivere il mio primo post esibendomi in auguri di buon compleanno tardivi a un'aparazzina DOC, ma tant'è... mi lascio guidare dall'onda, in parte giustificato dal precipitare degli eventi.

Aparazzina DOC, dicevo, ma anche fedele compagna di litigate, amico/a di Tex Willer, autrice di post surreali, poetici e malinconici, tabagista incallita, germanista benjamiana, amante nabokoviana e razziana, novella sciofoba, batterista in erba, violoncellista in pensione, roccaforte della filosofia della domenica e delle parole crociate del sabato, aperitaviti no aperitivi sì, sesto o settimo Beatle e paradigma della follia femminile...


BUON COMPLEANNO, HAZEY!


Anche da Heidegger.





È stato un anno difficile e non è ancora finito, ma vedrai che tutte le tessere del mosaico andranno al loro posto. Solo non perderti d'animo e ricorda che sei circondata da persone che ti vogliono bene per come sei.
Sì, anche con i capelli bianchi.

Genuinità





Mamma, figlia belloccia, cugina sfigata.
Un trittico così così tipico, così bresciano.
La prima in ciabatte e cannotta di un colore che immagino imprecisato anche per un non daltonico.

Figozza la seconda. Tirata, abbronzata, belle gambe rovinate da un qualche fiore tatuato sul piede e da un durone di rinascimentale memoria sul tallone.
Capelli lunghi, fluenti, trucco un filo pesante e quel naso. Quel naso che dice Brescia. Sproporzionato e sgraziato su un bel visino dagli occhi ottusi e sempre vagamente incazzati. Occhi leghisti. (Questa era per Byflo).

Parlano solo queste due, o meglio, parlano tutte e tre, ma solo le prime due dicono qualcosa, la terza ha puramente funzioni assertive, si dichiara d'accordo ora con una, ora con l'altra. Spesso con la seconda, dalla quale è affascinata e invidia il corpo snello e sano e quelle tettine impertinenti.

Stanno per scendere le scale della stazione, con una valigia.


Note
Le varie parolacce sono assolutamente intercalari privi di significato e non indicano astio o fastidi particolari.
La S di CASO è sorda, come in soffitto.
La madre ha le S aspirate, segno che sia di origini valtriumpline.



La madre, grugnendo una sorta di risata "Oh, 'hperöm chë gh'ë mia el cà all'arioport de Parigi!"
La figlia, con fare vagamente supponente "Caso ma perchè, gh'ö mia ciapàt la dröga, 'nculat"
La madre "Ma no, però ta gh'ët le halamine caho!"
La cugina "Eh sì!"

Traduzione del dialogo
"Oh! Speriamo che non ci sia il cane all'aeroporto di Parigi."
"Cazzo ma perché, non mica comprato la droga, inculato!"
"No ma hai le salamine (salsicce), cazzo"
"Eh sì!"


Non so quanti di voi sapranno provare le mie stesse emozioni.
Ah, dolce, cara, grezza, genuinità bresciana. Sublimazione di disgusto e nostalgia.

martedì, agosto 04, 2009

Il cazzo





Ennesimo viaggio in treno, ennesimo ritardo, ennesima ressa, ennesimo pessimo, terzomondiale servizio di trenitalia.


E penso che queste esperienze non mi mancheranno.

E penso che queste esperienze VI mancheranno, niente più post su treni e gente dei treni e ritardi e queste cose da pendolarismo d'assalto.

Ma non è questo il punto.
Il punto è che una bella donna si siedi di fronte a me. Benvestita, abbastanza sexy, avrà quaranta tot anni. Ha gli occhi curiosi e sorride sempre, ha una voce da ragazza.

Legge un libro e lo sottolinea, la cosa, ovviamente, attrae la mia attenzione.
Anche il fatto che tenga il libro in linea diretta con le tette ma non è questo il punto.

Il punto è il libro.

Il libro è "Il vestito fa il manager". Il sottotitolo è qualcosa tipo "Come puoi fare carriera come la fa lui" o qualcosa del genere.
I titoli dei capitoli sono tipo "Il colpo di mano" e "La scollatura".

In pratica è un libro che spiega ad una donna come usare le tette per fare carriera. Come quella sia il metodo giusto per una donna. Un'apologia del nazismo, in pratica.



E mi domando, perchè. Perchè voi donne vi fate fregare così. Perchè noi vi freghiamo così. Perchè noi ci facciamo fregare così. Perchè ci fregate così. Perchè tutta questa situazione del cazzo.

Il cazzo.


Sai che bello un libro che spiega agli uomini come fare carriera con il cazzo.

lunedì, agosto 03, 2009

South Park





Il sindacato scolastico e l'associazione presidi italiani hanno bocciato la proposta, nata da un noto schieramento politico, di portare esami e lezioni di dialetto e cultura locali nella scuola italiana.
"Se il fine è quello di creare professionalità complete non si vede l'esigenza di creare una cultura che aiuti nelle sagre di paese e nelle osterie".
Discute poi la proposta, sempre dello stesso schieramento politico, di mantenere i docenti nelle stesse aree geografiche di appartenenza. Fanno presente come due terzi se non tre quarti del corpo insegnanti sia meridionale e quindi la proposta sia difficilmente attuabile.

All'intrasatta, mentre me magno 'na cosa, mi domanno che tipo di ripercussioni 'sto fatto possa avere, chissà mai se patemo e mammema si posero di fronte a 'sto probblema serio.

Mimmo Pantaleo, presidente dell'associazione presidi, spiega "La carriera da insegnante non attrae i laureati del ricco nord."

Mimmo Pantaleo.
Che nome da terrone.

domenica, agosto 02, 2009

De insomniae






Ultimamente la mia insonnia è cambiata, ve ne ho già parlato.
L'altro giorno però mi sono particolarmente preoccupato.
Stavo facendo un backup di tutti i miei dati, spostandoli dal Mac che avrei dovuto mandare in riparazione il giorno seguente, per cui decisi di dormire in sala, sul divano.

L'intenzione era quella di potermi svegliare in caso di segnale di errore, il processo era infatti lungo e poco stabile, vista la natura stessa del problema della macchina, problema con il quale eviterò di tediarvi.

Ora, di segnali di errore non ne ho sentiti, fatto si è che alle quattro e mezza mi sono svegliato mentre stavo per soffocare con un biscotto plasmon.

Riformulo. Mi sono trovato seduto alla scrivania, mentre stavo facendo partire un applicativo Mac, e mentre mi stavo allegramente mangiando dei biscotti plasmon, dimenticando però, probabilmente per il sonno, di formare il boccone imbocca, di "impastare il bolo". In pratica masticavo e trangugiavo le briciole e ciò mi ha quasi soffocato. In pratica nel sonno mi sono alzato, ho preso un pacchetto di biscotti in cucina, sono tornato in sala e seduto alla scrivania, ho cominciato a lavorare al mac e a mangiare, per così dire, i plasmon.

Sono seriamente preoccupato, mi sto trasformando in Thesp.

sabato, agosto 01, 2009

Soddisfazioni





Ciao a tutti.
Io domani vado a mare, avrò una connessione lenta e non potrò vedere i video, quindi volevo chiedervi se per il mese di agosto potete evitare di postare video interessanti. Roba simile all’ultimo video di Ignazio andrà bene.
Inoltre, per lasciarvi un bel ricordo di me volevo raccontarvi di un sogno che ho fatto tempo fa, un bel sogno. Ho sognato Nabokov in persona. Lui faceva il bibliotecario dei libri smarriti. Mi avevano rubato la borsa con tutto dentro (non ero sul taxi, però), tra cui un libro di filosofia e due suoi romanzi. Ma doveva essere stato solo uno scherzo, perché li ritrovavo. Allora mi portavano in un ufficio dove Nabokov registrava tutti i libri smarriti e poi ritrovati, e misurava il grado di attaccamento ai libri. Io ero un po’ piccata per lo scherzo, ma cercavo di fare vedere che ero molto attaccata ai miei libri e facevo pure la mollicona con lui, nonostante fosse un attempato signore scorbutico. Poi, senza neanche rendermene conto, mi trasformavo in una donna inglese. Una specie di spia. Dovevo fuggire da un luogo e scendevo in ascensore con una bicicletta. Le porte si aprivano all’improvviso e mi trovavo davanti uno schieramento di donne coreane o giapponesi, un agghiacciante esercito di donne mute con i pantaloni neri e dolcevita fucsia. Terrorizzata spingevo il bottone per chiudere le porte, ma una donna riusciva a entrare nell’ascensore. Io allora l'ammazzavo di botte con dei pugni in faccia.
Credo tutto sommato di aver dormito bene.
Per vendicarmi dello scherzo che il signor Nabokov mi ha fatto in sogno, ho postato questa foto. Una bella foto di lui in braghe corte mentre dà la caccia alle farfalle. Così ti impari, vecchio russo.