Primo arrivederci
E si comincia con gli arrivederci, a quelle persone che non sai bene come rivedrai, nonostante i progetti, la voglia, una certa tranquillità. Perchè c'è un idea disillusa, fatta di coerenza con la nuda realtà, che difficilmente non scende a patti con aspetti fisici quali le distanze spazio temporali.
Queste sono cose che di botto mi danno la misura del passo che sto per fare, improvvisamente tutti quei "che coraggio!" che la gente mi dice sembrano avere più senso, e la mia mente si riconcilia con quell'inquietudine che provo nel guardare con un certo distacco casa mia, le mie cose, le mie persone.
Il mio occhio a mandorla mi dice che andrà tutto bene.
Il mio occhio azzurro non riesce a non avere impressa nella retina una persona che nel salutarmi non fa altro che girarsi per guardarmi un'ultima volta ancora.
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