Somma di se stessi
Tornando in auto ascolto Vecchioni.
Mia madre ha ritrovato da qualche parte le sue antiche cassette di Vecchioni, quando si andava in vacanza, da piccolo, in famiglia, le si ascoltava sempre.
Le ascoltavo, le cantavo, non le capivo. Parlava di rapporti con le donne, tradimenti, quella cosa un po' da film francese e da coppie moderne e piene di sentimenti duri.
Ascoltandole ora le capisco. Sono canzoni di merda. Emerge come un lampo tutta la superbia di quell'uomo, interista, trafficone e tracotante, che imparai a conoscere vagamente al liceo. La sua voglia di affermare se stesso e di farsi bello è quasi insopportabile.
Diventa impossibile però non rivangare con la memoria, dettagli dimenticati, aspetti sepolti e soffocati da altre cose, dai miei cambiamenti, dalla mia nuova vita.
Mi rendo improvvisamente conto di come la mia mente non sia in grado di contenere tutta la mia vita, tutto ciò che ho vissuto, di come sia semplicemente una summa, un riassunto, sono il bigino di me stesso. La versione edulcorata. Un aufhebung della mia storia.
E queste cose, quelle che vivo oggi, qui, che vorrei portarmi con me, che vorrei fossero il mio bagaglio principale, nella vita... verranno schiacciate e riassunte in qualche rigo? A quale rischio le sto sottoponendo?
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