mercoledì, luglio 18, 2012

Dimenticavo, per Ergo


Un chiarimento



Mi chiede Thesp perche' chiudo il blog.

Non chiudo il blog.

Avevo chiuso il blog con il post "Not with a bang".
Nel senso che nessuno frequentava piu' queste pagine, io non ce la facevo piu' a portare avanti l'impegno, e per chiuso intendo che non volevo piu' postare.
Detto mille volte, io un mio blog non lo voglio e se mai lo vorro' non lo vorro' cosi', questo voleva ed e' stato qualcosa di diverso, qualcosa che stava sbiadendo, le allegre avventure di Apa in Jappoland, mi e' parso giusto smettere con il mio ritorno in Europa e con le page view e le collaborazioni ad un minimo storico mai toccato dal blog. Forse valeva la pena passare ad una versione full facebook, o mollare. Ho mollato.


Forse piu' che "chiuso il blog" e' un "ho chiuso con il blog", incomprensione tra me e Ergo quando mi ha chiesto di organizzare un Aparazzifest e dissi di chiamarlo diversamente, visto che ormai il blog era chiuso.

Poi vedo, ora, che c'e' chi continua a postare e assolutamente per me va benone, non chiudo nulla, non porto via il pallone, non cancello nulla. Fate quello che volete.


So che Thesp di tanto in tanto va a guardarsi le mie foto nudo, non potrei mai privarlo di questo suo piccolo hobby.

Per quanto mi riguarda magari un giorno, e potrebbe essere anche domani, ricomincero' a postare qua, se queste pagine saranno ancora vive. Ma non credo mi ritornera' la voglia di sentirlo come un, seppur piacevole, impegno.

Come tutti voi, ho altro a cui dedicarmi.

Not with a bang, but with a gangbang...

Mi piacerebbe inculare il mak, se si presentasse a settembre.

giovedì, luglio 12, 2012

Sono sempre i migliori quelli che se ne vanno

Oggi 12 Luglio 2012, sono passati sei anni e mezzo dalla nascita di Aparazzi. Il movente: offrire un punto di contatto ad un variegato gruppo di conoscenti-colleghi-amici che si trovava nelle fasi iniziali di una diaspora. Col tempo ci sono state aquisizioni e defezioni, ma, per chi è rimasto, questo luogo ha sempre adempiuto a quella sua promessa iniziale.

Duemilaottocentosettatasette post più tardi, dopo un paio di tentativi andati a vuoto, Apa mi ha confidato che presto si chiuderanno i battenti. Mi è sembrato stanco, Alessandro, ormai proiettato mentalmente in una nuova fase della sua vita, sempre più carica di impegni, responsabilità, doveri, impossibilitato a dare al blog quel che vorrebbe. Addolorato nel vedere Aparazzi diventare saltuario, in lui il rifiuto di questa nuova, ridotta realtà.

E mi son reso conto che sarebbe egoismo voler prolungare questo suo spossato dolore, costringerlo a trascinare qualcosa che è vissuto, per sei anni e mezzo, prevalentemente sul suo impegno e sulla sua dedizione. Ogni storia degna di essere raccontata deve giungere ad una fine, concludersi infine, quasi a provare di essere esistita. È giusto, rispettoso, maturo farsi da parte e lasciare che The Apa & Razzi Show esca di scena con dignità.

Let it go.



Per un'ultima volta, però, incontriamoci. Che sia AparazziFest per un'ultima grandiosa volta. E che ci sia più gente possibile, che ci siano Razzi e Thesp, Byfluss e Byflussino, Apa, Ergo, Hazey, Scarlet, Montag, Diable, e tutti coloro che vorranno partecipare, magari addirittura Ignazio. Concordiamo la data e il luogo, mangiamo e festeggiamo, non la fine di Aparazzi, ma il fatto che sia esistito.

Che non sia un gemito, ma un'esplosione.

sabato, luglio 07, 2012

Ergonomia prorogata

Per motivi diversi, Apa e JUVE CAMPIONE sono poco presenti sul blog in questi ultimi giorni.

Apa sta lavorando senza respiro, senza tregua, perfino ieri sera, quando siete usciti tutti insieme a divertirvi, a godervi la febbre del venerdì sera londinese. Vaffanculo.

Anche JUVE CAMPIONE è messo male. Sì, perché sta in vacanza, sta prendendo un sole con i controcoglioni in qualche super-spiaggia della Micronesia. Nel Pacifico. Poverino.

Beh, nonostante ciò, ci sono cose che un tempo non si sarebbero dimenticati, cose più importanti del lavoro, dell'abbronzatura, delle vacanze, della fighetta. Cose da celebrare prima di ogni altra.

Cose come il compleanno di Ergo.

Un tempo, appunto, perché ieri se ne sono dimenticati.
Almeno qui.

Auguri in ritardo, Ergo. Anche da parte di JUVE CAMPIONE che ieri non si è potuto connettere.

Forza Inter.

lunedì, luglio 02, 2012

Strali di gufo: dietrologia

E finì col botto. Quattro ceffoni ben assestati, amministrati con sapienza ad intervalli regolari, per lasciare al malcapitato il tempo di assaporare pienamente il dolore e l'umiliazione pubblica di ogni singolo schiaffone.
Con la finale come loro apice inarrivabile, questi campionati europei sono stati un crescendo di illusi che si son ritrovati, uno dopo l'altro, a fare gli inevitabili conti con la loro pochezza.

LE SQUADRE

Polonia: 6.5
Per i padroni di casa era stato apparecchiato un girone all'acqua di rose, eppure i polacchi sono riusciti a farsi eliminare immediatamente da avversari del calibro di Repubblica Ceca e Grecia. Come a dire che uno va per rubare il gelato ad un bambino e finisce senza mutande. Pirla.

Russia: 7
Inizia in goleada nello stesso girone dei polacchi, quello dei "siamo qui per caso", convincendo tutti che sia una squadra portentosa. Poi dimostra che di portentoso ha solo la capacità di salutare. Fuoco di paglia.

Francia: 7
Riescono a passare da secondi il girone che dovevano dominare, poi decidono di non scendere neanche in campo. Nel quarto di finale che disputano, gli spunti migliori li hanno a fine primo e secondo tempo, quando escono dal campo. Desaparecidos.

Inghilerra: 7.5
Vince per caso il proprio girone e questo illude i suoi tifosi, sempre proni ad affermare il primato della realtà percepita al di sopra di quella oggettiva. Nei quarti dimostrano la loro impalpabilità ma ciononostante incolpano della sconfitta i rigori e non la nullità ormai comprovata della loro scuola. Sognatori ad occhi aperti.

Olanda: 8
Non vince manco una partita, credendo che basti essere arrivata in finale due anni fa per garantirle chissà quale lasciapassare. Lo sgomento con il quale prendono sonore mazzate da tutte le parti, increduli e basiti, è stato uno degli spettacoli più divertenti della competizione. Ancora una volta si riconfermano pagliacci.

Germania: 9
Il solito schiacciasassi di supponenza, il solito finale inglorioso col culo per terra. Volevano spaccare mari e monti, vocazione nazionale, e come spesso gli accade finiscono in lacrime, questa volta addirittura al 36mo minuto del primo tempo. Recidivi.

Italjuve: 10
I volti delusi di queste mezze calzette, alla fine della batosta, dimostrano, per quanto sia incredibile, che i vari Bonucci, Balzaretti, Barzagli, Chiellini, si erano comicamente illusi di valere un campionato europeo.  Così, dopo aver subdolamente elargito a maniche larghe, la fortuna si riprende tutto e, nell'ultima decisiva partita, le pippe tornano ad essere pippe, come da ordine naturale delle cose. L'aspetto più comico della vicenda è che se l'Italia avesse deciso di non presentarsi in campo, avrebbe perso a tavolino per 3-0, facendoci così una figura migliore. Illusi.


Sento una certa pressione al fondoschiena...

Thiago Motta.
I PERSONAGGI

Chiellini: 8
Si fa uccellare da Fabregas e, per salvar la faccia, finge l'infortunio. Ricorda un mio compagno delle elementari il quale, portiere, simulava falli inesistenti e dolori lancinanti, con tanto di lacrime abbondanti, ogni volta che prendeva un gol.

Buffon: 9
Ieri, il portierone dalla bocca larga, è uscito dal campo da vincitore: aveva scommesso sulla Spagna.

Monti: 9.5
In una manovra di sfavillante opportunismo, spera di sfruttare un eventuale successo italiano per dare una spolverata alla sua immagine. Per il nostro sollazzo, l'operazione "Luce riflessa" si trasforma buffamente nella debacle "Corvaccio della malora".

Ergo: 10
Segue diligentemente il dictat degli strali di non cantar vittoria troppo presto, resistendo imperioso pure all'epica semifinale tedesca. Quando comincia a progettare il post per la finale, in anticipo sulla partita, contravvenendo ai suoi principi, si ritrova improvvisamente dal lato meno piacevole dello sfottò. The joke is on him.

Byfluss: 10.5
Non gli basta aver asfaltato la Germania in semifinale, come il bimbo goloso che si ingozza fino all'indigestione, rompe l'inviolabile regola della scaramanzia per ordinare una porzione di strali. Lo accontentiamo volentieri.

Da vero italiano, Mario frigna.

Ma io volevo il pallone d'oro...

C'è più gusto ad essere Bresciani.