martedì, febbraio 28, 2006

Il primo sondaggio




Cosa conteneva la 24 ore del sig. Orlando Portento?

1) Una campionatura di lingerie da rifilare alla D'urso.

2) Una paccata di euro per corrompere "Moggi e la Juventus".

3) 5 chili di coca andata a male (evidentemente).

4) Parti anatomiche femminili, minuziosamente sezionate.

5) Il kit Barbie Coiffeur per pettinarsi.

6) Due spaghetti

7) Triccheballacche


Dite, dite.
Dite la vostra.

lunedì, febbraio 27, 2006

Ratzinger e l'aborto

Articolo completo

Ci terrei a citare questo particolare passaggio "già agli inizi della vita di un embrione prima ancora
che si sia impiantato nel seno materno".

Frase che dimostra come Ratzinger non capisca manco di cosa sta parlando. Oppure, visto che lui è il Papa, e il Papa è infallibile, ha ragione lui, e l'embrione esiste addirittura prima che sia impantato in una donna... Quindi è dimostrato quello che la chiesa sta cercando di dimostrare da secoli: la donna è inutile, semplicemente un forno per il seme dell'uomo o al massimo semplicemente un gradevole passatempo, come ci insegna padre Fedele da Cosenza.

domenica, febbraio 26, 2006

Tricomania, portami via

Ancora una volta un errore di lama mi ha costretto a cambiare look.
Mi stavo tagliando i capelli, le note di "The Trial" dei Pink Floyd mi hanno distratto ed eccomi qua, now I'm a fucking space monkey once again.

Almeno stavolta niente controbasetta:


(foto di repertorio)



E pindaricamente continuiamo postando il testo di The Trial, per chi non la conoscesse o per chi non ne rammentasse il testo.
La canzone è splendida, un po' maschilista forse, nel senso che parla di un tipo di disagio prettamente maschile, il peso delle aspettative della società, della propria compagna e della propria madre.

THE TRIAL

The Crown

Good morning Worm, your honour,
The crown will plainly show,
The prisoner who now stands before you,
Was caught red-handed showing feelings.
Showing feelings of an almost human nature.
This will not do.

Call the schoolmaster!

The Schoolmaster

I always said he’d come to no good,
In the end, your honour.
If they’d let me have my way,
I could have flayed him into shape.
But my hands were tied.
The bleeding hearts and artists,
Let him get away with murder.
Let me hammer him today.


The Prisoner

Crazy.
Toys in the attic, I am crazy.
Truly gone fishing.
They must have taken my marbles away.
(crazy. toys in the attic, he is crazy.)

The Wife

You little shit, you’re in it now.
I hope they throw away the key.
You should’ve talked to me more often than you did.
But no! you had to go your own way.
Have you broken any homes up lately?
Just five minutes, Worm, your honour,
Him and me alone.

The Mother

Baaaaaabe!
Come to mother, baby.
Let me hold you in my arms.
M’lord, I never meant for him to get in any trouble.
Why’d he ever have to leave me?
Worm, your honour, let me take him home.

The Prisoner

Crazy.
Over the rainbow, I am crazy.
Bars in the window.
There must have been a door there in the wall.
For when I came in. . .
(crazy. over the rainbow, he is crazy.)


The Worm Judge

The evidence before the court is incontravertible.
There’s no need for the jury to retire.
In all my years of judging I have never heard before,
Of someone more deserving of the full penalty of the law.
The way you made them suffer,
Your exquisite wife and mother,
Fills me with the urge to defecate! (no, judge, the jury!)
Since, my friend, you have revealed your deepest fear,
I sentence you to be exposed before your peers.
Tear down the wall!

sabato, febbraio 25, 2006

Arriva il Circo

Torna, a grande richiesta, la rubrica "Stranezze Atlantiche". Nelle foto che seguono potete osservare il pratico e comodo sistema utilizzato dagli statunitensi per disinfestare le proprie case.


Se vivi in un palazzo c'e' da sperare che nessuno dei tuoi vicini abbia problemi con topi o insetti...

Annunciaziò, annunciaziò!

Il mio ultimo sogno ricorda un noto film di Roman Polanski, e anche qualcos'altro.

Scena 1: Oriana Fallaci, con la sua solita faccia allegra, cammina sotto scorta lungo le strade di New York. Indossa una maglietta su cui sono stampate delle vignette satiriche che hanno come protagonista il Profeta, e quella maglietta è l’unica cosa che la fa sentire ancora viva (dovrebbe ringraziare anche gli uomini della scorta per questo, ma non ci pensa). Ad un certo punto compare Silvio Berlusconi in volo, con le ali d’angelo ben spiegate. “Oriana” annuncia “questo è un giorno di grande letizia. Gioisci, perché tra 9 mesi avrai un figlio, e quel figlio sarà il Salvatore”.

Scena 2: Siamo in una stanza d’albergo. Sulle pareti e sul soffitto sono montate decine di specchi, il pavimento è ricoperto da falli artificiali di ogni colore e dimensione. La stanza è occupata da Oriana Fallaci e Roberto Calderoli. Entrambi indossano le rispettive magliette vignettate. Per il resto sono completamente nudi, e fanno l’amore furiosamente.

Scena 3: Qualcuno ha allestito una mangiatoia nella Grand Suite dell’hotel Hilton. Oriana e Roberto vi hanno adagiato il loro bambino, che ricambia i loro amorevoli sorrisi con delle smorfie deliziose. Il bambino è nato calvo, e assomiglia incredibilmente a Massimo Boldi. Guidati da un ottimo sistema GPS arrivano George Bush, Tony Blair e Vladimir Putin. In dono portano Petrolio, Eroina e Napalm. George prende la parola e solennemente proclama: “Oriana, Roberto. In vostro figlio riponiamo grandi speranze per il futuro della nostra civiltà. Affideremo a Lui la conduzione dell’Ultima Crociata, e saremo suoi servi devoti fino al giorno della Vittoria”.

FDS - The Foxy Flight Attendant Rap...



Volare e sapere che le nostre vite sono in mano* a ragazze come queste è davvero una consolazione. Sprizzano intelligenza da tutti i pori.
E poi sono bravissime.

La mia preferita, anche se è difficile scegliere, è la prima a sinistra. Per l'impegno.

Una nota: non ha un finale a sorpresa, è solo una lenta discesa nella mente di cinque ragazze stupide come la merda.

*mi aspetto una battuta da Byfluss

venerdì, febbraio 24, 2006

La mia ferita

La ferita sulla mia gamba sta guarendo.
La crosta che avevo sul ginocchio si è un po' gonfiata e rialzata, sembra una cimice rossa.

Speriamo che le cimici non siano daltoniche.

Ho incontrato un satanista

Oggi ho incontrato un satanista, era nell'aria.

In stazione, treni in ritardo di 30 minuti, mi guardo intorno.
C'è un tizio alto, cappotto nero, di pelle. Capelli lunghi (come Bobbe Malle) tirati all'indietro da quello che una volta era probabilmente stato l'archetto di sostegno di due cuffie. L'effetto era piuttosto ridicolo, ma probabilmente in qualche ambiente è ritenuto trés chic. Portava dei guanti neri, senza dita e degli anfibi neri. Dava l'idea di sporco.

Aveva appoggiato su una panchina una serie di oggetti, dei DVD dai titoli piuttosto monotoni "la figlia di Satana", "Vampires"... un bastone di legno, nodoso, dei "tomi" finto antichi, delle borse di pelle nera. Camminava nevroticamente in cerchio attorno ad una colonna che stava lì, a pochi metri dai suoi oggetti. Masticava una gomma e mormorava cose tra sé e sé.

Ma perchè i satanisti devono essere così sfigati?

So if you meet me
Have some courtesy
Have some sympathy, and some taste.

"TASTE", per dio.

La Fallaci

Notizia di oggi, la Fallaci ha sentito l'esigenza di informare il mondo sul fatto che sta preparando una vignetta satirica su Maometto, ritraendolo con le sue nove mogli, alcune dipinte come cammelli con il burqa e altre amenità del genere.
Ora, mi domando cosa potrebbe voler dimostrare. Qual è il suo messaggio? Che ci deve essere libertà di espressione?

Non credo.
Sembra tanto l'azione di una vecchia zitella inacidita e ricca d'odio.

Molti, discutendo delle cosiddette vicende delle vignette su Maometto, si appellano alla libertà di espressione e di parola, ma onestamente non vedo cosa c'entri. Per quanto ognuno sia libero di esprimere le proprie opinioni, nessuno deve essere libero di ingiuriare il prossimo o di offenderlo, soprattutto di offendere qualcosa che per qualcuno è sacro. E mi stupisco di come un cattolico non lo capisca, data la sensibilità che qualsiasi buon cattolico ha nei confronti delle bestemmie.
E ricordiamo solo cosa è successo all'uscita di un film come "L'ultima tentazione di Cristo"...

Fermo restando, ovviamente, che le barbare e violente reazioni alla vicenda sono solo da condannare.

Comunque propongo una soluzione, i giornali musulmani pubblichino dei giornali con delle vignette in cui Gesù è ritratto che si incula un bel bambino che piange e dimostriamo loro quanto sappiamo essere tolleranti e civili e sorridiamo alla simpatica vignetta.


Ho scritto di merda ma oggi va così.

mercoledì, febbraio 22, 2006

Bobbe Malle

L'angolo della natura



L'allegra vita della cimice

La cimice femmina non ha organi sessuali. Ovviamente questo non è un problema per la cimice maschio, visto che il suo pene è accuminato come un coltello e quando vuole copulare la trafigge e la squarcia, di fatto iniettando il proprio sperma nel sangue della femmina.

Ma non solo, il maschio tende a violentare quanti più altri maschi possibile riempiendoli del proprio sperma, in maniera tale che, al prossimo amplesso, questi eiaculino per la maggior parte il suo sperma.

Dovrebbero fare un nemico dell'Uomo Ragno chiamato Uomo Cimice.

Io non c'entro

martedì, febbraio 21, 2006

Olimpo Orfeo Onanismo

Un distacco enorme. Il secondo e il terzo non si vedono nemmeno all'orizzonte, Zorzi si accosta a lato pista, prende un tricolore, se lo infila sotto la pettorina e porta il dito alla bocca a chiamare il silenzio.
Ma il pubblico è già muto, allibito. Una scena al rallentatore, come in un sogno.
Un ometto tozzo e rosso di capelli si sporge oltre la transenna alle spalle del campione, agita furioso il pugno e sputa:

"Whodafuck!? Where you goin with my friggin flag ya bleeding dope!"


lunedì, febbraio 20, 2006

Cortesemente

Vorrei cortesemente far notare come il primo post che abbia raggiunto i dieci messaggi di commento nella storia di Aparazzi sia stato quello dei negri nudi.

Grazie.

La frase del giorno

Per un uomo il proprio corpo è uno strumento, per una donna il proprio corpo è un tempio e la sublimazione di un rituale.

domenica, febbraio 19, 2006

La vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?

Mamma Sicumera. Mamma Sicumera non sogna.
Non si è mai ricordata, in tutta la sua vita, di un singolo sogno. Non si è mai svegliata nel mezzo della notte con un incubo che la seguiva ancora, con dei sapori o delle sensazioni ancora attaccate alle pareti del cervello. Se le racconti un sogno rimane stranita dalle dinamiche oniriche perché, dice, non le ha mai sperimentate o non se le ricorda. Per lei la notte è un nero fast forward.
La cosa mi mette molta tristezza, così come è normale portare la propria vita nei sogni ho sempre trovato splendido portare un po' di sogni nella veglia. Il rapporto tra sogno e realtà è forse una delle dinamiche più belle della nostra esistenza.



p.s. Alcuni luminari sostengono che Mamma Sicumera non sogni perché ha fatto il sogno più grande di tutti: Sicumera stesso.

La vera par condicio

A questo punto perché fermarci?
Il mondo non è bianco o nero, caro Ergo. Ci sono anche dei sardi che ci seguono, accontentiamo anche loro.



sabato, febbraio 18, 2006

Par condicio, croce e delizia

Dopo l'ultimo post di Apa, molte ragazze si sono lamentate arrivando ad insinuare che siamo dei porci sciovinisti. Offeso da tali illazioni, provvedo immediatamente a ripristinare i giusti equilibri fra i sessi.





Mi permetto inoltre di parlare anche a nome di Apa e di Razzi dicendo che siamo tutti e tre grandissimi fan delle donne. A tal proposito ricordo di aver addirittura detto in piu' di una circostanza: "Non capisco che motivo ci sia di limitare all'8 marzo la festa delle donne. Io, la festa, gliela farei ogni giorno."
In tale occasione, Apa e Razzi annuivano silenziosamente ad occhi chiusi e braccia incrociate.

A gentile richiesta




Innauguriamo così la rubrica "la figa della settimana".

Cosa non si fa per i lettori.

venerdì, febbraio 17, 2006

Le animaliste

Due animaliste si sono prodotte in un lungo bacio saffico mezze ignude nel freddo di NY, per dimostrare che la carenza di proteine animali nella propria dieta può portare danni piuttosto gravi al cervello e alla coerenza di pensiero.


Trovo particolarmente ironico come il dorato arco di Mc Donald's svetti sullo sfondo. Ottima pubblicità occulta. Complimenti per la scelta del luogo.

mercoledì, febbraio 15, 2006

Oggi

Oggi la vita mi sorride.

Ho incontrato Chiambretti in galleria a Milano.

Ultimamente

Ultimamente amo nutrire la mia megalomania donando dei ticket restaurant a dei mendicanti. Mi piace scegliere però... e distinguere tra quelli che se lo meritano e quelli che ritengo vadano ignorati. La cosa mi fa sentire bene.


EDIT:
Ci hanno appena alzato i ticket a 7 euro. Col cazzo che gli do 7 euro, ora.

lunedì, febbraio 13, 2006

Don't take the whole penis in your mouth

I cari consigli della nonna.
Bisogna sempre dare retta agli anziani.




Video courtesy of Tajana

domenica, febbraio 12, 2006

Enigma

Quanti fiori ci sono in Francia?

sabato, febbraio 11, 2006

Patria mia

Sono oramai piu' di otto mesi che vivo negli Stati Uniti, con qualche sporadico ritorno in Italia, grazie al Dio Vombato. In tutto questo tempo ho saltuariamente ma costantemente notato che in questo paese le bandiere a stelle e striscie sventolano continuamente. Non l'italico scomposto volteggiare che dura lo spazio di due respiri, un bello sventolare gagliardo, da film hollywoodiano. Cosi ho cominciato a pensare: "Possibile che il fatto che gli americani siano piu' patriottici di noi, influenzi la realta' e faccia in modo che le loro bandiere siano perennemente, orgogliosamente sventolanti?". Soprassediamo per un attimo sul concetto che gli americani siano piu' pattriottici di noi, chiunque abbia subito un esilio in terra straniera per piu' di un mese sa benissimo che l'italiano si scopre un amante sfegatato della sua terra proprio quando non puo' starci. Giusto ieri, ho scoperto che le bandiere qui sventolano da dio perche' sull'asta sono integrati due bei ventilatori. Uno in prossimita' della sommita' e l'altro in corrispondenza della parte piu' bassa della bandiera. Per ottenere un effetto ancora piu' coreografico i due ventilatori, mi e' stato spiegato, lavorano alternativamente: un soffio su, un soffio giu' e la bandiera sventola che e' un piacere...

Mi manca l'Italia, con tutti i suoi bernoccoli e le sue bandiere flosce.

8 ore in treno

Potevo farmi una cultura, invece niente. Potevo leggere il giornale dalla prima all’ultima riga per la prima volta nella mia vita, pensare, scrivere, guardare 4 film di seguito, escogitare qualcosa. Potevo scendere da quel treno come un uomo migliore. Invece ho sprecato 8 ore a sonnecchiare, perlustrare con gli occhi ogni centimetro dello scompartimento, leggere distrattamente un libro, “servirmi della ritirata” per fumare qualche sigaretta. Certo, l’aria che tirava nel vagone non mi ha dato una mano. È incredibile, ma pochi scompartimenti più avanti c’era uno con la radio-stereo a tutto volume. La radio-stereo da spiaggia sull’Intercity! Ma dove cazzo siamo, in Messico? Ci sono milioni di ragazzini in giro con le cuffie perennemente infilate nelle orecchie, possibile che non ti sia mai venuto in mente di comprartene un paio? Ah, poi ho dovuto assistere, parola per parola, alla telefonata chilometrica di una tipa in corridoio, e con me tutta la carrozza. Avete presente quei maledetti che quando parlano al cellulare urlano? Questa aveva una voce da pubblicità di assorbente, tutta precisa, squillante, forbita, fresca, spiritosa, con le “s” sibilanti e le “i” che più “i” non si può. Con quel tono da ragazza di un certo livello ha detto un cumulo di stronzate già sentite un miliardo di volte. Perché fai così, accidenti a te? Perché non abbassi il volume? Io lo so perché, è che vuoi proprio esibirti, ti piace far sentire a tutti come parli bene, quanto sei istruita, con quella voce priva di accento e piena di battute spiritose che non sentivo dai tempi dell’università, vuoi che tutti sappiano che rapporto stupendo hai con il tuo ragazzo, tutto bacini e viaggi all’estero. Beh, vaffanculo. Scommetto che un giorno, un bel giorno, la palla di vetro in cui ti hanno infilato a fare la bella statuina andrà in mille pezzi. Dopo quel giorno non avrai più tanta voglia di sentire la tua voce, e di farti sentire. E allora parlerai piano piano, proprio come me, per proteggere la tua intimità e quella degli altri, e magari, per paura di dire cazzate, finirai per dirne molte di meno. Esattamente come cantava Bob Dylan in quella sua canzoncina…

Now you don’t talk so loud
Now you don’t seem so proud
About having to be scrounging for your next meal.
How does it feel?
How does it feel?...

I have a dream

Il mio sogno non è un sogno di pace.
Il mio sogno è che alla morte mi sarà concesso stare a fianco di Dio che si sarà rivelato come Gargamath il grande dio vombato, e lì stare per l'eternità ad ammirare preti, pretini, suore, suorine, cattoluncoli e fondamentalisti cristiani di ogni specie che si faranno avanti con sguardo incredulo e in lacrime. Il mio personale paradiso.

Oppure mi basterebbe un singolo e semplice momento di coscienza collettiva prima del nulla, della non esistenza che è il destino degli esseri viventi. Momento sacro e terribile, un istante solo in cui tutti gli uomini mai vissuti e morti siano in comunione, momento in cui risuonerebbe sapido il mio "A-HA!" seguito dalla mia risata che accompagnerebbe, spegnendosi, l'umanità al nulla.

Oggi mi sono svegliato così.

Un impegno concreto

Credo sia giusto fare qualcosa. Credo sia giusto cercare di migliorare il proprio paese, migliorare la vita nella propria comunità.
E sì, possiamo tutti fare qualcosa.

Quando vediamo Berlusconi su di un poster, in televisione, in una qualsiasi occasione... concentriamoci tutti insieme e ripetiamo mentalmente le parole magiche "muorimuorimuori".
Di occasioni di sicuro ce ne saranno a bizzeffe.
Forse non farà nulla, ma se lo facciamo tutti assieme potrebbe persino funzionare.

venerdì, febbraio 10, 2006

Concorso: libera la tua creatività


Prova anche tu a riempire i fumetti di questa storica copertina.

Cosa sta dicendo il ragazzino a Superman?

giovedì, febbraio 09, 2006

Quanto è bello lu Wi-Fi

Quanto è bello lu Wi-Fi
Se ce l'hai tu già lo sai
E se sulla tazza stai
Leggi e posti, casomai.


A.P., (Brescia, 09/02/06)



Noir a Roma

Nel sogno, più enigmatico che mai, il Razzi è in missione a Roma, la sua nuova città…

Stringendo la 24ore con una mano, compone un numero di telefono con l’altra, e convinto di aver fatto un ottimo affare pronuncia le parole con voce risoluta. “Ok, ci ho pensato bene, prendo la stanza da 3.024 euro al mese, quella piccola. In questo momento sono a Piramide. Raggiungimi con le chiavi e ti consegnerò la caparra. No, le infiltrazioni non mi preoccupano.” Poi si dirige verso lo sportello Bancomat. Tessera, codice, soldi, sguardo circospetto nella notte, scontrino. Un uomo lo sta osservando, appoggiato al muro, a pochi metri di distanza. Ha una sigaretta tra le labbra, la pelle del viso scolpita dal getto di un lanciafiamme. Mentre il Razzi si allontana, l’uomo estrae il cellulare e chiama qualcuno. Incrocio di sguardi.

Il Razzi raggiunge il luogo dell’appuntamento, cioè il colonnato che circonda l’entrata della stazione di Ostia Lido. C’è puzza di bruciato, puzza di pericolo, ma lui non si fa intimorire. Aspetta il suo contatto, guardingo ma tranquillo, osservando il via-vai di persone che entrano ed escono dalla stazione. Ogni tanto si porta una mano al petto, per verificare che il portafoglio gonfio di banconote sia ancora lì, al sicuro, nella tasca interna del cappotto.

Poi arrivano le due ragazze. Sono attraenti, mezzo svestite, di aspetto indonapoletano. Si fermano ai piedi della scalinata e lo guardano per lunghi minuti, insistentemente. A volte si sussurrano qualcosa nell’orecchio, poi ridono coprendosi la bocca con le mani. Sembra essere passato un tempo infinito quando si decidono a fare il primo passo. “Chi aspetti?” chiede la più piccola delle due.

“Vengo da Udine, Friuli” risponde svelto il Razzi nel tentativo di fare colpo, con un tono da incantatore di serpenti. “Che bello!” esclama la ragazza. Il Razzi la osserva perplesso, incerto se si riferisse a lui, cioè al suo aspetto, o all’irresistibile fascino della sua terra madre. Nel frattempo l’altra, la spilungona, si mette in movimento. Sale i gradini della scalinata con una lentezza inverosimile, seguendo una linea diagonale immaginaria, senza distogliere lo sguardo. Sorride con aria maliziosa.

Quando la spilungona raggiunge il colonnato, esplode la musica. House tagliata male, direttamente dai primi anni novanta, suonata ad un volume insopportabile che riempie la piazza e gonfia la notte. La ragazza comincia a ondeggiare, si aggrappa ad una colonna, rovescia la testa all’indietro, muove il bacino. Sta facendo lap dance, sta cercando di essere sexy. Ma l’istinto friulano del Razzi intuisce che c’è qualcosa di marcio sotto, perché la colonna ha base quadrata e lato di almeno mezzo metro. Eppure il braccio della ragazza la avvolge completamente, con tanta grazia e naturalezza che il Razzi finisce per tranquillizzarsi e abbassare la guardia.

Ora la musica sta per finire, i movimenti della spilungona si sono fatti più lenti, ancora più sensuali se possibile. Rovescia la testa all’indietro per l’ultima volta, la mano che stringe la colonna, il corpo inarcato, come sospeso nel vuoto. Lo guarda e sorride. Il Razzi ricambia il sorriso con un saltello imbarazzato, ma si ricompone immediatamente, abbozzando una posa da seduttore.

A quel punto la scena subisce un’accelerazione devastante. La mano della spilungona si stacca dalla colonna, il corpo si flette con elasticità olimpionica e disegna la curva di un salto mortale all’indietro compiuto alla velocità della luce. Il Razzi non ha nemmeno il tempo di inizializzare la modalità da combattimento che la ragazza gli sta già addosso, e la sua compagna pure.

Frugano nel cappotto Barbour nuovo di zecca, nelle tasche dei pantaloni Hugo Boss nuovi di zecca, sotto il maglione nuovo di zecca, e poi sotto la maglietta stinta e rattoppata, dentro le scarpe Camper nuove di zecca. Le loro dita abili e sottili si infilano dappertutto, rovistano nei vestiti da fighetto che aveva comprato in saldo per darsi un tono nella capitale, e il Razzi non può nulla per opporsi, paralizzato com’è da un’erezione clamorosa e incontrollabile.

Bastano pochi istanti, alle ragazze, per completare l’operazione. Poi scompaiono nell’oscurità come gatti, lasciandolo lì, disorientato, con il culo per terra e gli occhi pieni di sgomento. “Accidenti”, mormora, sempre compìto anche nelle circostanze più dolorose. Lentamente si rialza, con le ginocchia tremanti, cerca di rassettarsi alla meglio, si guarda in giro sperando che nessuno abbia assistito a quello spettacolo vergognoso. Con gesto automatico porta una mano alla tasca interna del cappotto, pur sapendo che non vi troverà nulla, che le ragazze si sono portate via tutto. Ma le sorprese devono ancora cominciare…

Perché il portafoglio è ancora lì, intatto. Lo apre. Dentro ci sono tutti i soldi, gli scontrini, le carte di credito, perfino la tessera del Doner Kebab è sempre lì, con tutti i timbri al loro posto (gliene manca soltanto uno per il menu gratis). Il Razzi è sconcertato. Esamina le altre tasche, ma non manca nulla, assolutamente nulla. Al contrario. Uno dopo l’altro trova oggetti che, ne è sicuro, non possedeva prima dell’assalto. Oggetti mai visti prima di allora, ma in qualche modo familiari.

- una foto di Fiodor che indossa la divisa ufficiale dell’Udinese, in autoscatto
- una chiavetta USB di epoca imperiale, riportante l’effige dell’imperatore Marco Aurelio e l’iscrizione di un potente tribuno, tale A. Tajana
- una confezione di Xanax vuota, con la data di scadenza coperta da un adesivo della serie Hello Kitty
- un reggiseno della Magri ripieno di nutella
- un flacone sulla cui etichetta si legge: “Body Lotion – con olio di Razzi e salsa di soia, per pelli normali”
- una mappa sconosciuta del pianeta World of Warcraft, con tanto di rotte segrete e continenti sommersi
- un libello di riti e cerimonie sataniche, rivestito di cuoio nero, sulla cui ultima pagina si riconoscono a fatica i caratteri finali di una firma sbiadita: …relli.
- una pergamena che riporta un’antica ricetta a base di wurstel e patate, vergata in tremanti caratteri giapponesi, come se l’autore fosse rapito da un’estasi incontenibile
- un libro contabile della Ciardi Corporation, elencante movimenti sospetti in entrata e in uscita per svariati milioni di dollari, sotto forma di obbligazioni convertibili, stock options e buoni pasto
- uno specchietto magico che riflette sempre la stessa immagine: il volto radioso di un ragazzo sveglio, con l’elmo vichingo sulle 23, i cui riccioli d’oro crescono con rapidità sconcertante

La chiavetta USB, naturalmente, contiene un video del Mozzi che guida il trattore in costume adamitico, e sorride beffardo ostentando un membro di dimensioni spropositate.

mercoledì, febbraio 08, 2006

Whitecaps name new head coach

The Vancouver Whitecaps women's soccer team will strengthen their ties to the Canadian national team today ... continua ...

Donne e calcio, insieme. Brucio dall'invidia!

martedì, febbraio 07, 2006

L'invidia l'è 'na brota bestcia

Certe volte incontri persone che non vedi da tempo, altre volte vedi improvvisamente con distacco persone che vedi ogni giorno... ma che conosci da tempo.
Capita poi che tu veda in queste persone quelle piccolezze, quelle invidie, quelle forzate e fastidiose malizie che ci vedevi un tempo ma che con l'abitudine o il distacco avevi perso di vista.

E la cose mi fa pensare come queste persone non siano in fin dei conti felici, se tutto il resto della loro personalità cambia con la loro vita, e queste cose rimangono uguali.

Da parte mia mi sono piacevolmente sorpreso quando riflettendo mi sono reso conto che non riesco più ad essere invidioso. Se un mio amico, una persona alla quale voglio bene ha successo, fortuna, ottiene qualcosa che io non ho o non sono riuscito ad ottenere... sono solo felice. Una volta non era così, non sono mai impazzito di dolore, ma un minimo di fastidio l'ho sempre provato.
Conclusione: l'invidia l'è 'na brota bestcia, ma la si può sconfiggere.

Sconfiggi anche tu l'invidia.

lunedì, febbraio 06, 2006

D i r a d a m e n t o

Il Tricofort funziona davvero, rallenta visibilmente la caduta dei capelli. C'è scritto anche nel foglietto illustrativo: "applicare Tricofort regolarmente favorisce l'ispessimento del capello". Ed è proprio così, esattamente come dicono. Tricofort unge per bene il capello, che a causa del maggiore attrito cade al suolo molto ma molto più lentamente. Se poi prende una corrente ascensionale è uno spettacolo unico, ma lì è più che altro questione di fortuna...

Certi giorni

Certi giorni capita che ti devasti il ginocchio con il motorino.

sabato, febbraio 04, 2006

FINALMENTE!

FIUUUREEEEEL?





Lo vedi il simbolino in basso a sinistra?

Torna presto.

venerdì, febbraio 03, 2006

L'arte del tatuaggio

Dietro al tatuaggio c'è una CULtura millenaria.

Dietro questo tatuaggio...


La vita

Byfluss: "...ho chiavato fighe che non se le farebbe neanche un leone..."

La speranza


Foto courtesy di Ceccarelli

Imbarazzo (reprise)

C'è un certo imbarazzo nel cominciare a scrivere su di un blog. Soprattutto se il blog non e' tuo e, dopo gentile invito, ti sei fatto prima pregare e poi addirittura imporre la partecipazione. C'è la paura che gli habitue' accoglieranno con freddezza e distacco il nuovo arrivato, considerandolo fuori luogo, un intruso. Inoltre c'e' il timore di venire comparati a dei mostri sacri come Razzi e Apa e di uscirne chiaramente umiliati. Ci sono pero' due modi per superare questo imbarazzo e sono entrambi a prova di bomba. Il primo e' di ispirarsi ad un messaggio gia' esistente e di farlo proprio cambiandone leggermente la forma ed il contenuto. Il secondo e' di postare il proprio autoritratto nudo...



...e lasciare tutti a bocca aperta

giovedì, febbraio 02, 2006

Illusioni ottiche



In questa foto sembra quasi che il Razzi sia quasi grande come un essere umano, ma non fatevi ingannare dalla prospettiva. Razzi è alto 30 cm.
E i miei ricci sono naturali.

mercoledì, febbraio 01, 2006

Nonna's got a gun

Stanotte ho fatto un altro sogno. C’erano Nonna Ergonomico, Apa e Razzi, tenuti in ostaggio dal ragazzo sfigato della Nocciolato Novi all’interno dello snow park “The Qube” di Gressoney, Valle d’Aosta. Nonostante la calibro 28 impugnata dal ragazzo, i 3 erano felici di rivedersi, di condividere finalmente lo stesso spazio fisico, dopo tanto tempo! Nonna sta a Pasadena, Apa fa la spola tra Brescia e Milano, il Razzi fa la spola tra Udine e la Striscia di Gaza, dove sta effettuando un tirocinio formativo di 3 mesi presso Hamas. E si ritrovano tutti in uno snow park sulle Alpi, com’è piccolo il mondo!

I 3 amici se la spassano: Apa raccoglie cartacce e bottigliette vuote di gatorade gettate dagli sciatori a bordo pista e improvvisa un falò. Poi intercetta un cerbiatto con un balzo, lo scuoia con le nude mani e comincia a cuocerlo a fuoco lento. Il Razzi estrae dal giubbotto una bottiglia di grappa di Ramandolo invecchiata in botte, i suoi calzini fucsia risplendono nell’oscurità. Nonna Ergonomico improvvisa una danza di giubilo, gridando “Victusella! Victusella! Victusella!”, e volteggia travolto dal senso di Banfa, eseguendo la figura della Chela del Calamaro in modo impeccabile.

La rabbia del ragazzo Novi comincia a sciogliersi di fronte a quel trionfo di folle allegria, e di amicizia. I 3 lo coinvolgono, lo rassicurano, lo convincono che non vale la pena farsi venire il sangue amaro per quei coetanei bastardi che lo prendono sempre in giro e lo riempiono di palle di neve. Gli pronosticano un futuro radioso come tester di videogiochi o coordinator, circondato da donne bellissime. Finchè il ragazzo abbassa l’ultima guardia, e si decide a consegnare l’arma. Peccato che proprio all’ultimo istante, quando ormai sembrava fatta, il ragazzo commetta un errore imperdonabile.

La calibro 28 passa lentamente dalle sue mani a quelle di Nonna Ergonomico. Apa e Razzi assistono alla scena con il cuore in gola, trattenendo il respiro. Nonna, ora, stringe l’arma tra le mani, la osserva da diverse angolazioni, affascinato. Una scintilla che non lascia scampo si accende nei suoi occhi...