sabato, febbraio 11, 2006

8 ore in treno

Potevo farmi una cultura, invece niente. Potevo leggere il giornale dalla prima all’ultima riga per la prima volta nella mia vita, pensare, scrivere, guardare 4 film di seguito, escogitare qualcosa. Potevo scendere da quel treno come un uomo migliore. Invece ho sprecato 8 ore a sonnecchiare, perlustrare con gli occhi ogni centimetro dello scompartimento, leggere distrattamente un libro, “servirmi della ritirata” per fumare qualche sigaretta. Certo, l’aria che tirava nel vagone non mi ha dato una mano. È incredibile, ma pochi scompartimenti più avanti c’era uno con la radio-stereo a tutto volume. La radio-stereo da spiaggia sull’Intercity! Ma dove cazzo siamo, in Messico? Ci sono milioni di ragazzini in giro con le cuffie perennemente infilate nelle orecchie, possibile che non ti sia mai venuto in mente di comprartene un paio? Ah, poi ho dovuto assistere, parola per parola, alla telefonata chilometrica di una tipa in corridoio, e con me tutta la carrozza. Avete presente quei maledetti che quando parlano al cellulare urlano? Questa aveva una voce da pubblicità di assorbente, tutta precisa, squillante, forbita, fresca, spiritosa, con le “s” sibilanti e le “i” che più “i” non si può. Con quel tono da ragazza di un certo livello ha detto un cumulo di stronzate già sentite un miliardo di volte. Perché fai così, accidenti a te? Perché non abbassi il volume? Io lo so perché, è che vuoi proprio esibirti, ti piace far sentire a tutti come parli bene, quanto sei istruita, con quella voce priva di accento e piena di battute spiritose che non sentivo dai tempi dell’università, vuoi che tutti sappiano che rapporto stupendo hai con il tuo ragazzo, tutto bacini e viaggi all’estero. Beh, vaffanculo. Scommetto che un giorno, un bel giorno, la palla di vetro in cui ti hanno infilato a fare la bella statuina andrà in mille pezzi. Dopo quel giorno non avrai più tanta voglia di sentire la tua voce, e di farti sentire. E allora parlerai piano piano, proprio come me, per proteggere la tua intimità e quella degli altri, e magari, per paura di dire cazzate, finirai per dirne molte di meno. Esattamente come cantava Bob Dylan in quella sua canzoncina…

Now you don’t talk so loud
Now you don’t seem so proud
About having to be scrounging for your next meal.
How does it feel?
How does it feel?...

2 commenti:

il mak ha detto...

Venticinque minuti di applausi.

Ergonomico ha detto...

how does it feel...
to be on your own..
like a rolling stone.

Razzi for President