lunedì, agosto 02, 2010

Mille anni avanti



Jamie Livingston.
Regista, fotografo, circense.

Qui trovate un sunto della storia
Nel 1979 decide di cominciare a fare foto, una polaroid al giorno.
E le colleziona.
E traccia un segno, della propria vita.
Non di quella che vorrebbe fosse. Non quella che vorrebbe che gli altri pensassero che fosse.

Non è facebook.
Non è la manifestazione forzata di noi stessa, non è la sua ansia di esistere e di esistere in un certo modo.
Non sono foto in pose bizzarre per sembrare fighe o fighi, con la bocca corrucciata, l'inquadratura di tre quarti dall'alto. E no non sono foto del cazzo fatte ai gatti, magari con quel tocco di filtro digitale che fa tanto "ho un anima d'artista".
Non è neppure la reiterata copia giorno per giorno di se stesso.
E' un documento.
E' qualcuno che aveva qualcosa da dire, non da gridare.
Qualcuno che ha pensato al messaggio, al contenuto prima che al mezzo, che ha trovato uno strumento che si confacesse al messaggio.
Qualcuno che poi l'ha portato avanti fino alla fine.

Non come chi si compra la reflex figa, e poi fa foto del cazzo o non ha niente da dire.
L'accesso alla produzione artistica poteva creare il paradiso, ma la diseducazione all'intelligenza e ai contenuti ha creato un mostro. La nostra generazione.
E mi fa ribrezzo. Questa generazione di artisti del cazzo, ognuno un artista, ognuno con qualcosa da urlare, di significativo.
Chi si crede un grande autore, chi un fotografo, chi un musicista, un pittore o chi solo un grande animo sensibile.
La sovversione del principio artistico.

Ognuno in cerca di uno spazio, in cerca di qualcosa che ne attesti l'esistenza, come se guardare in faccia le persone non bastasse più.
E devi dirlo a tutti che musica ascolti, e più oscura e peculiare è meglio è.
E devi dirlo a tutti che cosa fai, devi farlo sapere a tutti quanto sei sagace.
Perchè altrimenti godi solo a metà, o forse anche per nulla.


Sì, oggi ho le palle girate.

14 commenti:

byfluss ha detto...

Però una foto completamente nudo, di spalle, su un tetto soleggiato non ce l'ha.
No che non ce l'ha.


Ps: per me Aparazzi mix, Radio Aparazzi e il riquadro facebook potrebbero tranquillamente non esserci.

byfluss ha detto...

E anche quello del sondaggio, se il sondaggio è stantìo.

byfluss ha detto...

Perfetto.
Almeno si snellisce un po' il tutto, no?

Le cose importanti sono comunque pubblicate a sinistra: è lì che si banfa davvero.

byfluss ha detto...

Niente, sono solo stati spostati più in basso.

La ram del telefonino mi impedisce di aprire correttamente la pagina...

Ergonomico ha detto...

C'è un errore fondamentale che il pessimismo analitico esistenzialista compie, nella maggior parte delle sue espressioni: esser parziale. Volendo dimostrare un punto, elimina dati all'apparenza contraddittori e, facendolo, in realtà diminuisce l'impatto del proprio messaggio.
Nella sua furia fustigatrice possiamo qui notare come rinuncia deliberatamente alla speranza, negando al lettore quella scintilla salvifica necessaria ad evitare di incanalanrlo in un falsa galleria fatalistica priva di scelta.

"L'accesso alla produzione artistica" ci ha dato anche Aparazzi e Axe Cop (citando i primi due che mi vengono in mente). Mi sembra giusto ricordarlo.

byfluss ha detto...

Mi passeresti il cell. del tuo pusher?
Devo chiedergli un paio di cose...

Ergonomico ha detto...

Waterstones, Amazon, a volte WHSmiths. Non ne ho uno fisso.

il mak ha detto...

la polaroid resta un esempio meraviglioso di unicita' dell'opera e di grande intimita'. la foto ha il suo spazio fisico ben definito ed e' fruibile al top solo vedendola dal vivo. cosi' come le stampe di Newton sono piu' belle su un libro on in una mostra che non su google.

e' anche doveroso ricordare che non basta avere una macchina fotografica piu' o meno figa per essere un fotografo, altrimenti tutti quelli che hanno le gambe sarebbero corridori.

l'inflazione delle arti non la scopriamo oggi. Prima avevamo Sergio Leone, Fellini, Visconti, Vittorio de Sica e Sofia Loren. Oggi abbiamo Muccino, la Ferilli e le fiction sui carabinieri.

e' un chiaro segno che ci stiamo avvicinando verso la fine del mondo, l'importante e' prendere il meglio di ogni generazione.

Ignazio ha detto...

Non c'è nulla di male ad essere un artista del cazzo.
L'artista del cazzo è quello che non emergerà mai. Quello che riceve commenti positivi solo da amici e dai parenti. Quello che magari è anche bravino ma nella vita deve fare altro. Un tempo andavi in bottega magari dal Verrocchio ma ora.. ora dove cavolo vuoi andare?.

Conta anche che senza gli artisti del cazzo non ci sarebbero i Veri Artisti, eh.


Il punto però è perché si diventa artisti del cazzo. Se ti piace quello che fai è un conto.. ma molti s'improvvisano fotografi/disegnatori/ecc solo per aver qualcosa da mostrare. Per vantarsi.
Un po' come chi cerca di essere sopra le righe, ascoltando musica di nicchia, cercando di fare l'intellettuale "io sono originale" solo per ricevere consensi.

E questo sì che è triste.

il mak ha detto...

no, l'artista del cazzo e' quello scarso che se cerca di darsi un tono incurante del proprio livello.

i pesciolini a riva saltano e si divertono...

Ignazio ha detto...

Mak quello che descrivi è uno dei tanti tipi di artista del cazzo.
E' un bel, gruppo, un grande calderone.. sono variegati.
E non è questo il punto.
Il problema (quando c'è) è alla base.

Ignazio ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
il mak ha detto...

iiih ooooh

Montag ha detto...

A me i Residents non piacciono molto.