lunedì, agosto 30, 2010

Pensieri felici



Mi fa male un dente.
Sono in sala di registrazione, ho un freddo mortale perchè alternano il condizionatore in turbo boost mode e spento.
Non dovrei essere qui ma ci sono.
E mi fa male un dente.
Cioè, doloricchia la gengiva. Niente di che. Mai avuto carie, non comincerò certo ora.
Eppure.
Eppure sento che questo costante conflitto tra la mia mente e la chimica e fisica del mio corpo, stia pendendo a favore di quest'ultime.

Da giovane ho vissuto a lungo a Bangkok e in teoria caldo e umidità erano peggio che qui, eppure non lo soffrivo così, il caldo.
Perdere peso, mettere peso, mettere massa muscolare, perderla, è sempre stato facile, ora non più.
Ho messo gli occhiali.
Comincio a perdere la dimestichezza con l'italiano, come se la mia memoria avesse detto ok, vuoi il giapponese e l'inglese? Allora queste cose le do via.
Non dormo peggio che mai.
E regolo i miei umori con delle pastiglie.


E due sono le cose che ne conseguono.
Intrinsecamente legate, strette avvinghiate l'una all'altra.
Ed una è che crolla di continuo la sospensione dell'incredulità in cui viviamo. Quell'idea che la nostra vita sia una fiction, un prodotto della mente per la mente.
Che si sia in un certo qual modo distanti dal reale, entità separate dal proprio corpo, un principio d'eternità, contemporaneamente immerso ed avulso dal tempo e dallo spazio fisico.
Con i nostri segreti, i nostri pensieri, chiusi nel nostro cranio o petto o dove meglio vi pare, che ci consolano.
E pian piano crolla questa idea, si affaccia quella che the joke was on me, e che l'illusione e che ci sia altro oltre a alchemie chimiche di ghiandole più o meno complesse sia proprio quello, un'illusione beffarda. (Vi prego cliccate sulla parola.)

L'altra.
Da bambino mi domandavo spesso come sarei sceso a patti con la morte, non la sentivo incombere su di me, la sentivo una cosa estranea, e mi spaventava l'idea che un giorno l'avrei invece capito fino in fondo che sarebbe toccato pure a me. Vedevo gente adulta, vivere la propria vita normalmente e mi chiedevo, stupito, come potessero, se ancora non avessero realizzato.

A quanto pare è così che il tuo corpo ti prepara all'accettazione del grande evento, a rate, poco a poco, per osmosi.

E che dire.
Non ho un capello grigio.
Non ho perso un capello nella mia vita.
Non ho rughe.

Deve essere particolarmente dura per il Razzi.

3 commenti:

byfluss ha detto...

La linea di demarcazione tra la giovinezza e la vecchiaia si oltrepassa quando le cameriere della birreria dove vai di solito cominciano a darti del lei.

Per il Razzi è durissima.

Razzi ha detto...

Da quando ho messo la dentiera sto daddio.

Montag ha detto...

Ammiro la citazione di Pistarino.