giovedì, aprile 29, 2010

Il bicchiere mezzo vuoto















Ieri sera, "The Oxford Arm", pub in quel di Camden Town, partita di ritorno di Champions League: Barcellona-Inter. Io e il mio compagno di casa, milanese doc e quindi per forza interista, riusciamo a trovare un tavolino e sederci. Comincia la partita e già capiamo che sarà un lungo travaglio. Col passare dei minuti gettiamo sguardi qua e là individuando quali siano, nella folla, gli spagnoli di fede blaugrana, quali i milanisti e gli juventini infoiati (quivi a gufare con gli occhi inniettati di sangue), e quali siano invece gli onesti, gli interisti insomma. A pochi passi da noi, un tifoso nerazzuro dal marcato accento meridionale si agita in preda ai fumi dell'alcol e ci individua subito come i suoi "compari" di tifo. Non capisco che partita stia vedendo, si esalta come se stessimo vincendo 4 a 0. Invece soffriamo, con ordine, ma soffriamo. Al settantesimo già comincia a dire che è fatta, si gira verso di noi in cerca di conferma, vorrebbe quasi darci un cinque, io vorrei darglielo in faccia. Mi ravano i testicoli come se avessi l'orticaria, cerco di essere diplomatico ma di veicolare il mio messaggio chiaramente: "Calma, che non è ancora finita.", a quanto pare non registra. Vorrei ucciderlo. Piquè segna forse in fuorigioco ma con una piroetta che è uno spot al bel calcio. Il tifoso indefesso non cala le penne, anzi rincara, si dice sicuro che passeremo. Quando Bojan segna il secondo gol, per i primi tre secondi, desidero ardentemente afferrare il collo della bottiglia di Corona che mi sta davanti, con l'intenzione di spaccargliela in testa. Poi, per fortuna, il presidente Massimo Moratti strizza l'occhio all'arbitro, gol annullato per fallo di mano inesistente, si va tutti felici a Madrid.

Anche quel testa di cazzo meridionale, però, porco dio!

Grande risultato sportivo




Andrea Agnelli nuovo presidente della Juve.

E stasera vince lo sport.

mercoledì, aprile 28, 2010

La mancanza delle cose e la loro assenza



Un bel titolo che non vuol dire un cazzo.
O meglio che sembra non voler dire un cazzo.
Come me.
Io sembro non voler dire un cazzo ma in realtà dico un sacco di cose.

O forse è il contrario.

Ad ogni modo.
La mancanza delle cose e la loro assenza hanno uno stretto rapporto.

Erano mesi che non giocavo con dei videogiochi, qui in Giappone non ho la TV, non ho console, ogni tanto giocavo con il DS, ma quella è un'altra cosa, o quasi.

Non mi mancava. Cioè, sì, un minimo, nella testa, il concetto di avere qualcosa da fare rilassandosi, ma non ne sentivo la mancanza, ecco, quello no.

Invece sono tornato a casa, trovo la mia PSP, cincischio, metto su due giochi e bum, ci ricado dentro, che bellezza, che piacevolezza, che lussuria ludica, un bel rpg coinvolgente.

La mancanza delle cose e la loro assenza.

L'assuefazione all'assenza provoca la morte della mancanza, la dimenticanza, l'oblio.

Mi domando per quante e quali altre cose in me ci siano lampadine spente, pronte a riaccendersi, fuochi la cui fiamma fioca bruci sotto le ceneri.

E quanto l'assuefazione alla mia assenza corroderà coloro ai quali, per ora, in Italia, manco.

martedì, aprile 27, 2010

Le domande che ti aspetti



Berlusconi: ""Dobbiamo fare una vasta opera di convincimento guardando alla situazione francese. Lì le comunità locali scendono in campo e fanno la guerra per avere una centrale in casa loro. In Francia le centrali hanno raggiunto l'assoluta sicurezza e nessun incidente è mai capitato. Inoltre le centrali portano tanto lavoro".

Google, ricerca "incidenti nucleare francia": nel 2009 8 tra anomalie e incidenti. Nel 2008, per dirne una acque inquinate da scorie nucleari per un'intera cittadina, divieto di utilizzo dell'acqua, dell'acquisto e consumazione di pesce, di balneazione. Sempre in quegli anni, si scopre che un'intera cittadina si è ampliata in una zona ricca di scorie di uranio, zone sulle quali, si è scoperto, hanno costruito parchi per bambini, materiali con i quali hanno costruito case, scuole etc.
Tempo della ricerca: 30 secondi.

Voi che siete in Italia, potreste dirmi quanti giornalisti hanno fatto presente al premier che stava dicendo una cazzata sulla pelle degli italiani?

Le chiacchiere e i distintivi



Il setting, uno dei migliori strachìparàt che mi ricordi.
Spiace dirlo per chi non c'era.

I personaggi, Byfluss ed Hazey.

Ti aspetteresti di tutto dall'incontro tanto annunciato, tanto desiderato, tanto temuto.

E invece, faccio gli onori.

Questa è Hazey.
Ciao.
Ciao.

Basta.

La delusione.
La delusione vera di una donna che è tutta chiacchiere e qualche distintivo.

E dov'è tutta la poesia?

Io dico basta. Basta a chi la poesia la lascia nel cervello, nel petto o scribacchiata su qualche blog.
E' tempo di portarla per strada, la poesia, di trascinarla nella vita. Sporca di sangue, piscio e merda come chiunque, quando nasce.

E' tempo di vivere in modo bellissimo e demenziale, come disse Thespian e prima di lui Jodorowsky.

venerdì, aprile 23, 2010

Tesi, antitesi, sintesi

Forse non vi siete resi conto che domani io conoscerò Byfluss.
Certo, ci sono molte cose belle domani, ma domani vedo Byfluss per la prima volta.
Dopo tre anni di paziente attesa e cocenti delusioni, insulti e inviti a cambiare avatar.
Non so come vestirmi, ma non sarà mai nel modo giusto.
Non so come pettinarmi, ma quello ogni giorno.
Non so cosa dire, addirittura non so neanche se riuscirò a parlargli, e temo di rimanere in un angolo intimorita dal fascino del gentiluomo rude.
Anzi, diciamo la verità, più che dal fascino, dalla sua evidenza.
Forse da domani Byfluss e io diventeremo grandi amici, andremo a bere la birra insieme, parleremo dei Beatles e scoprirò qual è il suo libro preferito. Magari verrà fuori che conosce Walter Benjamin.
Montag mi guarda e non capisce la situazione. A questo punto approfitto e cerco di non capirla anche io.

Presenti e futuri

La vessazione è stata lunghissima e ingiustificata.
Chiudiamo il più squallido dei sondaggi concepiti per Aparazzi.
Nonostante la morale retrograda su cui si fondavano le risposte ben 16 lettori hanno espresso una preferenza.
Se dovessimo citarne i nomi la lista probabilmente inizierebbe così: Ignazio, Mak, Mak, Ignazio, Ignazio, Ignazio, Ignazio... etc.

La parte migliore della donna:

Le tette: 3 (18%)
Il culo: 6 (37%)
La figa: 7 (43%)

All'inizio il testa a testa è stato un tette a culo, si contendevano la palma i mammoni e i tintobrassiani.
Se avesse vinto uno di questi due partiti il commento al sondaggio l'avrei fatto scrivere a Freud.

Mentre ha vinto la figa. Come quando vince l'uomo tigre, troppo scontato per commentare.

Il prossimo sondaggio è volto a meglio delineare un altro tratto della psicologia aparazzina, stavolta ci prendiamo più seriamente.

Siete preoccupati per il futuro?

lunedì, aprile 19, 2010

giovedì, aprile 15, 2010

San Marone Martire



Finita una festa se ne comincia un'altra.
Per te, che spedisci dinosauri a vanvera.

mercoledì, aprile 14, 2010

Il vero ed unico post di compleanno per Byfluss

Le cose su questo blog stanno davvero degenerando ed io non posso starmene con le mani nelle mani. Il compleanno è un giorno gioioso in cui il festeggiato va coccolato e vezzeggiato, non inorridito e disgustato. Byfluss ce lo vogliamo immaginare nudo, sul tetto, chiappe al vento; a cavallo del suo destriero mentre spara agli indiani con Hazey al suo fianco; mentre somministra pugni a martello a Mezcal e la sua banda. Quello è il Byfluss che ci piace, quello dei giochi di parole e dell'irriverenza e a quel Byfluss io dico buon compleanno, sperando che sia davvero il suo compleanno e che questo post possa cancellare l'onta di quello che lo precede (pussa via Ignazio!).

E già che ci siamo sistemiamo anche l'immagine regalo.

Un post per Byfluss




Oggi è il compleanno di Byfluss e nessuno di voi ha scritto un post.
Quattro righe.
Due parole.
Niente.

Mi meraviglio soprattutto del Razzi ma glissiamo.
Forse volevate lasciare a Igny l'onore...

e allora ghe penso mi!

Auguri Byfluss!

Endechomenon





Figliolo, tu sei ciò che io sono.
Una bella testa.

martedì, aprile 13, 2010

Smoke





Qui vicino a casa mia, a pochi passi, c'era un negozio che mi ricordava il Razzi.
Un negozietto di dischi e cd, piccolino ma pieno di articoli, qualche dvd, molta musica.
Non ci sono mai entrato, ma lo immaginavo fornito degli artisti più disparati, un rifugio per i veri amanti della vera musica, quelli che sentono a orecchio la differenza tra un MP3 e un CD, gente come il Razzi o il Beretta, insomma.
In un angolo poi, che dava sull'esterno, vendevano sigarette e accendini.
Era il Razzi shop, per me.

L'hanno poi chiuso per qualche giorno, una settimana al massimo.
Non capivo se per ferie o per cos'altro, quando ogni giorno vi passavo davanti per andare al lavoro.

Scopro ora che è stato ristrutturato.
Niente più musica, ora vendono solo sigarette in questo grande spazio vuoto, un po' freddo, qualche lavoro ancora in corso qua e là e in un angolo una serie strana di statuette che paiono della dea Kalì, tutte uguali, messe in esposizione, che vanno dalla bianca alla colorata, e non capisco bene cosa stiano lì a fare.

Ma la cosa più strana?
Mi ricorda ancora il Razzi.

venerdì, aprile 09, 2010

Strano






Ho una nuova definizione di strano.
O meglio, una nuova sfumatura che la mia mente associa al concetto.

Probabilmente ci dovrebbe essere una parola più specifica per la situazione che ho in mente, ma non credo esista.

Strano è quando arriva un terremoto e stai al cesso.

Non c'è una parola per questa cosa, vero?

mercoledì, aprile 07, 2010

Revisioni







"I sorteggi non li devono fare!"
"Vinciamola assieme!"
"Passo a salutare l'arbitro prima della partita, gli porto un saluto."
"Questo clima di cordialità, che sappiamo solo noi"

« Caro Cipe,

non sono riuscito a dirti quello che volevo, per paura di farti capire che il tempo era inesorabile e la malattia terribile. Scusami, ma credo che ti debba ringraziare soprattutto per la pazienza che hai sempre avuto con me. Per i tuoi occhi che sorridevano, fino alla fine, ai miei entusiasmi o all’ironia con cui cercavo di superare insieme a te momenti difficili. Pochi giorni fa, pochissimi, mi parlavi con un filo di voce - e con l’espressione di chi ti vuole bene - dell’Inter, proiettando il tuo pensiero in un futuro che andava oltre le nostre povere, ignoranti, possibilità umane. Qualche mese fa ti chiedevo un po’ scherzando un po’ sul serio come mai non riuscivamo ad avere un arbitro amico, tanto da sentirci almeno una volta protetti, e tu, con uno sguardo fra il dolce e il severo, mi rispondesti che questa cosa non potevo chiedertela, non ne eri capace. Fantastico. Non ne era capace la tua grande dignità, non ne era capace la tua naturale onestà, la sportività intatta dal primo giorno che entrasti nell’Inter, con Herrera che ti chiamò Cipelletti, sbagliandosi, e da allora, tutti noi ti chiamiamo Cipe. Dolce, intelligente, coraggioso, riservato, lontano da ogni reazione volgare.
Grazie ancora di aver onorato l’Inter, e con lei tutti noi. »

Beh, una persona muore e Moratti scrive una lettera pubblica che dovrebbe essere di condoglianze ma invece parla dell'inter. Della loro onestà.

Già mi parve qualcosa di squallido allora.
Alla luce di queste "nuove" intercettazioni... non so più cosa pensare del "signore" Moratti.

Se non "fantastico".

martedì, aprile 06, 2010

Le responsabilità soggettive







Video che mostra alcune "azioni di guerra" in Iraq.
Ma potrebbero essere in Afghanistan.
E ricordiamolo, "missioni di pace" alle quali partecipa anche l'Italia.

Ragazzini spaventati e crudeli esaltati dal sangue e dalla potenza che cercano di ammazzare più gente possibile.

Chi sono i terroristi?

E ovviamente, continuiamo a pensare che non ci si può far nulla.
Io dico che anche un proiettile in meno, anche un soldato in meno in questo marasma sia qualcosa da fare.

E allora magari al prossimo giro quando si vota per qualcuno che appoggia la guerra, PDL, Italia dei Valori, PD, magari pensiamoci un po', prima.
Magari pensiamo a cosa vuol davvero dire.

Essere a favore o meno della guerra dovrebbe essere un buon criterio in base al quale scegliere chi votare. No?

(Grazie Inki per il video)

Il Presagio






In questo post, lo dissi chiaramente.

Mosca.
Chiamato al totomorte e beccato.

Ok, ho sbagliato di qualche mese.

Ora non resta aspettare che anche per gli altri tre.


domenica, aprile 04, 2010

Concatenazione di eventi e di auguri




Quarto giorno di aprile.
Pasqua.
Compleanno di Thesp.
In Giappone fioriscono i ciliegi, feste di Hanami.

Il mio animo sensibile è sommerso, sconquassato, sopraffatto. Quale di questi eventi mi tocca di più, quale di queste festività mi appartiene o meglio, a quale appartengo?

Il Giappone mi sta dando tanto, e anche questa volta mi aiuta, donandomi la risposta.

Mi avvicino ad un vecchio monaco shintoista, e con il mio giapponese stentato gli domando, cosa è più giusto festeggiare? La nascita rinnovata di un nuovo fiore? La resurrezione di nostro signor Gesù Cristo? Il compleanno di Thesp?

La sua risposta è illuminante.
"Esiste davvero una differenza tra queste tre cose?"

E allora mi siedo lì, tra i ciliegi in fiore, le danze, le luci, i cori, i pesci al sale, gli yaki soba.
Con un bicchiere di sake caldo in mano che alzo al vento tiepido e rumoroso.

E ti faccio gli auguri, Fiodor. Mio rinato fiore sporcaccione che monda i peccati del mondo.

venerdì, aprile 02, 2010

Dietro la maschera






E va bene facciamo questo sforzo.
Il problema vero non è non avere niente da dire è averne troppo e non riuscire a trattenersi.
Mi han detto di non diventare un secondo Razzi, ma solo essere la sua metà mi basterebbe. Occhio non la sua metà in quel senso, intendo nel valore, nel contegno, in qualità insomma.

Volevo come al solito parlare di morte ed era un po' che immaginavo come scrivere un post intitolato Il primo funerale in cui raccontavo come a trent'anni ho assisto alla mia prima celebrazione, come tutto pimpante e ben vestito da primo giorno di scuola sono andato alla messa e ho visto tutti i parenti che non conoscevo e in finale ho avuto le mie aspettative brutalmente deluse.

Ma mi rendo conto che se voglio essere almeno la metà di qualcuno non posso permettermi questo profilo, perché qua pochi la prenderebbero nel verso giusto. O devo sbattermene del pubblico come faccio di solito?
La prossima volta magari, c'è un sacco di tempo.

Per adesso pensavo al destino e ieri proprio su questo pensiero ho gettato il sale in pentola e sul fondo i grani hanno formato un teschio. Una bella forma di teschio come nei fumetti.
Non è che mi sono spaventato, un po' me l'aspettavo che prima o poi sarebbe successa una cosa del genere.
Per deviare il messaggio ho pensato ai tarocchi, quando ti dicono che la carta della morte può anche portar bene, la torre è quella brutta cattiva. Fortuna che non ho lanciato il sale a forma di torre fiuuu.

Ma avevo detto la morte no. Ok.

Allora io qui vivo nel quartiere nero, little africa.
Tra le varie peculiarità della cultura locale la mia attenzione si è focalizzata su un dettaglio speciale.
E' speciale perché è una di quelle tipiche cose che mi portano istantaneamente a sviluppare una brillante teoria quasi certamente falsa.
Dico brillante perché quando raggiungo la fine del ragionamento mi sento illuminato, è una piccola soddisfazione che mi dò da solo, un micro seghino.
Condividere questa cosa non è una grande idea, quando l'ho raccontato alla mia ragazza mi ha guardato proprio come se lì davanti a lei mi stessi facendo un micro seghino.

Allora ecco qua.
Ho notato che molti bambini di colore adorano l'Uomo Ragno.
Hanno lo zainetto dell'uomo ragno, le scarpette dell'uomo ragno, il cappellino dell'uomo ragno, la felpina dell'uomo ragno, l'astuccino dell'uomo ragno, il quadernino dell'uomo ragno, hanno proprio tutto dell'uomo ragno, gli manca solo di sputare dai polsi.

Ma perché l'Uomo Ragno?
Perché non Superman? Perché non Batman? Perché non Wolverine o Hulk?
L'idea che mi sono fatto è che inconsciamente questi bambini possono identificarsi più facilmente con un supereroe mascherato, completamente rivestito da capo a piedi, senza un centimetro di pelle scoperta.

Superman è il prototipo del dominatore bianco tutto impettito e leccato, Batman è un altro borghesotto che fosse vissuto tempo fa sarebbe stato colonialista, Wolverine anche lui troppo bianco e Hulk dal canto suo cangia verso il colore sbagliato.
Cosa ci resta tra i supereroi classici? Capitan America? Magari no.
La Cosa potrebbe candidarsi, ma chi vuole identificarsi con un ammasso di pietre dalla fisionomia paleolitica?

Poi non venite a parlarmi di Blade o di qualsiasi altro stronzo supereroe di questa lista (che mi sono informato prima di scrivere stronzate), perché capite anche voi che a confronto con l'Uomo Ragno chi cazzo sono questi?

Vi dicono qualcosa nomi come Afro Samurai, The Brown Hornet, Afrikaa Ngala?
No? Strano.

Allora il bambino di colore si concentra sull'Uomo Ragno perché non è un fighetto col ferrarino e gadget multimilionari, non ha un mantellino floscio appeso al collo e non si spara tante pose.



Finché l'atletico e sinuoso Spiderman continuerà a saltare da un palazzo all'altro ondeggiando come un orango sui fili di ragno, scalando grattacieli e combattendo i cattivi, i bambini del mio quartiere lo ameranno. Perché se possono ignorare il fatto che quello che fa è impossibile allora possono anche ignorare che dentro a quella calzamaglia integrale c'è Peter Parker.
E poi pensateci: i ragni sono neri.

Tutto questo per dire che i fumetti sono razzisti, soprattutto i classici.
Dove sono i supereroi Cinesi? E i supereroi gay? Ma sì, sono sicuro che adesso me ne tirerete fuori qualcuno, ma non saranno mai all'altezza dell'Uomo Ragno.



Mi sa che ho sforato anche stavolta.

Una preghiera





In questo venerdì santo, lascia che faccia una preghiera
Visto il pericoloso trend degli ultimi giorni, mi trovo costretto a pregarti.
Sì, sto parlando a te, amico lettore.

Questa è una preghiera nei tuoi confronti.
Una preghiera perchè tu trovi la forza, il coraggio, il tempo. Affinchè tu metta da parte l'orgoglio, la vergogna. Affinchè tu cerchi una minima idea e trovi due stupidaggini in quella tua testaccia vuota. Che tu riesca a vedere il mondo e poi scrivere due righe.

Una preghierà perchè questo non si trasformi in The Apa & Ignazio show.

Una preghiera per la decenza.

Aut. Min. Richiesta.
Da questa preghiera sono esenti Mak e Khan.

giovedì, aprile 01, 2010

Babuinette pasquale



Salve puzzoni,
ho passato giorni e giorni a cercare la babuinette perfetta per questo mese.
E' stata un'ardua impresa ma alla fine ho selezionato tre candidate:

* Le tette di Francesca Cipriani,
* Grazia Maria Cosima Damiana Deledda,
* Ergo.

Sfortunatamente non posso sceglierle tutte, di conseguenza dovrò optare per un
personaggio in grado di rappresentare degnamente le nostre.

La bionda mozzafiato che vi propongo ha un fisico esuberante e sbarazzino simile a quello della Cipriani. Inoltre è un'assidua frequentatrice di ChatRoulette proprio come la Deledda e con Ergo condivide una profonda passione per le canzoni di nicchia.

In realtà ha anche un altro punto in comune con Ergo, di certo avrete notato che entrambe si muovono con movenze quasi feline.
Ergo però lo fa meglio.

Ora basta tergiversare, è il momento di dare il benvenuto alla nuova babuinette pasquale.

Cena italiana







Stasera mangio italiano.

Ordino online. Su Donnadonna. Un ristorante che fa cibo italiano, coreano, grill e consegna a domicilio. Dal nome si direbbe che facciano anche altro tipo di servizi ma sul sito non si trova niente di tutto ciò.

La più classica delle cene.

Spaghetti "puttanesca bianco".

Pizza "treforumajo".

Come dolce, un dolce coreano.

Mi sento già a casa.