venerdì, aprile 02, 2010

Dietro la maschera






E va bene facciamo questo sforzo.
Il problema vero non è non avere niente da dire è averne troppo e non riuscire a trattenersi.
Mi han detto di non diventare un secondo Razzi, ma solo essere la sua metà mi basterebbe. Occhio non la sua metà in quel senso, intendo nel valore, nel contegno, in qualità insomma.

Volevo come al solito parlare di morte ed era un po' che immaginavo come scrivere un post intitolato Il primo funerale in cui raccontavo come a trent'anni ho assisto alla mia prima celebrazione, come tutto pimpante e ben vestito da primo giorno di scuola sono andato alla messa e ho visto tutti i parenti che non conoscevo e in finale ho avuto le mie aspettative brutalmente deluse.

Ma mi rendo conto che se voglio essere almeno la metà di qualcuno non posso permettermi questo profilo, perché qua pochi la prenderebbero nel verso giusto. O devo sbattermene del pubblico come faccio di solito?
La prossima volta magari, c'è un sacco di tempo.

Per adesso pensavo al destino e ieri proprio su questo pensiero ho gettato il sale in pentola e sul fondo i grani hanno formato un teschio. Una bella forma di teschio come nei fumetti.
Non è che mi sono spaventato, un po' me l'aspettavo che prima o poi sarebbe successa una cosa del genere.
Per deviare il messaggio ho pensato ai tarocchi, quando ti dicono che la carta della morte può anche portar bene, la torre è quella brutta cattiva. Fortuna che non ho lanciato il sale a forma di torre fiuuu.

Ma avevo detto la morte no. Ok.

Allora io qui vivo nel quartiere nero, little africa.
Tra le varie peculiarità della cultura locale la mia attenzione si è focalizzata su un dettaglio speciale.
E' speciale perché è una di quelle tipiche cose che mi portano istantaneamente a sviluppare una brillante teoria quasi certamente falsa.
Dico brillante perché quando raggiungo la fine del ragionamento mi sento illuminato, è una piccola soddisfazione che mi dò da solo, un micro seghino.
Condividere questa cosa non è una grande idea, quando l'ho raccontato alla mia ragazza mi ha guardato proprio come se lì davanti a lei mi stessi facendo un micro seghino.

Allora ecco qua.
Ho notato che molti bambini di colore adorano l'Uomo Ragno.
Hanno lo zainetto dell'uomo ragno, le scarpette dell'uomo ragno, il cappellino dell'uomo ragno, la felpina dell'uomo ragno, l'astuccino dell'uomo ragno, il quadernino dell'uomo ragno, hanno proprio tutto dell'uomo ragno, gli manca solo di sputare dai polsi.

Ma perché l'Uomo Ragno?
Perché non Superman? Perché non Batman? Perché non Wolverine o Hulk?
L'idea che mi sono fatto è che inconsciamente questi bambini possono identificarsi più facilmente con un supereroe mascherato, completamente rivestito da capo a piedi, senza un centimetro di pelle scoperta.

Superman è il prototipo del dominatore bianco tutto impettito e leccato, Batman è un altro borghesotto che fosse vissuto tempo fa sarebbe stato colonialista, Wolverine anche lui troppo bianco e Hulk dal canto suo cangia verso il colore sbagliato.
Cosa ci resta tra i supereroi classici? Capitan America? Magari no.
La Cosa potrebbe candidarsi, ma chi vuole identificarsi con un ammasso di pietre dalla fisionomia paleolitica?

Poi non venite a parlarmi di Blade o di qualsiasi altro stronzo supereroe di questa lista (che mi sono informato prima di scrivere stronzate), perché capite anche voi che a confronto con l'Uomo Ragno chi cazzo sono questi?

Vi dicono qualcosa nomi come Afro Samurai, The Brown Hornet, Afrikaa Ngala?
No? Strano.

Allora il bambino di colore si concentra sull'Uomo Ragno perché non è un fighetto col ferrarino e gadget multimilionari, non ha un mantellino floscio appeso al collo e non si spara tante pose.



Finché l'atletico e sinuoso Spiderman continuerà a saltare da un palazzo all'altro ondeggiando come un orango sui fili di ragno, scalando grattacieli e combattendo i cattivi, i bambini del mio quartiere lo ameranno. Perché se possono ignorare il fatto che quello che fa è impossibile allora possono anche ignorare che dentro a quella calzamaglia integrale c'è Peter Parker.
E poi pensateci: i ragni sono neri.

Tutto questo per dire che i fumetti sono razzisti, soprattutto i classici.
Dove sono i supereroi Cinesi? E i supereroi gay? Ma sì, sono sicuro che adesso me ne tirerete fuori qualcuno, ma non saranno mai all'altezza dell'Uomo Ragno.



Mi sa che ho sforato anche stavolta.

5 commenti:

Montag ha detto...

Non conosci Afro Samurai?

Apa ha detto...

Dove hai trovato la foto di Steba vestito da uomo ragno?

hazey ha detto...

Scusate l'ignoranza, ma il costume dell'uomo ragno non era rosso e blu?

Montag ha detto...

Ha un ampio guardaroba.

S.A.B.))) ha detto...

Effettivamente dev'essere difficile essere un adolescente e non avere possibilità fenotipiche di immedesimazione in qualche super eroe. Penso comunque che dipenda dall'ambiente in cui si vive, e per quanto Parigi sia ormai più interrazziale di mydaughterfuckingablackdude credo che quei ragazzini amanti del ragno mascherato sarebbero mortificati ancor prima di indossare qualche calzamaglia a volto scoperto visto che il mondo circostante è tutto pallidino coi baffi arricciati la maglia a righe orizzontali e le baguette sotto l'ascella... Noi possiamo sentirci clark kent quando ci pare ma se vivessimo in melanesia saremmo a nostro agio? Si può essere a proprio agio vestiti da superman? senza il torace di cristopher reeves soprattutto?

Forse se sei un Sikh.

http://www.youtube.com/watch?v=e0R8iy0CSzU&feature=fvw