La mancanza delle cose e la loro assenza
Un bel titolo che non vuol dire un cazzo.
O meglio che sembra non voler dire un cazzo.
Come me.
Io sembro non voler dire un cazzo ma in realtà dico un sacco di cose.
O forse è il contrario.
Ad ogni modo.
La mancanza delle cose e la loro assenza hanno uno stretto rapporto.
Erano mesi che non giocavo con dei videogiochi, qui in Giappone non ho la TV, non ho console, ogni tanto giocavo con il DS, ma quella è un'altra cosa, o quasi.
Non mi mancava. Cioè, sì, un minimo, nella testa, il concetto di avere qualcosa da fare rilassandosi, ma non ne sentivo la mancanza, ecco, quello no.
Invece sono tornato a casa, trovo la mia PSP, cincischio, metto su due giochi e bum, ci ricado dentro, che bellezza, che piacevolezza, che lussuria ludica, un bel rpg coinvolgente.
La mancanza delle cose e la loro assenza.
L'assuefazione all'assenza provoca la morte della mancanza, la dimenticanza, l'oblio.
Mi domando per quante e quali altre cose in me ci siano lampadine spente, pronte a riaccendersi, fuochi la cui fiamma fioca bruci sotto le ceneri.
E quanto l'assuefazione alla mia assenza corroderà coloro ai quali, per ora, in Italia, manco.
1 commento:
Vampiro, la carnevalata; Mago, l'ascensore; La combriccola dell'est; Dengioni e Dragoni.
La fotografia del gatto non mi solletica per niente. Buco nell'acqua.
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