Rapimenti giapponesi
Certi giapponesi ti rapiscono.
Chiedi un'informazione, e la loro lentezza, la loro attenzione alle regole, la loro affettata disponibilità ti ruba il resto della giornata. I bancari. Le poste. I tassisti che si perdono REGOLARMENTE e che non sanno usare il navigatore satellitare.
Credo che in Giappone per fare il tassista basti avere dei guantini bianchi.
In banca. Ore a parlare.
Solo per scoprire alla fine che quello che mi interessava di più, non potevano offrirlo.
O che i documenti che ho, forse non sono sufficienti. FORSE.
Ma la volta migliore è stata quando sono finito per sbaglio al municipio di meguro o sarcazzo invece che all'ambasciata italiana.
Ho chiesto quindi, dov'è?
Il tizio mi ha preso per il braccio, tirato, portato nel suo ufficio. Ogni mio tentativo di liberarmi era inutile, se solo dicevo "ma non serve grazie", mi afferrava, per lui ero un gaijin pazzo che non capiva che mi stava aiutando.
Come se fossi un animale spaventato e lui un veterinario, qualcuno che sapeva molto meglio di me cosa fosse giusto per me e io quasi incapace di intendere e di volere.
Mi sorrideva con accondiscendenza, mi teneva saldamente il braccio.
Ha chiamato tutto il suo team a raccolta, evidentemente era un pezzo grosso, hanno aperto una mappa della città, e hanno tracciato un itinerario. Mi hanno poi dato un indirizzo che avevo già.
Il mio avvocato mi aspettava venti minuti prima.
Ci metto due ore a uscire dal tentacolare municipio, esco, vedo un taxi, salvezza.
Salgo sul taxi e gli dico dove devo andare.
Gli mostro l'indirizzo scritto in giapponese sul mio cellulare (l'avevo dall'inizio).
Gli mostro la mappa.
Mi guarda.
Con quello sguardo da tassista giapponese che non ha capito esattamente un cazzo.
Ha degli splendidi guantini bianchi e mi guarda scoppiare a piangere sul sedile posteriore.
3 commenti:
A Natale mi porti dei guantini bianchi da tassista giappo? Poi cercherò di portarti dove più desideri.
Quanto è dura l'avventura..
quante avventure in questo Giappone...
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