Gocce di giapponesitudine
La nuova compagnia per la quale lavoro, ogni lunedi' mattina ha la grande augusta riunione del lunedi' mattina di giada. Quello e' il momento in cui prolungo la lettura del mio libro oltre il semplice tragitto della metropolitana.
Perche' per dirlo con franca chiarezza, durante la molto venerabile grande augusta riunione del lunedi' mattina di giada, io non capisco un cazzo di quello che dicono e di quello che succede.
Me ne sto li'. Con altri 300, 400 colleghi. Ognuno con un malloppo di carte che dovra' poi distruggere prima di uscire dalla sala. Ad ascoltare dati. A vedere team che si alzano in piedi tra il pubblico, si voltano, si inchinano non si capisce bene se per ringraziare o per scusarsi. Ma in Giappone non lo si capisce mai. In Giappone e' essenzialmente la stessa cosa. Annunci. Tutto, ovviamente, in Giapponese stretto.
E mi rendo conto che sono uno dei pochi eletti. Sono fortunato. Chi altro puo' dire di aver assistito a questo rituale primario? I pochi altri stranieri presenti parlano giapponese e sanno quel che succede... Chi altro se la gode come me? Mi sento come uno di quegli studiosi accolto dal branco di gorilla.
Ma il momento piu' squisitamente giapponese non e' la riunione in se', ma l'ingresso.
Dove ci sono omini che ti chiedono di firmare un foglio.
Arrivo io, dove devo firmare? Employee number? Non me lo ricordo l'employee number. "Ah, OK, allora firma e basta".
Settimana dopo. Mi sto per recare alla riunione. Controllo il mio tesserino, quello che obbligatoriamente devo portare al collo in bella vista. Ha l'employee number! E proprio mentre sono li' che mi dico quanto cazzo e' giapponese il tipo che la settimana scorsa mi disse di lasciar stare, non volendo dirmi che ero un pirla, che il numero ce l'ho sotto gli occhi... controllo il mio badge e mi appresto a firmare e registrarmi quando...
Un sesto senso.
Negli occhi del tizio che ho davanti. C'e' qualcosa che non va. Sto infrangendo qualche regola, sto sbagliando qualcosa. Penso alla velocita' con cui ho visto entrare e direttamente seduto il mio capo... e domando "Ma se ho il cartellino, se sono gia' registrato come employee... devo firmare?"
"No."
Un mese e 4 riunioni e nessuno mi diceva un cazzo.
Ecco. Questa e' una delle tante essenze del Giappone. Una convulsione di gentilezze che sono potenze di se stesse e che finiscono per generare l'inutile.
Come mi manchera'.
10 commenti:
Mi sa che mancherai tanto anche tu, a loro.
La Grande Augusta Riunione Del Lunedì di Giada non sarà più la stessa senza di te.....specialmente per gli omini all'ingresso!
Fantastico post e fantastico commento di Vittorio.
Mi raccomando, l'eventuale inchino in uscita SEMPRE rivolto verso l'inchinando. Mai dare le spalle ad un giapponese, almeno fino al compimento del 50esimo anno di età.
Penso che anche i giapponesi saranno tristi quando non potranno più fare "L'epico superscherzone del lunedì al gaijin nuovo arrivato". Tradizione vuole che si prosegua fino a quando il suddetto non si accorga della farsa. Si parla di scherzi andati avanti per anni, con grande dispendio di fascicoli di carta.
Comunque sono già alcune settimane che l'argomento è il goal annullato a Muntari.
E gli inchini sono per i capelli di Conte.
Per non dire di tutte le volte che avranno citato Apa-San e lui non si è mai alzato per fare l'inchino!
Harakiri, Apa-San. Harakiri!
Bah, secondo me al massimo lo citano in tribunale per danni.
O la sera all'osteria, raccontando barzellette agli amici.
Sì, sì. Coll'incipit tipo:"C'è Apa, un tedesco e un inglese...etc."
Permettimi di correggerti: "Ci sono un giapponese, un Apa e un cambogiano..."
Che poi, a ben vedere, non serve neanche più che si racconti il resto della barzelletta.
Posta un commento