martedì, giugno 10, 2008

The modern age

Quando guardi certe foto dei tuoi genitori li vedi. Quei vestiti talmente in sintonia con l'epoca, talmente alla moda che ormai, come troppo evoluti dinosauri estinti da cambi climatici repentini, sono spariti e ne rimangono solo dei fossili, sedimentati in qualche armadio.
Mi domando se un giorno anche noi nel guardare nostre foto di oggi proveremo un simile misto di imbarazzo e di nostalgia.

Di fronte a me è seduto un tizio. Ha i capelli di un super sayan, una catena al collo. Non una catenina, una catena.
Una manetta tagliata al polso, occhiali che gli coprono quasi tutta la faccia, scarpe a punta, pantaloni che mi fanno pensare a Mc Hammer.
Le scarpe sono D&G. I pantaloni, D&G. Sulla maglia campeggiano le iniziali D&G. Gli occhiali, con tutta probabilità, credo siano D&G.

Credo che un tale livello di attenzione al dettaglio non abbia bisogno di un arco di tempo di dieci anni per fare il proprio corso evolutivo, ma forse dovrebbero bastare dieci minuti per stancare e sembrare ridicolo.

Ma oggi giorno è così.
E ormai siamo tutti duri, ormai siamo tutti con le mani in tasca, in posa, non si sorride più, neppure nelle foto. Come se fossimo sempre sotto osservazione, come se la nostra vita fosse un film.

Il casual è diventata una moda, il grunge pure. Nel frattempo Berlusconi si lamenta per le intercettazioni e dice basta.E ancora Berlusconi dice che i PM sono ingovernabili. Citando un mio amico, non è cattivo, solo che gliel'hanno spiegata la separazione dei poteri in uno stato democratico, ma lui non la riesce a capire. Per questo si intestardisce, lo fareste anche voi, ammettetelo, se foste il presidente.

E adesso mi metto qui, una mano in tasca, lo sguardo un po' cupo, un po' curvo, tanto tanto misterioso, una smorfia sulla bocca, sopracciglia inarcate.
E aspetto la gialla.
E va tutto bene.

O forse ho i capelli fuori posto?

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