venerdì, ottobre 02, 2009

Cena in famiglia






Due passi, nei vicoli, del ramen.

La città la lascio fuori, entro in questo buco, con tavolini vecchi, sedie vecchie, un po' sporco, ma sa di casa.
E dio sa se in questo momento ne ho bisogno.
Entro.
Ordino a caso, con la consapevolezza di chi sa quello che sta facendo, ma in effetti ne ho una vaga idea. Ho controllato i piatti di plastica all'ingresso.

Panico contenuto della coppia che tiene il locale, ottimo.
Mi fanno accomodare.
Ci sono solo io.

Mi servono e un cane corre in cucina, se ne vergognano, la cosa mi diverte e rido.
Lui commenta qualcosa, lei guarda la televisione e ride.

Diventano per un po' la mia famiglia adottiva.

Ad un certo punto capisco che hanno chiamato la figlia. Evidentemente per la traduzione, lui, e per offrirmela in moglie, lei.
Chiacchieriamo, studia traduzione, inglese e tedesco, mi viene in mente Hazey e penso a darle il nome del Razzi, giusto per ridere.
La chiacchierata è gradevole.

Sembra l'inizio di un fumetto giapponese o di un libro di Murakami, quelli in cui sboccia l'amore e tutta una serie di cose. Se non fosse che lei è un cesso.
E che sono già innamorato.

Finisco il pasto, due parole, pago, e me ne vado.

Il ramen era decente ma non eccezionale, troppa pasta, l'uovo era freddo all'interno, la zuppa era leggermente salata.

Però magari ci ritorno.

1 commento:

byfluss ha detto...

Ammazza che saudade!