giovedì, luglio 02, 2009

L'eterno ritorno dell'uguale





E ritorno a fare il pendolare.
Male.
Nel senso che perdo il primo treno.
Il secondo non arriverà mai, annunciano due ore di ritardo, qualcuno si è ammazzato sulle rotaie, polizia, investigazioni, se si sbloccheranno prima di sera è un miracolo.

Mentre ancora questa bella notizia non era stata diffusa, attendo seduto su di una panchina, sfogliando un giornale gratuito.
Di fianco a me una donna, sandali rossi e smalto rosso, mangia una mela rossa con le labbra rossissime. La pelle bianchissima. Sul piede destro, dove posa il laccio del sandalo, un cerotto che nasconde qualcosa. Provo schifo. Ribrezzo. Mi alzo per buttare il giornale nel cestino della carta e una tizia scatta e si siede al mio posto.

È brutta. Ma non solo. Negli occhi le manca quella naturale timidezza, quello sguardo dolce tipico delle persone brutte, di quel tipo di bruttezza molle. Leggo invece superbia, cattiveria.
Faccio per spiegarle che il posto era mio, che mi ero solo alzato un attimo e fatto meno di un metro... quando apre un giornale.
Libero.
Campeggiano titoli sulla sinistra morta, sul giusto silenzio sui "gossip" che riguardano Silvio.

Cedo.

Non avrebbe senso spiegarle, non capirebbe.
Questi hanno una naturale osticità a comprendere argomenti quali giustizia, legalità, rispetto, intelligenza.

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