domenica, ottobre 05, 2008

Umanesimo

“Ascoltate” questo post di notte, quando siete soli.

E immaginate una città dell'Europa. Non so, ad esempio Praga. E vi renderete conto di come questa musica ne sveli le pieghe più segrete, tutto il peso. Tutta la storia.

E penso che vi dimenticherete di Berlusconi (che mi viene ancora dato come errore dall'ingenuo correttore ortografico), delle trasmissioni televisive, della banalità, della stupidità, della crisi americana e delle vostre crisi.

E capirete con gli occhi di questo vecchio e con me cosa significa essere uomini, o perlomeno Europei. E immagino che vi chiederete come ha fatto l'Uomo ad arrivare fin lì. A fare cose così. A dire cose così.

Che prima di Lui non c'erano e non potevano esserci.


3 commenti:

Ergonomico ha detto...

Non mi vengono in mente immagini o stati d'animo che s'accompagnino a questa musica. E' come se fosse specchio di un assoluto di cui ancora non ho esperienza. L'unica sensazione che mi suscita, oltre all'annullamento che si ha di fronte al sublime, e' la sensazione della fine. Una fine scevra pero' da connotazioni negative o dolorose. Una musica per la fine, sentita come evento naturale, giusto, dovuto e totale.

Apa ha detto...

Mi confonde.
Ma anche perchè è un periodo in cui io stesso sono confuso, perso.

Non so se l'arte sia da valutare per quel sa suscitare o per la maestria compositiva, o dell'esecuzione. Se sia una bellezza effimera e nell'attimo trovi il suo riscontro e il suo senso, o se sia un qualcosa che sublima nell'eterno.

O magari l'arte non esiste. Ma se così fosse, questo vecchi dissimula da dio, porca merda.

Razzi ha detto...

Ergo, sei ancora vivo? No, giusto per rassicurarmi.