mercoledì, gennaio 16, 2008

Mosaico indiano

Chiudo gli occhi e mi risveglio in un luogo che partorisce contraddizioni ad ogni angolo di strada.
I suoni sono forti e permanenti. Voci, clacson, strumenti, mercati, bambini, cani, vacche, macchine, motorini, rickshaws.

New Delhi mi accoglie con il suo inquinamento che non ti fa quasi respirare. Le strade sono fiumi di persone, uomini che urlano promuovendo la loro merce, donne silenziose sedute per terra con qualche incenso e pashmina colorata. I bambini chiedono l'elemosina. Sorridono e fanno segno con la mano che devono mangiare. Le vacche hanno sempre la precedenza. Per strada e nelle mense. I ristoratori hanno sempre qualche cesta di verdura da lasciare fuori per le vacche di passaggio, ma cacciano i bambini sporchi e magri.

Torno nel mio studentato, una specie di prigione virginale al femminile, e lavo via il nero della polvere con brocche d'acqua tiepida, mentre sorrido pensando al mosaico di immagini che sto collezionando nel mio vagabondare.

2 commenti:

Apa ha detto...

Maledetta ti invidio, ti odio e ti adoro.

Razzi ha detto...

E' un piacere quando le avventure migliori capitano alle persone giuste.