Lenta agonia
Il treno si muove lento, talmente lento che il paesaggio, mezzo nascosto dall'assenza di luce, mi sembra estraneo, sconosciuto.
Riconosco di tanto in tanto un particolare, ma la lentezza, l'ansia, me lo rendono alieno, tanto che mi domando spesso dove sono finito.
La gente parla, chiacchera, due allegre signore cinguettano. Lo capisci subito che non sono solite prendere il treno. Sono felici, quasi orgogliose della loro piccola gita fuori porta. Sono state a Milano. Probabilmente hanno fatto spese. Si sentono donne, signore.
Lo capisci subito che non partecipano al mio dolore. Alla mia angoscia.
D'altronde loro non si sono messe in tasca uno zippo carico di benzina. D'altronde la benzina, a loro, non è lentamente colata sulla gamba. D'altronde a loro la pelle della coscia non prude, poi solletica, poi pizzica, poi brucia come l'inferno. Non hanno fitte, urticazioni e nessuna possibilità di farci un cazzo fino a quando non arrivano a casa. Non hanno la mia fretta.
Le capisco. Ma non le scuso.
7 commenti:
Hai ripreso a fumare?
Sei scemo.
Bentornata, Nella!
Vedo che hai portato la tua compassione con te!
e ringrazia che non c'erano cadaveri sui binari.
Rischiavano di averne uno a bordo.
Magari cinguettavano perché avevano tante cose da raccontarsi... prima fra tutte "guarda che bel ragazzo di fronte a noi! Peccato, però, avrà problemi di prostata.. o che sarà mai quella strana macchia sul pantalone?"
Quindi secondo te sono un bel ragazzo?
Certo che sì, d'altronde lo conferma il cinguettio delle due signore. Tu dici che l'allegria era scaturita dallo shopping milanese, bof, non credo sia proprio così.. si sa che ultimamente i saldi non convengono più di tanto.
Posta un commento